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personale sanitario HCV+ e idoneità

Questo argomento ha avuto 22 risposte ed è stato letto 9170 volte.

ipernic

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75
  • Lavoratori rischiosi per gli altri
  • (27/07/2002 11:11)

Sono molto lieto del fatto che si sia sviluppato un dibattito su questo argomento. Il rischio di trasmissione di malattie infettive dagli operatori sanitari al pubblico è uno degli argomenti di maggiore attualità nella letteratura scientifica internazionale. Si tratta, in realtà, di un aspetto particolare di un problema più ampio, giacché sono numerose le condizioni morbose degli operatori sanitari che possono mettere in pericolo la salute di coloro che ad essi si affidano. Inoltre, il problema del lavoratore rischioso per gli altri non è limitato alla sanità, ma riguarda molti altri servizi e forze di sicurezza. Le modalità di gestione sono oltremodo controverse, perché non è facile contemperare l’esigenza di tutelare la salute pubblica e quella di non discriminare i lavoratori malati.

Il problema della gestione del personale con malattie trasmissibili è stato affrontato dapprima in una Consensus Conference tenutasi allo Spallanzani (Roma) il 28-29 ottobre 1999. Successivamente il Gruppo Italiano per lo studio delle modalità di gestione intraospedaliera dei lavoratori con malattie pericolose per il pubblico (GIS-GILMaPP) ha prodotto un Documento di Consenso su “Idoneità al lavoro e salute pubblica”, che è stato pubblicato da La Medicina del Lavoro (2001, 92: 295-306) ed ha promosso un Seminario su “Gestione dei lavoratori rischiosi per gli altri” che si è tenuto a Roma il 13/4/2002 allo Spallanzani e che ha realizzato la confluenza dei diversi gruppi di studiosi. Dal Seminario, al quale hanno partecipato medici di varie specialità, giuristi, amministratori, rappresentanti dei lavoratori e dei pazienti, è scaturita l’indicazione di costituire tre gruppi di studio interdisciplinari e correlati, che si occuperanno rispettivamente:

a) di valutare gli aspetti giuridici e normativi del problema nei principali paesi europei;

b) di accrescere le competenze mediche nel quadro di progetti di ECM;

c) di formulare proposte, norme di comportamento, linee-guida.

Ove fossi interessato a partecipare con il Tuo qualificato contributo al dibattito culturale, Ti invito a volerti mettere in contatto con noi ad uno dei seguenti indirizzi:



Nicola Magnavita, Istituto di Medicina del Lavoro, Università Cattolica del Sacro Cuore, Largo Gemelli 8, 00168 Roma.

Telefono 06/30155268 06/30154277; cell. 347/3300367 fax 06/3054481

e-mail: nmagnavita@rm.unicatt.it

Margherita Tamanti, ASL RM/F tel 0766.5916401 - 0766.5916403 – cell. 3477811710 eneli@tiscalinet.it

cieri1@pc

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9
  • Re: personale sanitario HCV+ e idoneità
  • (29/07/2002 20:21)

Il contributo di Magnavita e Collaboratori pubblicato su " La Medicina del Lavoro" è ottimo, con le importanti precisazioni sulla sorveglianza sanitaria per rischi specifici/valutati e relativo giudizio di idoneità al lavoro specifico ( accertamenti mirati alla tutela della salute del lavoratore) da tenere distinta da quella attività medico-legale mirata alla verifica dello stato di salute del lavoratore ( collegio medico-legale ASL);

il tema in discussione è così delicato e complesso che spero che la discussione su questo forum rimanga sempre attiva: la specificità del consenso ottenuto da noi medici competenti per l 'esecuzione della sorveglianza " obbligatoria" per rischio professionale " valutato" vincola l 'atto finale della nostra attività ( espressione del giudizio di idoneità alla mansione specifica ) alla tutela della salute del lavoratore ( non del paziente/ pubblico)

Terrana lamenta ( giustamente!) giudizi di non idoneità espressi superficialmente; ma anche la piena idoneità che ho recentemente espresso su un chirurgo ortopedico in assunzione sinceramente mi lascia un dubbio: è sufficiente solo l 'informazione/ formazione che ho dato? Senza il consenso dell 'interessato i dati sanitari individuali non li ho certo trasmessi alla direzione sanitaria per l 'adozione di eventuali provvedimenti restrittivi.

Il problema non è, non può essere solo nostro, ben vengano le regole chiare definite a priori , protocolli diagnostici condivisi di cui parla Mantello.

P.S.: il Documento di Consenso dell ' ISS/ Spallanzani si può trovare sul " Giornale Italiano delle Infezioni Ospedaliere " vol 7 n° 4 ottobre-dicembre 2000 per i colleghi che ne abbiano bisogno.

Qualcuno può dirmi se è ci sono gli atti del seminario " Gestione dei lavoratori rischiosi per gli altri" tenuto a Roma lo scorso aprile?



