L'azienda "A" probabilmente per motivi fiscali si e' divisa nell'azienda "A" e nell'azienda "B"
I dipendenti gia' della ditta "A" ora sono ora assunti da tutte e due le aziende ! 4 ore in una e 4 ore nell'altra.
Per gli operai, stesso rischio non c'e' problema. Mi sorge invece un dubbio per gli impiegati
In nessuna delle 2 aziende superano le 20 ore/settimana di VDT che pero' invece superano sommando le 2 aziende .....
Nella normativa non ho trovato chiarimenti in merito
Cosa ne pensate ?
Grazie
Guido
ho avuto un caso simile ma poichè ero MC solo di una non ho fatto alcuna visita ( segnando NON OBBLIGO) comprendo la difficoltà ... tenuto conto della scarsa valenza del rischio VDT ho solo considerato l'altra attività come "dopolavoro"
Altri casi assimilabili possono essere quelli in cui i lavoratori svolgono uno o più part-time, orizzontali o verticali, presso diversi datori di lavoro, e magari qualcuno ad alto rischio, in nero e senza alcuna tutela. Ad esempio, i lavoratori stagionali, come l’aiuto cuoco o l’addetto alle pulizie nei mesi estivi, che per il resto dell’anno si arrangia con lavori vari, spesso in nero e senza alcuna sorveglianza sanitaria?
In sintesi, ritenete corretto concordare col datore di lavoro, che cerca di stare in regola con le disposizioni di legge e tenersi alla larga dai guai, e, ovviamente, coi lavoratori interessati, che venga estesa la sorveglianza sanitaria ai dipendenti esposti, in occasione di altre attività svolte altrove, a rischi simili per natura ma di ben altra entità rispetto alla propria azienda, considerando che, in caso di malattia, potrebbero rappresentare un problema o una seccatura anche per lui?
Assolutamente no. Per quale motivo un datore di lavoro (e di conseguenza il medico competente) dovrebbe farsi carico della sorveglianza sanitaria relativa a rischi differenti - per tipologia o entità - da quelli presenti nella propria azienda..?!
Diverso è il caso oggetto del thread dove probabilmente si può trovare una soluzione di buon senso, essendo gli stessi i lavoratori e, presumibilmente, la proprietà delle due ditte.
a parte il fatto che ho parlato di rischi simili, diversi solo per entità ma propri di diverse attività o anche attività analoghe, e ce ne sono tante (es: movimentazione di carichi, o rumore, o irritanti-sensibilizzanti cutanei o per inalazione) mi piacerebbe poter ostentare altrettanta sicurezza.
purtroppo non raramente (e non credo di essere il solo) mi sono dovuto gestire casi che, pur avendo origine etiologica in altre precedenti o contemporanee esposizioni, anche non lavorative, rappresentavano un problema per l'attività per la quale ero chiamato ad esprimere il giudizio di idoneità: una discopatia lombare o una periartrite scapolo-omerale non può restare trascurata, da qualunque causa o circostanza derivi, e nemmeno un tunnel carpale o un problema di astenopia che comunque interferisca con l'attività lavorativa oggetto di valutazione.
pur sorvolando su casi di "estremismo" da parte di qualche SPRESAL con cui ho avuto a che fare, ritengo che un minimo di attenzione in più per casi che possono dare origine a complicazioni più o meno imprevedibili non sia tempo o danaro buttato, né violi i diritti di alcuno.
Beh, sì, non credo che tu sia il solo ad aver visitato lavoratori con una discopatia lombare, un tunnel carpale o con sintomi astenopici..
Ma, perdonami, cosa significa..?
Il fatto di imbattersi quotidianamente in patologie varie, che possono incidere sul giudizio di idoneità, giustificherebbe la seguente proposta: "..ritenete corretto concordare col datore di lavoro .. e, ovviamente, coi lavoratori interessati, che venga estesa la sorveglianza sanitaria ai dipendenti esposti, in occasione di altre attività svolte altrove, a rischi simili per natura ma di ben altra entità rispetto alla propria azienda.."?
Mah..
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