Sonnambulo il 04/11/2024 04:19 ha scritto:
Concordo sul fatto che lo studente debba cambiare università, oppure ho proposto ai suoi docenti di segarlo a ripetizione agli esami in quanto non è degno di diventare infermiere :-).
Già da studente rompe i m...i, figuriamoci quando sarà a tempo indeterminato.
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
Premesso che la condizione di sieropositività per HIV dell’ OS deve essere valutata sia in relazione ad un incremento del rischio per l’operatore stesso (ex suscettibilità alle infezioni), sia on relazione al rischio di trasmissione al Paziente (corte Costituzionale),credo vadano fatte alcune distinzioni rilevanti.
Per quanto riguarda la possibile trasmissione a Pazienti va rilevato che non tutte le operazioni svolte da qualsiasi OS comportano rischio di trasmettere infezioni. Va altresì tenuto conto che l’assunzione di una adeguata terapia antiretrovirale riduce grandemente, se non annulla, la contagiosità dei liquidi biologici del sieropositivo.
Minori evidenze (per quanto mi risulta) esistono sulla efficienza del sistema immunitario del soggetto sieropositivo, sia pure in terapia, nei confronti di malattie infettive (ex TB)
L’esecuzione del test non dovrebbe quindi essere resa obbligatoria “a tappeto” ma solo sulla base di una accurata e puntuale valutazione dei rischi (lavoratore, mansione/procedura, misure di prevenzione e protezione). Questa strategia è anche prescritta nella circolare Ministero della salute-Ministero del lavoro, circ. 12 aprile 2013. La circolare esclude che l’accertamento possa essere legittimamente eseguito in fase di assunzione. Tale prescrizione confligge, a mio parere, con la richiesta di idoneità senza limitazioni alla mansione (intesa come qualifica professionale) che è contenuta in alcuni bandi.
Discorso diverso per gli accertamenti da eseguire in caso di infortunio con esposizione a liquido biologico per cui possa essere ipotizzata l’utilità di una Profilassi Post Esposizione.
Nel caso di studenti del primo anno di infermieristica credo che l’esecuzione del test abbia un solido razionale in prospettiva delle possibili future limitazioni di idoneità alla mansione e che sia ragionevole proporre ai sieropositivi la possibilità di cambiare facoltà. Non credo però che (anche in relazione ai contenuti dell’attività pratica svolta) sia giustificata l’imposizione dell’obbligo.
Ritengo infine inaccettabile la divulgazione dei risultati, particolarmente se finalizzata all’estromissione dal corso di laurea. Credo anche che, laicamente, il MC debba occuparsi ed esprimersi in termini di idoneità e non di indegnità.
Ma vi rendete conto della gravità dell ' affermazione ?Nel caso di studenti del primo anno di infermieristica credo che l’esecuzione del test abbia un solido razionale in prospettiva delle possibili future limitazioni di idoneità alla mansione e che sia ragionevole proporre ai sieropositivi la possibilità di cambiare facoltà.
...Nel caso di studenti del primo anno di infermieristica credo che l’esecuzione del test abbia un solido razionale in prospettiva delle possibili future limitazioni di idoneità alla mansione e che sia ragionevole proporre ai sierpositivi la possibilità di cambiare facoltà.
Mah, direi che come al solito stiamo rischiando di andare fuori tema con il solito trend del MC che vuol fare il buon samaritano e salvare il mondo o forse vuol far vedere solo che esiste.
La questione è "uno studente di infermieristica, che di conseguenza è esposto certamente al rischio HIV, così come a quello di HBV, HCV, ecc, a meno che in reparto non faccia solo le fotocopie!!, ha necessità che la sua salute venga tutelata dal MC?". Risposta: SI !!
Quindi il MC nel protocollo sanitario ci mette il test HIV, così come credo tutti i MC "normali" mettono anche i test per HBV e HCV. O vogliamo fare sempre filosofia?
