Caro Alfonso, apprezzo l’amabile ironia con la quale riprendi l’argomento, ma NON HO DETTO QUELLO CHE SCRIVI: come medico non accetto che si ponga aprioristicamente in dubbio la competenza professionale di qualunque altra categoria di colleghi, perché non mi sembra cosa corretta deontologicamente (Art. 58 Codice Deontologico: - Rispetto reciproco - Il rapporto tra medici deve ispirarsi ai principi di corretta solidarietà, di reciproco rispetto e di considerazione della attività professionale di ognuno), oltre che probabilmente anche inesatta nella maggior parte dei casi, salvo prova contraria.
Dire che una categoria di colleghi non può “fare bene” un’attività svolta da un’altra categoria mi sembra una generalizzazione ingenerosa, prima ancora che generalmente inesatta; sarebbe come dire che il medico del lavoro non capisce niente di endocrinologia, o di ortopedia, mentre invece è mia ferma convinzione che qualunque collega, quando si accinge a svolgere una qualunque attività professionale, ne sia consapevolmente, responsabilmente ed adeguatamente all’altezza, in tutti i sensi.
Parimenti ritenere che una determinata attività medica possa essere svolta “bene” solo ed esclusivamente dagli specialisti in quella disciplina mi pare proposizione sostanzialmente inesatta, oltre che assai poco rispettosa della preparazione dei colleghi, che credo dobbiamo sempre presumere adeguata ed idonea, salvo contraria prova.
Personalmente sono anche convinto che siamo anzitutto TUTTI MEDICI, e che il settore in cui esercitiamo la professione sia una specificazione, un epifenomeno, un’applicazione peculiare ad una determinata branca della generale attività medica che tutti esercitiamo: siamo tutti medici e il nostro campo professionale è LA MEDICINA, indipendentemente da quale ramo di tale disciplina abbiamo deciso di coltivare principalmente o prevalentemente.
Aggiungo anche che se vogliamo risalire la china dobbiamo cominciare a ritenere superati tutti gli steccati artificiosamente eretti negli anni, e cominciare a ragionare in termini generali, in quanto TUTTI MEDICI: a mio parere i problemi del medico competente non sono “solo” del medico competente, ma afferiscono all’intero corpo medico, in quanto ogni violazione, ogni angheria, ogni vessazione fatta ad una qualunque delle categorie mediche non colpisce quella sola categoria, ma l’intera massa dei medici, tanto che della cosa DEVE necessariamente occuparsi l’Ordine (custode della Deontologia, che prevede tra i suoi primi obiettivi la salvaguardia della dignità, dell’indipendenza, del decoro della nostra professione) e la FNOMCeO.
Ti invito dunque ad una più attenta riflessione e ad evitare fraintendimenti.
Ari
Credo si possa aggiungere che un medico di medicina generale (MMG) può fare ottime visite e le saprebbe ben fare se l'andazzo specialistico del visitificio ospedaliero e i suoi mutuati ( pardon "assistiti") glielo consentisse invece che chiedere mi mandi dal...timologo perchè mi fa male qui dove c'è il timo ( l'ho visto su internet)
Sulla capacità professionale dei Colleghi MMG non ho dubbi e concordo con Aristide nel non disprezzarli. Sul fatto che i MMG possano fare attività specialistiche invece non sono d'accordo con Paolo Ceretto perchè (esclusa la neurochirugia per la necessità di una struttura adeguata e un gruppo di lavoro) tutte le altre attività ambulatoriali citate, sono possibili: sono ESCLUSIVE dello specifico SPECIALISTA solo ANESTESIA RADIOLOGIA MEDICINA DELLO SPORT E MEDICO COMPETENTE o pensiamo che l'ECG lo possa fare (e leggere) solo il Cardiologo?
Cito ora Turbati con cui ampiamente concordo "se si valuta il lavoro del medico competente esclusivamente sulla parte clinica (visitificio) questo entrerebbe in competizione con le capacità di altri validi colleghi, se invece si valorizza la specificità della parte preventiva (collaborazione alla VR, sopralluogo, RPS, e tutto quello che riguarda l'interazione lavoratore/ambiente di lavoro)in aggiunta alla parte clinica,non avremmo concorrenti dalle altre specializzazioni, salvaguardando la specificità del MC.
