ex utente da milano
Era un'opzione che avevo scartato, non perchè invalida, ma l'esigenza da cui è partita la mia riflessione e poi la realizzazione della procedura illustrata deriva più che altro dalla necessità di soddisfare un'esigenza dei lavoratori o dell'azienda. Noi stiamo discutendo di tutela della volontà del lavoratore ed è giusto farlo. Tuttavia nella gran parte dei casi quando si egeguono le visite e gli accertamenti scattano quelle che io chiamo "le gelosie". Allora i lavoratori chiedono "perchè loro fanno la visita e noi noi? perché loro fanno la spirometria e noi no?". A volte rimane veramente difficile spiegare queste differenze e, mi sono reso conto che alcuni datori di lavoro pensino che sia io cho non ho voglia di eseguire le visite mediche. Allora mi sembrava la soluzione migliore, estendere la possibilità di un protocollo mirato (il controllo occhi-vista-posturale o ecg, es ematochimici, ecc per lavoro in altezza) anche per quelli non esposti a rischi con le modalità già descritte. Avevo scartato la modalità suggerita da armandomattioli perchè, così facendo, mettevo in essere un meccanismo meno snello e che non aveva i presupposti di promozione della salute. Nel senso che "facendo sottoscrivere" una richiesta di visita in realtà, per prima cosa, non era esattamente quello che voleva il lavoratore e poi implicava il giudizio di idoneità, conservazione delle cartelle secondo le modalità previste, consegna alle dimissioni, ecc.
E' vero quello che dice armandomattioli sul modulo proposto (ammazza non gli sfugge niente!). L'eventuale avvio alla visita collegiale a causa di un problema di salute che controindichi i compiti lavorativi secondario ad una visita del genere non può essere automatico. Perchè in tal caso dovrei violare il segreto professionale in quanto la visita ex art. 5 è richiesta dal d.l. che io dovrei informare. Quello che è scritto sul modulo deve essere rispettato, altrimenti sarebbe una violazione grave. Essa può essere gestita solo se il lavoratore è convinto del percorso dell'art. 5 e acconsente che informi il datore di lavoro di possibili controindicazioni. In caso contrario non potrei fare nulla. Tuttavia quello che dice guido_rossi è vero. A posteriori come si giudica il medico che, consapevole di un documentato problema tale che controindichi la mansione, non ha fatto nulla per impedire che il lavoratore, a causa della propria nota patologia, causi danno a sè stesso e a altri? E come il medico giudica se stesso? Io ho un caso sulla coscienza. Un mulettista, sottoposto a screening e conferma tox. Positivo coca e thc. Sert: certificazione "non tox con riscontrato uso di coca, thc". Monitoraggio cautelativo per 6 mesi e cambio mansione: al primo controllo ancora positivo. Il d.l. si è rotto le balle di pagare i controlli e lo sposta a guidare furgone patente b. Vengono meno i controlli tox e viene meno la s.s. (non movimenta carichi). Il datore di lavoro non vuole richiedere l'art. 5 perchè è convinto che sia solo un problema di cannabis e io non posso dirgli che il problema è più impostante. Il lavoratore da me incontrato, informato sulla possibilità della visita collegiale (se mi autorizza a gestire la situazione con il d.l.) e informato sulle possibili ripercussioni mi ha fatto una pernacchia e mi dice che a lui va bene così. Io non lo visito più perchè non più sottoposto a s.s., non posso fare segnalazioni alla prefettura (lo può fare solo eventualmente il presidente della commissione della visita collegiale).
Ogni volta che leggo sul giornale di qualcuno che ha stirato un pedone vado a leggere il nome. Come mi giudicherò se il tipo stira la mamma con la carrozzina sulle strisce pedonali? E come mi giudicherà il magistrato quando scopre che il medico competente lo ha lasciato a svolgere un compito per il quale era chiaramente non idoneo?
cristiano.ravalli il 01/03/2010 01:05 ha scritto:
Era un'opzione che avevo scartato, non perchè invalida, ma l'esigenza da cui è partita la mia riflessione e poi la realizzazione della procedura illustrata deriva più che altro dalla necessità di soddisfare un'esigenza dei lavoratori o dell'azienda. Noi stiamo discutendo di tutela della volontà del lavoratore ed è giusto farlo. Tuttavia nella gran parte dei casi quando si egeguono le visite e gli accertamenti scattano quelle che io chiamo "le gelosie". Allora i lavoratori chiedono "perchè loro fanno la visita e noi noi? perché loro fanno la spirometria e noi no?". A volte rimane veramente difficile spiegare queste differenze e, mi sono reso conto che alcuni datori di lavoro pensino che sia io cho non ho voglia di eseguire le visite mediche. Allora mi sembrava la soluzione migliore, estendere la possibilità di un protocollo mirato (il controllo occhi-vista-posturale o ecg, es ematochimici, ecc per lavoro in altezza) anche per quelli non esposti a rischi con le modalità già descritte. Avevo scartato la modalità suggerita da armandomattioli perchè, così facendo, mettevo in essere un meccanismo meno snello e che non aveva i presupposti di promozione della salute. Nel senso che "facendo sottoscrivere" una richiesta di visita in realtà, per prima cosa, non era esattamente quello che voleva il lavoratore e poi implicava il giudizio di idoneità, conservazione delle cartelle secondo le modalità previste, consegna alle dimissioni, ecc.
