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Chiarezza

Questo argomento ha avuto 67 risposte ed è stato letto 2899 volte.
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SUPERGABRI

SUPERGABRI
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  • Re: Chiarezza
  • (16/05/2013 15:55)

Raspanti e Pellegrini parlano CHIARO e MOLTO BENE.
Qualche altro commento "non è chiaro, non è chiaro: è oscuuuro! "
E la scadenza si avvicina.

AlfonsoCristaudo

AlfonsoCristaudo
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  • Re: Chiarezza
  • (16/05/2013 17:27)

Vorrei intervenire (a titolo del tutto personale rivolgendomi a chi intende ragionare e discutere e non a chi interviene solo con slogan e frasi fatte per piacere!) perchè secondo me occorre distinguere l'all.3B dal significato dell'art.40.
Mi sembra che le posizioni di contrasto all'attuale all' 3B siano condivise, inutile tornarci sopra.
Qualcuno non accetta neppure di discutere con la controparte (che ha il coltello dalla parte del manico) mentre qualcuno tenta di sfruttare la fase di sperimentazione per proporre un'alternativa all'all.3B (alternativa vuol dire un'altra cosa, non la modifica di quello che c'è).
Le differenze sono tutte nel giudizio sullo spirito dell'art. 40 e quindi nelle proposte da fare nella fase di sperimentazione .
Cerchiamo di capire allora se il medico competente deve avere un rapporto con il Sistema Sanitario Nazionale (e quindi con il SINP) come prevede l'art.40, oppure no.
Se l'attività che svolge il medico competente fosse di interesse limitato all'azienda certamente il medico competente non avrebbe un ruolo “sociale”, di interesse nazionale, pubblico. Sarebbe un professionista che fornisce un servizio all'azienda, che paga il ddl il quale sarebbe anche l'unico interlocutore del mc, insieme al lavoratore tutelato.
Il fatto è che la salute dei lavoratori è una cosa garantita dalla costituzione, prevista in precise norme di legge che contemplano (per questo motivo) sanzioni penali a vari soggetti aziendali della prevenzione fra cui il medico competente (ma non all'RSPP!).
Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono possibili conseguenze anche della nostra attività (per es. dare un'idoneità senza limitazioni ad un soggetto con una sindrome da immunodeficienza in un esposto a rischio biologico lo può esporre ad un grave di rischio di malattia infettive ; la nostra attività di collaborazione alla valutazione del rischio se non condotta adeguatamente può determinare la comparsa di danni al lavoratore). Le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro rappresentano, oltre ad un danno inaccettabile per i lavoratori, un costo sociale enorme.
E' possibile quindi che i nostri dati SANITARI siano solo di interesse aziendale? Che non sia possibile costruire una rete informativa nei quali i nostri dati (non quelli di pertinenza aziendale, dell'Inail o di altri enti ma insieme a questi) siano utili a costruire profili di rischio e di danno veramente utili alla prevenzione?
Vorrei rispondere con due affermazioni:
la prima: a me sembra chiaro che il nostro ruolo di mc è un ruolo pubblicistico e che la nostra professione ha un grande risalto sociale e di interesse collettivo e non solo privato (anche se il nostro rapporto di lavoro è libero-professionale) e il suo valore è determinato anche dalla riconoscibilità sociale di quello che facciamo
la seconda: se così non fosse, specialmente in tempi di crisi come questi, e l'unico valore della nostra professione fosse quello che ci da il datore di lavoro o il lavoratore questo vorrebbe dire che rappresenteremmo solo un costo per le aziende che non vedrebbero l'ora e il modo di sbarazzarsi di noi. E in tempi di spending review (anche per le aziende private) il futuro per la nostra professione sarebbe sempre più grigio.

Quindi credo che non si debba proporre una partecipazione a tutti i costi, dettata da altri, ma solo con proposte con precise garanzie:
1) i dati da inviare dovrebbero essere solo quelli utili di esclusiva pertinenza del mc e non come quelli previsti dall'attuale all.3B e dovranno essere scelti da chi si intende di epidemiologia e anche dai mc;
2) i dati dovrebbero essere prodotti dal mc senza alcuna fatica, cosa che si può fare solo con un sistema di cartella informatizzata ( e quindi solo fra qualche anno)
3) i dati dovrebbero tornare ai mc ed essere utili anche a loro.
Aggiungo che per gli anni in cui sarà prevista l'informatizzazione dei mc solo i volontari dovrebbero partecipare all'invio dei dati e che i dati non dovrebbero essere utilizzati per la vigilanza. Questo è un punto molto importante che dovrebbe essere richiesto perentoriamente.

