In linea di massima concordo con i colleghi che provocatoriamente (o meno) propongono l’abolizione della sorveglianza sanitaria periodica, se non fosse che molti di noi finirebbero in breve tempo disoccupati. E’ abbastanza noto a tutti noi che i lavoratori che traggono un reale beneficio dalla sorveglianza sanitaria sono un’esigua minoranza, a meno che si tratti di malati di categorie di basso livello socio-economico-culturale e che si faccia un po’ anche il “MMG dei lavoratori” (il vecchio ambulatorio del personale…). Sarà capitato a tutti di imbattersi in qualche “videoterminalista” saccente e un po’ cafone che non ha esitato a renderci partecipi della sua “scarsa opinione” dei medici del lavoro (“ah..sì..lei è il medico fiscale…ma non si annoia a fare il medico dei sani…? Chi ha bisogno di un dottore di solito si rivolge a uno specialista…”). Hai voglia a spiegargli che, spesso, anche noi siamo degli specialisti (e anche qui ci sarebbe da aprire come a solito il capitolo “sanati, igienisti e company”…) Sono anni che quando, in occasione di una nuova conoscenza, mi viene chiesto che tipo di medico sono, noto non senza un certo fastidio l’espressione di delusione che compare sul volto dell’interlocutore quando gli racconto che mestiere faccio…
Non c’è niente da fare: il medico competente non ha nulla a che vedere con il DOTTORE dell’immaginario collettivo e nemmeno con il medico del lavoro di alcuni decenni orsono che, di fatto, era fondamentalmente un internista e quindi CURAVA i malati.
Un medico che non cura o che non fa diagnosi non è considerato indispensabile. Dico di più, e perdonatemi se calco un po’ la mano, ma è inutile far finta di niente: tutti noi sappiamo bene anche qual è la differenza (enorme in termini psicologici) che passa tra visitare presso lo studio medico, con indosso un bel camice bianco, rispetto ad un ambiente del tutto inadeguato se non addirittura umiliante come avviene non di rado nelle aziende.
La mia soddisfazione professionale è indubbia quando, grazia alla mia professione, risolvo ad esempio un problema di idoneità difficile o gestisco al meglio delle mie possibilità una visita a richiesta motivata. Anche la valutazione dei rischi è un ambito in cui potremmo fare con soddisfazione il nostro lavoro. Peccato che la realtà risulti spesso deludente nostro malgrado.
Non trovo per contro alcuna soddisfazione nel fare centinaia di visite periodiche a persone in buona salute che, tra l’altro e nella maggior parte dei casi, vivono la cosa come quello che realmente è - un’imposizione – e che con tutta probabilità mai si sarebbero spontaneamente rivolte a me fuori dall’ambito aziendale.
La strada è impervia, ma la soluzione è una sola: dobbiamo fare il possibile per rendere il nostro lavoro indispensabile come quello degli altri medici, migliorando la nostra immagine e di conseguenza la stima che ci viene riservata da chi in fondo ci dà da vivere. Anche a costo di rischiare di dover cambiare mestiere. Al contrario non lamentiamoci più e andiamo avanti a sperare che la legge continui a sostenerci.
Un affettuoso saluto a tutti
Tonelli
Caro Tonelli, comunque sia, fa sempre piacere leggere un collega che ti permette di convivere la comune esperienza professionale. Ti senti meno solo e magari anche un pò confortato nelle delusioni quotidiane. Personalmente ritengo che il passaggio da "medico di fabbrica" a "medico competente" sia stato un bel passo in avanti nell'acquisizione di uno status giuridico che poi sta in noi renderlo pieno di contenuti e prestigioso. Dipende da noi, dalla nostra professionalità, dimostrare nei fatti e quindi nelle visite mediche che siamo veramente specialisti del lavoro. Ogni altra figura o struttura sanitaria organizzata (visitificio) che non vive con competenza e passione l'azienda e le sue attività, è destinata ad essere smascherata e a lasciare...prima o poi.
Vedo nell’oscura realtà qualcuno con una lampada in mano e che dice: “…Sorveglianza sanitaria estrema ratio”.
Riflettiamo.
Concetto di Medicina (nel senso di attività pratica): attività umana col fine di diagnosticare e curare la malattia; per cui, ne consegue che:
la Medicina di pronto soccorso ha il fine della diagnosi e cura? Delle malattie acute.
