Dici che hai combattuto per anni ma sei troppo giovane ( 43 anni ) per smettere adesso. Anche io mi son trovato nella tua stessa situazione quando ho perso in un mese il 60% delle mie entrate perchè un professionista ha fatto prezzi ribassati di oltre il 50% e mi ha tolto una azienda (la più grande che avessi mai avuto finora). Poi riflettendoci sopra non è lui che me la ha tolta ma sono state le ristrettezze dei tempi che costringono alcune aziende a cercare il risparmio a tutti i costi e quindi ero diventato nell'ultimo periodo un "lusso" che non potevano più permettersi. Ho fatto fatica per due-tre mesi le rate da pagare (del mutuo, leasing,affitto studio, ecc.)i figli da crescere, ecc. ma poi mi sono rimboccato le maniche ed ho ricominciato daccapo. Nell'ultimo anno ho aumentato il numero delle aziende e dei lavoratori che seguo ed ho recuperato abbondantemente quanto perso.
Non pensare che intraprendere un altro corso di studi (altri 4-5 anni)possa essere la soluzione. Se veramente ti piace fare il "medico dei lavoratori" non mollare adesso.
Un consiglio che posso darti da "amico" allontanati da Verona (forse ti sarai specializzato in quella splendida città) che è satura di medici competenti, cercati un posto che ti piace dove vivere e lavorare ma lontano da centri universitari. Una volta scelto non ti resta che seminare (farti conoscere) e vedrai che il raccolto ti soddisferà.
Sei una persona troppo intelligente per mandare tutto all'aria.
Capisco che sei amareggiato ma non puoi e non devi arrenderti.
un caro saluto
Marzio
un grazie sincero a Marzio per l'iniezione di fuiducia. Un modo per mettere in pratica il codice deontologico. ma vorrei ritornare sul titolo del forum.
Prima una breve premessa; a cosa serve la sorveglianza sanitaria (secondo me):
- individuare segni/sintomi precoci di patologie occupazionali al fine di prevenirne l'aggravamento e prevenire ulteriori manifestazioni in altri lav. con rischi simili, tramite la comunicazione al datore di lavoro perchè sia rivalutato quel rischio specifico.
- gestire lavoratori con patologie già in essere associate o meno ai rischi specifici.
Teoria: gli attori della prevenzione (sappiamo tutti chi sono per cui non mi dilungo) valutano tutti i rischi per la salute e la sicurezza, il medico competente redige il prot sanitario, parte la sorv san, comunicazione dei giudizi di idoneità, gli attori della prevenzione decidiono se rilalutare alcuni rischi o no, in base a nostra comunicazione, e se è il caso di scomporre la alcune mansioni che sono risultate correlate ad eventi biologici avversi, in compiti lavorativi semplici per trovare una posssibile soluzione.
Pratica lavorando per le società di medicina del lavoro per cui ho lavorato fino ad ora (9):
- sopralluogo spesso coincidente con visite mediche in ditte complesse della durata di max 1 ora pagato dalle 60 alle 80 euro, con relazione; spesso non ho conosciuto il DL anche se richiesto; richieste firme di presa visione e collaborazione ovunque, che prevederebbero la lettura critica dei documenti, spesso biblici. Ho sempre cercato di leggere tutto o quasi, ma guai a fare commenti costruttivi sull'inutile spreco di carta che dovevo leggere, dato il fatto che la stessa soc. di medicina era anche la società che redigeva i doc per la prevenzione oppure era, per così dire, genmellata. Insomma il momento della stesura/collaborazione/rivalutazione dei dati occupazionali è recepito come inutile e deve costare "zero"; direi che per oggi è abbastanza....
- visite mediche: 10 minuti ok, 20 minuti sei fuori (ma con o senza accertamenti? bè, se possibile con); per me il luogo delle visite è sempre stato un mistero....scantinati, chiusure tipo tendone da cinema, riscaldamento naturale (siamo stufe), "ambulatori mobili" e qui potrei dirvi che "ho visto cose che voi umani.....", persone che si presentavano a visita piene di piume di pollo infilate ovunque....etc; una volta mi rifiutai dissi al dl se avrebbe voluto che suo figlio si spogliasse in quel posto fredo e sporco...non è che la società per cui lavoravo mi cacciò, semplicemente smise di darmi lavoro (prima 3 giornate la settimana); tutti sappiamo che i contratti sono spregevoli, ma se vuoi lavorare firmi, sperando... (mi risulta oscuro il motivo per cui l'ordine dei medici non è mai entrato in quaste questioni...in una conferenza li sentii affermare che era colpa dei medici competenti...forse avrebbero dovuto dire "ma è anche colpa nostra"); poi le storielle sugli approfondimenti diagnostici di primo livello.. cambio fulmineo del medico competente se non riusciva a convincere il medico curante che erano a spese del SSN.
