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la mia esperienza lavorativa e una proposta

Questo argomento ha avuto 14 risposte ed è stato letto 3835 volte.

c.sbordone

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  • Re: la mia esperienza lavorativa e una proposta
  • (09/02/2010 17:25)

Caro Claudio,
la polemica quando ci vuole, ci vuole. E' il sale dell'intelligenza. E la provocazione polemica non mi è sgradita, anzi, se non si è capito ancora, la stimo. Ciò che non stimo è l'ipocrisia.
Quindi, stimo la tua provocazione.
Dunque mi accingo a "dimostrare che la SS non ha ridotto morti e malattie".
Mi meraviglierei che nessuno abbia ancora capito che la Sorveglianza sanitaria non può ridurre morti o malattie, ma solamente ridurre il rischio di aggravamento del danno alla salute del lavoratore a rischio. Quindi, la supposta evidenza scientifica di dimostrazione di riduzione di morti e malattie è pura illusione. La sorveglianza sanitaria condotta adeguatamente è misura di prevenzione terziaria, cioè è misura di limitazione dell'ulteriore aggravamento di danno alla salute da lavoro, come le disposizioni di primo soccorso. Come potrebbe ridurre la Sorveglianza sanitaria lesioni e malattie da lavoro, se per prevenire lesioni e malattie da lavoro deve assistere al suo avverarsi attraverso la visita medica e il monitoraggio biologico, anche se ancora nelle fasi precosi di danno?
Che cosa, invece, fa ridurre morti, lesioni e manifestazioni di malattie da lavoro? Le misure di prevenzione primaria, cioè alla fonte, all'origine del rischio. Non credo che in questo forum, frequentato da tanti colleghi più colti di me, devo ripetere che, per esempio, se manteniamo il rumore industriale a 70 decibel non c'è insorgenza d'ipoacusia da rumore? Allora a che cosa servirebbe in tal caso la Sorveglianza sanitaria? A niente, ovvio. Non mi rispondete che la Sorveglianza sanitaria potrebbe avere comunque una qualche implicazione preventiva di riduzione degli effetti sulla salute extrauditivi del rumore, perchè, allora, veramente mi arrabbierei di questa messa in scena: se un lavoratore è disturbato (psichicamente) da un rumore a 50 decibel, secondo la mia visione, avrebbe sempre diritto ad una "adeguata sorveglianza sanitaria" come dice la direttiva europea, a richiesta del lavoratore, quindi con il suo consenso. Ci vuole molto a capire, che in tale caso la visita con tutto il corollario d'inchiesta lavorativa dovrebbe essere pagata al Medico del Lavoro, con parcella onorevole, e a carico dei datori dei lavoro?

p.nacci

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  • Re: la mia esperienza lavorativa e una proposta
  • (09/02/2010 18:09)

c.sbordone il 09/02/2010 02:59 ha scritto:
Non trucchiamo le carte in gioco, per piacere.
Quella periodicità di tre o quattro anni non esiste ancora in Francia, è solamente una proposta.

I suicidi di lavoratori sarebbero stati evitati da un sistema di Sorveglianza sanitaria del tipo visitificio, analisificio e cartificio gestito da società private a 20 euro cadauno per il medico competente, come è in alcune contrade italiane?

Non diciamo sciocchezze.

In Francia l'assistenza psicologica allo stress da lavoro è molto, ma molto più sviluppata che da noi, dove facciamo finta di occuparcene.

Ma ciononostante, domando ancora, datemi una sola dimostrazione scientifica che la sorveglianza sanitaria (ovunque venga svolta, in Italia come in Francia, con qualsiasi sistema privato o pubblico che sia) abbia dimostrato una riduzione delle morti e delle lesioni da lavoro!

caro sbordone, dato che inizi a parlare di sciocchezze altrui senza neanche rispettarne i pareri, mi sembra di ricordare che era forse tuo.... un riferimento ad un recente infortunio mortale e l'inutilità della sorveglianza sanitaria...io non ho assolutamente commentato quel rilievo alquanto cinico, inutile e soprattutto fuori tema,,...che c'azzecca l'infortunio mortale con la sorveglianza sanitaria ??

non vuoi fare visite mediche benissimo, è lecito il tuo parere da tenere vivo per altre opportunità lavorative (RSPP, medico consulente per prevenzione primaria, ...) ma penso, comunque, che tu non possa farmi/farci credere che l'attività di sorveglianza sanitaria (pagata dal visitificio, pagata al libero professionista, pagata anche d'oro) sia assolutamente inutile e anche la madre di tutti i mali dell'attività di medico competente di oggi (forse lo era anche in passato ?? quando uscita la 626 tutti si buttavano a fare il medico competente con lauti gaudagni, con mirabili trasferte in camper in giro per tutta Italia....alcuni anedotti di quando frequentavo la facoltà e poi la scuola di specializzazione)


infine ho espresso un parere di non guardare troppo all'estero (ripreso anche da claudioq) ... purtroppo quanto rilevato in Francia negli ultimi anni e mesi è vicenda nota (in casa automobilistica ad un ingegnere, purtroppo suicidatosi, è stata negata dalla direzione aziendale la visita con il medico del lavoro. per fortuna da noi esiste la visita a richiesta del lavoratore !).

