scusate se ritorno su un argomento che avevp già trattato, in aspetto simile ma non identico, alcune settimane fa..
ma nel caso del dipendente che lascia/interrompe il rapporto di lavoro cn l'azienda: il DLvo 81 e s.m.i. prevede che l'originale della documentazione venga conservata dal ddl...e che il medico invii una copia al lavoratore.
MA VI IMMAGINATE QUANTO TEMPO DOVREMMO PERDERE A FOTOCOPIARE CARTELLE DEI LAVORATORI CHE SE NE VANNO?????MI SEMBRA ASSURDO..
volevo sapere da voi come vi comportate...
grazie
Non mi risulta che si debba rispettare un limite temporale rigoroso nella consegna del documento: intendo dire che non mi sembra che sia fatto obbligo di consegnare la copia della documentazione il giorno esatto della cessazione del servizio (l'originale deve essere conservato in azienda per anni). Personalmente ho segnalato ai DDL che il lavoratore DEVE essere informato che PUO' richiedere copia della cartella. Così si è sempre in tempo a consegnarla dietro esplicita richiesta del lavoratore, il più delle volte a seguito della richiesta del medico competente della nuova azienda. Non è una procedura ortodossa ma nemmeno illecita, oltre che indubbiamente più funzionale e, soprattutto, molto meno onerosa per noi. Ovviamente questa modalità non vale nei casi di obbligo di invio della documentazione all'ISPESL.
no, un limite temporale non c'è sicuramente..
però sembrerebbe esserci l'obbligo stretto (da parte del mc) di dare la copia (= FOTOCPOPIA, perchè l'originale deve tenerla il ddl!!) al dipendente....la tua soluzione mi sembra ottima, bisogna vedere però se ci è consentita..
e nel caso di invio all'ISPESL sono d'accordo con te, ma quella degli esposti a cancerogeni è un'altra cosa...io intendevo negli altri casi.
ti ringrazio per la risposta.
Federica
Un dipendente ??????????!!!!!!!!!
Pensa cosa succede con la miriade di lavoratori "A SOMMINISTRAZIONE"
che vanno e vengono come le onde del mare,...uno schifo ragazzi!!!!!!
Purtroppo il problema siamo anche noi che non le consegniamo "ste cartelle" e tutte le volte occorre ricominciare...
Ma possibile che nessuno dei politici, dei ns capoccioni ( tutti quelli che al congresso ci hanno "scassato" con le loro belle parole,)
.. oserei dire del Padreterno...
non si accorgono che la legge è insulsa ed inapplicabile per il lavoro atipico ( e nessuno ci mette mano) e che le soc. interinali dovrebbero LORO gestire i LORO lavoratori in base al DVR che le aziende richiedenti dovrebbero LORO fornire....
Ma che vengono a raccontare che il MC conosce i rischi dell'azienda e quindi è compito suo fare la sorveglianza....
Ma quale sorveglianza se spesso lavorano 7 gg ... 19 gg... etc !!!!
Solamente per attività con rischi importanti e specifici potrei essere d'accordo ma ad esempio per la MMC semplice di una linea di confezionamento farmaceutico o magazzino spedizione con pesi < 25 kg ma che sorveglianza deve fare il MC aziendale..... la soc. interinale o gli manda un lavoratore che è già idoneo o non glielo manda, ma che menate sono quelle di dare ad un lavoratore siffatto per una settimana di impiego una limitazione a 18 kg... e poi in base a quale documentazione io MC della ditta utilizzatrice lo rendo idoneo con prescrizione... ( oppure prima voglio che faccia una rx rachide o giù di li.... e questo quando inizia a lavorare...)
MA POSSIBILE CHE NON CAPISCONO
In casi del genere io mi inc....o come un picchio quando chiedo lumi e i sapientoni ( Prof., ASL...) rispondono " la sorveglianza sanitaria è a carico dell'utilizzatore.."
Ma questa gente sa cosa fa e come lavora il MC.
PS questo ennesimo sfogo è perché stamane un mio DL mi dice "Mario , facciamo l'inventario del magazzino e la ditta interinale mi ha inviato tre ragazzi che cominciano stasera dopo le 17 e finiscono lunedi prima delle 7, che devo fare? che li devi visitare? perché non hanno portato nulla di "medico"....
