Carissimi,
vi ricordate che la 626, la 81 e compagnia bella di leggi sono ispirate a direttive comunitarie e non devono contraddirle, anche se ciascuno degli Stati membri può emanare leggi maggiormente protettive per quanto riguarda la tutela dei lavoratori?
Ebbene, ho ritrovato una petizione di un cittadino tedesco per protestare contro l'obbligatorietà della sorveglianza sanitaria (2004).
La risposta della Commissione europea /2005)è stata la seguente:
"Gli Stati membri adottano, conformemente alle legislazioni e alle prassi nazionali, disposizioni atte a garantire l'adeguata sorveglianza sanitaria dei lavoratori per la cui sicurezza o salute sussista un rischio sulla base dei risultati della valutazione....La direttiva sancisce inoltre che: " La valutazione di cui all'articolo 3 dovrebbe consentire di individuare i lavoratori per i quali possono essere necessarie misure speciali di protezione." Dalla formulazione dell'articolo 14 della direttiva, si evince quindi che la sorveglianza sanitaria non comporta alcun obbligo di sottoporsi ad esami medici, sebbene gli Stati membri siano tenuti ad adottare delle misure concrete conformemente alle legislazioni e alle pratiche nazionali...."
http://www.europarl.europa.eu/mee...uments/cm/578/578120/578120it.pdf
Meditate gente....meditate! L'Europa non ha mai emanato direttive tendenti al visitificio, analisificio e cartificio!
cito risposta CE che carmelo ha indicato: "Ciononostante, è chiaro che la suddetta direttiva non potrebbe conseguire pienamente i suoi
obiettivi di protezione dei lavoratori dai rischi connessi all'esposizione ad agenti biologici senza l'effettiva attuazione di misure specifiche in materia di sorveglianza sanitaria dei
lavoratori.
D'altro canto, le misure relative alla sorveglianza sanitaria, e i relativi dati, sono essenziali per mantenere i sistemi di prevenzione e di protezione adottati in ambito aziendale, nonché per prevenire le esposizioni che rischiano di danneggiare anche la salute degli altri lavoratori e della popolazione in generale.
Sulla base dei suddetti elementi, pertanto, un'eventuale iniziativa volta a modificare talune disposizioni della direttiva 2000/54/CE non sembra giustificata."
... se non comprendo male la Commissione UE risponde al cittadino tedesco che non vi è obbligo di sottoporsi ad esami medici...ma anche che la sorveglianza sanitaria è "adeguata" misura di prevenzione della salute per i lavoratori.
quindi ??? dice che la sorveglianza sanitaria è forse anche da promuovere !!!??
PS: per chi vuole andare in francia a lavorare come medico, già un paio di anni fa Adecco cercava medici specialisti in medicina del lavoro italiani...le sedi erano, forse, quelle rifiutate dai colleghi di oltralpe: settore lavorazione alimenti/carni, grande distribuzione/settore petrolifero...nessuna sede in Costa Azzurra !!!
Carissimi,
la madre Europa ci dice di salvaguardare i lavoratori dai rischi occupazionali, anche con una Sorveglianza sanitaria. Anche! Anche! Non dice: solamente...E dice che un'adeguata Sorveglianza sanitaria va assicurata e garantita "ove sussista un rischio sulla base dei risultati della valutazione".
Chiaro? Adeguata e...sulla base dei risultati della valutazione.
Dice pure che la Sorveglianza "sanitaria, e i relativi dati, sono essenziali per mantenere i sistemi di prevenzione e di protezione adottati in ambito aziendale, nonché per prevenire le esposizioni che rischiano di danneggiare anche la salute degli altri lavoratori e della popolazione in generale.".
Evviva, l'Europa ci esorta ad adottare misure di prevenzione, cioè di salvaguardia della salute efficace per tutti.
Allora? Mica ci dice di fare visitificio, analisificio e cartificio di Stato?
Mica ci dice che dobbiamo fare una medicina di sorveglianza fiscale, burocratica e poliziesca?
Perchè l'Italia e gli Italiani vogliono essere sempre dei perfetti Bizantini?
Il parere della Commissione è limpida, per chi vuole capire: dice che non c'è nessun obbligo di violazione della persona con visite, analisi e domande anamnestiche senza consenso, e dice che, comunque, la tutela della salute dei lavoratori deve essere garantita e...sorvegliata dal punto di vista sanitario.
Come? Con misure igieniche primarie, secondarie e terziarie adeguate, che prevedono solamente ove è necessario una visita medica. Certamente essa non statuisce un regime di visite delle persone fiscali, obbligatorie e coercitive, senza un chiaro senso di tutela della salute collettiva.