è vero che in Italia dovremo ancora fare la valutazione stress lavoro correlato..ma almeno ne parliamo da medici competenti per affrontare la questione da almeno un anno con Datori di lavoro, direzione risorse umane, rls, rsu, ecc ... è tipico che in Italia non si fa ma almeno se ne parla.

in azienda italiana di recente acquisizione francese l'argomento è stato tabù fino alla loro disdetta del mio incarico del 31 dicembre 2009.

ti saluto cordialmente e dato che, ormai, ho bene capito le tue opinioni sulla inutilità della sorveglianza sanitaria (ai tuoi quesiti forse riuscirà rispondere almeno la Redazione ??), aspetterò di leggere i tuoi precisi interventi su altri argomenti di Medicina del Lavoro.

ancora saluti

La Redazione

La Redazione
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  • Re: la mia esperienza lavorativa e una proposta
  • (09/02/2010 19:07)

E’ probabile che la discussione si stia estremizzando, cercando ciascuno di far capire le proprie posizioni con provocazioni e successive risposte risentite.
Probabilmente nessuno ha una visione completa e “corretta” degli esiti della sorveglianza sanitaria preventiva e periodica e neppure noi, naturalmente.
Una prima distinzione da fare potrebbe comunque essere quella relativa a come si fa la sorveglianza sanitaria, quindi discutere sui tempi, l'appropriatezza dei contenuti, gli output (i flussi informativi), le verifiche ecc.
Proprio recentissimamente ci è capitato di vedere il resoconto delle “visite mediche” di un collega (autonomo, non collaboratore di un Centro Servizi). I dati non erano inseriti nella Cartella Sanitaria e di Rischio (che il collega ha detto avrebbe istituito solo per i nuovi dipendenti: sic!) ma su una scheda. Le voci erano le seguenti due:
Aggiornamento anamnestico (con risposte del tipo: sta bene, ndn ecc.)
Visita medica: con due check-box, normale, alterata. Seguivano i risultati della Pressione Arteriosa e di alcuni esami strumentali. Altri dati ci facevano capire che il passaggio dei lavoratori dall’infermeria è mediamente più veloce del lampo.
E’ probabile che una sorveglianza sanitaria di questo tipo non serva assolutamente a nulla e che le provocazioni di Sbordone siano indirizzate a questo tipo di pratica professionale.
(è quello che abbiamo scritto sull’Articolo del Mese di ottobre : http://www.medicocompetente.it/me...cazione-del-medico-competente.htm).
In realtà possiamo affermare che la maggior parte dei colleghi non opera così e comunque è importante che ci si sforzi di migliorare sempre di più la “qualità” del nostro lavoro ( ed è quello che la Simlii da un po’ di tempo si sforza di fare).
La sorveglianza sanitaria, secondo il comma 1 lettera m, art. 25 e 41 del D.Lgs 81/08, è l’insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, come definito all’art. 2, lettera m del D.Lgs.81/08. Gli obiettivi della sorveglianza sanitaria sono la tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori attraverso:
- la valutazione della compatibilità tra condizioni di salute e compiti lavorativi.
- l’individuazione degli stati di ipersuscettibilità individuale ai rischi lavorativi.
- la verifica dell’efficacia delle misure di prevenzione dei rischi attuate in azienda.
Queste cose, insieme alla diagnosi di patologie da lavoro, all’attività di valutazione del rischio anche tramite il monitoraggio biologico, all’attività di counselling, costituiscono obiettivi concreti e realizzabili e di fatto sono perseguiti da moltissimi colleghi, nonostante tutte le difficoltà che molte volte abbiamo denunciato, con alterni risultati che comunque non dipendono solo dalla qualità del loro lavoro.
In conclusione, a nostro parere, la sorveglianza sanitaria, se eseguita secondo i principi della medicina del lavoro e del codice etico della Commissione internazionale di salute occupazionale (ICOH), nel rispetto del codice deontologico professionale, può essere utile (pensiamo solo al fatto che ormai solo il medico competente è in grado di tracciare un’anamnesi lavorativa che seguirà il lavoratore e che in più del 90% delle aziende è l'unico professionista preparato su questi temi), basta che persegua gli obiettivi sopradetti e che la sorveglianza sanitaria venga svolta secondo una metodologia corretta. Per questo è fondamentale che i principi sopra esposti siano tutelati in tutte le sedi, accademiche, legislative e professionali, da parte di tutti gli interessati.

