Buona sera,
nell'ambito della attività di sorveglianza sanitaria mi capita spesso di dover giudicare operai saldatori affetti da asma brnchiale, nella maggior parte dei casi di natura allergica o comunque in buon compenso farmacologico. Che idoneità?
Qualcuno sa dirmi se esistono delle linee guida che permettano una analisi che non dipenda unicamente dal riferito soggettivo e quindi che non si presti ad eventuali speculazioni?
vedo che nessuno dei tuoi colleghi ha notato il quesito, e quindi per l'intanto cerco di venirti incontro io. Tieni però ben presente che io non sono MC, anzi non sono medico del tutto, quindi chiedo "perdonissimo" a tutti se dirò qualche sciocchezza, il che è attendibile.
Allora, innanzi tutto ti chiedo: sei proprio sicuro-sicuro che siano asma bronchiale? Se ricordo in maniera appropriata, quando 30 anni fa (sigh, il tempo scorre inesorabilmente...) feci il mio bravo master in medicina aziendale il prof. Sessa buonanima ci spiegò che asma e asbestosi davano spirometrie "restrittive" mentre BPCO e silicosi davano spirometrie "ostruttive" ed il dubbio diagnostico occorreva della diffusione alveolo-capillare per essere risolto, anche se poi un amico fisiopatologo respiratorio mi spiegò che non era sempre così semplicistica, la cosa. Ribadisco che cito a memoria e abbastanza "a pappagallo", ma che fosse la riposta giusta è certo, perchè fu la mia principale domanda d'esame ed ebbi 30 e lode, nonostante non fossi medico.
Quindi, se tu alla visita e soprattutto all'esame spirometrico hai trovato delle sindromi ostruttive e le diagnosi di asma le hanno fatte i MMG dei lavoratori senza accertamenti strumentali forse è il caso di rivedere la diagnosi e quindi la spirometria che hai eseguito tu, non solo, ma soprattutto -se fosse come temo- di ricordare che la BPCO è nella Lista I delle sos. MP con obbligo di referto secondo il recente aggiornamento dell'elenco delle MP emanato con D.M. 11.12.2009, pubblicato però circa 4 mesi dopo nel 2010.
Per la precisione, adesso è la voce 15 del gruppo 4 di lista I, che fino all'edizione precedente per la saldatura parlava solo di bronchite cronica.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Gentile nofertiri9, l'asma è una patologia di tipo ostruttivo e non restrittivo. E' caratterizzata da episodi accessuali, durante i quali il paziente ha dispnea, soprattutto espiratoria, e all'auscultazione toracica si apprezzano sibili espiratori soprattutto alle basi polmonari.Indipendentemente dall'eziologia, io non farei idoneo il saldatore in questione, anche se utilizzasse idonei DPI, in quanto lo spirito della visita preventiva/periodica è proprio quello di valutare eventuali ipersuscettibilità di organi ed apparati nei confronti del rischio lavorativo, e mi sembra che ci troviamo proprio di fronte ad uno di questi casi.
nofertiri9 il 16/03/2013 09:56 ha scritto:
vedo che nessuno dei tuoi colleghi ha notato il quesito, e quindi per l'intanto cerco di venirti incontro io. Tieni però ben presente che io non sono MC, anzi non sono medico del tutto, quindi chiedo "perdonissimo" a tutti se dirò qualche sciocchezza, il che è attendibile.
Allora, innanzi tutto ti chiedo: sei proprio sicuro-sicuro che siano asma bronchiale? Se ricordo in maniera appropriata, quando 30 anni fa (sigh, il tempo scorre inesorabilmente...) feci il mio bravo master in medicina aziendale il prof. Sessa buonanima ci spiegò che asma e asbestosi davano spirometrie "restrittive" mentre BPCO e silicosi davano spirometrie "ostruttive" ed il dubbio diagnostico occorreva della diffusione alveolo-capillare per essere risolto, anche se poi un amico fisiopatologo respiratorio mi spiegò che non era sempre così semplicistica, la cosa. Ribadisco che cito a memoria e abbastanza "a pappagallo", ma che fosse la riposta giusta è certo, perchè fu la mia principale domanda d'esame ed ebbi 30 e lode, nonostante non fossi medico.