Ci vorrebbe solamente un po' di buon senso. Ma il buon senso, per esperienza, non governa quasi mai l'umano volere.
Carissimi,
per ribadire ulteriormente la necessità ormai improcastinabile di sfoltire l'attuale sorveglianza sanitaria in Italia, purtroppo attraverso una legge, che la regolamenti in modo rigoroso e ne preveda l'esercizio solamente in via eccezionale, diciamo per ipotesi un decimo del visitificio attuale, e con consenso del lavoratore, vi riporto il punto 8 del Codice Internazionale di Etica per gli Operatori di Medicina del Lavoro dell'ICOH, che credo tutti hanno letto e che mi sembra abbastanza esplicito:
"8. Gli obiettivi di Medicina del Lavoro, i metodi e le
procedure di sorveglianza sanitaria dovranno essere
definiti con chiarezza, dando priorità all’adattamento
del luogo di lavoro al lavoratore, che dovrà
essere informato a questo riguardo.
Si dovranno accertare rilevanza e validità di metodi e procedure.
La sorveglianza sanitaria deve essere effettuata
con il consenso informato dei lavoratori.
Le conseguenze potenzialmente positive e negative della
partecipazione a programmi di monitoraggio o di
sorveglianza sanitaria dovranno venire messe in
discussione come parte essenziale del processo di
consenso.
La sorveglianza sanitaria deve essere
condotta da un medico del lavoro approvato dall’autorità
competente."
Non credo che possa esserci più illuminante testo.
Carmine Sbordone
Amici,
facciamo un po’ di conti in tasta alla…sorveglianza sanitaria in Italia.
Supponiamo che 5 milioni siano i lavoratori italiani che sono soggetti a sorveglianza sanitaria.
Supponiamo che in Italia pratichino 15.000 medico competenti: fa circa 333 lavoratori a testa.
Supponiamo che il costo unitario della sorveglianza sia di € 200 per anno, tutto compreso per ciascun lavoratore (analisi, carte, costo del mancato lavoro del lavoratore e la parcella del medico, ecc.).
Ma di questo prezzo unitario quanto va nella tasca del medico competente? Diciamo in media ed esagerando il valore di un quarto, cioè 50 €.
Così tutto fa all’anno una cifra pari a € 1.000.000.000 (un miliardo di euro, quasi 2.000 miliardi di vecchie lire).
Or dunque, ammettiamo che dopo l’approvazione della salvifica legge che limita la Sorveglianza sanitaria a casi eccezionali, i lavoratori soggetti a sorveglianza siano un decimo, cioè 500.000 unità,
voi credete veramente che i Medici del Lavoro moriranno di fame?
E’ vero e penso, sì, che molti fuggiranno a fare altri mestieri, e non solamente pochi sanno quante braccia ed intelligenze siano utili in attività molto più produttive.
Rifacciamo i conti.
Il costo della Sorveglianza si ridurrebbe di molto con grandissimo vantaggio economico di tutta la collettività: per i datori di lavoro ovviamente, che però saranno vigilati ed indotti a convertire tale risorsa risparmiata verso misure di prevenzione primaria del rischio, ma anche per i lavoratori, che saranno meno scocciati e danneggiati da visite, analisi e burocrazie inutili (e giudizi di lavoro poco cautelativi nei loro confronti), mentre potranno pretendere e lottare perché le risorse risparmiate siano convertite in misure di vera prevenzione primaria.
E per tutti coloro che ci mangiano sopra con il visitificio, analisificio e cartificio? Ci sarebbe vantaggio anche per loro?
Cari amici, devo deludere forse molti di voi, ma la risposta è negativa: molti iene, avvoltoi e vermi soffriranno la fame e saranno molto arrabbiati e si dovrà forse anche in qualche modo metaforicamente…abbatterli, perché diventeranno pericolo pubblico.
E per i Medici del Lavoro?
Per loro ci sarà qualche iniziale problema economico, ma poiché libereranno molto tempo e risorse attualmente sprecate per fare cose inutili pagate sottocosto (ma le cose inutili e dannose devono avere e giustamente uno scarso valore!) risaliranno la china dell’onore e dell’orgoglio professionali. Ogni loro chiamata sarà preziosa, quindi, dovrà essere pagata come e quanto quella di altro medico specializzato. Sarà pagata almeno come una perizia o consulenza medica richiesta dal giudice, perizia e consulenza che non sono neanche lontanamente sanzionate come oggi è la consulenza del medico competente. Quindi, dovrà essergli pagata di più di una consulenza o perizia richiesta da un giudice, perché Lui stesso è giudice quando esprime il giudizio d’idoneità e il suo incarico dura un anno.
