La Redazione il 08/01/2011 01:18 ha scritto:
E' tutto da dimostrare che non verrebbe chiamato a rispondere. Non conosciamo il tasso di infortuni biologici dei chirurghi? Non conosciamo l'infettivita' del virus HBV? Perché quindi, potrebbe esserci imputato, avete espresso un'idoneita piena a quel chirurgo non vaccinato per l'epatite B?
Dal piano Piano nazionale vaccini 2005-2007 del ministero della sanità, che prevede i casi in cui le vaccinazioni sono obbligatorie o consigliate:
"Epatite virale B
La vaccinazione continua ad essere raccomandata ed offerta gratuitamente al personale sanitario ad altre categorie a rischio."
Quindi, nessuna obbligatorietà.
Da questo thread, come da molti altri relativi alla SS, emerge una linea forse un po' troppo interventistica da parte dei MC, che nel corso di questi anni hanno esorbitato rispetto alle loro attribuzioni, che già si collocano in una vastissima area franca rispetto al diritto all'autedeterminazione del cittadino.
Fermiamoci un attimo a riflettere sull'obbligo di carattere generale che il medico ha di ottenere il consenso del paziente per la propria attività.
E ricordiamo: l'ART. 5 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI E' PIENAMENTE VIGENTE!!
Gennaro il 07/01/2011 05:05 ha scritto:
Salve, ho il seguente dubbio
il comma i dell'articolo 20 D.Lgs 81/08 stabilisce che i lavoratori devono sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal decreto o COMUNQUE DISPOSTI DAL MEDICO COMPETENTE, la violazione di tale obbligo è punibile con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda da 200 a 600 euro.
Quindi se il medico competente dispone l'effettuazione della vaccinazione attiva conto un microorganismo, la stessa diventa obbligatoria in base a quanto stabilito dall'articolo 20?
Saluti e grazie per le eventuali risposte:)
La vaccinazione non è un controllo sanitario, ma un trattamento sanitario: non è la stessa cosa!
armandomattioli il 08/01/2011 02:40 ha scritto:
E ricordiamo: l'ART. 5 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI E' PIENAMENTE VIGENTE!!
Si Armando, ma è anche in vigore il decreto 81. Personalmente se un lavoratore rifiuta la vaccinazione e ci sono rischi seri che in seguito ad un evento possa contrarre la malattia, lo limito in alcune operazioni a maggior rischio. E' chiaro ogni caso è diverso dall'altro, l'importante è che quanto si prende una decisione, nel formulare il giudizio di idoneità o che sia esso di non idoneità, o di idoneità con limitazioni e/o prescrizioni il medico competente in caso di contestazione deve fornire un valido motivo del perchè del giudizio di idoneità emesso. Comunque, il problema delle vaccinazioni è un altro capitolo non ben comprensibile dalla normativa, la mia speranza futura e che sia il medico competente a decidere se e come effettuare la sorveglianza sanitaria, naturalmente con motivazioni valide.
Gennaro Bilancio
armandomattioli il 08/01/2011 02:40 ha scritto:
Dal piano Piano nazionale vaccini 2005-2007 del ministero della sanità, che prevede i casi in cui le vaccinazioni sono obbligatorie o consigliate:
"Epatite virale B
La vaccinazione continua ad essere raccomandata ed offerta gratuitamente al personale sanitario ad altre categorie a rischio."
Quindi, nessuna obbligatorietà.
Da questo thread, come da molti altri relativi alla SS, emerge una linea forse un po' troppo interventistica da parte dei MC, che nel corso di questi anni hanno esorbitato rispetto alle loro attribuzioni, che già si collocano in una vastissima area franca rispetto al diritto all'autedeterminazione del cittadino.
Fermiamoci un attimo a riflettere sull'obbligo di carattere generale che il medico ha di ottenere il consenso del paziente per la propria attività.
E ricordiamo: l'ART. 5 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI E' PIENAMENTE VIGENTE!!
Si confonde "obbligatorietà" cioè far vaccinare con coercizione un dipendente con un'indicazione sanitaria data dal medico competente. Certo che il lavoratore non può essere obbligato a vaccinarsi: ma in questo caso il mc può ritenere il lavoratore non idoneo o meglio: idoneo con prescrizione. Lui è libero di non vaccinarsi (nesuno può obbligarlo) ma il mc è libero di ritenere che senza quella vaccinazione sia esposto a rischi indebiti.
Lo statuto dei lavoratori, in questo caso, non c'entra per nulla!
La redazione di MedicoCompetente.it
bernardo il 08/01/2011 02:53 ha scritto:
La vaccinazione non è un controllo sanitario, ma un trattamento sanitario: non è la stessa cosa!
Tra l'altro il comma 4 dell'art. 41 stabilisce chiaramente cosa il medico può fare/disporre, oltre alla visita medica: "esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al rischio". Non trattamenti sanitari, di qualunque tipo, compresa la vaccinazione.
La Redazione il 08/01/2011 02:58 ha scritto:
Si confonde "obbligatorietà" cioè far vaccinare con coercizione un dipendente con un'indicazione sanitaria data dal medico competente. Certo che il lavoratore non può essere obbligato a vaccinarsi: ma in questo caso il mc può ritenere il lavoratore non idoneo o meglio: idoneo con prescrizione. Lui è libero di non vaccinarsi (nesuno può obbligarlo) ma il mc è libero di ritenere che senza quella vaccinazione sia esposto a rischi indebiti.