Vi chiedo , amici, cosa dovrei valutare il rischio MMC, lo stress, il lavoro notturno, etc.
E quando lo faccio, stanotte !!! e mi porto la borsetta e la palla di vetro....!!???!!!..
Ciao
buona domenica
fedeviola il 29/01/2010 03:01 ha scritto:
scusate se ritorno su un argomento che avevp già trattato, in aspetto simile ma non identico, alcune settimane fa..
ma nel caso del dipendente che lascia/interrompe il rapporto di lavoro cn l'azienda: il DLvo 81 e s.m.i. prevede che l'originale della documentazione venga conservata dal ddl...e che il medico invii una copia al lavoratore.
MA VI IMMAGINATE QUANTO TEMPO DOVREMMO PERDERE A FOTOCOPIARE CARTELLE DEI LAVORATORI CHE SE NE VANNO?????MI SEMBRA ASSURDO..
volevo sapere da voi come vi comportate...
grazie
Mario
AHHH !!! scusami se sono andato fuori tema..
Lunedi mattina prima delle 7 sarò in azienda a consegnare le fotocopie delle cartelle sanitarie....... speriamo che con questo freddo le copiatrici non facciano le bizze....
Tremo tutto, non dal freddo, ma dal fatto che se non consegno le copie mi faranno la multa !!!!!!!!!!
Ma annassero a f....
Che ne dite
ciao
fedeviola il 29/01/2010 04:06 ha scritto:
no, un limite temporale non c'è sicuramente..
però sembrerebbe esserci l'obbligo stretto (da parte del mc) di dare la copia (= FOTOCPOPIA, perchè l'originale deve tenerla il ddl!!) al dipendente....la tua soluzione mi sembra ottima, bisogna vedere però se ci è consentita..
e nel caso di invio all'ISPESL sono d'accordo con te, ma quella degli esposti a cancerogeni è un'altra cosa...io intendevo negli altri casi.
ti ringrazio per la risposta.
Federica
Mario
Cari amici,
vi esorto ad abbandonare questo immondo visitificio, analisificio e...cartificio, previsto dal D.Lgs 81, peggiorato dal 106, ed entrambi peggiori del precedente 626 e potrei andare ancora indietro nel tempo.
Il ruolo di medico competente sta diventando un ruolo poco... competente, nel senso che tutta la Sorveglianza sanitaria sta diventando un affare per nulla somigliante ad attività medica, ma esclusivamente attività burocratica, fiscale e poliziesca: tutto questo che centra con salvaguardia della salute dei lavoratori?
Grazie, no! Questa munnezza non è da laureati in medicina, figuriamoci se è degno di laureati in medicina con specializzazione in Medicina del Lavoro.
Accogliete, quindi, l'invito del buon legislatore che propone l'articolo unico di abolizione, tranne eccezioni ben ponderate, di tutta questa melassa detta Sorveglianza...di niente.
Dopo fatta "tabula rasa", forse potremo ricominciare su nuova fondamenta e su novella dignitate.
E' uno dei tanti motivi che mi hanno portato ad informatizzare le cartelle sanitarie
W ASPED !!
fedeviola il 29/01/2010 03:01 ha scritto:
scusate se ritorno su un argomento che avevp già trattato, in aspetto simile ma non identico, alcune settimane fa..
ma nel caso del dipendente che lascia/interrompe il rapporto di lavoro cn l'azienda: il DLvo 81 e s.m.i. prevede che l'originale della documentazione venga conservata dal ddl...e che il medico invii una copia al lavoratore.
