L'approccio proposto dalla Redazione mi sembra ottimale.
Utilizzando il gergo militaresco direi "Presente".
Tratteremo l'argomento già a Firenze.
Un saluto a tutti.
Ama l'amore ma non amare la donna o cadrai sotto il suo possesso
La Redazione il 01/09/2009 04:28 ha scritto:
Il post di Carlpalm è molto importante perchè mette in luce quello che dovrebbe essere il ruolo del medico competente: un consulente a tutto tondo, esperto di valutazione dei rischi e di igiene industriale , di individuazione delle misure di prevenzione e protezione (magari con il supporto di ingegneri, consulenti e RSPP), di formazione, di sorveglianza sanitaria e di misure di primo soccorso.
Le norme, le scuole, i mc stessi hanno invece spesso (anche se non sempre: non bisogna generalizzare!) previlegiato fino ad ora solo l'aspetto "visite" (e spesso tirate vie, un tanto al chilo o al ribasso in squallide aste), squalificando (in tutti i sensi, anche in quello economico) l'operato di questo professionista.
A ben pensarci, la sorveglianza sanitaria è come la rappresentazione di ciò che andrebbe fatto sull'ambiente di lavoro ma che, ohimè, non viene quasi mai fatto: è, infatti, dell'ambiente del lavoro che andrebbero condotte valutazioni preventive e periodiche integrate, se necessario, da opportuni test e indagini.
Da valutare non è l'ambiente di lavoro unitariamente inteso, bensì ogni suo sottoinsieme specifico, in quanto dotato di caratteristiche che lo differenziano in misura significativa dagli altri sottoinsiemi.
Vanno valutati, confrontando quel che si osserva con idonei standard di riferimento, non solo gli aspetti fisici (edificio, sistemazione degli ambienti, attrezzature, materiali utilizzati ecc.) ma anche i comportamenti lavorativi individuali e organizzati.
Ma quanti fanno queste verifiche periodiche, integrandole con misure, di rumore, di inquinamento dell'aria ecc...? ...chi analizza il contenuto delle mansioni? Chi studia i fenomeni organizzativi? Ma soprattutto chi al termine di queste valutazioni, attesta mettendo nero su bianco che quell'ambiente di lavoro è idoneo oppure indica con chiarezza le misure da adottare per renderlo tale?
Nella maggior parte delle aziende italiane queste cose non si fanno, mentre magari si largheggia in visite ed esami più o meno pertinenti ai lavoratori: per questo la sorveglianza sanitaria, a volte, anche se correttamente svolta, rischia di essere solo la foglia di fico della mancata prevenzione.
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