La Cardiologia ha il fine della diagnosi e cura? Delle malattie cardiovascolari.
Il servizio medico per le Tossicodipendenze ha il fine della diagnosi e cura? Delle malattie causate da tossici detti droghe.
…….
La Medicina del Lavoro ha il fine della diagnosi e cura? Delle malattie occupazionali.
La Sorveglianza sanitaria del medico competente ha il fine della diagnosi e cura? Uhm….
Ripeto la domanda:
La Sorveglianza sanitaria del medico competente ha il fine della diagnosi e cura? ……….
Io, che mi reputo solamente un Medico del lavoro, non so proprio rispondere.
Forse competenti a formulare la risposta sono i tanti Medici competenti (appunto)?
Forse…
E se non ci fosse…risposta?
Allora e, ripeto, nel caso che non ci fosse risposta, possiamo comprendere chiaramente il senso logico di quel fine legislatore che sta proponendo l’articolo unico di soppressione della Sorveglianza sanitaria, limitandola a circostanze rigorosamente eccezionali.
Ricordate l’adagio, attribuito erroneamente ad Hegel, che cominciava così: “Ciò che è razionale è reale….”. Ma ciò che è reale è razionale?
Saluti
Le parole di Carmine sono dei grossi macigni duri da digerire che richiedono un cambiamento radicale della mentalità di tutti noi medici competenti.
La Medicina del Lavoro è cambiata e continuerà a cambiare e con essa dobbiamo per forza di cose cambiare anche noi altrimenti affondiamo. Forse non ha torto quando esclama che bisogna azzerare tutto e indirizzare l'attività dei medici competenti più su una sorveglianza sanitaria a prevalente indirizzo epidemiologico utile complemento alla valutazione dei rischi. Il medico competente deve guadagnare più spazio nel processo di valutazione dei rischi!...Meno rischi, assenza di sanzioni e reale prevenzione!!!
Saluti
Gennaro Bilancio
[cite][b]c.sbordone il 29/01/2010 12:22 La Medicina del Lavoro ha il fine della diagnosi e cura? Delle malattie occupazionali.
La Sorveglianza sanitaria del medico competente ha il fine della diagnosi e cura? Uhm….
Ripeto la domanda:
La Sorveglianza sanitaria del medico competente ha il fine della diagnosi e cura? ……
Vedi carmine, la sorveglianza sanitaria del medico competente ha come primo obiettivo la prevenzione e la tutela della salute del lavoratore tramite attività di sorveglianza sanitaria con misure di prevenzione primaria, secondaria e terziaria (E' molto di più della diagnosi e Cura, classica della medicina che citi).
L'intento del legislatore che ci riporti è quello di eliminare sorveglianza sanitaria inutile...ma già adesso non è vietata laddove non vi siano rischi specifici per la salute ??
le condizioni eccezionali per sorveglianza sanitaria quali sarebbero ??
quelle dei datori di lavoro (ti riporto esempio di oggi "dottore una nostra dipendente rientrerà a febbraio, è stata in TSO, gliela faccio visitare ??" o quella "dottore, abbiamo dei lavoratori con invalidità da inserire nel computo aziendale ? provvede lei a convicere tizio a fare domanda di invalidit ??), dei lavoratori, quelle scritte da qualche politico che manco conosce dove e come si lavora in Italia ??
Carissimi,
credete veramente che i saturnismi, le ipoacusie da rumore, le neuropatie da collanti, le encefaliti tossiche, le psicosindromi organiche, le epatiti virali, le silicosi, le riniti irritative, le sindromi da burn-out, le sindromi da mobbing, i distress occupazionali, le neurosteoartropatie da vibrazioni, le lombalgie da sforzo ripetuto, le astenopie da sforzo visivo, le neuriti ottiche da alcoli, le dipendenze da tossici voluttuari, le bronchiti da polvere, le dermatiti da irritanti, e poi, le ferite da taglio, le ferite da abrasioni, le morti da caduta, le morti da schiacciamento, le morti da intossicazioni, le morti da fulminazioni, le morti senza un perché durante il lavoro, e poi le lesioni midollari, le amputazioni di falangi, di mani, di arti, e poi le mortificazioni spirituali e sociali del lavoratore sono state controllate e ridotte dalle visite mediche dei medici competenti?
Lo credete veramente?