MA VI IMMAGINATE QUANTO TEMPO DOVREMMO PERDERE A FOTOCOPIARE CARTELLE DEI LAVORATORI CHE SE NE VANNO?????MI SEMBRA ASSURDO..
volevo sapere da voi come vi comportate...
grazie
Anzitutto sono convinta che questa modifica del 106 in merito alla conservazione in azienda della cartella originale e consegna al lavoratore della copia sia stato un peggioramento. Qualcuno mi può spiegare cosa se ne fa il DL di una cartella tenuta per 10 anni che non può aprire? Con la prima versione dell'81 il lavoratore interrotto il rapporto di lavoro riprendeva la sua documentazione e firmava per ricevuta. Il DL conservava giudizi di idoneità e relazioni sanitarie. Mi sembrava una soluzione di buon senso. Trovo che la copia sia inutile e serva solo a consumare carta. Inoltre se è fattibile per le visite fatte direttamente dall'ultimo medico, che magari usa un programma informatizzato o decide di dare ad ogni visita copia al lavoratore....per le visite antecedenti fatte da altri medici, tra fogli volanti e varie è una follia pura...Tutte queste copie invii anche quelle per cancerogeni mi sembrano inutili...Chi legge le cartelle inviate all'ISPESL?
In realtà l'unica cosa da fare sarebbe una vera rivoluzione generale, in cui si evidenziassero solo le cose che effettivamente servono, responsabilizzando e formando il lavoratore ed istituendo un sistema epidemiologico snello agile, capace di raccogliere i dati importanti, senza doppi, tripli invii, lettere etc.
Forse veramente ci vorrebbe un programma informatizzato ben fatto e facile da usare in cui mettere i dati dei lavoratori ed il loro profilo di rischio espositivo esatto, poi far intervenire asl, ispesl, inail e quant'altro per della ricerca seria.
L'unico a dover tenere i suoi dati, a pare mio deve essere il lavoratore, libero di darli a chi vuole: patronati, enti di ricerca, medico di famiglia, ospedali e soprattutto altro medico compente nel caso frequente oggi di cambiamento di lavoro...Oltre al codice fiscale potrei lavoratore portare la mia cartella. Potrebbe bastare anche un piccola relazione di raccordo sintetico con conclusioni del MC con magari copia degli esami o referti più salienti, sottoscritto da medico competente e lavoratore. Qui veramente sarebbe utile la firma del lavoratore!!!!
Quanto ai programmi informatizzati sono complessivamente costosi e complicati. ASPED gratuito ok, ma magari non risponde, al pari di altri programmi le esigenze del medico. Personalmente non ho ancora trovato un programma che mi soddisfi pienamente. Poi togliere ad ogni medico la possibilità di personalizzare con la sua professionalità la cartella e la visita, rispettando sono d'accordo i contenuti minimi di legge doverosi, mi sembra uno svilire la professione.
Bisogna essere medici, informatici, ingegneri, chimici, matematici, ergonomi, psicologi e burocrati...insomma tuttologi, il che apre la strada a tutti possono fare tutto ed una gran confusione. Ma non deve essere così, bisogna collaborare, confrontarsi e non trasformare ciò che può essere veramente utile sia per la salute del lavoratore che per la ricerca in una dispersione di energie in cavilli inutili che tolgono energia ed entusiasmo. Per cui cominciamo veramente a far qualcosa, perchè si può fare. Le cose semplici spesso sono le più utili.
serenix il 30/01/2010 12:00 ha scritto:
Anzitutto sono convinta che questa modifica del 106 in merito alla conservazione in azienda della cartella originale e consegna al lavoratore della copia sia stato un peggioramento. Qualcuno mi può spiegare cosa se ne fa il DL di una cartella tenuta per 10 anni che non può aprire? Con la prima versione dell'81 il lavoratore interrotto il rapporto di lavoro riprendeva la sua documentazione e firmava per ricevuta. Il DL conservava giudizi di idoneità e relazioni sanitarie. Mi sembrava una soluzione di buon senso. Trovo che la copia sia inutile e serva solo a consumare carta. Inoltre se è fattibile per le visite fatte direttamente dall'ultimo medico, che magari usa un programma informatizzato o decide di dare ad ogni visita copia al lavoratore....per le visite antecedenti fatte da altri medici, tra fogli volanti e varie è una follia pura...Tutte queste copie invii anche quelle per cancerogeni mi sembrano inutili...Chi legge le cartelle inviate all'ISPESL?