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Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)

SUPERGABRI

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  • Re: Chiarezza
  • (16/05/2013 18:20)

I ruoli del medico competente sono tutti (tanti!) quelli stabiliti dalla legge, compresi il collegamento con il SSN e con gli organi di controllo.
Sono più di vent' anni che redigo su un modello obbligatorio "provinciale" relazioni sanitarie inviate per conoscenza dal datore di lavoro allo SPISAL.
Ora però si tratta di lavorare noi medici consulenti liberi professionisti per dare al personale dell' INAIL e a quelli che berranno dal suo calice di fratellanza una mole di dati che potrà magari servire, a discrezione dei riceventi, per rimodulare i tassi e i premi assicurativi, effettuare verifiche sulla congruità della posizione assicurativa della ditta contribuente, controllare e magari sanzionare il medico anche a distanza di anni per eventuali errori dell' invio dei dati, del protocollo sanitario, insomma del nostro lavoro.
Ora il nostro commercialista lo fa da anni: spedisce la nostra dichiarazione dei redditi all' agenzia delle entrate secondo i loro programmi, studi di settore compresi, e se non sono congrui scattano i controlli.
Nella nostra piccola quotidianità di medici d' azienda, cerchiamo di prevenire le malattie da lavoro o ad esso correlate: questo è il motivo per cui ho fatto tanta strada e ne sono fiera.
Tutto il resto: burocrazia,delazione, servizio alla pubblica amministrazione che non esce più dalla sua stanza per andare in fabbrica,,, (e mettiamoci pure anche i drug tests! ) non facevano parte del programma.

Giannini

Giannini
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  • Re: Chiarezza
  • (16/05/2013 20:24)

Le bellissime parole del collega Cristaudo, pienamente condivisibili, che individuano un ruolo così di primo piano del medico del lavoro nominato medico competente, non hanno oggi e non hanno mai avuto -nostro malgrado- alcun tipo di riscontro in termini pratici sotto tanti altri aspetti fondamentali e di enorme rilievo, non ultimo quello remunerativo. Apro parentesi (sanatorie e bis e tris che me pare una scala 40; normative scritte coi piedi da qualcuno che ci ignora; improbabili camionette con a bordo specializzandi che a giornata producono carte da firmare; mercificazione di basso livello; improbabili centri appaltanti subappaltanti e lucranti sempre ed a tutti i costi; DVR copiaincolla e corsi telematici; lobby e corporativismi biechi) chiudo la parentesi per pudicizia.
Orbene se davvero l'obiettivo è un'aderenza piena e consapevole di tutta la categoria (TUTTA, ivi includendo e per primi i colleghi che operano ogni giorno a contatto con la realtà del lavoro e che vogliono vivere dignitosamente della propria professione) un'aderenza trasversale e spontanea, motivata in scienza e coscienza, realmente votata all'interesse della collettività, bisognerebbe partire estirpando tutti questi mali.
Fatti e non parole: il resto è solo noia o al limite ludico ed ornamentale esercizio di infruttuosa ed autoincensante retorica nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore può invece essere letto come farsa insensata e grottesca di chi nulla sembra avere a che fare con la realtà della nostra professione, che atterrisce le coscienze e può a buona ragione essere incluso nelle parentesi che ho poco sopra aperto.

"Felicius curari a medico popularem gentem quam nobiles et principes viros."

aristide pellegrini

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  • Re: Chiarezza
  • (16/05/2013 20:40)