Quindi, se tu alla visita e soprattutto all'esame spirometrico hai trovato delle sindromi ostruttive e le diagnosi di asma le hanno fatte i MMG dei lavoratori senza accertamenti strumentali forse è il caso di rivedere la diagnosi e quindi la spirometria che hai eseguito tu, non solo, ma soprattutto -se fosse come temo- di ricordare che la BPCO è nella Lista I delle sos. MP con obbligo di referto secondo il recente aggiornamento dell'elenco delle MP emanato con D.M. 11.12.2009, pubblicato però circa 4 mesi dopo nel 2010.
Per la precisione, adesso è la voce 15 del gruppo 4 di lista I, che fino all'edizione precedente per la saldatura parlava solo di bronchite cronica.
so cosa + l'asma, anche fisiologicamente, e non è un caso che ci ho tenuto a specificare "30 anni fa". All'epoca, altro che "pony": si andava a fare le spiro con un cosone enorme, che dentro aveva un sacco di gomma trasparente bello grosso, dove finiva il fiato, collegato ad un pennino metallico che con la punta disegnava la curva su un cartoncino millimetrato mano mano che si riempiva e si svuotava, sul quale poi i poveri MC si facevano le varie misure e relativi conti, anche quando questi spirometroni avevano l'elaborazione della stampa elettronica (c.d. spirometro a secco a cuneo). La curva era diversissima da quella che disegnano oggi gli spirometri elettronici, e sostanzialmente (ti dico cosa mi ricordo, magari qualcuno nei MC diversamente giovani che ci hnno dovuto lavorare potrà meglio spiegare) la differenza era nella forma della curva: premettendo che avevano un andamento comunque lievemente iperbolico, con origine all'incrocio degli assi dove si posizionava il pennino, se la curva dopo aver finito la fase immediatamente ascendente era "morbida" la chiamavano ostruttiva, se invece il tratto più orizzontaleggiante post curvatura era pressocchè parallelo alle ascisse la chiamavano "restrittiva".
E fu su questo che appunto, già prima degli anni 90 in cui la ERS 1993 * ridefinì i termini numerico-percentuali, il mio amichetto medico fisiopatologo mi spiegò che non era esattamente come mi avevano insegnato ma che c'erano dei valori parametrici "dirimenti" che tra l'altro definivano anche la possibilità di insufficiente collaborazione del paziente. Io infatti delle "nuove" figurine ho capito a stento che se c'è un cucchiaio nella seconda metà sono ostruttive, ma non più di tanto. E confesso che nemmeno me ne frega una ceppa di imparare, perché non è il mio lavoro , ed è una gioia che vi lascio con assoluto piacere!
*= Valori che però la ASL di VT e il NIS sconsigliano, perchè -pare- provochino sottostima della valutazione di normalità.
Nofer
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Colgo una vena nostalgica nel suo intervento. Anche io nutro dei forti dubbi sull'utilità degli spirometri in uso oggi. Mi piacerebbe sapere la sua opinione , invece, sulla non idoneità alla mansione di saldatore che esprimerei nei confronti di un lavoratore asmatico. Sicuramente, anche se non come medico competente, si è fatta un'idea nel corso della sua lunga esperienza nel settore della sicurezza del lavoro.
nofertiri9 il 16/03/2013 05:37 ha scritto:
so cosa + l'asma, anche fisiologicamente, e non è un caso che ci ho tenuto a specificare "30 anni fa". All'epoca, altro che "pony": si andava a fare le spiro con un cosone enorme, che dentro aveva un sacco di gomma trasparente bello grosso, dove finiva il fiato, collegato ad un pennino metallico che con la punta disegnava la curva su un cartoncino millimetrato mano mano che si riempiva e si svuotava, sul quale poi i poveri MC si facevano le varie misure e relativi conti, anche quando questi spirometroni avevano l'elaborazione della stampa elettronica (c.d. spirometro a secco a cuneo). La curva era diversissima da quella che disegnano oggi gli spirometri elettronici, e sostanzialmente (ti dico cosa mi ricordo, magari qualcuno nei MC diversamente giovani che ci hnno dovuto lavorare potrà meglio spiegare) la differenza era nella forma della curva: premettendo che avevano un andamento comunque lievemente iperbolico, con origine all'incrocio degli assi dove si posizionava il pennino, se la curva dopo aver finito la fase immediatamente ascendente era "morbida" la chiamavano ostruttiva, se invece il tratto più orizzontaleggiante post curvatura era pressocchè parallelo alle ascisse la chiamavano "restrittiva".
