...UN COCAINOMANE CHE FA UN LAVORO PERICOLOSO E DELICATO COME LA GUIDA DI UNA PLE CHE MINACCIA DI DENUNCIARE IL MEDICO COMPETENET??
...QUI SIAMO USCITI FUORI DI TESTA...POI CI MERAVIGLIAMO CHE L'ITALIA VA MALE...
VORREI VEDERE IN FACCIA L'AVVOCATO DI COSTUI...MALA TEMPORA CURRUNT, SED PEIORA PARANTUR..
IN QUANTO ALLA TUA PREOCCUPAZIONE, ESISMIO COLLEGA, STA' SERENO, MI PARE PROPRIO CHE TU ABBIA OPERATO CORRETTAMENTE.
CORDIALITA', MASSIMILIANO
Scusate.
Da una parte non capisco come mai da un po’ di tempo si ventili sempre più spesso la querela del medico competente a causa della non condivisione del suo giudizio di idoneità e/o dei provvedimenti correlati da parte dei lavoratori; dall’altra non capisco perché non vengano piuttosto espressamente invitati i lavoratori a presentare il ricorso allo SPRESAL, come previsto dalla legge, già al momento dell’esecuzione della visita e degli esami complementari, qualora avessero da ridire sui risultati.
Visto che sono informati di questa possibilità (sono informati, vero? Sia in cartella che nel giudizio di idoneità è riportata questa informazione, no? E loro la controfirmano per presa visione, no?) e che la normativa è spesso desolatamente lacunosa e non possiamo soccorrere, se non in parte e a nostro rischio, con la nostra iniziativa ed opinione personale, scarichiamo la questione allo SPRESAL.
È pur vero che sarebbero capaci di sanzionarsi persino tra di loro, da un ufficio all’altro o da una ASL all’altra, ma avremmo comunque un documento che ci solleva da responsabilità quantomeno immediate (anche se poi, a dire il vero, se ne presentano delle altre, correlate, o si ripresenta il problema al giro successivo).
In casi particolari come quelli dell’applicazione delle disposizioni su alcool e tossicodipendenza, poi, dire che nella maggior parte delle volte non si sa che pesci prendere, non dico con certezza, ma neanche con buona probabilità, chi si mette a fare da apripista? In questo caso, poi, non si contano le volte che gli SPRESAL sono stati chiamati, anche in occasioni ufficiali, a concordare un indirizzo su cui regolarsi. E invece: NIENTE. Di solito l’atteggiamento è: “non sapendo cosa dire, io ti sanziono, e ti prescrivo di fare l’accertamento. Se non sei d’accordo, andiamo a parlarne in tribunale.”
Quindi, o si cambia la normativa, o si girino allo SPRESAL le patate bollenti.
Non mi sembra che l'interpello possa essere presentato da un singolo..
Andrea Angelo Bordiga
Ma fare ricorso all'ASL prima di minacciare querele no??
Andrea Angelo Bordiga
abordiga il 01/12/2014 10:53 ha scritto:
Ma fare ricorso all'ASL prima di minacciare querele no??
N.B. presso alcuni SPRESAL operano colleghi ben disponibili ad essere consultati in qualunque momento; purtroppo, in altri casi, non solo non lo sono nè si degnano di dare una qualunque risposta in qualunque forma siano interpellati, ma non si fanno neanche trovare, salvo poi farsi vivi a mezzo verbale.
per la serie: "non lo so e non mi espongo; nel dubbio, sanziono e prescrivo. Se poi si dimostra che ho torto, io comunque non rischio nulla e sarà il tribunale a fare giurisprudenza sul caso."
Milvio è sempre sbagliato far di tutta l'erba un fascio...ci saranno sicuramente Colleghi più o meno bravi negli SPSAL, come nei Reparti di Medicina, di Chirurgia, nei Distretti e nelle Commissioni invalidi.
Cosiccome ci sono Colleghi più o meno bravi tra i liberi professionisti ortopedici, cardiologi e medici del lavoro...
Poi se qualcuno deve riferirsi a una situazione in particolare, beh, lo faccia, ma senza tirare in ballo i massimi sistemi...