Non ci sono dubbi fin qui, no? Bene, andiamo avanti.
Compito del MC è tutelare la salute del lavoratore e non di terzi, tranne che non si tratti di una mansione tra quelle a rischio alcol- o tossicodipendenza (passatemi la sintesi). Nel coso 81 c'è scritto qualcosa di diverso? Risposta: NO !!
Quindi trovare una eventuale sieropositività dell'operatore sanitario serve al MC per tutelare il lavoratore stesso e non per fare igiene ospedaliera. Fare il test fa fare eventualmente diagnosi precoce, non serve per fare discriminazione. Tirare fuori, ancora nel 2024, il termine "discriminazione" è anacronistico, proprorio perchè dovremmo aver ben chiaro il motivo e l'uso del test e dovremmo saper gestire l'informazioni con tutte le accortezze del caso.
O anche qui vogliamo fare filosofia e andare a leggere frasi di documenti che ci sembrano altruiste e quindi belle e quindi perchè non attribuirle anche al compito del MC? Il MC faccia il MC e non sfoci in campi che non sono i suoi.
La questione del cambio facoltà dello studente poco studioso è stata lanciata negli interventi precedenti per dire "visto che non credi nella sanità, che in questa fase si sta materializzando con la visita di idoneità del MC, a questo punto sarebbe il caso che cambiassi facoltà". E' come se uno studente di ingegneria non credesse nel cemento armato, non so che ci starebbe a fare in quella facoltà.
Ovviamente nessuno negli interventi precedenti ha detto che si devono divulgare i risultati. Forse qualcuno ha letto con superficilità gli interventi o forse senza occhiali.
Spero invece che la frase "se è sieropositivo, è bene saperlo per tempo così cambia facoltà" sia stato un errore da tastiera!!
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
Sono una donna trans quasi 50enne studente al primo anno infermieristica affetta da hiv da 15 anni e in terapia antiretrovirale. il mio stato di salute è buono sana alimentazione e e attività fisica a breve inizierà il tirocinio sono ben consapevole che dovrò farlo presente al medico competente e voglio farlo, desidero essere onesta ciò che mi spaventa è la discriminazione relativa alla malattia oltretutto sia da parte dei miei colleghi studenti e sia da alcuni insegnanti quando è stato affrontato l argomento ho percepito tanto pregiudizio ed un atteggiamento discriminatorio a riguardo non voglio nascondere assolutamente la mia situazione ma non so che fare né se posso esercitare in futuro la professione o prima potermi laureare???ho provato a rivolgermi alla direttrice del polo didattico ma non mi da modo di interagire con lei mi sono rivolta a molti professionisti del settore Sanitario tutti hanno provato a rassicurarmi sul fatto che legalmente io posso laurearmi e comunque posso esercitare ma non è la parte legale che mi preoccupa io voglio diventare un professionista competente ed essere in grado di aiutare chi ne ha bisogno è un desiderio che ho da sempre ma la malattia mi ha sempre limitato poi ho deciso mi sono impegnata ed ho superato il test d ingresso al primo tentativo con un punteggio buono ho sostenuto e superato alcuni esami e ne sto preparando altri. nel gruppo sono un po l'emarginata per la mia diversità ma questo non mi crea disagio è brutto dirlo ma ci sono abituata ho imparato a farmi conoscere e farmi accettare ma ora sono a un bivio non so se lasciare gli studi o continuare e la cosa è frustrante! Non ho le forze di combattere contro i mulini a vento. Come devo comportarmi? cosa devo fare? qualcuno è nella mia stessa situazione? Qualcuno può consgliarmi su come agire non voglio sollevare un polverone ma vorrei capire come cosa fare chiedo consigli.
ormai con le attuali terapie l'infezione è generalmente ben controllata anche sul lungo termine e potrai svolgere qualsiasi attività. Parlane senza problemi al medico comptente portando la documentazione del centro dove sei seguita.
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