Gennaro il 28/02/2011 05:13 ha scritto:
Salve
Se ho interpretato bene il pensiero dell'avvocato Beniamino Deidda, la sorveglianza sanitaria completa (formulazione del giudizio di idoneità )per la valutazione dell'alcoldipendenza deve essere effettuata sia da quanto stabilito dall'articolo 15 della legge 125/2001 e sia dal provvedimento del 16 Marzo 2006.
La sorveglianza sanitaria per il rischio "ALCOL" dovrebbe essere effettuata sia con esami programmati sia con accertamenti a sorpresa, sia in fase preventiva, sia in fase preassuntiva.
Il dubbio che mi sovviene è il seguente: la legge 125/2001 all'articolo 15 stabilisce che i test alcolimetrici possono essere effettuati dai medici competenti o dai medici che operano nei servizi di medicina del lavoro con qualifica di UPG.
Per due motivi ho sempre considerato i test alcolimetrici (legge 125/2001 divieto di somministrazione e...........) come test per valutare un abuso acuto di alcol nei luoghi di lavoro,
1 ) per le le finalità dell'articolo 15 della legge 125/2001 (divieto= evento acuto)
2) Non può essere effettuata una sorveglianza sanitaria con la formulazione del giudizio di idoneità perchè ciò è in contrasto con il divieto di effettuare la sorveglianza sanitaria da parte dei medici dell'organo di vigilanza.
Forse non ho interpretato bene il pensiero dell'avvocato Beniamino Deidda?
Saluti:)
Credo di non essermi espresso bene ieri sera, ma era tardi e davo forse i numeri, più del solito.
Volevo dire che non solo hai interpretato bene ma, come al solito, hai ragionato benissimo.
Ciao Gennaro.
Argeo Maviglia
Salve
Non dartene pensiero Argeo, avervo capito
Saluti
Gennaro Bilancio
Volevo prendere un passaggio dell'interpretazione postata nelle pagine precedenti che spiega alcune richieste bizzare che pervengono ai MC:
"Da queste conclusioni deriva l’obbligo del medico competente di “procedere alle visite e ai controlli alcolimetrici tutte le volte che il datore di lavoro o un suo delegato gli segnalerà una possibile assunzione di bevande alcoliche da parte dei lavoratori addetti alle particolari lavorazioni come sopra individuate”.
Tempo fa sono stato contattato da un istituto scolastico che mi chiedeva la disponibilità ad assumere l'incarico di MC.
Prima di accettare ho chiesto il DVR ma, notando che su alcol e lavoro non c'era nulla, ho chiesto all'RSPP quale erano le soluzioni adottate per applicare la L. 125/01.
Mi è stato risposto così:
"Quando il DL, o un suo delegato, si accorgono che un insegnante è eventualmente al lavoro dopo aver assunto alcolici viene chiamato il MC (cioè lei), che deve venire a fare il controllo alcolimetrico".!!!!!!!!
Tali affermazioni disconoscono completamente la realtà quotidiana del MC e faccio riferimento alla maggioranza dei MC, quelli che girano come ambulanti da una piccola azienda all'altra del nostro paese.
Soluzioni come quelle postate sono applicabili nelle grandi aziende. Quelle che hanno il medico presente ogni giorno, o quasi, in azienda.
Ma per il resto? Le piccole, piccolissime aziende?
Io continuo a ritenere che arrovellarsi e polemizzare sulle possibili interpretazioni di un disposto normativo incoerente sia inutile e dannoso.
Vanno promosse iniziative congiunte e condivise per favorire un intervento chiarificatore del Legislatore.
Argeo Maviglia
doc. il 01/03/2011 08:54 ha scritto:
Io continuo a ritenere che arrovellarsi e polemizzare sulle possibili interpretazioni di un disposto normativo incoerente sia inutile e dannoso.
Vanno promosse iniziative congiunte e condivise per favorire un intervento chiarificatore del Legislatore.
Condivido
Gennaro Bilancio
Ci si può arrampicare su gli specchi fin che si vuole, ma la sostanza non cambia. I giuristi, compreso Deidda, mi hanno sempre insegnato che "ubi lex voluit, dixit, ubi tacuit noluit". Sarebbe stato (e sarebbe ancora) molto semplice risolvere la questione, bastava (e basta) scrivere, all'art. 41, comma secondo periodo "per le mansioni di cui all'allegato 1 all'intesa della Conferenza Permanente per lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 16 marzo 2006, è obbligatoria la sorveglianza sanitaria per l'accertamento di assenza di alcoldipendenza". Punto. Non avendolo scritto il legislatore non ha voluto dirlo, quindi allo stato attuale del fantomatico "ordinamento" ritengo che la sorveglianza sanitaria per tali mansioni non sia obbligatoria. In attesa che il legislatore ponga rimedio a tale scempio (ma dubito assai che lo faccia per via della lobby del vino) io non faccio, e ritengo non si debba fare, alcuna sorveglianza sanitaria ad hoc. Ho fatto qualche volta i test alcolimetrici, che a mio giudizio comunque non sono obbligatori (perché nessuna legge, nemmeno la 125/01 li pongono come tali: per me un obbligo significa che una legge deve esplicitamente obbligare qualcuno a fare qualcosa, pena una sanzione specifica, e non è questo il caso) ma i test alcolimetrici non hanno nulla a che vedere con al sorveglianza sanitaria, sono un'altra cosa.