- E poi, dulcis in fundo, il giudizio di idoneità: qualcono mi ha anche parlato di % massime di prescrizioni e limitazioni, non scrivere niente al datore di lavoro (se non comunichiamo il problema lui non lo sa ed in caso di incriminazione per lesione personale colposa stiamo sereni che ce la prendiamo in quel posto se non abbiamo niente di "scritto a nostro discapito"); ma se anche scriviamo una limitazione o una prescrizione o qualsiasi altra cosa, i giudizi non vengono presi in considerazione (a parte le inidoneità temporanee, dove si scatena il putiferio...del tipo "ma cosa gliene frega a lei, dobbiamo tenerci le ditte altrimenti non le possiamo dare lavoro" ...parole sacrosante). Se non vi è la possibilità di tradurre al DL il giudizio di idoneità e valutare concretamente la mansione (se non si guarda una persona lavorare ognuno si immagina un pò quello che vuole)se intervenire sui fattori che influiscono sulla salute del lavoratore, il nostro lavoro va alle ortiche...troppe poche volte sono riuscito nell'intento, solo perchè è un lavoro che comporta investimento di risorse e quindi di soldi.
- i lavoratori poi non riescono a capire la nostra funzione, se non quando ci giochiamo le chiappe per loro (un ragazzo con la sclerosi multipla è arrivato a visita terrorizzato perchè un sindacato gli aveva preanninciato che l'avrei fatto sicuramente inidoneo, cosa che poi non è stato e sono riuscito a farlo reitegrare nel posto di lavoro); spesso c'è diffidenza o sopportazione, non sempre per la verità...
- concludendo: la sorveglianza sanitaria serve a chi la fa per vivere e forse per arricchirsi (efficenti ma non efficaci), serve al datore di lavoro per parare i colpi di eventuali sanzioni dell'ASL e per evitare incriminazioni per lesioni personali colpose, il lavoratore spesso chiede che non venga scritto nulla per paura di ripercussioni.
Un tecnico dello spisal di verona una volta mi disse: "vedi andrea, il datore di lavoro può proteggere se stesso da eventuali incriminazioni per lesioni personali colpose se dimostrerà di aver fatto il possibile per prevenire infortuni e patolgie professionali nei suoi lavoratori"
in soldoni manca la messa in pratica delle risultanze della sorveglianza sanitaria
un saluto
Andrea
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se
Non posso negare il quadro sconfortante dipinto dal collega- cui va la mia solidarietà - è divenuto ormai troppo spesso prassi consolidata. Non commetterò l'errore di ammassare in un fascio tutta l'erba ma è innegabile che il malcostume del centro visitificio con MC a noleggio e accertamento facile, condividendo poco o nulla della natura preventiva a forti connotazioni sociali della nostra professione, contribuisca pesantemente a snaturare e svilire la nostra opera. Alla luce di ciò nessuno si stupisca se poi nelle appropriate sedi ci si interroghi da più parti su quale sia la reale efficacia del nostro lavoro, come amaramente evidenziato dal titolo di questo topic.
I frutti aberranti e malati di questo andazzo, tanti e sotto gli occhi di tutti, ci restituiscono però una certezza: la convinzione che non si possa permettere a chicchessia di lucrare su una professione come la nostra che non può essere ridotta a mero businness di bassa lega. Nessuno tuttavia sembra in grado- volente o nolente- di mettere in atto azioni concrete volte a sanare tale improponibile situazione.
Dinanzi a siffate prospettive non posso che comprendere la tristezza d'animo del collega, e rispettare le sue decisioni, certamente sofferte ma ben pesate. Qualcuno sogghignerà, sorvolando con imbelle sufficienza e irridendo ai nostri post accorati ma si rammenti che mettere in sofferenza le coscienze è il primo passo verso la decadenza.
"Felicius curari a medico popularem gentem quam nobiles et principes viros."
Caro giannini, scusa se mi permetto di darti del tu, ma finalmente non mi sento più solo. Rinvigorito dal contenuto del tuo messaggio, di cui condivido tutto, faccio un appello accorato ai quei medici che combattono tutti i giorni per non tradire la loro missione, convinto che ce ne siano ancora: uniamoci, non saprei ora in che modo, per riscattare le nostre coscienze e per dimostrare a tanti che il bene può ancora trionfare.