AlfonsoCristaudo il 16/05/2013 05:27 ha scritto:
Vorrei intervenire (a titolo del tutto personale rivolgendomi a chi intende ragionare e discutere e non a chi interviene solo con slogan e frasi fatte per piacere!) perchè secondo me occorre distinguere l'all.3B dal significato dell'art.40.
Mi sembra che le posizioni di contrasto all'attuale all' 3B siano condivise, inutile tornarci sopra.
Qualcuno non accetta neppure di discutere con la controparte (che ha il coltello dalla parte del manico) mentre qualcuno tenta di sfruttare la fase di sperimentazione per proporre un'alternativa all'all.3B (alternativa vuol dire un'altra cosa, non la modifica di quello che c'è).
Le differenze sono tutte nel giudizio sullo spirito dell'art. 40 e quindi nelle proposte da fare nella fase di sperimentazione .
Cerchiamo di capire allora se il medico competente deve avere un rapporto con il Sistema Sanitario Nazionale (e quindi con il SINP) come prevede l'art.40, oppure no.
Se l'attività che svolge il medico competente fosse di interesse limitato all'azienda certamente il medico competente non avrebbe un ruolo “sociale”, di interesse nazionale, pubblico. Sarebbe un professionista che fornisce un servizio all'azienda, che paga il ddl il quale sarebbe anche l'unico interlocutore del mc, insieme al lavoratore tutelato.
Il fatto è che la salute dei lavoratori è una cosa garantita dalla costituzione, prevista in precise norme di legge che contemplano (per questo motivo) sanzioni penali a vari soggetti aziendali della prevenzione fra cui il medico competente (ma non all'RSPP!).
Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono possibili conseguenze anche della nostra attività (per es. dare un'idoneità senza limitazioni ad un soggetto con una sindrome da immunodeficienza in un esposto a rischio biologico lo può esporre ad un grave di rischio di malattia infettive ; la nostra attività di collaborazione alla valutazione del rischio se non condotta adeguatamente può determinare la comparsa di danni al lavoratore). Le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro rappresentano, oltre ad un danno inaccettabile per i lavoratori, un costo sociale enorme.
E' possibile quindi che i nostri dati SANITARI siano solo di interesse aziendale? Che non sia possibile costruire una rete informativa nei quali i nostri dati (non quelli di pertinenza aziendale, dell'Inail o di altri enti ma insieme a questi) siano utili a costruire profili di rischio e di danno veramente utili alla prevenzione?
Vorrei rispondere con due affermazioni:
la prima: a me sembra chiaro che il nostro ruolo di mc è un ruolo pubblicistico e che la nostra professione ha un grande risalto sociale e di interesse collettivo e non solo privato (anche se il nostro rapporto di lavoro è libero-professionale) e il suo valore è determinato anche dalla riconoscibilità sociale di quello che facciamo
la seconda: se così non fosse, specialmente in tempi di crisi come questi, e l'unico valore della nostra professione fosse quello che ci da il datore di lavoro o il lavoratore questo vorrebbe dire che rappresenteremmo solo un costo per le aziende che non vedrebbero l'ora e il modo di sbarazzarsi di noi. E in tempi di spending review (anche per le aziende private) il futuro per la nostra professione sarebbe sempre più grigio.

Quindi credo che non si debba proporre una partecipazione a tutti i costi, dettata da altri, ma solo con proposte con precise garanzie:
1) i dati da inviare dovrebbero essere solo quelli utili di esclusiva pertinenza del mc e non come quelli previsti dall'attuale all.3B e dovranno essere scelti da chi si intende di epidemiologia e anche dai mc;
2) i dati dovrebbero essere prodotti dal mc senza alcuna fatica, cosa che si può fare solo con un sistema di cartella informatizzata ( e quindi solo fra qualche anno)
3) i dati dovrebbero tornare ai mc ed essere utili anche a loro.
Aggiungo che per gli anni in cui sarà prevista l'informatizzazione dei mc solo i volontari dovrebbero partecipare all'invio dei dati e che i dati non dovrebbero essere utilizzati per la vigilanza. Questo è un punto molto importante che dovrebbe essere richiesto perentoriamente.

A mio modesto parere continui a mostrare di non capire: i dati "sanitari" che a quanto pare interessano così tanto possono tranquillamente essere reperiti: 1. chiedendoli all'INAIL e/o all'INPS; 2. chiedendoli al datore di lavoro che li ha già.
E tutto questo SENXA COINVOLGERE IN ALCUN MODO IL MEDICO COMPETENTE, che svolgendo la sua attività professionale come prevista dalle correnti Norma ha già fatto il suo, ad abundantiam.
Per maggiore chiarezza: adempiendo a ciò che la Legge gli attribuisce già il medico competente esaurisce ogni aspetto "sociale" della sua attività.
Non mi pare difficile da comprendere.

Volete trasformare il medico competente in un obbligato alla burocratica collazione, compilazione ed inoltro (sotto pena di sanzione) di dati che ha già comunicato ex-Lege al datore di lavoro e/o a chi di dovere, svolgendo un ruolo che lo stesso Decreto 81 (art. 8) IMPONE AI SERVIZI TERRITORIALI DELLE ASL ?