La redazione di MedicoCompetente.it

claudiog

claudiog
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  • Re: la mia esperienza lavorativa e una proposta
  • (09/02/2010 23:08)

Cito Sbordone:

"...Dunque mi accingo a "dimostrare che la SS non ha ridotto morti e malattie"..."

In realtà dal punto di vista strettamente scientifico, non lo dimostri, ma fornisci un tuo rispettabilissimo parere. Anche io non sono in grado di dimostrare il contrario, ma sono anche certo, avendo toccato con mano, che la mia SS venticinquennale ( e anche la tua) ha ridotto morti e malattie, da causa lavorativa e non. Basti pensare alle numerose neoplasie, alle cardiopatie, alle malattie metaboliche che una buona sorveglianza sanitaria è in grado di far venire alla luce. Ed evito di elencare le patologie strettamente lavoro-correlate.


"Mi meraviglierei che nessuno abbia ancora capito che la Sorveglianza sanitaria non può ridurre morti o malattie, ma solamente ridurre il rischio di aggravamento del danno alla salute del lavoratore a rischio. Quindi, la supposta evidenza scientifica di dimostrazione di riduzione di morti e malattie è pura illusione. La sorveglianza sanitaria condotta adeguatamente è misura di prevenzione terziaria, cioè è misura di limitazione dell'ulteriore aggravamento di danno alla salute da lavoro, come le disposizioni di primo soccorso. Come potrebbe ridurre la Sorveglianza sanitaria lesioni e malattie da lavoro, se per prevenire lesioni e malattie da lavoro deve assistere al suo avverarsi attraverso la visita medica e il monitoraggio biologico, anche se ancora nelle fasi precosi di danno? Non credo che in questo forum, frequentato da tanti colleghi più colti di me, devo ripetere che, per esempio, se manteniamo il rumore industriale a 70 decibel non c'è insorgenza d'ipoacusia da rumore? Allora a che cosa servirebbe in tal caso la Sorveglianza sanitaria? A niente, ovvio. Non mi rispondete che la Sorveglianza sanitaria potrebbe avere comunque una qualche implicazione preventiva di riduzione degli effetti sulla salute extrauditivi del rumore, perchè, allora, veramente mi arrabbierei di questa messa in scena..."

Non ti voglio affatto rispondere così, ma molto pragmaticamente mi limito a ricordarti che esistono numerose condizioni lavorative dove non è tecnicamente possibile, allo stato dell'arte, abbattere il livello di rumore a limiti non patogenetici. E questo vale per moltissimi altri rischi.
Questo non significa non sottolineare l'assoluta importanza della prevenzione primaria, ma non si può neanche far finta di vivere in un mondo ideale dal cielo turchino, altrimenti si pontifica, magari con argomentazioni valide, sulle spalle della salute altrui.
In poche semplici parole: riducendo drasticamente la SS e conoscendo allo stesso tempo la difficilissima modificabilità di quanto viene prima, che risultati pensi di ottenere per la salute di chi lavora, parlando concretamente e senza svolazzi?
La situazione in casa d'altri non è così florida come la si racconta in Italia (quanto ci piace!!). Ho visto alcune piccolo-medie aziende in Germania, Svizzera e in Austria e te le raccomando...
Quanto alla Redazione, non si può che essere d'accordo su quasi tutto, ma lasciatemi dire una piccola cosa sull'accenno ai tempi della visita.
Questa storia, che si ascolta da più parti, mi ha proprio stufato, parere personale. Capisco che sia molto politically correct, ma i tempi di una visita medica dipendono da una grande serie di fattori: i rischi lavorativi, l'organizzazione del MC, la sua preparazione e capacità di sintesi, il suo intuito, il lavoro che precede la visita, le condizioni del visitato,la sua età, la stagione perfino, e potrei continuare a lungo. Ci sono splendide e professionalissime visite mediche di cinque minuti e insopportabili shows di semeiotica di trenta.Almeno tra noi diciamocelo.
Ricordo un mio temutissimo maestro che ascoltava con aria pensosa un torace anche per dieci minuti, praticamente fino a quando al paziente iperossigenato non girava la testa.