E' vero quello che dice armandomattioli sul modulo proposto (ammazza non gli sfugge niente!). L'eventuale avvio alla visita collegiale a causa di un problema di salute che controindichi i compiti lavorativi secondario ad una visita del genere non può essere automatico. Perchè in tal caso dovrei violare il segreto professionale in quanto la visita ex art. 5 è richiesta dal d.l. che io dovrei informare. Quello che è scritto sul modulo deve essere rispettato, altrimenti sarebbe una violazione grave. Essa può essere gestita solo se il lavoratore è convinto del percorso dell'art. 5 e acconsente che informi il datore di lavoro di possibili controindicazioni. In caso contrario non potrei fare nulla. Tuttavia quello che dice guido_rossi è vero. A posteriori come si giudica il medico che, consapevole di un documentato problema tale che controindichi la mansione, non ha fatto nulla per impedire che il lavoratore, a causa della propria nota patologia, causi danno a sè stesso e a altri? E come il medico giudica se stesso? Io ho un caso sulla coscienza. Un mulettista, sottoposto a screening e conferma tox. Positivo coca e thc. Sert: certificazione "non tox con riscontrato uso di coca, thc". Monitoraggio cautelativo per 6 mesi e cambio mansione: al primo controllo ancora positivo. Il d.l. si è rotto le balle di pagare i controlli e lo sposta a guidare furgone patente b. Vengono meno i controlli tox e viene meno la s.s. (non movimenta carichi). Il datore di lavoro non vuole richiedere l'art. 5 perchè è convinto che sia solo un problema di cannabis e io non posso dirgli che il problema è più impostante. Il lavoratore da me incontrato, informato sulla possibilità della visita collegiale (se mi autorizza a gestire la situazione con il d.l.) e informato sulle possibili ripercussioni mi ha fatto una pernacchia e mi dice che a lui va bene così. Io non lo visito più perchè non più sottoposto a s.s., non posso fare segnalazioni alla prefettura (lo può fare solo eventualmente il presidente della commissione della visita collegiale).
Ogni volta che leggo sul giornale di qualcuno che ha stirato un pedone vado a leggere il nome. Come mi giudicherò se il tipo stira la mamma con la carrozzina sulle strisce pedonali? E come mi giudicherà il magistrato quando scopre che il medico competente lo ha lasciato a svolgere un compito per il quale era chiaramente non idoneo?
La possibilità di richiedere, o meglio sollecitare, la revisione della patente di guida, alla Prefettura o alla Motorizzazione civile, per motivazioni sanitarie, non è una pregogativa esclusiva del presidente la commissione medica provinciale delle patenti di guida.
Io l'ho vista fare da: INAIL, INPS; medici del Pronto Soccorso; medici di reparti ospedalieri; Agenti di Polizia Locale, Carabinieri, Polizia. ecc.
C'è ovviamente un problema legato alla riservatezza dei dati sensibili sanitari, ma premesso che comunque, come giustamente dici tu, il DL non deve saperne nulla, se lo ritieni veramente opportuno puoi contattare il responsabile della motorizzazione civile della provincia di residenza del lavoratore, o dell'ufficio patenti della Prefettura per concordare la cosa, vincolandoli ovviamente al rispetto dei dati dell'interessato.
Comprendo i tuoi timori e la valutazione deve essere esclusivamente tua, valutando tutti gli aspetti che hai già sottolineato.
Argeo Maviglia
Della questione si era già discusso a novembre dello scorso anno...
http://www.medicocompetente.it/fo...idoneita-con-protesi-acustica.htm
riporto per brevità semplicemente un botta e risposta...