PS: peccato che sei un pò lontano...sei un mito
l'ultimo commento di an.rosina mi lascia spiazzato. Non nego che esistano molte difficoltà nella nostra professione e che situazioni come quelle che descrive possano sicuramente verificarsi, ma non mi sembrano paradigmatiche della nostra professione. Continuo a leggere la storia dei centri di servizi cattivi e perfidi e a chiedermi, forse semplicisticamente: ma perché ci lavorate? Vero che in Italia le situazioni variano molto da zona a zona, ma non mi sembra che per un medico sia difficile trovare un lavoro migliore e più dignitoso di quello che descrive il Collega. Bisogna certo avere pazienza e costruirsi magari lentamente il proprio gruppo di Aziende. Situazioni come quelle che descrivi vanno semplicemente tagliate, lasciate alle spalle.
chiedo scusa.
Il PENULTIMO commento di an.rosina mi lascia....ecc.
.... e sia ben chiaro che ciò che sto per dire non vuole essere, per nulla, una forma consolatoria del genere "mal comune =mezzo gaudio", tesi da me mai condivisa sin dalla "fame in india" di fine anni '60.
Un mio amico ing. sostiene che di "prevenzione e protezione" dal 626 a seguire sono in molti a camparci: peccato che questo non sempre si rifletta in maniera positiva sulla salute e sicurezza dei lavoratori.
E non è defilandoci, secondo me, che riporteremo il tutto sui giusti binari.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Gentile Collega Rosina ,hai tutta la mia comprensione ed il mio appoggio ,capisco pienamente il tuo stato d'animo ,le tue angosce per altro comuni a molti .ma di non facile soluzione per tanti motivi piu o meno scontati che non sto ad elencare..
Solo l'intervento dell'Ordine potrebbe chiarire e mettere fine a determinate inaccettabili situazioni....ma forse prevale l'interesse dei piu..........
Forza ,non ti deprimere se puoi ...
ti sono vicina come collega e come persona
cari colleghi, un breve accenno alla mia situazione: purtroppo la possibilità di fare un'altra specialità è ufficiosamente naufragata, in quanto mi è stato caldamente consigliato di non presentarmi all'esame per motivi d'età e di salute. Sono quindi di nuova sulla cresta dell'onda.
Ma veniamo a noi. In questi giorni mi sono posto la seguente domanda: quali sono gli indicatori che valutino meglio l'efficacia del nostro lavoro. Ovvero, se io ritengo di aver fatto quanto richiesto dalle norma, e di averlo fatto con coscienza e diligenza, sono stato sicuramente efficace? Oppure sono stato solo efficente?
Dopo aver meditato, sono arrivato a fare queste considerazioni:
1)l'efficacia nella prevenzione e nella sorv sanitaria si ottiene solo costruendo un rapporto di fiducia con il servizio di prevenzione e protezione, soprattutto il datore di lavoro.
2) come indicatore di prevenzione primaria: il datore di lavoro ha messo in pratica quanto noi abbiamo suggerito la precedente visita sul lavoro, secondo un programma definito?
3) esito della sorveglianza sanitaria: il datore di lavoro, l'RLS, l'RSPP ci hanno chiesto (almeno uno) il significato delle limitazioni e/o prescrizioni, ovvero hanno accettato di discutere insieme come renderle operative?
se metto un limitazione o una prescrizione che non viene recepita, o consiglio di fare un campionamento ambientale che non viene effettauto, sarò stato efficiente, ma non efficace.
ho rivisitato la mia esperienza lavorativa, e ne sono rimasto deluso.
ma dalle ceneri si può forse ricominciare.
cordiali saluti
caro Andrea e carissimi altri colleghi, da qualche tempo non seguivo il forum a causa della frustrazione che ne derivava; ai Congressi ormai vado sopratutto per raccogliere ecm.Di anni ne ho 60 e ho lavorato all'università, allo spisal e da libero professionista. I tempi sono difficili, economicamente e più in generale. Quanto tu ed altri descrivono non è tutta la realtà, ma quasi. Solo un narcisismo aberrante potrebbe negarlo e trovo che tu sia sufficientemente libero da non rimanerne vittima. Di questi tempi non sò indicare una soluzione generale (medici pubblici, controlli più severi, altro). Non voglio neppure scendere in dettagli tecnici che preferisco semmai affrontare in altra sede od occasione. Mi limito a portarti la mia esperienza al riguardo. Le tariffe che propongo sono adeguate, le modalità di condurre la sorveglianza sono adeguate e in più della metà dei casi i rapporti con il SPP ed il DL sono soddisfacenti ed efficaci. Non si tratta di un miracolo, forse un pò di fortuna, ma credo, sopratutto,un pò di qualità e tanta tenacia. Tutto questo appoggia sul sufficiente livello di libertà che tu già verosimilmente possiedi e che, come sempre succede, è stato pagato a caro prezzo. Le soluzioni possibili sono molte, spesso individuali.
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