O avete il sospetto che sia stato altro, ben altro a ridurre malattie da lavoro ed infortuni?
Mi sapete dire, per favore, quante malattie da lavoro sono state ridotte dalla sorveglianza sanitaria dei medici competenti?
Siete a conoscenza di ricerche controllate che provano che la Sorveglianza sanitaria ha ridotto gli eventi infortunistici?
Ci sono prove scientifiche (vi ricordate dell’EBM?) che attestino statisticamente che con l’attività di medico competente si sono ridotte, per esempio, le ipoacusie da rumore?
Devo continuare o basta questa …evidenza, per dire che, ahimè, tanto lavoro, sangue e sudore versati, di migliaia di medici, coscienti o incoscienti, competenti o incompetenti, sanati o da sanare, sono stati e continuano ad essere un inutile spreco d’energia?
Fatemi almeno questo piacere, se non per me e per voi, almeno per quei poveri alberi tagliati a causa dello spreco di carta non riciclata.
Oh che sciocco che sono, scusate, qualcuno propone l’informatizzazione. E’ vero, facendo diventare digitale lo spreco di parole, ridurremo certamente le morti e i feriti permanenti da lavoro!
p.nacci il 29/01/2010 09:28 ha scritto:
[cite][b]c.sbordone il 29/01/2010 12:22 La Medicina del Lavoro ha il fine della diagnosi e cura? Delle malattie occupazionali.
La Sorveglianza sanitaria del medico competente ha il fine della diagnosi e cura? Uhm….
Ripeto la domanda:
La Sorveglianza sanitaria del medico competente ha il fine della diagnosi e cura? ……
Vedi carmine, la sorveglianza sanitaria del medico competente ha come primo obiettivo la prevenzione e la tutela della salute del lavoratore tramite attività di sorveglianza sanitaria con misure di prevenzione primaria, secondaria e terziaria (E' molto di più della diagnosi e Cura, classica della medicina che citi).
L'intento del legislatore che ci riporti è quello di eliminare sorveglianza sanitaria inutile...ma già adesso non è vietata laddove non vi siano rischi specifici per la salute ??
le condizioni eccezionali per sorveglianza sanitaria quali sarebbero ??
quelle dei datori di lavoro (ti riporto esempio di oggi "dottore una nostra dipendente rientrerà a febbraio, è stata in TSO, gliela faccio visitare ??" o quella "dottore, abbiamo dei lavoratori con invalidità da inserire nel computo aziendale ? provvede lei a convicere tizio a fare domanda di invalidit ??), dei lavoratori, quelle scritte da qualche politico che manco conosce dove e come si lavora in Italia ??
Caro Paolo,
non credo che i Colleghi più interessati alla questione sollevata in questo forum ritengano inutile il nostro lavoro. Anch'io mi sono espresso in modo critico ma nello stesso tempo sono pienamente convinto dell'utilità del nostro ruolo di medici competenti. Quello che qualcuno di noi ritiene inutile è, in sostanza, una buona fetta del lavoro che viene generato dalla ridondante e noiosa sorveglianza sanitaria periodica (e mi riferisco in particolare ad alcuni ambiti a basso o nullo rischio)! E' vero che il MC visita più del MMG...Anzi, molti MMG non sanno nemmeno più cosa voglia dire visitare...Ma quante delle lunghe anamnesi e degli accurati esami obiettivi dei MC scrupolosi sono utili in termini di efficacia? Mi riferisco naturalmente alla medicina basata sulle evidenze oggi di gran moda (giustamente). Quante volte ti è capitato, ad esempio, di riscontrare alterazioni importanti dei parametri ematologici, che non fossero già note al curante, e che necessitassero di limitazioni all'idoneità? Dipende dalla tipologia e dal livello di rischio, mi dirai tu. Ed è proprio questo il nodo da sciogliere: quali sono le mansioni lavorative che realmente necessitano di una sorveglianza sanitaria periodica rigorosa? Quali i fattori di rischio? Su alcuni di questi credo che potremmo anche concordare in molti (radiazioni ionizzanti, antiblastici, rumore, MMC rilevante, amianto ecc..). Solo che, per fortuna, anche per questi fattori di rischio universalmente riconosciuti, ci troviamo oggi di fronte a dosi estremamente basse, talvolta anche più contenute di quelle a cui risulta esposta la popolazione generale. I tempi del 303/56 sono passati. Se oggi non si verificassero più quegli infortuni gravi che scandalizzano l'opinione pubblica, forse nessuno fuori dal nostro ambito parlerebbe più di rischi professionali. Ed è anche per questo che è sempre più difficile fare diagnosi di MP. Vogliamo parlare dei "rischio" VDT...? Qualcuno ha mai espresso un giudizio di non idoneità? Certo, si lavora in scioltezza con ben poche responsabilità in termini clinici...Ma serve a qualcuno? Sì, diranno alcuni, ci si porta a casa la pagnotta senza tanti patemi d'animo, e questo è già un gran risultato (finanziario). Però questa NON è MEDICINA. Infine credo che si debba riflettere seriamente su un altro problema cruciale che rischia di rendere del tutto vano e frustrante l'impegno da noi profuso: la mancata o incompleta applicazione delle prescrizioni e limitazioni al giudizio di idoneità da parte del DDL (o dei lavoratori stessi).