Cari amici,
rifacciamo i conti. Se dopo la terribile legge rimanessero sul campo 5000 Medici del Lavoro, per ognuno ci sarebbe un carico di lavoro medio pari a 100 lavoratori. Per ciascun lavoratore si dovrebbe richiedere un onorario di € 400 con costo totale quindi di € 200 milioni, che per ciascun Medico del Lavoro sarebbero uno stipendio onorevole di 40000 € annui.
E con un risparmio per la collettività di ben 800 milioni di euro!
Meditate, cari amici, meditate!
Caro Collega, il tuo contributo è stato sicuramente utile per aprire una discussione circa il vero ruolo del medico del lavoro.
Ritengo, a mio parere, che tu, citando il codice etico ICOH a sostegno delle tue comprensibili tesi, abbia fatto un errore: rileggi per intero il codice e scoprirai che le cose non stanno esattamente come dici.
In sostanza, è vero che i rischi diminuiscono (attenzione non psariscono!) ma è anche vero che un rischio, seppur basso e relativo per un soggetto in buono stato di salute, può non essere altrettanto basso per una persona che presenta una malattia cronica.
Potremmo citare tantissimi esempi e se necessario lo faremo.
Il nostro ruolo è ANCHE, certo non solo, quello di promozione dello stato di salute dei lavoratori, questo sempre secondo il codice ICOH
Copio e incollo:
10. La Medicina del Lavoro deve conseguire gli obiettivi di salute occupazionale
che sono stati definiti dall’ILO e dalla WHO nel 1950 ed aggiornati come
riportato qui di seguito dalla Commissione congiunta ILO/WHO sulla salute
nei luoghi di lavoro nel 1995:
“Scopi primari della Medicina del Lavoro sono la promozione ed
il mantenimento del più elevato grado di benessere fisico, mentale
e sociale dei lavoratori in tutte le attività: la prevenzione
delle alterazioni della salute provocate dalle condizioni di lavoro;
la tutela dei lavoratori sul luogo di lavoro da pericoli per la
salute; la collocazione ed il mantenimento dei lavoratori in un
ambiente di lavoro idoneo alle loro capacità fisiologiche e psicologiche
ed in definitiva l’adattamento del lavoro all’uomo e dell’uomo
alla sua mansione. Tre sono gli obiettivi principali della
Medicina del Lavoro: (i) il mantenimento e la promozione della
salute e della capacità lavorativa; (ii) il miglioramento dell’ambiente
di lavoro e del lavoro stesso per renderli compatibili ad
esigenze di sicurezza e di salute e (iii) lo sviluppo di una organizzazione
e di una cultura del lavoro che vada nella direzione
13
della salute e della sicurezza, creando nello stesso tempo un
clima sociale positivo e non conflittuale e tale da poter migliorare
la produttività delle imprese. Il concetto di cultura del lavoro
va inteso in questo contesto come una riflessione sui sistemi di
valori essenziali adottati dalle imprese in causa. Tale cultura si
traduce nella pratica nei sistemi di gestione, nella politica del
personale, in una maggiore partecipazione dei lavoratori, nelle
politiche di formazione e nella gestione di qualità delle imprese.”
11. Giova ripetere che l’obiettivo centrale della Medicina del Lavoro è la prevenzione
primaria delle malattie e degli infortuni occupazionali o correlati al
lavoro. La sua pratica dovrà svolgersi in condizioni controllate e nel quadro di
un sistema organizzato - preferibilmente con il coinvolgimento di servizi di
Medicina del Lavoro di elevata professionalità – in modo da dimostrarsi efficace,
basata su conoscenze, valida dal punto di vista scientifico, etico e tecnico
ed in grado di far fronte ai rischi occupazionali nell’azienda ed alle esigenze
sanitarie dei lavoratori interessati.