E fu su questo che appunto, già prima degli anni 90 in cui la ERS 1993 * ridefinì i termini numerico-percentuali, il mio amichetto medico fisiopatologo mi spiegò che non era esattamente come mi avevano insegnato ma che c'erano dei valori parametrici "dirimenti" che tra l'altro definivano anche la possibilità di insufficiente collaborazione del paziente. Io infatti delle "nuove" figurine ho capito a stento che se c'è un cucchiaio nella seconda metà sono ostruttive, ma non più di tanto. E confesso che nemmeno me ne frega una ceppa di imparare, perché non è il mio lavoro , ed è una gioia che vi lascio con assoluto piacere!
*= Valori che però la ASL di VT e il NIS sconsigliano, perchè -pare- provochino sottostima della valutazione di normalità.
quando ero ancora nel pubblico, una vita e mezza fa, c'era un medico (buonanima, per fortuna...) dell'ex ENPI che sosteneva di aver fatto una gran cosa selezionando come idonei per un reparto rumorosissimo di una nota fabbrica di autovetture tutti quelli che avevano già una ipoacusia più o meno marcata. La sua tesi era che, essendo già sordi, avrebbero avvertito meno fastidio di quelli normoacusici e si evitava che diventassero sordi anche degli altri: e non ci fu verso di tentare di spiegargli che non era così che funzionava la prevenzione, men che mai il criterio di "l'uomo giusto al posto giusto". Ma appunto parliamo di quell'epoca lì, anche prima anzi.
E devo dire che tale concetto della MdL era assai diffuso, in quel tempo: dovrebbe corrispondere all'odierno "esponi a rischio la minor quantità di persone", ma sono certa che non sia questo il metodo migliore. D'altronde, lo stesso prof Sessa di cui dicevo nell precedente intervento sostenne a lezione (ma lo aveva scritto anche nel suo testo) che per la prevenzione dell'asbestosi la cosa migliore era mettere a lavorare con l'amianto tutti ultra quarantenni: secondo lui, infatti, attesi i tempi lunghi perchè si manifesti l'asbestosi (circa 15-20 anni) o peggio, quando si acccorgevano di essere ammalati avrebbero avuto più di 60 anni ed erano già in pensione, quindi non c'erano aggravi di spesa per l'inail, nè per il DdL.
Ricordo ancora com'ero vestita a lezione, quel giorno, ricordo dove stavo seduta e ricordo pure che fuori pioveva.
Voi MC -oggi più che mai- vi trovate davanti queste che vengono chiamate "idoneità difficili", tu mi chiedi che farei.
Beh, io ho sempre pensato che è meglio un disoccupato vivo che un occupato morto, ma adesso che i 60 anni sono io ad averli, e vedo che il lavoro -e quindi la sopravvivenza economica- sono sempre più difficili, temo che finirei con spiegargli qual è il rischio e lascerei scegliere a loro.
Sono sempre più contenta di fare il mio lavoro, e non il vostro.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
RINGRAZIO PER LE RISPOSTE,SOTTOLINEO SOLO L'IMPORTANZA DEL PROBLEMA VISTO CHE LE PATOLOGIE RESPIRATORIE SU BASE ALLERGICA SONO IN COSTANE INCREMENTO E CHE, PER LE CARATTERISTICHE DI ACCESSUALITA'DELLA PATOLOGIA, NELLE FASI DI QUIESCENZA I PARAMETRI SPIROMETRICI E L'OBIETTIVITA' CLINICA POSSONO ESSERE ASSOLUTAMENTE NORMALI.
