Concordo con quanto espresso da Quadrini nel suo primo intervento (del 14/3) e aggiungo che secondo me la sorveglianza sanitaria è da attuarsi: la mmc nelle educatrici, sopratutto degli asili nido, con bambini di età tra 6 mesi e tre anni, è presente.Anche il rischio biologico potenziale, sopratutto per le malattie a trasmissione per via aerea, è presente e non trovo inutili le visite periodiche, perchè consentono tra l 'altro, di controllare, ove possibile, lo stato immunitario (test tubercolinico,dosaggi anticorpali etc).Ma quello che volevo evidenziare, in quanto mi sembra si faccia un pò di confusione, è che la tutela della maternità è regolata da precise disposizioni di legge (dalla 1204 al Dlgs 151 del 2001) e occorre distinguere: un conto è la disposizione di astensione anticipata per "gravidanza a rischio", quindi per motivi intrinsechi alla gravidanza e in questo caso è il ginecologo che certifica (il medico competente non c 'entra);un conto è la gravidanza a normale decorso ma con possibile esposizione a rischio insito nella mansione lavorativa:in questo caso la legge prevede che il datore di lavoro che ne ha avuto comunicazione dalla dipendente,richieda il parere del medico competente, a seguito del quale potrebbe essere necessario un cambio mansione, o, se non possibile, l 'astensione anticipata dal lavoro. E ' quindi corretto che "i ginecologhi si rifiutino di certificare una maternità a rischio" se tale non è.
P.S. scusate, ma non ho capito il senso del titolo dato al messaggio originario:perchè "visite per il medico competente"?
Saluti a tutti
"Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male è che gli uomini buoni non facciano niente"
Edmund Burke (1729-97)
Io sinceramente nutro qualche dubbio quando si parla di "rischio biologico potenziale"? Alla luce di questo qualsiasi lavoro di "gruppo" espone ad un "rischio biologico" potenziale ancor di piu ' nei mesi freddi. Francamente, credo che si debba prestare molta attenzione al fatto che la sorveglianza sanitaria non debba essere basata su rischi generici ma specifici.
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
Vedo con piacere che il collega Bordini abbia compreso il vero senso del mio secondo intervento.
La sorveglianza sanitaria è obbligatoria se esiste un rischio specifico dovuto alla mansione esercitata.
I rischi generici ( presenti nella popolazione ancorchè non adibiti a mansioni specifiche) a mio parere devono essere tutelati da altri operatori della sanità.
Ha ragione Picpus nel dire che siamo alle solite:dipende dal DVR..Il campo di applicazione del Titolo VIII comprende le attività che possono comportare rischio di esposizione ad agenti biologici, sia quelle con uso 'deliberato ' che quelle con uso 'potenziale '.E ' chiaro che le incombenze saranno diverse nei due casi e comunque in ogni caso la sorveglianza sarà impostata e calibrata a seconda di quanto risulta dalla valutazione del rischio.Vogliamo paragonare al rischio della popolazione generale una persona che trascorre le 8 ore lavorative ad accudire persone non autosufficienti come sono i bambini degli asili nido, che devono essere lavati,cambiati,imboccati etc. Anche il personale infermieristico non fa uso 'deliberato 'di agenti biologici, ma vogliamo negare che sia esposto a un rischio potenziale più elevato rispetto a quello della popolazione generale?
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Edmund Burke (1729-97)
Per il personale ospedaliero mi sembra che ci sia adeguata letteratura e legislazione tale da non richiedere particolari equilibrismi. Mi lascia molto perplesso il rischio biologico fin dagli asili: dobbiamo, allora, raccomandare a tutti i presidi delle scuole di ogni ordine e grado che ai sensi dell 'art.76 del D.lgs.626/94 "Il datore di lavoro che intende esercitare attività che comportano uso di agenti biologici dei gruppi 2 o 3, comunica all 'organo di vigilanza territorialmente competente le seguenti informazioni, almeno 30 giorni prima dell 'inizio dei lavori"?? E magari se è una scuola multietnica facciamo anche il registro degli esposti perche ' non si sa mai...potrebbe essserci qualche ceppo strano!!??
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
Mi sembra che si enfatizzi troppo il discorso che il rischio biologico lo si possa trovare anche nella popolazione generale; vi faccio notare che, ad esempio situazioni climatiche come il freddo o il caldo fanno parte della nostra vita quotidiana, ma è allo stesso tempo innegabile che in alcune mansioni essi possano costituire fattori di rischio specifici (penso al micro/macroclima di alcuni lavori quali il fornaio o il muratore). E che dire del rumore? Viviamo immersi nel rumore, che diventa al di sopra dei livelli che conosciamo un rischio lavorativo specifico. E potrei continuare…. Si tratta, secondo me, semplicemente di rischi generici che in particolari popolazioni ESPOSTE diventano un rischio specifico. E’ ovvio, come giustamente rimarcato dalla maggior parte dei colleghi, che il DVR ci dirà se l’entità di questo rischio è tale da determinare un pericolo per la salute del lavoratore; in caso affermativo si interverrà con la SS e quant’altro necessario, decidendo se fare visite periodiche, visite una tantum, etc. Non mi pare che la legge indichi una periodicità precisa per il rischio biologico, per cui sarà responsabilità del mc stabilire cosa, come e quando farlo. Ma secondo voi chi rischia di più, una maestra d’asilo o un impiegata che usa il computer 25 ore la settimana? Ma l’uso del computer è oramai quotidiano e molto esteso anche in casa, quindi lo possiamo considerare un rischio generico, o no? Ora, se ha un senso visitare, magari una volta ogni 5 anni, l’impiegata che usa il computer perché non avrebbe senso visitare una maestra d’asilo, che deve sollevare, magari con una torsione del tronco, un bambino scatenato di 13 kg, o che magari alla sesta settimana di gravidanza scopre che nell’asilo c’è un’epidemia di rosolia? Posso poi accettare di discutere su quando fargli le visite (una tantum? Una volta all’anno? Semestrali? biennali?), ma non sul fatto che non le dobbiamo visitare solo perché il rischio biologico è un rischio anche generico…
Non dimentichiamoci mai che dobbiamo fare prevenzione……
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
Sono d 'accordo con gandalf e quadrini: anche perchè il rischio biologico ci riguarda da molto vicino: pensiamo ai Colleghi ospedalieri, in particolare chirurghi: sono anni che bisogna definire i criteri di idoneità e dopo innumerevoli seminari, esistono ancora falchi e colombe. E l 'epatite C in ambiente ospedaliero? Creiamo delle linne guida per l 'idoneità alla m. specifica.
Ritengo di dover ancora intervenire. Il rischio biologico inteso in senso generale e generico può non essere motivo di sorveglianza sanitaria. A cosa serve la sorveglianza sanitaria in una educatrice del nido per il rischio biologico potenziale? Di quale agente parliamo? Possiamo forse evitare una epidemia influenzale o rubeolica con la sorveglianza sanitaria? Diverso ritengo il caso di soggetti particolari (immunodepressi, gestanti, etc.), per i quali dovrebbe scattare un controllo all 'ingresso del lavoro o del periodo critico, quando l 'interessato lo faccia presente al datore di lavoro, e questi deve interpellare il MC. Altrimenti mi chiedo quale visita fare e cosa controllare ad una maestra non gestante (o anche gestante) se non ci siano altri fattori di rischio oltre quello biologico potenziale. Un saluto a tutti!
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
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