Re: autotrasportatore e idoneità con protesi acustica (02/11/2009 16:50)
antomora il 31/10/2009 12:15 ha scritto:
I rischi per l'autotrasportatore sono rumore e vibrazioni, come è ovvio, ma mi domando quanto, da un punto di vista medico-legale, io possa essere del tutto esonerata da una valutazione "globale" della situazione, considerato che, sebbene attualmente munito di patente E (che alla prossima revisione dubito fortemente gli possa essere rinnovata), in caso di incidente che ne dovesse compromettere le condizioni di salute se non la vita, chi mi assicura che nessuno andrebbe mai a domandarsi chi è stato quel "cretino" di un medico che, nonostante fosse semisordo, lo ha reso idoneo a svolgere quella mansione?? Non solo, ma per quanto riguarda il problema respiratorio, a parte il fatto che l'esame clinico mi fa pensare a qualcosa di più di un "semplice" enfisema, considerato che il soggetto va su e giù per l'Italia sottoponendosi, com'è ovvio, a modificazioni climatiche e continue perfrigerazioni, è chiaramente sottoposto a rischi ulteriori per la sua salute, essendo, data la condizione di base, ad alto rischio di patologie (ulteriori) respiratorie, anche se il DVR non ne parla. Siamo certi che non me ne debba per nulla occupare? Non vorrei percorrere la cosidetta "medicina difensiva", ma utilizzare, in primis, il buon senso e la diligenza del "buon padre di famiglia". Credo che non possiamo trasformarci del tutto in burocrati, ma che dobbiamo, anzitutto, comportarci da "clinici". O no?
Non vorrei che il mio precedente post possa essere stato interpretato come polemico... quello che cercavo di suggerire era la possibilità di rimandare alle sedi più appropriate le valutazioni del caso; mi spiego; o si suggerisce una revisione del DVR per "microclima", o le sindromi perfrigerative rientrano nell'attenzione del collega di medicina generale; concordo che, soprattutto ora che il DVR debba indicare "tutti" i rischi, si possa allargare il nostro campo di attenzione, al di là dei rischi specifici, però, come appunto da te suggerito, con il buon senso e la diligenza... anche se mi risulta che un recente disegno di legge voglia attribuire al "medico che viene a conoscenza in modo documentato di una patologia del suo assistito che determina una diminuzione o un pregiudizio della sua idoneità alla guida" l'obbligo di "darne tempestiva comunicazione scritta e riservata, nel rispetto delle disposizioni del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, informando per iscritto della comunicazione l’assistito", di tale evenienza finora si tratta, cioè "solo" di un DdL. Al momento, anzi, una comunicazione tua al Dipartimento, specie se esiziasse in una revoca della patente a seguito di vm colleggiale, potrebbe forse esporti a ritorsioni legali.
… e suggerisco attenzione a muoverci tra presunti obblighi polizieschi per i rischi a terzi (peraltro non mi sembra di ricordare che il D.Lgs. 81/08 ci assegni compiti di PU) e tutela della privacy.
ex utente da milano
[cite]doc. il 01/03/2010 01:35 ha scritto:
La possibilità di richiedere, o meglio sollecitare, la revisione della patente di guida, alla Prefettura o alla Motorizzazione civile, per motivazioni sanitarie, non è una pregogativa esclusiva del presidente la commissione medica provinciale delle patenti di guida.
Io l'ho vista fare da: INAIL, INPS; medici del Pronto Soccorso; medici di reparti ospedalieri; Agenti di Polizia Locale, Carabinieri, Polizia. ecc.
C'è ovviamente un problema legato alla riservatezza dei dati sensibili sanitari, ma premesso che comunque, come giustamente dici tu, il DL non deve saperne nulla, se lo ritieni veramente opportuno puoi contattare il responsabile della motorizzazione civile della provincia di residenza del lavoratore, o dell'ufficio patenti della Prefettura per concordare la cosa, vincolandoli ovviamente al rispetto dei dati dell'interessato.
Non so a che titolo questi sanitari lo abbiano fatto ma credo che si siano esposti ad una violazione del segreto professionale considerato che non é dovuto per legge a meno che non sia dovuto per legge per gli inacricati di pubblico servizio che riguarda i medici ospedalieri. Quello che é certo è che i ser.t. non lo fanno e non possono farlo. C'è una proposta di legge (che è la revisione del codice della strada) che porta in un articolo l'obbligo del medico di segnalare eventuali controindicazioni alla Commissione Medica. Però è in Senato e verra approvata prima dell'estate. Leggendo però la bozza già si presta a una miride di interpretazioni: all'inizio dell'articolo parla di "medici che riscontrino..." e alla fine dell'articolo "medici curanti".... e poi rimanda al solito decreto ministeriale l'elenco delle patologie che "un medico" o "il medico curante" è tenuto a segnalare. Qundi é già un casino ancor prima che diventi legge.
A proposito di codice della strada, anche se non c'entra nulla con l'assunto in questione, c'è una norma recente che per quanto riguarda la formazione dei nuovi corsi per patente cqc i docenti possano essere solo specialisti in medicina legale, medicina del lavoro e medicina sociale (ma dove hanno la testa i nostri legislatori?).