In realtà l'unica cosa da fare sarebbe una vera rivoluzione generale, in cui si evidenziassero solo le cose che effettivamente servono, responsabilizzando e formando il lavoratore ed istituendo un sistema epidemiologico snello agile, capace di raccogliere i dati importanti, senza doppi, tripli invii, lettere etc.
Forse veramente ci vorrebbe un programma informatizzato ben fatto e facile da usare in cui mettere i dati dei lavoratori ed il loro profilo di rischio espositivo esatto, poi far intervenire asl, ispesl, inail e quant'altro per della ricerca seria.
L'unico a dover tenere i suoi dati, a pare mio deve essere il lavoratore, libero di darli a chi vuole: patronati, enti di ricerca, medico di famiglia, ospedali e soprattutto altro medico compente nel caso frequente oggi di cambiamento di lavoro...Oltre al codice fiscale potrei lavoratore portare la mia cartella. Potrebbe bastare anche un piccola relazione di raccordo sintetico con conclusioni del MC con magari copia degli esami o referti più salienti, sottoscritto da medico competente e lavoratore. Qui veramente sarebbe utile la firma del lavoratore!!!!
Quanto ai programmi informatizzati sono complessivamente costosi e complicati. ASPED gratuito ok, ma magari non risponde, al pari di altri programmi le esigenze del medico. Personalmente non ho ancora trovato un programma che mi soddisfi pienamente. Poi togliere ad ogni medico la possibilità di personalizzare con la sua professionalità la cartella e la visita, rispettando sono d'accordo i contenuti minimi di legge doverosi, mi sembra uno svilire la professione.
Bisogna essere medici, informatici, ingegneri, chimici, matematici, ergonomi, psicologi e burocrati...insomma tuttologi, il che apre la strada a tutti possono fare tutto ed una gran confusione. Ma non deve essere così, bisogna collaborare, confrontarsi e non trasformare ciò che può essere veramente utile sia per la salute del lavoratore che per la ricerca in una dispersione di energie in cavilli inutili che tolgono energia ed entusiasmo. Per cui cominciamo veramente a far qualcosa, perchè si può fare. Le cose semplici spesso sono le più utili.
La mia idea (anche se sono troppo giovane per averla sperimentata sulla mia pelle, quindi ne parlo come qualcosa diacquisito per conoscenza mediata da film ed altri strumenti) è che il legislatore abbia confuso la cartella sanitaria e di rischio con qualcosa di simile alla vecchia cartella sanitaria della mutua, quella che ogni cittadino conservava con sè, e su cui ogni sanitario che lo visitava aggiungeva diagnosi, prescrizioni, etc etc... se così fosse, sarebbe vieppiù il segno della distanza tra palazzo e mondo reale... voi cosa ne pensate?
sportgooffy il 30/01/2010 04:11 ha scritto:
La mia idea (anche se sono troppo giovane per averla sperimentata sulla mia pelle, quindi ne parlo come qualcosa diacquisito per conoscenza mediata da film ed altri strumenti) è che il legislatore abbia confuso la cartella sanitaria e di rischio con qualcosa di simile alla vecchia cartella sanitaria della mutua, quella che ogni cittadino conservava con sè, e su cui ogni sanitario che lo visitava aggiungeva diagnosi, prescrizioni, etc etc... se così fosse, sarebbe vieppiù il segno della distanza tra palazzo e mondo reale... voi cosa ne pensate?
La mia idea è che se un allevatore, un agricoltore e un muratore hanno contemporaneamente titolo a decidere la destinazione di un terreno ne potrà difficilmente derivare un progetto di utilizzo coerente.
L'unica certezza sarà la scomparsa della vegetazione residente.
E poi, per rimanere nella metafora: se le sovvenzioni vengono elargite per la viticoltura, si abbattono gli uliveti per poi abbattere poco dopo le vigne non appena venga sovvenzionato l'uliveto.
Qualcuno di voi ha disponibile per un confronto i seguenti numeri:
a) numero totale di medici impegnati nella mansione equipollente al mc in Europa
b) numero di mc in Italia
Il confronto potrebbe, volendo, far riflettere
Tcam
Medici indolenti & Aziende Netgroup
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