Volete che il medico competente diventi un piccolo ragionere impegnato a tutti i costi nel SINP, illudendololo così che in tal modo la sua figura sia "centrale" ? quando invece in tal modo sarebbe solo un povero cristo costretto a lavorare per lo Stato, diventandone di fatto "dipendente", ma senza esserlo, facendo il lavoro di qualcun altro e per giunta facile bersaglio di sanzioni ?

Padronissimi di volerlo, e di ritenere che ciò sia addirittura provvedimento salvifico per la categoria, ma siete davvero sicuri che ciò corrisponda proprio a ciò che la categoria vuole ?

Provate a chiederlo a qualcuno che fa il medico competente.
Buona serata.

Ari

guido_rossi

guido_rossi
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  • Re: Chiarezza
  • (17/05/2013 06:27)

Ma ai dipendenti ASP e ospedalieri cosa interessa dei problemi dei medici competenti liberi professionisti? Devono stare in ufficio sei ore e se le passano a fare visite (che in genere fanno altri al posto loro) o a compilare allegati o maschere su software, cosa cambia?

Campurra

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  • Re: Chiarezza
  • (17/05/2013 08:06)

Per chiarezza, vi invio la recente corrispondenza con il Ministero della Salute:

(inviata oggi con pec)
Confermo la richiesta del Co.Na.Me.Co. a partecipare al prossimo tavolo di lavoro.
L'indirizzo del Dr. Raberto Tafuro è:

Via ************
16143 Genova

010/******* - 335/******
Cordiali Saluti.


Dr. Gabriele Campurra


Da: "Marano Giancarlo" g.marano@sanita.it
A: "gabriele.campurra" gabriele.campurra@pec.it, rotaf@fastwebnet.it
Cc: "Ruocco Giuseppe" g.ruocco@sanita.it,"Cipolletta Giuseppe" g.cipolletta@sanita.it
Data: Wed, 15 May 2013 10:23:44 +0200
Oggetto: R: Attivazion sistema di tramissione dell'allegato 3B ex Art. 40 D.Lgs. n° 81/08

> Nel prendere atto del motivo che non ha consentito la fattiva partecipazione del Co.Na.Me.Co. all’incontro del 24 aprile u.s. e il relativo coinvolgimento alla redazione della nota informativa riportata in allegato, porgo le mie scuse per il mancato aggiornamento e recapito del nuovo Presidente dr. Roberto Tafuro , che ha dato luogo allo spiacevole disguido.

> Con l’occasione ,ove da parte di codesto sindacato si intenda contribuire al percorso di collaborazione iniziato , si comunica che a richiesta il previsto tavolo di lavoro potrà utilmente comprendere anche componenti di codesta Associazione .

> Cordiali saluti

> Dr. Giancarlo Marano

>

> Da: gabriele.campurra [mailto:gabriele.campurra@pec.it]
> Inviato: mercoledì 15 maggio 2013 08:19
> A: dgprev@postacert.sanita.it
> Cc: g.marano@sanita.it; rotaf@fastwebnet.it
> Oggetto: Attivazion sistema di tramissione dell'allegato 3B ex Art. 40 D.Lgs. n° 81/08

>

> Dr. Giuseppe Ruocco

> Direttore Generale della Prevenzione
> Ministero della Salute

>

> Dr. Giancarlo Marano
> Direttore Ufficio II
> Ministero della Salute

>

> Dr. Roberto Tafuro
> Presidente Co.Na.Me.Co.

>

> Mi è arrivata solo ieri la Vs. convocazione del 5/4/13, spedita il 9/4/13 alla riunione prevista per il 24 aprile u.s.

> Desidero far presente quanto segue:

Non sono più Presidente del Sindacato da oltre un anno, pur facendo sempre parte del Consiglio Direttivo.
L'attuale Presidente è il Dr. Roberto Tafuro.
Non sono più domiciliato all'indirizzo da voi indicato.
Ho comunque attivato il "seguimi" delle Poste Italiane e, normalmente, la corrispondenza mi arriva in circa cinque giorni.
Per un argomento di tale importanza sarebbe stata auspicabile una raccomandata A/R, considerando anche che al termine della lettera avete inserito la frase: "in attesa di un cortese cenno di riscontro ...".
L'acronimo esatto del Sindacato è Co.Na.Me.Co. (maschile da Coordinamento) e non CONAMECO (femminile).

> Sarebbe auspicabile da parte Vs. una nuova convocazione del nostro Presidente, anche via mail (rotaf@fastwebnet.it), e a me per conoscenza, onde poter esprimere il nostro parere motivato sull'argomento.