Grazie DONATO CIERI

ipernic

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75
  • Re: personale sanitario HCV+ e idoneità
  • (09/08/2002 07:52)

Una sintesi dei lavori del Seminario è comparsa sull'ultimo numero della Medicina del Lavoro: Magnavita N, Sacco A. Seminario Interdisciplinare “Gestione dei lavoratori rischiosi per gli altri”. Med Lav 2002; 93: 356-8; il testo completo degli interventi è ancora in elaborazione.
Il lavvoro di consenso era comparso sulla Medicina del Lavoro di ottobre scorso: Nicola Magnavita, Vania Cirese, Giuseppe De Lorenzo, Adriano Fileni, Dalila Ranalletta, Angelo Sacco, Antonio G. Spagnolo, Claudio Stanzani, Giovanna Zavota (GIS GILMaPP): Documento di consenso. Idoneità al lavoro e salute pubblica nei lavoratori ospedalieri.. Med Lav, 2001, 92: 295- 306.
Attualmente si sta lavorando ad una raccolta di casi clinici (e relativa soluzione). Tutti gli interessati sono invitati a collaborare, mettendosi in contatto alla mia e-mail: nmagnavita@rm.unicatt.it. Grazie

acapri

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243
  • Re: personale sanitario HCV+ e idoneità
  • (11/08/2002 00:06)

vorrei collaborare al programma di lavoro HCV+ed idoneità

Dott.Andrea Capri
Specialista in Medicina del Lavoro

La Redazione

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1662
  • Re: personale sanitario HCV+ e idoneità
  • (15/09/2002 09:47)

Secondo l'intervento a Giardini Naxos del Procuratore Guariniello gli scopi del giudizio di idoneità alla mansione specifica sono di due tipi:
1)la tutela della salute del lavoratore
2)la tutela di terzi
Questa interpretazione, che a noi non era stata mai presentata così chiaramente da nessuno, apre la strada ad una serie di interpretazioni e di modalità di difficile applicazione ma avvalora la posizione di quanti (vedi gli interventi di Magnavita) su questo punto stanno impostando programmi molto interessanti.

La redazione di MedicoCompetente.it

SARNANDO

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  • Re: personale sanitario HCV+ e idoneità
  • (16/09/2002 11:21)

Caro Loris
Anch'io mi sono trovato nella condizione di dover esprimere un giudizio di idoneità nei confronti di un operatore sanitario HCV+, con una serie di problemi particolari da affrontare e cercare di risolvere.
A tale riguardo, e dopo aver letto le opinioni degli altri colleghi, vorrei fare le seguenti considerazioni:
- il D. Lgs. 626/94, come ben noto a tutti, ha lo scopo di tutelare la salute del lavoratore, per cui sembrerebbe logico e perfettamente legale che il Medico Competente si astenesse da ogni atto non previsto dal decreto ed esprimesse, pertanto, un giudizio di idoneità al lavoro in termini positivi.
"Un tale comportamento però sarebbe estremamente censurabile e addirittura delittuoso se si fermasse qui, ma certamente corretto sia deontologicamente che dal punto di vista medico-legale se il Medico Competente, dopo aver espresso parere positivo di idoneità lavorativa, contestualmente informasse la Direzione Sanitaria, della situazione venuta a sua conoscenza, per i provvedimenti di sua competenza" (B. Grieco);
- la tutela della salute è costituzionalmente protetta e "non si esaurisce nell'affermazione che le condizioni lavorative devono essere tali da non porre a rischio questo bene essenziale", ma anche "che la tutela implica e comprende il dovere dell'individuo di non ledere né porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui ..."
- secondo il Piazza (noto infettivologo), un soggetto HCV+ può essere ritenuto idoneo a manovre invasive se la determinazione quantitativa di HCV-RNA, quantifichi una viremia minore di 1000 copie.

SARNANDO

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Salerno
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6
  • Re: personale sanitario HCV+ e idoneità
  • (16/09/2002 11:22)

Caro Loris
Anch'io mi sono trovato nella condizione di dover esprimere un giudizio di idoneità nei confronti di un operatore sanitario HCV+, con una serie di problemi particolari da affrontare e cercare di risolvere.
A tale riguardo, e dopo aver letto le opinioni degli altri colleghi, vorrei fare le seguenti considerazioni:
- il D. Lgs. 626/94, come ben noto a tutti, ha lo scopo di tutelare la salute del lavoratore, per cui sembrerebbe logico e perfettamente legale che il Medico Competente si astenesse da ogni atto non previsto dal decreto ed esprimesse, pertanto, un giudizio di idoneità al lavoro in termini positivi.
"Un tale comportamento però sarebbe estremamente censurabile e addirittura delittuoso se si fermasse qui, ma certamente corretto sia deontologicamente che dal punto di vista medico-legale se il Medico Competente, dopo aver espresso parere positivo di idoneità lavorativa, contestualmente informasse la Direzione Sanitaria, della situazione venuta a sua conoscenza, per i provvedimenti di sua competenza" (B. Grieco);
- la tutela della salute è costituzionalmente protetta e "non si esaurisce nell'affermazione che le condizioni lavorative devono essere tali da non porre a rischio questo bene essenziale", ma anche "che la tutela implica e comprende il dovere dell'individuo di non ledere né porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui ..."
- secondo il Piazza (noto infettivologo), un soggetto HCV+ può essere ritenuto idoneo a manovre invasive se la determinazione quantitativa di HCV-RNA, quantifichi una viremia minore di 1000 copie.

