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censimento

Questo argomento ha avuto 36 risposte ed è stato letto 3316 volte.

tcam

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  • Re: censimento
  • (28/05/2016 01:03)

apemeticolosa il 19/05/2016 09:15 ha scritto:
Medico libero professionista tutta la vita... ma senza lo schifo della svendita professionale pertanto vorrei tanto, tanto, tanto, che ci fossero di nuovo i tariffari professionali e - soprattutto - che i colleghi che si svendono e accettano di fare spirometrie a 5 euro fossero segnalati agli Ordini professionali.
Poi non lamentiamoci se ci vedono come non medici o marchettari...

Analizzi solo un aspetto della professione e a mio avviso un tariffario ordinistico (che non vedrai mai più, visti i giganteschi interessi economici che risiedono dietro le quinte della farsesca tutela della salute nei luoghi di lavoro e che possono agilmente influenzare le scelte dei singoli ordini e di FNOMCeO) non è in grado di risolvere né di attenuare le criticità gravissime che caratterizzano il ruolo del medico del lavoro.
Se rifletti sui mille aspetti collegati alla professione, ti puoi agevolmente rendere conto del fatto che, a fronte di un ruolo pubblicistico e di garanzia che è affidato al medico occupazionale, vi sono condizioni contrattuali assolutamente incompatibili con tali ruoli e nei fatti il medico del lavoro finisce per assumere un orientamento che poco lo differenzia dalla vetusta figura del "medico fiduciario" aziendale con l'unica differenza del folle gravame penale che la norma gli affibbia.
Basterebbe, tra tutte, citare il pittoresco conflitto rappresentato dalle denunce di MP, caricate di incertezze etiche e di sicurezze contrattuali (revoca).
Se il medico del lavoro debba o no avere un ruolo di garanzia e pubblicistico è tema a lungo dibattuto con visioni discordanti in relazione alle fonti. Ma perché vi sia un ruolo di garanzia, giustamente evocato, è necessario che tale garanzia sia supportata da una equivalente di tipo contrattuale e dunque l'incarico dovrebbe pervenire e/o essere revocato da soggetti non ricattabili che rappresentino appunto quell'interesse pubblicistico che come un francobollo (fuori corso) viene appiccicato impropriamente al medico occupazionale.
Quindi se vogliamo parlare di qualcosa di concreto e non fare chiacchiere filosofico-economiche, si deve partire dall'incarico da cui tutto deriva.
TCam

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Mediconosherpa

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  • Re: censimento
  • (28/05/2016 09:14)

L’illusione di poter ottenere virtuosi emendamenti del corrente quadro normativo con la semplice enunciazione della circostanza che vi sono contenute molteplici, evidentissime e macroscopiche iniquità (tutte a nostro danno) e statuizioni in palese contrasto con i Principi Generali del Diritto e con altre vigenti Norme, ha affascinato molti di noi, ed ha costituito peraltro il motivo di grandissime delusioni, visto che niente e nessuno ha finora potuto ottenerne una sia pur minima correzione.
Dunque finora l' unica strategia possibile per il medico competente è stata quella della pratica "difensiva", cercando di elaborare elementi, documenti, rapporti e situazioni che possano in qualche modo "dimostrare" la correttezza del suo operato, pur se tale attività risulta poi sempre di fatto inadeguata di fronte all'estrema (e voluta) vulnerabilità della nostra figura, nel contesto attuale.
Credo che nessuno di noi possa elaborare una valida indicazione per superare l'attuale imbarazzo, ma certo è indispensabile almeno riflettere sull'esistente e valutare razionalmente tutti i dati concreti, a cominciare dall'ingravescente coartazione dell'attività medica nel suo complesso (vedi la tematica della cosiddetta "appropriatezza") e dalla palese intenzione della controparte pubblica di ottenere principalmente (se non esclusivamente) risparmi e riduzioni di spesa nel comparto Sanità; è opinione di molti colleghi che la gravità della situazione sia tale da richiede una vera e propria "rifondazione" della Professione, a partire dal principale caposaldo di garanzia della serenità operativa del Professionista: il rapporto di dipendenza.
Finchè il medico in generale, e in particolare il medico del lavoro, sarà un collettore universale di responsabilità, un operatore che affastella tutte le prerogative negative della libera professione e tutte quelle negative della dipendenza, senza poter godere di alcuna delle prerogative positive di entrambe, sarà sempre un vaso di coccio tra vasi di ferro, e non potrà mai avere quella tranquillità di agire che è il presupposto indispensabile di un corretto, armonico ed efficace esercizio professionale.
Se dobbiamo chiedere, la prima richiesta deve essere: la dipendenza.