12. E’ sempre più un dato di fatto che scopo primario di una corretta pratica
di Medicina del Lavoro non è semplicemente effettuare accertamenti sulla
salute e svolgere un’attività di servizio, ma vuol dire anche preoccuparsi della
salute dei lavoratori e della loro capacità lavorativa, con l’obiettivo di tutelarle,
mantenerle e promuoverle. Questo approccio diretto alla cura e alla promozione
della salute sul luogo di lavoro si rivolge alla salute dei lavoratori ed
alle loro necessità umane e sociali in un’ottica comprensiva e coerente, che
va dall’assistenza sanitaria preventiva, alla promozione della salute, all’assistenza
sanitaria vera e propria, al pronto soccorso, alla riabilitazione ed all’indennizzo
ove necessario, alle strategie per il recupero ed il reinserimento nell’ambiente
lavorativo. Nello stesso modo, assumono un’importanza sempre
maggiore le relazioni esistenti tra salute occupazionale, salute ambientale,
gestione di qualità, sicurezza e gestione del prodotto, salute e sicurezza pubblica
e di comunità. Questa strategia è diretta allo sviluppo di sistemi gestionali
di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro, con un’attenzione particolare
alla scelta di tecnologie pulite e in vista di alleanze con coloro che producono
e con coloro che proteggono, al fine di consentire uno sviluppo sostenibile,
equo, socialmente utile e rispondente ai bisogni dell’ uomo.
14.....
Forse sarebbe meglio riappropriarci di quelle capacità e prorpietà cliniche, non solo preventive, che erano quelle tipiche della medicina del lavoro di alcuni anni fa, non a caso molte scuole di specializzazione hanno ancora oggi corsie di degenza.
Forse non sarebbe male su un soggetto con lombalgia consigliare accertamenti, accorgimenti, terapie e presidi (es. plantari) per milgiorare il suo stato di salute oltre al certificato di idoneità con limitazioni che invece sembra essere l'unica cosa che sappiamo fare.
Di esempi ne potremmo fare a centinaia: la promozione della salute è anche diagnosi precoce di patologie organiche comuni che alterano lo stato di salute della persona (meglio chiamarlo così il lavoratore, altrimenti sembra una cosa...) e che ci interessano sia in quanto medici (sì siamo anche medici, strano ma vero) sia perchè modificando la fisiologia dell'individuo e quindi le sue performance e le sue capacità di adattamento (spesso ridotte) possono completamente cambiare l'ordine di grandezza di un rischio lavorativo, che per quel soggetto, da basso può diventare alto.
Sta a noi evitare di fare della nostra professione il certificatificio, magari impariamo a visitare e ricominciamo a curare che forse è meglio per noi e per la salute dei lavoratori.
Andrea Romoli
Ansa del 06 febbraio, 13:41
"Cade su gancio che gli perfora l'occhio e muore.
E' morto così ad Arezzo un operaio, in un capannone industriale all'inizio della giornata di lavoro".
Anche questa ennesima morte sul lavoro era evitabile con la sorveglianza sanitaria?
Cari amici,
rifacciamo i conti. Se dopo la terribile legge rimanessero sul campo 5000 Medici del Lavoro, per ognuno ci sarebbe un carico di lavoro medio pari a 100 lavoratori. Per ciascun lavoratore si dovrebbe richiedere un onorario di € 400 con costo totale quindi di € 200 milioni, che per ciascun Medico del Lavoro sarebbero uno stipendio onorevole di 40000 € annui.
E con un risparmio per la collettività di ben 800 milioni di euro!
Meditate, cari amici, meditate![/cite]le opinioni di carmelo mi sembrano, ormai, molto bene descritte !!!
mi sembra che in Italia, non in UE, qualcuno forse le aveva già avanzate, non so se qualche categoria di associazione industriali, se qualche ministro...non penso di sicuro il mondo dei lavoratori !!!
vedi carmelo,
arrivare ad argomentare le tue opinioni con l'analisi dei costi e dei guadagni e, di fatto, con l'intento di avvilire una professione sanitaria con considerazioni, sempre e soltanto, negative per i medici, per i lavoratori, per le aziende, per lo stato....mi sembra calcare troppo la mano su di una professione, quella del medico competente, che deve essere svolta nella massima professionalità e onestà per tutti...per i lavoratori che non devono essere visitati in 4 minuti...per i datori di lavoro che devono trovare nella sorveglianza sanitaria non solo un obbligo di legge ma anche fonte di prevenzione- promozione della salute e, se vuoi, anche di profitto economico ... per i medici competenti che devono agire, ancora, da MEDICO (maiuscolo) in un sistema appiattito da chi ne aveva interesse e da chi, sempre deluso e negativo, farebbe meglio lasciare il passo a colleghi, magari, più giovani, più desiderosi di crescere, di migliorare le proprie conoscenze ed esperienze...
sono, forse, più giovane di te e per fortuna non ho sempre maturato esperienze negative nella mia attività di MC.