GIUSTO PER DARVI UNA VAGA IDEA DELLA MIA ESPERIENZA NEGLI ULTIMI 2 MESI DI ATTIVITA' SU 54 LAVORATORI CON MANSIONE DI SALDATORE BEN 18 LAVORATORI HANNO ESIBITO CERTIFICAZIONI DI STRUTTURA PUBBLICA ATTESTANTE LA PRESENZA DI ASMA BRONCHIALE DI NATURA ALLERGICA!!!
embé, ma hanno verificato a cosa sono queste allergie? Perchè dire "è allergia" è una cosa, ma dire almeno cosa evitare per incorrere in una crisi di asma (che è un cacchio brutto assai) mi pare "base". O mi sbaglio?
Io, che non sono più realista del re ma me la cavo benino, un rapporto 1:3 di presunti asmatici solo nella mansione di saldatore dico che il 33% di incidenza merita qualche approfondimento. Mannaggia che ho chiuso il lab, se no ti chiedevo di portare a me le HbCO... e magari mi ci sbizzarrivo pure per gli MCV e sugli sferociti: chissà se c'è ancora in giro qualche vecchia guardia che sa come colorare con cosa un vetrino di emocromo e quindi leggere la morfologia eritrocitaria al microscopio...
Se tu potessi dirmi che tipo di saldatura fanno i 18 asmatici e che tipo di saldatura fanno invece gli altri mi aiuteresti a meglio farmi delle regressioni lineari... In ogni caso, a te alle spiro cosa è uscito?
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Un saldatore asmatico, ancorché allergico non può essere considerato a priori idoneo o non idoneo, merita comunque sicuramente attenzione; come approccio operativo io farei un attenta raccolta anamnestica con riguardo a:
-numero di crisi al mese
-terapia in atto
-miglioramento in ferie
-comparsa di sintomi (fischi e sibili)al lavoro
-correlazione con un attività specifica dei sintomi
alla fine farei una registrazione del picco di flusso per circa 15 giorni.
se non ho il sospetto di una correlazione con il lavoro lo farei idoneo con uso di adeguati dpi e verificherei la presenza di adeguati dpc (aspiratori).
se ho il sospetto di una correlazione con il lavoro lo farei spostare.
Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare,
non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.
(Jacques-Yves Cousteau)
alessandrociberti il 22/03/2013 12:23 ha scritto:
Un saldatore asmatico, ancorché allergico non può essere considerato a priori idoneo o non idoneo, merita comunque sicuramente attenzione; come approccio operativo io farei un attenta raccolta anamnestica con riguardo a:
-numero di crisi al mese
-terapia in atto
-miglioramento in ferie
-comparsa di sintomi (fischi e sibili)al lavoro
-correlazione con un attività specifica dei sintomi
alla fine farei una registrazione del picco di flusso per circa 15 giorni.
se non ho il sospetto di una correlazione con il lavoro lo farei idoneo con uso di adeguati dpi e verificherei la presenza di adeguati dpc (aspiratori).
se ho il sospetto di una correlazione con il lavoro lo farei spostare.
Nessuna apparente correlazione con il lavoro e, nella maggior parte dei casi, sono implicati allergeni quali parietarie e graminacee o al massimo acari della polvere. Attualmente tutti i lavoratori sono ben compensati dalle terapie attuali con esami spirometrici che, sotto terapia, non evidenziano alcuna alterazione.
Il fatto è che sono tutti ex saldatori (stuttura pubblica) che per esigenze produttive sono stati allontanati dall'ambiente di saldatura per qualche anno ed adesso devono rientrare in saldatura. Ora mi chiedo, è possibile emettere un giudizio di idoneità che sia oggettivo e basato su certezze? altrimenti, trattandosi di condizioni borderline, tutto andrebbe a dipendere dalla volontà del lavoratore di effettuare le prestazioni richieste e non permetterebbe al M.C. di preservare l asalute degli eventuali ipersuscettibili.
Considerare un approccio più cautelativo significherebbe comunque escludere tutti quelli che hanno un riferito documentato di asma e/o congiuntivite cronica di natura allergica che oggi non sono pochi
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