Alcuni riferimenti per chi volesse approfondire:
https://www.facebook.com/associazioneAMGI/?fref=nf
https://www.facebook.com/groups/535035833288186/?ref=browser

....................................................................
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geremia17

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  • Re: censimento
  • (28/05/2016 09:15)

tcam il 28/05/2016 01:03 ha scritto:


Analizzi solo un aspetto della professione e a mio avviso un tariffario ordinistico (che non vedrai mai più, visti i giganteschi interessi economici che risiedono dietro le quinte della farsesca tutela della salute nei luoghi di lavoro e che possono agilmente influenzare le scelte dei singoli ordini e di FNOMCeO) non è in grado di risolvere né di attenuare le criticità gravissime che caratterizzano il ruolo del medico del lavoro.
Se rifletti sui mille aspetti collegati alla professione, ti puoi agevolmente rendere conto del fatto che, a fronte di un ruolo pubblicistico e di garanzia che è affidato al medico occupazionale, vi sono condizioni contrattuali assolutamente incompatibili con tali ruoli e nei fatti il medico del lavoro finisce per assumere un orientamento che poco lo differenzia dalla vetusta figura del "medico fiduciario" aziendale con l'unica differenza del folle gravame penale che la norma gli affibbia.
Basterebbe, tra tutte, citare il pittoresco conflitto rappresentato dalle denunce di MP, caricate di incertezze etiche e di sicurezze contrattuali (revoca).
Se il medico del lavoro debba o no avere un ruolo di garanzia e pubblicistico è tema a lungo dibattuto con visioni discordanti in relazione alle fonti. Ma perché vi sia un ruolo di garanzia, giustamente evocato, è necessario che tale garanzia sia supportata da una equivalente di tipo contrattuale e dunque l'incarico dovrebbe pervenire e/o essere revocato da soggetti non ricattabili che rappresentino appunto quell'interesse pubblicistico che come un francobollo (fuori corso) viene appiccicato impropriamente al medico occupazionale.
Quindi se vogliamo parlare di qualcosa di concreto e non fare chiacchiere filosofico-economiche, si deve partire dall'incarico da cui tutto deriva.
TCam

geremia17

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  • Re: censimento
  • (28/05/2016 09:24)

condivido il concetto espresso dal collega precedente; e mi chiedo se i colleghi della sorveglianza prendono anche in esame i prezzi spesi da quell'azienda per la sicurezza e notano che non sono congrui per il protocollo sanitario svolto e per la prestazione sanitaria effettuata e quindi vanno a rivedere tutto........, incominciando a sanzionare azienda e medico?
Un po come le sentenze che i giudici hanno partorito che per le gare sulla sicurezza non possono essere svolte al massimo ribasso. Mi direte che vengono ancora disattese ed è vero, ma si incomincia a smuovere qualcosa. Ribadire questo concetto nei convegni dove sono presenti anche gli organi di vigilanza sarebbe opportuno. Io nel mio piccolo già ho iniziata a farlo da qualche anno. I risultati ancora pochi.

gfp

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  • Re: censimento
  • (30/05/2016 09:18)

in fondo quando c'è censimento... teghetù teghetù
non c'è mai pentimento... teghetù teghetù
(cit. neri per caso)

ps scrivete a Renzi!!!