>

> Con i migliori saluti

>

> Dr. Gabriele Campurra

... in pensione a Perd'e Sali !!!!!!

ramses

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  • Re: Chiarezza
  • (17/05/2013 15:22)

Cerco di essere il più sintetico possibile, ma l’argomento meriterebbe un convegno tutto per sé.
Intanto, chi è che rifiuta di discutere ? Credo che siano pochi sproloquiatori della rete che possono pensare di rifiutare, se gli viene data l’occasione non già di parlare, ma di essere ascoltati (che è leggermente diverso).
Quanto al coltello dalla parte del manico, una delle criticità per discutere sta nel fatto che a chi muove serie critiche si potrebbe rispondere che le Società scientifiche hanno detto, come te, che non va bene “questo” 3B, non che sia tutta una fiera dell’illegalità, e non hanno condiviso alcuna iniziativa per bloccare il tutto.
Se si deve rispettare la legge, essa dice chiaramente che noi MC non dobbiamo entrare in questa partita, l’art. 8 è inequivocabile (a parte tutte le altre questioni di diritto). Oppure diciamo che ognuno rispetta le leggi che vuole, come e quando vuole, e allora non mando un accidente perché non mi va di mandarti nulla, ha lo stesso valore e la stessa legittimità.
Comunque, mi allarga il cuore leggere come parli di alternativa in opposizione alla modifica: fatto salvo che c’è chi chiede invece l’abrogazione, oggi SIMLII e ANMA stanno chiedendo la modifica, quindi cose diverse da quello che esprimi tu a livello personale. Fatti sentire da loro, magari ti ascoltano.
”Il fatto è che la salute dei lavoratori è una cosa garantita dalla costituzione, prevista in precise norme di legge che contemplano (per questo motivo) sanzioni penali a vari soggetti aziendali della prevenzione fra cui il medico competente (ma non all'RSPP!).”
Per la verità, la Costituzione recita: “Art. 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. “
Per cui non è la salute “dei lavoratori” oggetto di tutela particolare, ma la salute dei cittadini, fra i quali ovviamente i lavoratori.
Non si evidenzia in alcun modo che il MC abbia un ruolo diverso per ragione della sua specializzazione rispetto ai chirurghi, ai pediatri, ai neurologi e così via.
Quanto al discorso delle sanzioni, è troppo lungo e complesso, va se mai affrontato in altro momento, ma portarlo a dimostrazione della particolare importanza del ruolo dei MC mi pare veramente tirata per i capelli, si è importanti per ciò che si fa, non se e perché si può essere sanzionati sulla base di norme quanto meno discutibili, scritte ed avvallate da qualcuno che non ha la minima idea di cosa siamo e cosa facciamo davvero.
Mi ricorda una situazione dove un UPG sostenne davanti al magistrato che le proprie prescrizioni erano giuste perché il presunto contravventore le aveva accettate e messe in pratica. Siamo seri.

“la nostra attività di collaborazione alla valutazione del rischio se non condotta adeguatamente può determinare la comparsa di danni al lavoratore”: quindi secondo te è corretto l'art. 25 ? Ma quali strumenti ha il MC per poter adempiere o meno, a propria discrezione, a questo precetto dell’art. 25 che tu sembri qui condividere ? E’ in Costituzione il concetto di responsabilità, se le leggi hanno valore sempre e per tutti. L’art. 25 è in palese contrasto
È poi evidente che i dati dei MC possano avere un interesse anche oltre i confini aziendali, esattamente come quelli di qualunque altro medico specialista; forse che i dati sulle patologie respiratorie in certe zone rispetto ad altre, o i dati di confronto sull’incidenza di determinati eventi fra chi vive nella valle del Garigliano e chi in quella del Piave (p.es.) non servirebbero al medesimo scopo costituzionale di tutela ? Ma a chi non pratica la nostra disciplina non si chiede altro che di portare contributi scientifici ai congressi, mentre al MC si punta la lupara alla testa e si impone una collaborazione che la stessa legge, in base alla quale la si richiede, chiaramente ed inequivocabilmente esclude.
Per cui “il nostro ruolo di mc è un ruolo pubblicistico e la nostra professione ha un grande risalto sociale e di interesse collettivo” esattamente come per tutti quei colleghi (immensa maggioranza) a cui nessuno si sogna di chiedere nulla di simile. E quanto al valore della nostra attività, non so se per altri è così, ma per me vale molto di più aver tutelato concretamente, nel piccolo spazio che queste norme mi consentono, anche solo un lavoratore che poter avere scritto un milione di inutili dati a qualcuno che non ha titolo per riceverli, mancando l’obbligo normativo di inviarli a qualcun altro (il quale, le ASL, non ci mettono in condizione di inviare a loro ma ci possono sanzionare, an-che se inviamo all’INAIL !! Tanto poi sarà il magistrato a decidere, se il MC fa resistenza: questo atteggiamento lo abbiamo già visto). Il tutto per mandare dati per lo più fasulli che in realtà non interessano praticamente a nessuno.