ipernic

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75
  • Re: personale sanitario HCV+ e idoneità
  • (17/09/2002 20:51)

Il nostro gruppo di lavoro (LARA, Lavoratori rischiosi per gli altri) è stato presente al 65° Congresso Nazionale della Società di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale, tenutosi a Giardini Naxos (ME) il 12-15 settembre u.s., con un poster che riassumeva il lavoro sin qui svolto e rappresentava al tempo stesso un invito alla collaborazione.
Nella Sessione Plenaria del 13 settembre il dott. Raffaele Guariniello, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Torino, in risposta ad una nostra osservazione, ha dedicato ampio spazio al problema trattato, definendolo “argomento innovativo in Medicina del Lavoro” e “di particolare delicatezza e problematicità, soprattutto per i medici competenti dei servizi sanitari delle ASL”. Secondo il Magistrato, l’impostazione del legislatore in tema di ambiente di lavoro e tutela della salute si è gradualmente evoluta: dalla prima (ed innovativa) concezione risalente agli anni ‘20, che riconosceva la potenziale nocività dell’ambiente di lavoro e si prefiggeva la tutela della salute del lavoratore, impostazione confermata nel DPR 303/56, si è giunti con le Direttive europee e con la legislazione vigente ad una più ampia interpretazione del concetto di ambiente di lavoro, nel cui contesto è necessario garantire la tutela della salute di tutti coloro che vi si trovano, ivi compresi apprendisti, studenti, lavoratori temporanei, in appalto, ma anche clienti ed utenti. In questa prospettiva, diventa obbligatorio per il datore di lavoro la valutazione del rischio per la salute di terzi che può derivare dall’attività produttiva o dal servizio erogato e, di conseguenza, la previsione del rischio per terzi nel documento di valutazione dei rischi. Il medico competente dovrà quindi impostare la sorveglianza sanitaria in conformità con tale valutazione, prendendo tutti gli opportuni provvedimenti ai fini di garantire l’informazione, il consenso dei lavoratori, la riservatezza dei dati individuali. Nei casi in cui il documento di valutazione dei rischi sia carente (che rappresentano, a giudizio di chi scrive questa nota, la quasi totalità) il magistrato ritiene che il medico competente debba espletare il ruolo attivo di partecipazione alla redazione del documento di valutazione dei rischi che la legge gli attribuisce, chiedendo al datore di lavoro (per iscritto, e conservandone copia) di integrare il documento di valutazione stesso. In caso contrario, qualora dal comportamento omissivo del medico dovessero derivare conseguenze per la salute del lavoratore, anche nel caso di rischi non tabellati e non previsti dal documento, ma comunque presenti, il medico potrebbe essere incriminato in solido con il datore di lavoro per i reati (lesioni personali, omicidio colposo ecc.) che dovessero verificarsi. E’ noto che il dott. Guariniello ha adottato tale decisione in altri casi, contribuendo attivamente al costituirsi di una Giurisprudenza orientata in tal senso.
Da parte del magistrato abbiamo registrato anche una nota di comprensione per i medici competenti delle strutture sanitarie delle ASL, che si trovano subordinati ad un datore di lavoro al quale è subordinato anche l’organo di vigilanza. Tuttavia egli ha tenuto a chiarire che la situazione particolarmente difficile di questi colleghi non li esime dai loro obblighi.

acapri

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Roma
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Medico del Lavoro
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243
  • Re: personale sanitario HCV+ e idoneità
  • (17/09/2002 23:01)

Condivido pienamente l'osservazione di IPERNIC sui DVR e sulle eventuali responsabilità omissive del medico competente in ambito ASL, tuttavia queste omissioni sono sicuramente simili a quelle dei servizi sanitari di grandi aziende che a causa di poteri centrali demandano la stesura dei DVR a semplici amministrativi che non hanno mai avuto specifiche preparazioni in ambito medico, di medicina del lavoro ed igiene del lavoro ed industriale. I DVR di queste aziende sono sottoposti al M.C. per firma, anche qui l'osservazione principale va al mancato pagamento del medico consulente ed alla non tutela sanitaria dei lavoratori.

Dott.Andrea Capri
Specialista in Medicina del Lavoro

Centini

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3
  • Re: personale sanitario HCV+ e idoneità
  • (22/11/2002 22:33)

Vorrei chiedere al Dott. Magnavita (o a chiunque altro ne abbia conoscenza!) se il testo completo degli interventi del seminario "Gestione dei lavoratori rischiosi per gli latri", tenutosi lo scorso aprile è già stato pubblicato o è ancora in fase di elaborazione. Sarei veramente molto interessata a conoscere più nel dettaglo tali interventi.
Grazie!

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