Caro ppg, vorrei rassicurarti su di un fatto: la medicina del lavoro è ancora viva e sicuramente continuerà a vivere, in un modo o nell’altro; e ti dirò di più, gli unici che la possono uccidere siamo proprio noi, noi medici del lavoro, quando non lavoriamo con professionalità, quando non siamo disponibili, quando andiamo (troppo) di fretta, quando ci facciamo la guerra per qualche euro in più (ma più spesso in meno…..), quando non siamo uniti e compatti. Certo gli attacchi dall’esterno ci sono e sono tanti, forti e determinati, e talmente mirati che purtroppo vanno sempre a segno, e noi lì, a leccarci le ferite. Tutto questo certamente può provocare lo scoramento in chi, come te, è all’inizio di una attività nella quale ha riposto tante aspettative che oggi vede un po’ tradite. Posso solo dirti di non arrenderti, l’inizio è sempre duro, lo è stato per tutti, bisogna essere disposto a spostarsi, a farsi un po’ di…ossa, a essere professionali e disponibili, ma poi vedrai che ti potrai scegliere il lavoro dove e con chi più ti piace. E ricordati (anzi ricordiamoci, tutti noi), lamentarsi non serve.........
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
Ringrazio tutti i colleghi per le parole di incoraggiamento e scusate se sono apparso un pò critico.
Raccolgo l 'invito a non scoraggiarsi e spero che il futuro ci renda più solidali e compatti.
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