Ciao e a presto
F.
vupie il 30/01/2010 09:47 ha scritto:
Caro Paolo,
non credo che i Colleghi più interessati alla questione sollevata in questo forum ritengano inutile il nostro lavoro. Anch'io mi sono espresso in modo critico ma nello stesso tempo sono pienamente convinto dell'utilità del nostro ruolo di medici competenti. Quello che qualcuno di noi ritiene inutile è, in sostanza, una buona fetta del lavoro che viene generato dalla ridondante e noiosa sorveglianza sanitaria periodica (e mi riferisco in particolare ad alcuni ambiti a basso o nullo rischio)!
Ciao e a presto
F.
Ciò che segnali con garbo, vupie, a me pare solo in parte condivisibile. In realtà l'esercizio di una attività fondata su adempimenti burocratici (in senso lato) con connotazioni borboniche che ben rispecchiano peraltro l'orientamento farraginoso del Diritto nella nostra nazione con le conseguenze sul vivere civile che non richiedono particolari sottolinature,è ben più che inutile: è gravemente dannoso sia per il principio di tutela della salute sia per l'evoluzione formativa del medico del lavoro lasciata di fatto alla iniziativa individuale o ad una formazione che forma solo numeri (punteggio a credito).
Ogni giorno trascorso a consultare articoli, commi e lettere, ogni ora di attività professionale trascorsa a riempire fogli nel sano e condivisibile principio di tutela professinoale e personale che mi sembra debba considerarsi diritto e dovere di ciascuno, nei fatti allontana il medico del lavoro da risorse conoscitive e formative che solo l'impegno su tematiche a maggior respiro gli potrebbe garantire.
Sento da più parti nei convegni ufficiali di autocelebrazione, citare con ingiustificata enfasi il ruolo paritetico del mc e dell'RSPP quali figure di Consulente dei DDLL. Ma quale consulenza? I DDL meglio si gioverebbero per i loro bisogni di lauree in giuriprudenza che non in Ingegneria o altro, Medicina compresa. L'idea della consulenza è ben lungi dagli emisferi cerebrali dei DDL che pensano precipuamente a mentenere in vita le proprie aziende, visto che ancora non hanno capito che tale vita è anche condizionata da investimenti e che gli investimenti non possono essere meramente indirizzati verso nuove costosissime tecnologie finalizzate ad una sempre più drastica riduzione della forza lavoro da impiegare.
Sarei entusiasmato, ma i fatti me lo impediscono, dalla constatazione di una profonda presa di coscienza da parte di noi mc di una urgente necessità di evoluzione di tipo darwiniano e di un rassegnato e progressivo abbandono del fortilizio della visita medica ipsa, verso una apertura a più ampi e costruttivi orizzonti professionali.
Mi pare invece tristemente che il primum movens delle azioni, anche itellettuali, rimanga fondamentalmente lo "spirito economico" della norma e i rischi che essa induce.
Con simpatia
Tcam
Medici indolenti & Aziende Netgroup
https://www.facebook.com/retemedicicompetenti/
tcam il 31/01/2010 12:50 ha scritto:
Ciò che segnali con garbo, vupie, a me pare solo in parte condivisibile. In realtà l'esercizio di una attività fondata su adempimenti burocratici (in senso lato) con connotazioni borboniche che ben rispecchiano peraltro l'orientamento farraginoso del Diritto nella nostra nazione con le conseguenze sul vivere civile che non richiedono particolari sottolinature,è ben più che inutile: è gravemente dannoso sia per il principio di tutela della salute sia per l'evoluzione formativa del medico del lavoro lasciata di fatto alla iniziativa individuale o ad una formazione che forma solo numeri (punteggio a credito).