Venendo a concludere, leggo le proposte, alla fine del post di Cristaudo (e anche alcune critiche nel contesto precedente), e resto perplesso.
Perplesso (e un po’ incazzato) perché quando leggo che l’attuale 3B non va bene, e che solo i volontari dovrebbero partecipare all’invio dei dati, mi chiedo se, a mia insaputa, il collega si sia iscritto per caso al Co.Na.Me.Co. e nessuno me lo abbia ancora comunicato: lo stiamo dicendo da anni !!! E siamo gli unici che si stanno battendo per questo, per bloccare questo obbligo di adempiere ad compito improprio, in modo sconclusionato, ora farraginoso nell’invio, e comunque illecito ai sensi dell’81 stesso !!

Sul fatto poi che “i dati non dovrebbero essere utilizzati per la vigilanza. Questo è un punto molto importante che dovrebbe essere richiesto perentoriamente.”, non raccontiamo favole, magari anche in buona fede. Esiste un obbligo dell’azione penale, e per questo un UPG che venga a conoscenza di un illecito è tenuto obbligatoriamente a procedere, quindi l’invio di tali dati all’OdV correlandolo al divieto di usarli per scopi di vigilanza è una richiesta di illegalità; cosa che si verificherà certamente, senza clamori, ma questo solo perché molti UPG sono più coscienti di chi ha messo in piedi questa stupidaggine (ahimè, non tutti).

Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)

AlfonsoCristaudo

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  • Re: Chiarezza
  • (17/05/2013 18:37)

Guarda che 'alternativa' al 3 B c'è scritto nel documento del GdL e lo stesso dicasi per la partecipazione volontaria dei mc alla futura sperimentazione.
Per quanto riguarda la differenza fra i mc e gli altri specialisti te ne cito solo una: il cittadino può andare dallo specialista se vuole e se puo', il datore di lavoro (per ora) e' obbligato (dalla legge, dallo stato, dalla societa) a chiamare il mc.
Se fosse per lui credo che molti di noi dovrebbero iniziare a cambiare lavoro. Specie quelli che non danno un concreto apporto alla soluzione dei problemi di salute in azienda. Ergo il nostro lavoro si fonda proprio sul ruolo pubblicistico che ha e non auguro ai colleghi mc di doversi mettere sul mercato in altro modo.......

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aristide pellegrini

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  • Re: Chiarezza
  • (17/05/2013 19:12)

AlfonsoCristaudo il 17/05/2013 06:37 ha scritto:
Guarda che 'alternativa' al 3 B c'è scritto nel documento del GdL e lo stesso dicasi per la partecipazione volontaria dei mc alla futura sperimentazione.
Per quanto riguarda la differenza fra i mc e gli altri specialisti te ne cito solo una: il cittadino può andare dallo specialista se vuole e se puo', il datore di lavoro (per ora) e' obbligato (dalla legge, dallo stato, dalla societa) a chiamare il mc.
Se fosse per lui credo che molti di noi dovrebbero iniziare a cambiare lavoro. Specie quelli che non danno un concreto apporto alla soluzione dei problemi di salute in azienda. Ergo il nostro lavoro si fonda proprio sul ruolo pubblicistico che ha e non auguro ai colleghi mc di doversi mettere sul mercato in altro modo.......

Non sono d'accordo; e poi anche ammettendo tutto quello che scrivi, che c'entra con l'obbligo previsto dall'art. 40 ? tutto quello che scrivi non legittima affatto, a mio parere, l'obbligo dell'art. 40, con qualsivoglia tipologia di 3B avvenga.

Nè vedo come trasformare il medico competente in un piccolo ragioniere affacendato all'invio più o meno coatto di dati possa implementarne la professionalità, che ne verrebbe invece definitivamente annichilita.


Ari

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