ho ancora grande piacere di essermi specializzatto in Medicina del Lavoro e di fare il mio mestiere ...in mezzo a riunioni annuali con RLS e datori di lavoro stile tavolo di concertazione sindacale (il medico sta in mezzo come un moderatore !!), a visite mediche fatte a lavoratori che arrivano in infermeria aziendale con il chiaro desiderio di fare una visita medica perchè dimenticati dai propri medici curanti ("non mi riceve, perchè vuole sempre fissare l'appuntamento ")... a controllare esami fatti per fattori di rischio e per problemi personali dei lavoratori...a suggerire controlli e terapie...ecc...ecc
Caro Paolo,
permettimi di risponderti indirettamente riproducendo l'inizio del post "la mia esperienza lavorativa e una proposta (06/02/2010 16:09) del collega bobone di Novara:
"Cari colleghi,
intanto come nuovo partecipante a questo forum mi presento: sono un giovane medico competente operante nel nord Italia vi racconto la mai esperienza lavorativa.
Come ho iniziato a lavorare qualche anno fa, un po' per inesperienza, un po' per necessità di partire subito a guadagnare, sono finito nelle grinfie di alcuni centri specialistici per la MDL che mi offrivano "tozzi di pane" per visite mediche decisamente sottopagate, imponendomi ritmi decisamente serati per lo svolgimento delle stesse.
A nulla sono valsi i miei tentativi di migliorare l'esecuzione delle visite, richiedendo più tempo o accettando di fermarmi oltre orario per completarle con professionalità: mi è sempre stato risposto che il tempo "commerciale di una visita d'idoneità lavorativa" non poteva andare oltere i "5" (cinque)minuti.
Sinceramente mi sentivo svilito, ma la necessità di lavorare e mantenere la mia famiglia mi ha sempre fatto desistere dalla "ribellione" a questa situazione.
Quando la situazine era ormai degenerata con l'introduzione dell'81, vedendomi proposto una sempre più desqualificante modalità di lavoro, ho deciso di scappare anche a costo di fare la fame (vi lascio immaginare mia moglie quanti insulti mi ha lanciato quando ho detto che avevo lasciato "la sicurezza" del lavoro centro).
Ho sofferto per un'anno intero la fame andando a raccattare lavori davvero molto mediocri e pagati poco, mi sono adattato a fare le sostituzioni di MMG (anche in questo caso con paghe al limite della decenza) poi pian piano sono riuscito a farmi una piccola clientela che mi ha permesso di allargare tramite il passaparola la mia attività di MC.
Ad oggi mi reputo fortunato perchè sono riuscito a venir fuori dal giro dei centri, ma devo dire che questa pratica purtroppo è alimentata proprio dagli stesi MC che accettano di lavorare per cifre miserrime (sono stato recentemente contattato da gente che mi ha proposto 11,80 euro a visita SENZA nomina e SENZA trasferta, con la pretesa di effettuare 50 visite al giorno per aziende chimiche con rischi cancerogeni!): quando ho rifiutato la responsabile commerciale con cui parlavo si è pure alterata e mi ha mandato a quel paese, quasi mi avesse proposto l'offerta della mia vita!...."
Caro Paolo, scrivi....
"....sono, forse, più giovane di te e per fortuna non ho sempre maturato esperienze negative nella mia attività di MC.
ho ancora grande piacere di essermi specializzatto in Medicina del Lavoro e di fare il mio mestiere ...in mezzo a riunioni annuali con RLS e datori di lavoro stile tavolo di concertazione sindacale (il medico sta in mezzo come un moderatore !!), a visite mediche fatte a lavoratori che arrivano in infermeria aziendale con il chiaro desiderio di fare una visita medica perchè dimenticati dai propri medici curanti ("non mi riceve, perchè vuole sempre fissare l'appuntamento ")... a controllare esami fatti per fattori di rischio e per problemi personali dei lavoratori...a suggerire controlli e terapie...ecc...ecc"
Il fatto che i MMG svolgano il loro ruolo in modo quantomeno opinabile e producano nella MG un modello di visitificio-ricettificio o forse, meglio, siano il modello al quale una certa medicina del lavoro è riconducibile, non giustifica un atteggiamento e un comportamento vicariante del mc che è assolutamente, a mio avviso, errato, anche se moralmente e deontologicamente condivisibile.
Se le due figure professionali non svolgono ciascuna per le proprie competenze, il proprio ruolo, ma ricavano (almeno una percentuale di loro) buoni compensi a fronte di scarse e scadenti perestazioni, vista la valenza pubblica della loro attività, dovrebbe essere la Società, la Collettività finalmente a porsi e a cercar di regimenare il problema.
Ancora una volta parliamo di cose che tutti sanno ma che a tutti comoda fingere di non sapere..........
Tcam
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