Dopodiché tutte le opinioni sono legittime, incluse quelle di Dubini,m Deidda e Guariniello, purché abbiano l'umiltà di riconoscere che di ciò si tratta cioè di opinioni. Io poi, che sono notoriamente presuntuoso, ritengo che la mia opinione, frutto di 32 anni di professione di cui 20 nell'organo di vigilanza, valga un po' di più: ma è un problema mio, che discuterò coi miei psicologi...
bernardo il 01/03/2011 09:07 ha scritto:
... quindi allo stato attuale del fantomatico "ordinamento" ritengo che la sorveglianza sanitaria per tali mansioni non sia obbligatoria. In attesa che il legislatore ponga rimedio a tale scempio (ma dubito assai che lo faccia per via della lobby del vino) io non faccio, e ritengo non si debba fare, alcuna sorveglianza sanitaria ad hoc. Ho fatto qualche volta i test alcolimetrici, che a mio giudizio comunque non sono obbligatori (perché nessuna legge, nemmeno la 125/01 li pongono come tali: per me un obbligo significa che una legge deve esplicitamente obbligare qualcuno a fare qualcosa, pena una sanzione specifica, e non è questo il caso) ma i test alcolimetrici non hanno nulla a che vedere con al sorveglianza sanitaria, sono un'altra cosa.
quotando pressocchè integralmente, io "a gusto mio" (P.S.: se il tuo psicologo è uno buono, passami il nome che la mia non fa più attività privata ) direi che in ogni caso la "Lobby del Vino" fa assai meno guai di tante altre lobbies meno dichiarate ed assai più subdole, come ad esempio i proliferanti Organismi Paritetici in materia di formazione, e comunque porta soldini complessivi alla ns. bilancia di pagamenti nazionale e non solo e sempre, a differenza di quelle più occulte, nelle tasche delle varie cricchette spesso addirittura a spese pubbliche.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Sono perfettamente d'accordo con quanto scritto da Graziano: sono tutte opinioni che le scrivano Dubini od altri.
P.S. Sono presuntuoso anche io!!!
bernardo il 01/03/2011 09:07 ha scritto:
Ci si può arrampicare su gli specchi fin che si vuole, ma la sostanza non cambia. I giuristi, compreso Deidda, mi hanno sempre insegnato che "ubi lex voluit, dixit, ubi tacuit noluit". Sarebbe stato (e sarebbe ancora) molto semplice risolvere la questione, bastava (e basta) scrivere, all'art. 41, comma secondo periodo "per le mansioni di cui all'allegato 1 all'intesa della Conferenza Permanente per lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 16 marzo 2006, è obbligatoria la sorveglianza sanitaria per l'accertamento di assenza di alcoldipendenza". Punto. Non avendolo scritto il legislatore non ha voluto dirlo, quindi allo stato attuale del fantomatico "ordinamento" ritengo che la sorveglianza sanitaria per tali mansioni non sia obbligatoria. In attesa che il legislatore ponga rimedio a tale scempio (ma dubito assai che lo faccia per via della lobby del vino) io non faccio, e ritengo non si debba fare, alcuna sorveglianza sanitaria ad hoc. Ho fatto qualche volta i test alcolimetrici, che a mio giudizio comunque non sono obbligatori (perché nessuna legge, nemmeno la 125/01 li pongono come tali: per me un obbligo significa che una legge deve esplicitamente obbligare qualcuno a fare qualcosa, pena una sanzione specifica, e non è questo il caso) ma i test alcolimetrici non hanno nulla a che vedere con al sorveglianza sanitaria, sono un'altra cosa.
Dopodiché tutte le opinioni sono legittime, incluse quelle di Dubini,m Deidda e Guariniello, purché abbiano l'umiltà di riconoscere che di ciò si tratta cioè di opinioni. Io poi, che sono notoriamente presuntuoso, ritengo che la mia opinione, frutto di 32 anni di professione di cui 20 nell'organo di vigilanza, valga un po' di più: ma è un problema mio, che discuterò coi miei psicologi...
Come gia' scritto in precedenti occasioni se ci fosse la volonta' di risolvere il problema non aspettando i PM:
1) principio di cedevolezza ( art.1 DL 81/08 ) basterebbe che le regioni legiferassero in materia e non sbandierando linee guida ;
2)l'alccol può dare dipendenza .Basterebbe non ci fossero le lobby.
Mah, io questa "lobby del vino" non la vedo così potente. Secondo me il problema è molto più semplice: siamo in un paese con centinaia di migliaia di leggi, in genere scritte da persone che nulla hanno a che fare con la realtà che vogliono normare, in tempi diversi fra loro, spesso in maniera superficiale o "tanto per fare" e far vedere che si risolvono i problemi. Inevitabilmente salta fuori un delirio normativo, inapplicabile, inutile e incomprensibile. E altrettanto inevitabilmente saltano fuori le "interpretazioni" della legge: la differenza fra le nostre e quelle degli "addetti ai lavori" (i vari Deidda e Guariniello) non sta tanto nella dignità (ogni opinione ha lo stesso valore, è appunto un'interpretazione), quanto nel peso che poi ha. Purtroppo la loro pesa più della nostra, in tribunale! Anche se, parere personale, in certi casi non sta in piedi. Sulle "interpretazioni" di altri presunti esperti, dopo che per qualche giorno mi sono letto attentamente vari articoli o commenti scritti su vari argomenti, che dire: degne come quelle di altri, ma preferisco non fare commenti, direi che si è già seppellito da solo nel ridicolo.
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