Lo statuto dei lavoratori, in questo caso, non c'entra per nulla!
Certo, il medico è libero di dare o non dare il giudizio di idoneità che, essendo appunto un giudizio, è legato alla libera convinzione del medico competente; è proprio per questo che il lavoratore può fare ricorso. Ciò premesso, la mia opinione è che sia sbagliato negare un giudizio di idoneità ad un lavoratore che rifiuti la vaccinazione, se non vi sono altri motivi, e quindi io non lo faccio. Liberi gli altri Colleghi di farlo, ovviamente.
La Redazione il 08/01/2011 02:58 ha scritto:
Si confonde "obbligatorietà" cioè far vaccinare con coercizione un dipendente con un'indicazione sanitaria data dal medico competente. Certo che il lavoratore non può essere obbligato a vaccinarsi: ma in questo caso il mc può ritenere il lavoratore non idoneo o meglio: idoneo con prescrizione. Lui è libero di non vaccinarsi (nesuno può obbligarlo) ma il mc è libero di ritenere che senza quella vaccinazione sia esposto a rischi indebiti.
Lo statuto dei lavoratori, in questo caso, non c'entra per nulla!
Si condivido, si confonde obbligatorietà con coercizione....anche io ho commesso questo errore
Gennaro Bilancio
ex utente da milano
La Redazione il 08/01/2011 01:18 ha scritto:
E' tutto da dimostrare che non verrebbe chiamato a rispondere. Non conosciamo il tasso di infortuni biologici dei chirurghi? Non conosciamo l'infettivita' del virus HBV? Perché quindi, potrebbe esserci imputato, avete espresso un'idoneita piena a quel chirurgo non vaccinato per l'epatite B?
Che dire degli addetti al primo soccorso o all'emergenza a cui facciamo un corso di 12/16 ore, diamo un attestato, ricevono una nomina ma non ricevono, nella gran parte dei casi, neppure la proposta di una copertura vaccinale ? E' vero che la probabilità di intervento e quindi di contatto e quindi di contagio è minimo ma è altrettanto vero che la popolazione interessata è enorme e prima o poi........
In regione lombardia esiste una delibera del 2005 che riordina le vaccinazioni dell'infanzia e dell'adulto e fornisce indicazioni ai medici competenti: pur premettendo la giusta volontarietà delle vaccinazioni e la responsabilità del m.c. nell'individuare la proposta vaccinale più idonea, essa fornisce indicazione del tipo di vaccinazione in relazione ai profili professionali, prevedendo tra l'altro anche la copertura vaccinale sia degli addetti al primo soccorso che all'emergenza.
Personalmente su questo argomento ho un atteggiamento un po' pilatesco: la inserisco nel piano sanitario, la propongo e sensibilizzo ma rilascio l'idoneità anche in quei casi (rari: uno) in cui il lavoratore non voglia sottoporsi. Egli firma l'opposizione informata al vaccino e informo il datore di lavoro che il lavoratore è privo della copertura vaccinale prevista dalla legge (nel caso del tetano) o dalla delibera regionale (addetti al primo soccorso/emergenza). Nel caso degli addetti al primo soccorso suggerisco di non adibire al ruolo, sottolineando che la nomina o la revoca dall'incarico è decisione del datore di lavoro.
Insomma che posso fare ? Prevedo, informo, propongo, sensibilizzo ma non posso obbligare. Sarà poi il titolare del rapporto di lavoro a districare la matassa giurisporudenziale che io non sono in grado di affrontare.
Altro argomento di discussione è la garanzia degli standard di sicurezza nell'esecuzione delle vaccinazioni qualora siano eseguite direttamente dal m.c. in azienda o nei vari ambulatori.
E altro ancora è l'eventuale danno da vaccino.
Insomma ogni volta che inoculo un vaccino (anche l'antinfluenzale) mi pongo un sacco di domande. Però è già qualcosa!
Grazie Bernardo per qaunto riguarda la risposta sull'articolo 20, è più giusta la tua interpretazione.
Per qaunto riguarda gli obblighi del medico competente non dimentichiamoci l'articolo 25 che al comma 1, lettera a stabilisce: .......collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione ........... alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori.........
Quindi se un medico competente individua nella vaccinazione una misura per tutelare la salute dei lavoratori , non può non tenerne conto quando esprime il giudizio di idoneità.
Gennaro Bilancio
La Redazione il 08/01/2011 01:18 ha scritto:
E' tutto da dimostrare che non verrebbe chiamato a rispondere. Non conosciamo il tasso di infortuni biologici dei chirurghi? Non conosciamo l'infettivita' del virus HBV? Perché quindi, potrebbe esserci imputato, avete espresso un'idoneita piena a quel chirurgo non vaccinato per l'epatite B?
Deduco che voi abbiate un tasso di vaccinazione anti-HBV pari al 100%, pena la non idoneità del chirurgo, del ferrista, dell'infermiere della dialisi?
Quindi in attesa del completamento della schedula vaccinale, della valutazione del titolo anticorpale, il chirurgo non entra in sala?
E se poi fosse un iporesponder come vi comportate? E se fosse un non-responder?
Grazie
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