Non cerchiamo di standardizzare proprio tutto, via.

c.sbordone

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Napoli
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Medico del Lavoro
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  • Re: la mia esperienza lavorativa e una proposta
  • (09/02/2010 23:31)

Innanzitutto ringrazio Bobone che ha voluto darci l’occasione di discutere, donandoci innanzi tutto una bella descrizione di verità di vita e poi con quel suo “Ma oltretutto mi chiedo, il rapporto fra DL e MC non dovrebbe essere diretto, piuttosto che mediato, ed oltretutto la mediazione di lavoro non rientra nel reato di cabotaggio e caporalato?” altro che innocente provocazione! Purtroppo, qualcuno lo ha pure scritto: hanno vinto i caporali, da quando dal 81 il M.C. può essere, oltre che dipendente come prevedeva la 626, anche un collaboratore di una struttura esterna privata, convenzionata con l’imprenditore, legalizzando, quindi, il caporalato già preesistente.
Ringrazio, poi, tutti gli altri colleghi (tcam, sportgooffy, paldoctor, dusky, claudiog e p.nacci) per il franco dibattito.
Infine, ringrazio, la Redazione, sollecitata da p.nacci, che mi dà l’occasione di replicare ancora una volta con questa mia ultima….provocazione, che ho scritto da tempo, ma non trovavo il momento adatto per proporla pubblicamente. E nessuno ne abbia a male, o si senta coinvolto. Prendetela per quella che è: una burla irriverente.

“Carissimi,
so che molti di voi se ne sono già accorti e tutti i restanti hanno interesse a fingere di non accorgersene:

il Medico Competente è morto!

In verità solamente i lavoratori non se ne sono veramente accorti, né se ne importano più di tanto: hanno ben altro da pensare: sono quasi tutti o con un piede già nello stato di pensionamento o sono precari a vita. Appaiono anche scocciati di essere presi continuamente in giro o chiamati in causa solamente a pretesto per il raggiungimento di altri fini. Preferiscono chiuderla qui e hanno deciso di andare a vedere la partita della squadra del cuore.

Il sorvegliante sanitario addetto al visitificio si è trovato, così, senza materiale di produzione ed è stato licenziato. Ha tentato di protestare un po’. Ha tentato di convincere l’azienda a promuovere nuovi prodotti, con la scusa che altrimenti avrebbero sofferto la crisi anche i vicini stabilimenti dell’analisificio e del cartificio.

Tutti ne hanno discusso, il burocrate, il fiscale, il poliziotto, l’insegnante della vicina università e persino un vigilante di nome Organo, in un bel congresso e su un forum nell’etere.

Si è convenuto, alla fine, che era il sorvegliante sanitario ad essere in preda ad una crisi di nervi e sembrava non volere ragionare più, perché continuamente gridava come un ossesso: “Io sono competente, io sono competente”. Evidentemente era molto confuso, poveretto, e non si rassegnava a constatare che il Medico Competente era già morto da un bel po’ di tempo.

Fu chiamata un’ambulanza del vicino pronto soccorso ad evitare che egli potesse arrecarsi danno per autolesionismo. Si temé anche il suicidio.
In ospedale continuò ad avere incubi, era in preda ormai ad allucinazioni ed ad un evidente delirio paranoico: si sentiva pesantemente perseguitato da immaginari giudici incappucciati della setta segreta dei 9X9=dl81. Poi, ogni tanto, lo assaliva un profondo stato depressivo con deliri di colpa. Ma il sintomo più drammatico era che aveva dimenticato chi era stato e supinamente si era rassegnato ad essere altro. Infatti ricordava solamente a sprazzi, come se vedesse in un profondo tunnel, quando da giovane aveva praticato la medicina, mentre non ricordava più quando, perché e come era diventato un sorvegliante sanitario nel visitificio.

Gli fu posta la diagnosi di sindrome da stress post-traumatico e curato amorevolmente dall’equipe del centro d’igiene mentale e di psicopatologia medico-legale.
Guarì lentamente, ma guarì. Tuttavia, non fu mai spiegata una sua reazione violenta, con iniziale crisi epilettiforme, che si manifestava costantemente nella sala di attesa del centro prima di essere visitato, tranne in quel fatidico giorno, che coincise con l’incivile azione di qualche scellerato, che durante la notte aveva imbrattato tutta la sala d’attesa con grosse pennellate indelebili di colore scuro. Anche la targa antistante il centro non fu risparmiata: si leggeva a malapena “centro d’….mentale e di psicopatologia….” e non erano più leggibili i termine IGIENE e MEDICO LEGALE..

L’ex sorvegliante sanitario fu visto immobile davanti alla targa, e rideva, rideva, rideva.

Da quel giorno inspiegabilmente cominciò a star meglio e a non avere più allucinazioni.”

Anch’io mi sono scocciato come i lavoratori, ma a me non piace il pallone, mi vado a vedere un film. Avete visto l’eccellente “Welcome” di Philippe Lioret?
Adieu, mon petit coeur

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