Penso infatti che il PREGIUDIZIO DI CONSIDERARCI SOLO COME MEDICI ( come generici che visitano in ambulatorio o a "domicilio cioè in fabbrica") in molte aziende, quando spiego quali sono le nostre competenze e che il lavoro deve essere ad ampio spettro d'azione, si stupiscono perchè pensano che il medico del lavoro fa visite di sorveglianza non i DVR non lo STRESS LC(tocca agli psicologi)
non il sopralluogo (tocca al perito)
per questo la battaglia contro le SdS squalificanti (tipo DVR un tanto al kg e non me ne voglia Bernardo) è importante ma oltre che in aggiustamenti normativi (art 28 mc, ove nominato - nb che si riferisce alla sottoscrizione del dvr- quello che fa fede invece è l'art 25 il MC collabora "anche ai fini della programmazione ecc.... e TUTTO quel che segue) anche in COMPORTAMENTI PROFESSIONALI A TUTTO CAMPO
da un pò di tempo mi faccio inviare i DVR per e-mail ( anche tramite se fatti da intermediari (sdS) e li rivedo e coreggo
prima che con le norme servono cambiamenti reali
Caro Aristide, rispetto la tua posizione ma non sono assolutamente d'accordo con te. È proprio la competenza professionale quella che distingue i vari rami della medicina e la competenza professionale specifica del medico competente non è' inferiore a nessun'altra branca. Nessuno si può improvvisare medico competente e anche se alcune leggi hanno allargato lo spettro di coloro che possono averne il titolo sono fermamente convinto che la disciplina, l'etica e lla cultura della medicina del lavoro debbano continuare ad avere un ruolo insostituibile nella sua pratica professionale.
I colleghi che non hanno questa impostazione e praticano la professione in maniera pessima (leggi il mio precedente post) hanno magari un vantaggio personale immediato ma spalancano le porte ad un abisso per la nostra reputazione, il nostro lavoro e il futuro della medicina del lavoro.
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Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)
Caro Alfonso, non comprendo quello che scrivi, che non mi sembra correlabile a ciò che ho scritto: non ho affatto messo in dubbio che “la competenza professionale specifica del medico competente non è' inferiore a nessun'altra branca”, né ho scritto che qualcuno “si può improvvisare medico competente”, e non capisco come tu possa scrivere questo, visto che anch’io baso tutto sulla “competenza professionale”, che ritengo imprescindibile per qualunque medico, qualunque sia la branca della medicina esercitata; dunque… ti invito a rileggere quanto ho scritto ed a riflettere ancora; ho scritto ben altro, che mi pare tu non abbia colto.
NELLA FRASE C'E UN ANACOLUTO NON VOLUTO
Penso infatti che il PREGIUDIZIO DI CONSIDERARCI SOLO COME MEDICI ( come generici che visitano in ambulatorio o a "domicilio cioè in fabbrica") " SVILISCE IN NOSTRO RUOLO E CHI CI SFRUTTA NE APPROFITTA"
in molte aziende, quando spiego quali sono le nostre competenze e che il lavoro deve essere ad ampio spettro d'azione, si stupiscono perchè pensano che il medico del lavoro fa visite di sorveglianza non i DVR non lo STRESS LC(tocca agli psicologi)non il sopralluogo (tocca al perito)
CIRCA POI L'ARTICOLO DEL "FATTO QUOTIDIANO" la ristoratrice non si lamentava delle INUTILI E DISPENDIOSE VISITE ASL "DI IGIENE" (tampone faringeo, coprocultura VDRL(?) che il prof: C Vetere definiva (1992) controlli rituali in igiene degli alimenti,infatti quel costo era a carico del dipendente....
Che cosa accade a questa categoria di professionisti in questo Paese?
In qualsiasi altro luogo di fronte ad una crisi di proporzioni sconvolgenti, nel pieno di un declino che pare inarrestabile e persino alimentato da intenti imperscrutabili, perdiamo il nostro tempo a leggere ( e vada), ma persino a discutere sulle opere intellettuali da giornalino di quartiere di una carneade della tastiera?
