laura.brena il 24/07/2013 08:01 ha scritto:
Se sul DVR, che in questo caso mi occupo io stessa di valutare, é previsto rischio biologico da C. Tetanii, io mi preoccupo di accertarmi della protezione vaccinale del lavoratore.
Le attività lavorative di un cuoco, spt se solo o con un aiuto, sono tra le piú varie, credimi, te lo dico per esperienza.
Alcuni, soprattutto dalle mie parti, hanno anche l'orticello con le varie erbette nel retro. Fanno il pane e la pasta tutti i giorni (ecco giustificata la spirometria), ecc.
Non rischio biologico ma vaccinazione antitetanica per rischio infortunistico da lesioni da taglio per esempio.
scusate se mi intrometto, ma i "microclimi" severi vanno di 38°C a salire e dai 10°C a scendere, e i cuochi sanno perfettamente che vicino ai fornelli fa caldo. Il colpo di calore, di solito, sanno benissimo come evitarlo, e in piena franchezza mi paiono meno esposti a "microclima sfavorevole" che non chiunque lavori all'aperto in città di questi giorni. Detto ciò, microclima sfavorevol,... cioè? tra 10°C e 38°C si definisce tecnicamente microclima moderato, e non mi risultano esistere "patologie da microclima moderato".
Infine... anche considerando che certo non si passano 8 h a impastare pasta o pane, tenderei ad escludere che l'esposizione a polveri di farina sia tale come OEL da compromettere la funzionalità respiratoria, con unica eccezione lo sviluppo di sensibilizzazione specifica.
Ultima notazione: un cuoco di solito non solleva pesi come cassette etc, è il garzone di cucina, al più l'aiuto cuoco, che fa quelle cose.
Ora, però, vi abbandono che mi sta per abbandonare la connessione...
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Per quanto concerne la possibilità di disidratazione-coma iperosmolare nel diabetico di tipo II anche a seguito di lievi aumenti della sudorazione mi sembra utile citare questo link http://www.prevenzione-cardiovasc...rchivio_text.php?cat_id=492&pos=.
Trovo inoltre utile come spunti per la riflessione questo contributo sul tema http://w3.uniroma1.it/medicinadel...ale%20addetto%20alle%20cucine.pdf
Sempre prezioso il tuo punto di vista. Mi permetto, molto umilmente, di ricordarti che noi medici del lavoro ci riferiamo ai microclimi quando parliamo di ambienti confinati. E' chiaro che chi mette sanpetrini sulle strade di Napoli, in questi giorni di canicola, è maggiormente epsosto a patologie da caldo.
nofertiri9 il 24/07/2013 10:32 ha scritto:
scusate se mi intrometto, ma i "microclimi" severi vanno di 38°C a salire e dai 10°C a scendere, e i cuochi sanno perfettamente che vicino ai fornelli fa caldo. Il colpo di calore, di solito, sanno benissimo come evitarlo, e in piena franchezza mi paiono meno esposti a "microclima sfavorevole" che non chiunque lavori all'aperto in città di questi giorni. Detto ciò, microclima sfavorevol,... cioè? tra 10°C e 38°C si definisce tecnicamente microclima moderato, e non mi risultano esistere "patologie da microclima moderato".
Infine... anche considerando che certo non si passano 8 h a impastare pasta o pane, tenderei ad escludere che l'esposizione a polveri di farina sia tale come OEL da compromettere la funzionalità respiratoria, con unica eccezione lo sviluppo di sensibilizzazione specifica.
Ultima notazione: un cuoco di solito non solleva pesi come cassette etc, è il garzone di cucina, al più l'aiuto cuoco, che fa quelle cose.
Ora, però, vi abbandono che mi sta per abbandonare la connessione...
quello che intendevo è che - per fortuna - non prende mica un collasso o un colpo di calore a tutti quelli che lavorano anche a 30-31°C, ed ho fatto il paragone dei lavori all'aperto perchè fosse di immediata comprensibilità: anche noi igienisti industriali di solito, parlando di "microclima", ci riferiamo a locali chiusi.
Non mi è mai capitato di fare indagini microclimatiche in un ristorante "a terra" ma ho una discreta esperienza a bordo di imbarcazioni, dove gli spazi a sono di solito assai più angusti, anche se per come funzionano in genere le navi sono anche sempre locali con aerazione forzata e "climatizzata", almeno in parte. Beh, non ho mai trovato neppure i 30°C diffusi, e anche se il calore radiante delle piastre (a bordo, NON si usa mai fiamma viva, sono tutte piastre ad alimentazione elettrica) è significativo hanno sempre dei potenti sistemi di aspirazione con cappe ben più ampie dei piani che, inevitabilmente, portano via anche gran parte del calore radiante.
Francamente, la cucina di casa mia, che invece ha una antica verandatura in ferro ed è esposta ad est, di questi giorni nelle ore antimeridiane mi arriva anche ai 32°C, e persino dopo le 14 continua ad essere caldissima perchè la verandatura ci mette ore a raffreddarsi.
Infatti, anche stamattina panino mozzarella e prosciutto! Per stasera, prevedo mozzarella ed insalata di pomodori, così come forse domattina sarà tonno e insalata: ormai, sono 2 anni che d'estate tendo a non cucinare
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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