Per chi volesse approfondire con i riferimenti:
http://medicocompetente.blogspot....rsi-per-il-medico-del-lavoro.html
E' sfuggita agli igienisti ma aspetta che si accorgano....... e faranno una legge che cambia il nome alla specializzazione di Igiene....igiene e medicina sociale.
cristiano.ravalli il 01/03/2010 02:40 ha scritto:
[cite]doc. il 01/03/2010 01:35 ha scritto:
La possibilità di richiedere, o meglio sollecitare, la revisione della patente di guida, alla Prefettura o alla Motorizzazione civile, per motivazioni sanitarie, non è una pregogativa esclusiva del presidente la commissione medica provinciale delle patenti di guida.
Io l'ho vista fare da: INAIL, INPS; medici del Pronto Soccorso; medici di reparti ospedalieri; Agenti di Polizia Locale, Carabinieri, Polizia. ecc.
C'è ovviamente un problema legato alla riservatezza dei dati sensibili sanitari, ma premesso che comunque, come giustamente dici tu, il DL non deve saperne nulla, se lo ritieni veramente opportuno puoi contattare il responsabile della motorizzazione civile della provincia di residenza del lavoratore, o dell'ufficio patenti della Prefettura per concordare la cosa, vincolandoli ovviamente al rispetto dei dati dell'interessato.
Non so a che titolo questi sanitari lo abbiano fatto ma credo che si siano esposti ad una violazione del segreto professionale considerato che non é dovuto per legge a meno che non sia dovuto per legge per gli inacricati di pubblico servizio che riguarda i medici ospedalieri. Quello che é certo è che i ser.t. non lo fanno e non possono farlo. C'è una proposta di legge (che è la revisione del codice della strada) che porta in un articolo l'obbligo del medico di segnalare eventuali controindicazioni alla Commissione Medica. Però è in Senato e verra approvata prima dell'estate. Leggendo però la bozza già si presta a una miride di interpretazioni: all'inizio dell'articolo parla di "medici che riscontrino..." e alla fine dell'articolo "medici curanti".... e poi rimanda al solito decreto ministeriale l'elenco delle patologie che "un medico" o "il medico curante" è tenuto a segnalare. Qundi é già un casino ancor prima che diventi legge.
A proposito di codice della strada, anche se non c'entra nulla con l'assunto in questione, c'è una norma recente che per quanto riguarda la formazione dei nuovi corsi per patente cqc i docenti possano essere solo specialisti in medicina legale, medicina del lavoro e medicina sociale (ma dove hanno la testa i nostri legislatori?).
Per chi volesse approfondire con i riferimenti:
http://medicocompetente.blogspot....rsi-per-il-medico-del-lavoro.html
E' sfuggita agli igienisti ma aspetta che si accorgano....... e faranno una legge che cambia il nome alla specializzazione di Igiene....igiene e medicina sociale.
E'vero che non c'è un obbligo di legge.
Quello che posso però dire, per aver seguito alcuni di quei casi, è che i ricorsi presentati al TAR, dalle persone oggetto della revisione così sollecitata, sono stati tutti respinti.
Il problema rilevante non è quello di un obbligo di polizia, ma quello che tu hai evidenziato prima e cioè quello di coscienza personale.
Credo che sarei moralmente e psicologicamente provato sapendo che una persona che ho seguito per quelle problematiche ha causato lesioni gravi, o il decesso, a dei pedoni o ad altri automobilisti.
Mi rendo comunque conto che sto andando OFT, cioè fuori argomento.
Argeo Maviglia
Mi accorgo solo ora di essere stato poco chiaro nel precedente intervento.
Quando parlo di casi che ho seguito, non intendo riferirmi a revisioni di patenti di guida da me stesso sollecitate, ma a casi segnalati da altri medici che, per vari motivi, ho seguito.
Argeo Maviglia
doc. il 02/03/2010 01:24 ha scritto:
....Il problema rilevante non è quello di un obbligo di polizia, ma quello che tu hai evidenziato prima e cioè quello di coscienza personale.
Credo che sarei moralmente e psicologicamente provato sapendo che una persona che ho seguito per quelle problematiche ha causato lesioni gravi, o il decesso, a dei pedoni o ad altri automobilisti.
Mi rendo comunque conto che sto andando OFT, cioè fuori argomento.
Sarebbe bene riportare il confronto sulla questione priincipale del thread per arrivare, se possibile, a conclusioni condivise rispetto alla SS "obbligatoria" vs quella "a richiesta/facoltativa/su indicazione del MC" ed al ruolo del MC.
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti