Come indicazione di principio, he però io applico quotidianamente anche nella mia collaborazione alla VDR, si deve tendere a portare l'IR a valori il più' possibile vicini ad 1. Chiaro che, in lavoratori senza problemi, un indice fio ad 1,5 può essere tollerato teporaneamente in attesa delle misure che portino l'IR al massimo ad 1,25. Indici pari o superiori a 2 rendono di fatto inidonei tutti, nel senso che lavorare con indici pari o superiori a 2 vuol dire essere sicuri di sviluppare, prima o poi, un danno da sovraccarico biomecanico, e questo noi (medici copetenti) non possiamo avallarlo: la nostra collaborazione alla VDR si concretizza anche nel dire al datore di lavoro che una situaizone del genere non può essere tollerata, e che occorre adottare misure urgenti di ordine tecnico o organizzativo.
Se una persona ha dei problemi, al di la della inidoneità le limitazioni possibili, che io utilizzo, sono sempre e comunque inferiori a 1: 0,75 - 0,50 - 0,25. Che poi si usi l'IR o il PLR (RLW) non cambia, è la stessa cosa, con però il vantaggio che l'IR riguarda qualsiasi attività di MMC, mentre il PLR può essere espresso solo per ogni singola operazione.
Ciao.
Il tema mi appassiona e ringrazio chi mi sta dando spunti interessanti ( Bernardo, Alesiani...). Vorrei insistere con la pratica di tutti i giorni.
Ho da poco fatto un sopraluogo ad una ditta di facchinaggio ( 75 dipendenti ) che fa ovviamente movimentazione; gli operatori fanno tutti la stessa cosa ovvero movimentare posizionati da circa 20 cm ad 1 metro da terra dei colli del peso di 10 Kg. al massimo ( sacchi di bottiglie di acqua )fino a metterli ad eguale altezza con minimo spostamento, l'operazione ha una frequenza di oltre 200 spostate l'ora. Non ho fatto il calcolo dell'IR secondo N.I.O.S.H. e lo faro' ( mi sono iscitto ora al corso EPM della dott.ssa Colombini e voglio essere piu' erudito ). Pero' penso che l'IR sia piutoosto alto.
Pongo due quesiti:
1) Se un dipendente ha problemi ( ernia od altro ) intenderei procedere per una I. con Presrizione con IR, mettiamo a 0.75. Domando a chi mi puo' aiutare se questa procedura presenta intoppi o no. Ovvero il DL vorra' sapere su quale variabile si dovra' incidere e l'unica che vedo piu' probabile e' la frequenza. Mi sembra possibile che possa rimanere tutto teorico o sbaglio e nella speranza che questo possa essere invece sostanziale come fate a convincere il DL e soprattutto come lo aiutate a risolvere il problema visto che potrebbe avere 6-7 operai a mezzo servizio ?
2) Rimanendo argomento DL, se nel DVR si trova un IR alto che lascia presuppore problemi futuri come si puo' riuscire ad incidere sul ciclo produttivo e quindi quali argomenti usare con il DL. Magari questo dubbio me lo pongo io e pochi altri per scarsa autorita' professionale, ma certo e' che in molti casi noi siamo fra incudine e martello.
Grazie, ciao e buona domenica
Per questo tipo di attività, come l'hai descritto, il NIOSH è poco utile. Ti consiglio di utilizzare l'ISO 11228-1, che tra 'altro è l'unico metodo citato nell'allegato XXXIII al D.lgs 81/08. Comunque con 200 spostamenti/ora per pesi di 10Kg superiamo abbondantemente il limite gironaliero assoluto di 10.000 chili stabilito appunto dalla norma ISO (si raggiungono i 16000 chili!) . Quindi il primo risultato della valutazione, senza nemmeno la necessità di calcolare l'equazione ISO, è che quell'attività è da riprogettare, e la prima misura, trattandosi di sollevamenti ripetuti, è che in nessun caso un singolo lavoratore dovrà movimentare più di 10.000 chili. Per le trestanti varibili devi aplicare il metodo, calcolare l'euqaione ISO e stabilire il PLR . Se a quel punto il PLR è minore di 10 Kg si dovrò agire su una o più variabili (peso, frequenza, presa, altezza, ampiezza, angolo di asimmetria ecc.).
Circa la questione dell'idoneità, in questa particolare situazione se tecnicamente o organizzativamente non sono identificabli mansioni che consentano di rispettare la limitazione, il lavoratore è da dichiarare non idoneo.
Infine, riguardo ai mezzi per convincere il datore di lavoro, beh, stiamo parlando della autorevolezza del Medico Competente: questa è una caratteristica che, a parte le doti "naturali", si acquisisce nel tempo con l'esperienza, ma può anche essere incrementata da una buona formazione in materia dei comunicazione e gestione delle relazioni umane.
Ciao.
Grazie Bernardo per i consigli. Vorrei porre un altro quesito o comunque avere idee di comportamento in situazione inerente alla problematica:
Quando un lavoratore mi richiede una visita per una problematica per esempio di lombalgie e lo stessio lavoratore e' addetto a MC io faccio portare la documentazione clinica in suo possesso e procedo all'esame obbiettivo. Pero' alcuni casi risultano chiari, altri li definisco border-line e devo dire che talvolta capita che il dipendente cerchi di sfruttare la possibilita' di una eventuale prescrizione per avere dei lavori meno pesanti senza ce ne sia una reale necessita'.
Mi spiego meglio, i dati strumentali spesso stridono con la realta' clinica ( grosse ernie asintomatiche e viceversa ), oppure assenza di dati strumentali ed anche clinici e magari presenza di problematiche vere. Questa attivita' che definirei anche di tipo medico-legale, mi risulta spesso difficoltosa e mi rimangono spesso molti dubbi sulla equita' del giudizio che ho preso. Come risolvete il problema colleghi ? Grazie e buon lavoro a tutti
[cite]panema il 28/04/2012 12:22 ha scritto:
Ciao.
Il tema mi appassiona e ringrazio chi mi sta dando spunti interessanti ( Bernardo, Alesiani...). Vorrei insistere con la pratica di tutti i giorni.
Ho da poco fatto un sopraluogo ad una ditta di facchinaggio ( 75 dipendenti ) che fa ovviamente movimentazione; gli operatori fanno tutti la stessa cosa ovvero movimentare posizionati da circa 20 cm ad 1 metro da terra dei colli del peso di 10 Kg. al massimo ( sacchi di bottiglie di acqua )fino a metterli ad eguale altezza con minimo spostamento, l'operazione ha una frequenza di oltre 200 spostate l'ora.
Quello che dice Bernardo sui limiti di carico complessivo giornaliero abbatte senza possibilità di smentita il carico di lavoro possibile ed accettabile.
Peraltro, pur non avendo compreso bene la dinamica della MMC in discussione, ti chiedo se fosse possibile , con l'uso di transpallet dinamici,elettrificati o no, che la distanza del movimento e l'altezza da terra per la movimentazione iniziale , non possano essere ridotte a movimenti senza chinarsi/rialzarsi oltremodo.
Il pallet di scarico ad ogni piano di pacchi lavorato si "alza" e quello di carico si "abbassa" in modo tale ta limitare l'escursus del movimento e quindi facendolo quasi in posizione eretta.(prevenzione primaria e secondaria che il RSPP non può non considerare ed accettare)
Mi domando invece ( ripeto non conoscendo bene tutti gli atti del movimento) se il problema più impegnativo non possa essere la presenza di dislocazione angolare del rachide DL, se le due piattaforme non sono debitamente distanziate.
Ciao
Mario
panema il 03/05/2012 11:17 ha scritto:
Ciao.
Grazie Bernardo per i consigli. Vorrei porre un altro quesito o comunque avere idee di comportamento in situazione inerente alla problematica:
Quando un lavoratore mi richiede una visita per una problematica per esempio di lombalgie e lo stessio lavoratore e' addetto a MC io faccio portare la documentazione clinica in suo possesso e procedo all'esame obbiettivo. Pero' alcuni casi risultano chiari, altri li definisco border-line e devo dire che talvolta capita che il dipendente cerchi di sfruttare la possibilita' di una eventuale prescrizione per avere dei lavori meno pesanti senza ce ne sia una reale necessita'.
Mi spiego meglio, i dati strumentali spesso stridono con la realta' clinica ( grosse ernie asintomatiche e viceversa ), oppure assenza di dati strumentali ed anche clinici e magari presenza di problematiche vere. Questa attivita' che definirei anche di tipo medico-legale, mi risulta spesso difficoltosa e mi rimangono spesso molti dubbi sulla equita' del giudizio che ho preso. Come risolvete il problema colleghi ? Grazie e buon lavoro a tutti
Beh, tra i trucchi del mestiere, che si imparano inevitabilmente col tempo e l'esperienza, c'è anche quello, oltre che saper "trattare" col datore di lavoro, di saper "trattare" coi lavoratori. Troverai sempre un datore di lavoro o un lavoratore che tenteranno, al di là dell'umanamente comprensibile, di tirare l'acqua al proprio mulino, e a volte anche di usarti per i propri fini (non sempre limpidi, legittimi e in buona fede). Sono casi sporadici, ma capitano. E rassegnati: qualcuno, soprattutto all'inizio della carriera, riuscirà fregarti. Ma non ti preoccupare, succede a tutti, è successo anche a me. L'importante è riconoscere la fregatura e attrezzarsi per il futuro.
Per il "mastino": hai ragione, in casi come questo occorre darsi da fare per modificare l'organizzazione e le procedure di lavoro: non esistono regole generali, salvo i principi generali dell'ergonomia (che poi è uno solo: per quanto tecnicamente fattibile adattare il lavoro al lavoratore) ogni luogo di lavoro è a sé e va studiato specificamente.
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