Chiunque scriva qualcosa di noi mc e lo pubblichi in questo periodo, sembra orientato, spinto e condizionato da interessi “altri” e comunque assai lontani e difformi da quelli che le intese, da cui sono scaturite le norme di tutela del bene irrinunciabile della salute e della sicurezza (anche) nell’esercizio delle attività lavorative, avevano nel loro ingenuo progetto iniziale.
Ingenuo si, in quanto è sotto gli occhi di tutti che la salute nei luoghi di lavoro, intento e chimera lodevoli, sono soverchiati da un delta di interessi, da un mosaico di potentati riconducibili ad un unico leitmotiv che trova la sua giustificazione nel simbolo europeo della moneta: €.
E vada, si sa e non scandalizza più di tanto.
Ciò che scandalizza invece è il fatto che con l’acqua ormai sopra la testa, coloro che ne avrebbero mezzi, autorità e dovere, non siano in grado di liberarsi dalle catene con cui essi stessi si sono legati vittime volontarie della impotenza ed incapacità a rinnovarsi e liberarsi da ipocrisie e vincoli ideologici ed economici, affrontando il “salto d’epoca” che i tempi richiedono ad alta voce.
Domina il testardo insistere su ciò che separa, il caparbio ostinarsi nell’illusoria speranza della conservazione ad oltranza delle posizioni acquisite e delle rendite derivanti, la negazione di un punto di mediazione e di apertura, come tipico di ogni forza decotta, verso nuove e diverse prospettive, temute in quanto interpretate come ostili, come propulsive verso un rinnovamento che mina il dominio del regno.
Ma per loro fortuna, nessuno si mostra capace di ereditare il regno e governarlo pur davanti ad un re che abdica da ogni sua funzione e si rivela drammaticamente impotente ma pur pretende di continuare a governare.
Tcam
Medici indolenti & Aziende Netgroup
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Questa è la penna (intesa come calamo e non come tipo di pasta)
Roberta Corradin è nata a Susa nel 1964. Si è diplomata al liceo d’Azeglio a Torino, ha iniziato tre tesi in lettere classiche e non ne ha finita mai nessuna, e nel 1989 ha cominciato a lavorare nei fumetti: «Lupo Alberto», «Cattivik», «Sturmtruppen», «Blue», e l’immancabile «Linus». Nel 1992 diventa lavoratrice anomala ante litteram, e da allora, per circa un lustro, scrive di pseudo-psicologia da bar e da parrucchiere per svariate testate femminili. Nel 1995 esce il suo primo libro, Ho fatto un pan pepato... ricette di cucina emotiva (Zelig). I critici la ignorano, i gastronomi la chiamano a scrivere di cucina nelle loro riviste. In seguito pubblica Un attimo, sono nuda, una storia umoristica misogina (Piemme); Le cuoche che volevo diventare (Einaudi), Tradizione Gusto Passione (con Paola Rancati, Silvana Editoriale) e scrive di viaggi e di cucina per testate tra cui «l’Espresso», «Gambero Rosso», «D La Repubblica delle donne», e altre. Traduce narrativa e saggistica dal francese e dall’inglese. Ha risolto un decennio di nomadismo occidentale tra New York, Parigi, Roma e la Sicilia sudorientale a favore di quest’ultima, dove insieme al marito porta avanti un progetto di fattoria permaculturale e gestisce un ristorante di mare a Donnalucata.
