andrea b il 12/02/2011 04:42 ha scritto:
Premesso per chiarezza che anche io, come leggo, vorrei mettere becco nella scelta di chi può fare o meno l'addetto al primo soccorso, visto che credo di essere in azienda quello più qualificato a farlo, vorrei fare qualche considerazione: la 11228-1 prende in considerazione, ma solo di striscio, la movimentazione di "oggetti viventi" come i pazienti, escludendo però in maniera chiara le situazioni di emergenza, quindi già il nostro addetto al primo soccorso aziendale; se devo soccorrere un collega, difficilmente ne troverò uno che pesi meno di 25 Kg (o 40 se consideriamo condizioni eccezionali o soggetti particolarmente allenati e addestrati), pur pensando di trovarmi, per il resto, in condizioni ideali di sollevamento; la valutazione va fatta seguendo step successivi, cioè stabilire se c'è oppure no un pericolo (l'azione di movimentare un carico), se ci sono fattori aggravanti, stimare il rischio sulla base di questi e della probabilità che il pericolo si manifesti e possa quindi portare un danno, valutare il rischio con le metodiche adeguate (che secondo me, e sono d'accordo con Bernardo, vanno usate tutte, se pertinenti); seguendo questi ragionamenti dovrei anche calcolare un OCRA per la rianimazione cardio polmonare e dire al soccorritore di diminuire la frequenza delle compressioni ad un ritmo che non possa provocargli danni acuti o addirittura affaticamento fisico, facendo opportune pause di recupero. In pratica finiamo per trovarci un documento di valutazione perfetto, ma che ci preclude qualunque cosa.
Detto ciò, ad esempio, quante volte vi è capitato di trovarvi davanti la segretaria o impiegata alta 165 per 50 kg, non in grado di esercitare 1-2 compressioni efficaci, figuriamoci proseguire 2-3 minuti a 100 compressioni...? Non idonea. O il muratore bergamasco o rumeno, che ha due mani che sembrano due badili: sicuramente vi sfonderà il torace alla prima compressione e riuscirà a proseguire anche 3-5 minuti, cosa che io non ho fiato per fare, ma se deve mettere un dito su un arteria e comprimere, che ha dita grosse come il mio polso e la sensibilità di un bulldozer? oltretutto lo voglio vedere a mettere i guanti senza stracciarli... Non idoneo.
Non voglio assolutamente fare polemica, ma mi sembra che ci andiamo solo a cercare una rogna ulteriore che nessuno finora aveva cercato di appiopparci: direi che già ne abbiamo abbastanza da sbrigare, non facciamo nascere strane idee a legislatori pazzi.
Saluti, Andrea.
Le tue osservazioni sono tutte condivisibili, la conclusione è un pò triste....siamo così impegnati ad adempiere a mille cavilli inutili, stressati dalla paura di sanzioni e preoccupati a salvaguardare noi stessi, che alla fine ci siamo assuefatti, rinunciamo a fare ciò che in coscienza crediamo utile e giusto, alla gratificazione di vedere l'efficacia del nostro intervento, in sostanza alla nostra professionalità...
Ti do ragione, infatti anch'io nella premessa ho sottolineato come sono d'accordo nel vedere quantomeno le persone e capire se hanno problemi che potrebbero influire, eventualmente come visita a richiesta del lavoratore. Non credo siano da mettere in sorveglianza sulla base di rischi normati. Quindi, pur dando tutti i consigli che ho letto fornite anche voi, non li metto in sorveglianza solo per questo "compito lavorativo".
Prego volersi intendere "fattore di diluizione cronologica" riferito al rischio non già che il rischio,essendo diluito nel tempo, si presenti cmq ogni giorno ovvero per tot intervalli di tempo, bensì,volevo intendere,dilazionato nel tempo e cioè occasionalmente come cmq si evince leggendo l'intero testo.
Detto questo mi par di aver capito che per effettuare la S.S. per l'Addetto al Primo soccorso ci debba essere, come sostenevo anch'io, una valutazione del rischio ed un'inclusione di detto compito nei rischi possibili legati all'"occasione di lavoro". Mi aspetterei pure che un eventuale stato morboso con nesso di causalità ("in occasione di lavoro") legato all'espletamento di tali compiti venisse riconosciuto dall'INAIL come infortunio professionale. Che ne pensa l'INAIL? Ricorre l'occasione di lavoro nella prestazione di soccorso ad un collega ? E per il lavoratore non designato, ma che cmq per solidarietà presti la sua opera, ancorchè non designato dal D.L.?
O' munno è munno e cchiù ammunne cchiù scorza iesce
trad. Il mondo è mondo e più lo mondi più scorza fuoriesce (autore:me medesimo)
Nel caso in cui il corso non sia tenuto dal mc aziendale e l'azienda voglia nominare per questioni pratiche (centralinista) come addetto al primo soccorso un lavoratore addetto alle categorie protette, a chi spetta l'onere di valutarne le capacità: al mc o al docente del corso?
Gipsy il 20/06/2017 07:04 ha scritto:
Nel caso in cui il corso non sia tenuto dal mc aziendale e l'azienda voglia nominare per questioni pratiche (centralinista) come addetto al primo soccorso un lavoratore addetto alle categorie protette, a chi spetta l'onere di valutarne le capacità: al mc o al docente del corso?
io direi al medico competente, ovviamente.
chiunque può, pagando, seguirsi i corsi che preferisce, anche solo per sua cultura personale, ma non è detto che poi possa assumere incarichi impegnativi che richiedano una idoneità specifica.
in questo caso, ad esempio, se il lavoratore fosse un non vedente non credo possa essere incaricato della gestione di emergenze, compreso il primo soccorso, se non con ruoli, pur importantissimi, di supporto.
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