Ogni giorno trascorso a consultare articoli, commi e lettere, ogni ora di attività professionale trascorsa a riempire fogli nel sano e condivisibile principio di tutela professinoale e personale che mi sembra debba considerarsi diritto e dovere di ciascuno, nei fatti allontana il medico del lavoro da risorse conoscitive e formative che solo l'impegno su tematiche a maggior respiro gli potrebbe garantire.
Sento da più parti nei convegni ufficiali di autocelebrazione, citare con ingiustificata enfasi il ruolo paritetico del mc e dell'RSPP quali figure di Consulente dei DDLL. Ma quale consulenza? I DDL meglio si gioverebbero per i loro bisogni di lauree in giuriprudenza che non in Ingegneria o altro, Medicina compresa. L'idea della consulenza è ben lungi dagli emisferi cerebrali dei DDL che pensano precipuamente a mentenere in vita le proprie aziende, visto che ancora non hanno capito che tale vita è anche condizionata da investimenti e che gli investimenti non possono essere meramente indirizzati verso nuove costosissime tecnologie finalizzate ad una sempre più drastica riduzione della forza lavoro da impiegare.
Sarei entusiasmato, ma i fatti me lo impediscono, dalla constatazione di una profonda presa di coscienza da parte di noi mc di una urgente necessità di evoluzione di tipo darwiniano e di un rassegnato e progressivo abbandono del fortilizio della visita medica ipsa, verso una apertura a più ampi e costruttivi orizzonti professionali.
Mi pare invece tristemente che il primum movens delle azioni, anche itellettuali, rimanga fondamentalmente lo "spirito economico" della norma e i rischi che essa induce.
Con simpatia
Tcam
In realtà la mia opinione è che si sia fondamentalmente sulla stessa lunghezza d'onda, o almeno ben più di quello che potrebbe sembrare. Il garbo era particolarmente indicato poiché, in quel momento, rispondevo soprattutto al mio vecchio amico p.nacci, che rimane evidentemente di un'opinione diversa. Già nel mio precedente commento nello stesso post potrai infatti notare quanto poco salverei dell'attuale impianto normativo del "visitificio". E' vero quello che sostieni caro Tcam, più che inutile certa sorveglianza sanitaria risulta alla lunga dannosa, almeno in termini di costo/beneficio e di impoverimento culturale del medico del lavoro. E' anche vero che la figura del "consulente medico del lavoro" risulta abbastanza difficile da digerire per i DDL, come indirettamente dimostra anche la contrattazione del medico competente ancora molto saldamente ancorata al "tariffario visite". Qualcosa credo si debba ancora tentare di salvare, pena l'estinzione darwiniana della nostra figura professionale. Non si può non considerare che molti di noi incontrerebbero serie difficoltà di sussistenza nel momento in cui sparisse la SS periodica. E questo, lo ammetto, è un discorso corporativo dettato dalla necessità di arrivare dignitosamente alla fine del mese. Per tutto il resto hai pienamente ragione, siamo in piena fase evolutiva e dobbiamo tutti prendere coscienza che siamo nelle mani del legislatore e che potremmo anche "scomparire".
Con simpatia (e stima)
Tonelli
Praticamente su questo argomento siamo 10 Medici del Lavoro di 6 città diverse che sostanzialmente la pensano allo stesso modo. Avremo di certo esperienze lavorative diverse, ma poi nella valutazione di fondo concordiamo che è un piacere leggerci.
Cosa può volere dire? A me viene in mente che quando si fanno le leggi su materie così specialistiche, sarebbe sufficiente interpellare coloro che poi devono applicarle nel quotidiano, ascoltarli preventivamente per capire in cosa consiste il loro lavoro, fare tesoro dell'esperienza che hanno accumulato fino al momento.
Semplice no? Banale direi quasi.
Paradossalmente sarebbe sufficiente lasciare le cose come stanno.Primo non nuocere.
Invece no. Ci si accanisce, consigliati dai soliti "esperti" o "tecnici" di Stato, per complicare e rendere difficile la nostra attività che Loro non hanno mai esercitato...ne sono sicuro.
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