http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/rcorradin/
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Se dovessi rispondere alla domanda del titolo beh, risponderei :" forse perchè non visitano più nessuno?" Ma non voglio addentrarmi in una polemica! Leggendovo mi rendo conto che dite la stessa cosa tutti ma ognuno vuole esserne "padre"! Premesso che oggi le Università non laureano medici chirurghi ma solo medici, destinati a specializzarsi e non hanno pratica di nulla, io credo che l'importante nella nostra professione sia l'onestà con cui si affronta e l'umiltà di imparare! Ogni specialità ha la sua peculiarità e ogni medico puø imparare sempre di più se ama la sua professione! Tutta la Sanità è scivolata via dalle mani di noi medici e i nostri Ordini, ormai politicizzati, hanno lasciato fare! ora siete voi sotto attacco e dovreste cercare di unire le vostre sapienze e capacità alla luce del sole e invece continuano ad esseci i Carbonari! Molte volte ho letto Cristaudo dire cose giuste ma mi piacerebbe che esponesse un suo criterio di legge che sia di vera tutela e di valorizzazione del MC! Parimenti Camerotto cui piace essere criptico! La Senatrice Di Biase ha, in sede di convegno organizzato da conameco, ammesso che la legge 81 è da cambiare ed ha ivitato tutti voi a presentarle il prima possibile un progetto fatto da voi Medici del lavoro e MC, veri competenti e di psmetterla di discutere! Se non esiste progetto nuovo non si puø abrogare la legge! FNOMCeO ha offerto la sua sede neutrale ma sembra invece che continuano i giochi a rimpiattino e a voler primegggiare! La Convention ne è dimostrazione palese! Un modo sciocco di vanificare il risultato anche del nuovo gruppo M&A che ora sembra scivolato nelle stesse sabbie mobili che finora hanno frenato tutti! Beh, giovanotti e non, quando vi decidete a scusarvi con i morti che l'ignavia, il non coraggio, per alcuni guadagno e potere di molti di noi, hanno indirettamente permesso? Io mi sento colpevole! Come medico avrei dovuto combattere a fianco dei pazienti! Quanto alla pennivendola, che ne puø capire lei s e talvolta anche voi vi ci perdete in quella gigantesca tombol?
Ho letto in qua ed in la i vari commenti a questo argomento sollevato da Alfonso. Io sono medico di famiglia e medico competente e mi considero un buon medico competente ( mi aggiorno continuamente etc. ), penso comunque che nella mia categoria ci sia di tutto e di piu' ( anche persone con scarsissima competenza ). Ma l'argomento sollevato e' ben diverso dal disquisire a priori le competenze di chi voglia di colleghi: mi pare che possa esistere invece il pericolo che si veda nella Medicina del Lavoro ( forse anche di questo si preoccupava la Redazione ) solo una spesa per le aziende e sotto questo aspetto ed in questa linea va il tollerare continuamente tariffe a ribasso da parte di Enti Pubblici o tollerare colleghi che si prostituiscono per far finta di fare Sorveglianza Sanitaria per prezzi ridicoli. Forse faremmo meglio tutti insieme a preoccuparci di questi pericoli .
La differenza fra un MC ed un MMG (parlando ovviamente in senso generale) si può vedere p.es. dalle certificazioni dei MMG che spesso arrivano al MC, il quale deve poi arrampicarsi sugli specchi per salvaguardare il posto di lavoro del "portatore di certificato".
Molte volte ci chiediamo se il MMG ha dato un esame di medicina legale, quando ad esempio certifica che il lavoratore non può usare i DPI di Legge (magari perchè gli sudano i piedi...)
A maggior ragione oggi che la nostra è diventata un'attività sempre più complessa dal punto di vista normativo, già la vedo complicata per i medici legali e gli igienisti di cui al famoso 1-bis, figuriamoci per i MMG (colleghi di tutto rispetto ovviamente, con le loro mele marce come in tutti i campi).
Ricordo che persino l'INAIL chiede visite del MC al rientro, pur se di mondo del lavoro i colleghi INAIL ne sapranno probabimente un po' di più di un MMG. Quindi, cerchiamo di non dare troppo peso allo scritto di una assoluta "nessuno" che guarda solo al proprio borsellino (ma 100€ per una visita ad un cameriere mi pare un vero furto, comunque).
La MdL, se si potesse praticare come si dovrebbe, sarebbe una risorsa importante per l'economia generale, se fosse sgravata da inutili fesserie e potessimo davvero fare ciò che, sempre più a fatica in questa situazione, cerchiamo di fare comunque.
A margine, il dott. Pellegrini non fa più parte del Co.Na.Me.Co. ed esprime quindi solo posizioni del tutto personali.
Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)
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