Anche perchè il tema di questo thread era tutt'altro.
Cordialità, Massimiliano Cannas
Ciao max.
Mi sembra di aver fatto gli opportuni distinguo.
In realtà non volevo neanche entrare nella discussione (è questo un argomento che ormai mi da la nausea), fino a quando qualcuno non è tornato sulla questione della citabilità diretta del medico competente per le sue decisioni, peraltro in genere mica campate per aria.
E anch’io volevo dire: “ci manca solo di essere trascinati in beghe giudiziarie da qualunque “lavoratore” (in prima battuta ho scritto un’altra cosa, politicamente scorretta e probabilmente antisindacale) cui non sta bene il giudizio di idoneità”.
La questione mi accalora parecchio perché di rogne del genere me ne stanno già capitando fin troppe, e ci manca solo che diventi una moda.
Quanto alla disponibilità dei colleghi dell’OdV, ribadisco, molti di essi sono ottime persone e ben disponibili a discutere dei problemi prima che le cose si complichino; con alcuni ci siamo laureati e specializzati insieme, condividendo gioie e seccature degli anni di studio, dentro e fuori l’Istituto.
Altri invece non si capisce chi ce li ha messi. Se si prova a chiedere loro qualche indicazione, soprattutto su questioni ambigue come quella in oggetto, hai voglia di aspettare…! Può anche essere comprensibile perché in molte circostanze non si sa come applicare la legge: rischiamo di fare un esame di troppo e violiamo la privacy, oppure uno di meno e ci becchiamo la sanzione. E parlo per esperienza diretta: anni fa sono stato sanzionato a seguito di un incidente dove ci furono dei morti e diversi feriti. Saltò fuori che il conduttore della piattaforma di sollevamento utilizzata per portare i lavoratori sul tetto dello stabilimento teatro della tragedia non aveva fatto il test per la droga. Tutte le mie rimostranze, volte a dimostrare che le mie sollecitazioni al datore di lavoro nel corso di almeno un anno precedente al fattaccio affinché mi inviasse i lavoratori da sottoporre a test per sostanze psicotrope erano state completamente ignorate, si persero nella totale incuranza. A seguito di tale episodio ho più di una volta cercato il confronto con gli OdV, anche organizzando dei seminari per discutere sull’argomento allo scopo di trovare quantomeno un accordo su come regolarsi nei casi dubbi. Ma, come era da aspettarsi, nessuno è in condizioni o si sente di sbilanciarsi, ed eventualmente doverne poi rispondere; né a tutt’oggi mi risulta che qualcuno si sia dato pena di modificare ‘sto schifo di legge, dettagliandola un po’ meglio o quantomeno eliminando le sanzioni almeno per i casi ambigui (che vorrebbe dire pressoché la totalità). E nel totale disinteresse del legislatore, continuano a passarci tutti i giorni per le mani casi di lavoratori ai quali creiamo un bel po’ di problemi a causa della loro dedizione soprattutto all’alcool, ma talvolta anche a qualche tipo di droga; molti di noi hanno anche subito minacce; personalmente, in qualche caso, ho evitato il confronto fisico forse solo grazie alla mia prestanza. In sintesi: siamo in trincea sotto il fuoco incrociato di imbroglioni, datori di lavoro ignoranti ed insensibili, cattivi pagatori, UPG, autovelox, Agenzia delle Entrate ed Enti Previdenziali e chi più ne ha più ne metta, e ci manca solo di ritrovarsi pure la letterina verde ad opera dell’avvocato del lavoratore cocainomane o finto semiinvalido!
Scusate se sono di nuovo uscito dal tema.
Alle FAQ Regione Lombardia relative alla sorveglianza sanitaria ai sensi della CU 30-10-07 viene data chiara indicazione come l'indagine sanitaria di pertinenza (esame clinico anamnestico mirato corredato da drug test urine) sia da attivare in caso di PLE. Come noto è il datore di lavoro che avvia il processo tramite apposito elenco nominativo vidimato da inoltrare al Medico Competente.
"Felicius curari a medico popularem gentem quam nobiles et principes viros."
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