saferr

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  • Re: censimento
  • (30/05/2016 09:24)

a me piace la libera professione, odio timbrare il cartellino e rispondere ad un dirigente che non stimo; vedo DURISSIMO un rapporto di autonomia decisionale sotto qualsivoglia ombrello (gabbia) rappresentato da pubblica amministrazione che delegherebbe ad una centro servizi con gara al ribasso il nostro operato, ma davvero pensate che in un epoca come questa la PA si accollerebbe una roba del genere? e soprattutto come e con quali strumenti e a quali patti pensate che ci possano far lavorare? ma se la sanità sta cadendo a pezzi da sola...
Cerchiamo per favore di essere realistici e nel breve periodo, il massimo su cui possiamo pensare di agire in questo contesto è certamente il tariffario contenuto in un contratto che tuteli la nostra autonomia; rivendicando comunque la delicatezza del nostro ruolo (tra DDL e Lavoratori), non credo che nel resto dei paesi europei, anche dove il ruolo pubblicistico sia riconosciuto, MP ed infortuni si presentino in percentuale sensibilmente inferiore all'Italia. il nostro è un lavoro difficile di equilibrismo e pericoloso; come erroneamente è stato sempre creduto non è per tutti, non è un aggiunta, un arrotondamento, una seconda scelta, un ripiego: chi non se la senta cambi o scelga altro

m.digiovanni

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  • Re: censimento
  • (02/06/2016 11:21)

Buon giorno egregi colleghi. Sono dell'avviso che le norme che guidano la nostra professione sono tutte carenti in un aspetto, per noi, di vitale importanza e cioè norme a tutela. L'unica strada percorribile, per il sottoscritto, sarebbe l'introduzione di una sola norma che preveda quanto segue:

1. nomina del medico competente almeno quinquennale (ciò giustifica il termine "sorveglianza" e "collaborazione") e comunicazione obbligatoria in data nomina dalle parti all'Ispettorato del Lavoro e alla ATS.
2. obbligo comunicazione di revoca con motivazione da parte del datore di lavoro (non il suo delegato o la segretaria) e del Medico del Lavoro all'Ispettorato del Lavoro e alla ATS entro e non oltre tre giorni dalla data di revoca esclusivamente via PEC.
3. Obbligo di verifica da parte degli organi competenti (ATS ed Ispettorato del Lavoro) entro e non oltre cinque giorni dall'avvenuta comunicazione della revoca in merito alle motivazioni attraverso il sopralluogo in azienda e con la presenza delle parti ove si presenti un contenzioso.
3.1 Non vige l'obbligo di comunicazione in caso di decesso. Le assenze giustificate (p.e.: ricovero ospedaliero, vacanze, corsi, ecc..) determinano lo slittamento della comunicazione

art. 55
Sanzione di € 1000,00 per mancato invio tramite PEC della nomina all'Ispettorato del Lavoro e alla ATS

Blocco dell'attività produttiva per giorni 10 in caso di mancato invio della revoca entro i termini stabiliti.

Risarcimento economico a carico del Medico del Lavoro di € 1.000,00 per lavoratore per anno di incarico (tutti e 5 gli anni per incarichi in essere e per tutti gli anni di sorveglianza sanitaria oltre i 5) nel caso l'Ispettorato e/o ATS confermino revoca in assenza di non ottemperanze da parte del Medico del Lavoro come previsto dalla normativa vigente in materia di tutela della sicurezza e salute sul posto di lavoro. In caso di mancato pagamento blocco definitivo dell'attività produttiva e detenzione da 5 a 7 anni.

art 58
Sanzione di € 1000,00 per mancato invio tramite PEC della nomina all'Ispettorato del Lavoro e alla ATS

Nel caso l'Ispettorato e/o ATS confermino revoca in presenza di non ottemperanze da parte del Medico del Lavoro sanzione come previsto dalla normativa vigente in materia di tutela della sicurezza e salute sul posto di lavoro in merito alla non ottemperanza ravvisata.

Sarebbe interessante vedere applicate queste semplici norme a tutela della nostra libera professione.

Buone feste

mauriziocomp

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3
  • Re: censimento
  • (03/06/2016 13:54)

Libero professionista tutta la vita.
Sono allibito dalla tendenza al pianto e alla autoflagellazione.
Non c'è incontro o convegno dove non ci sia il solito disco rotto di:
mettiamoci in discussione
troppe visite
siamo ricattati dai datori di lavoro
siamo schiavizzati da "Centri"
siamo ridotti alla stremo da tariffe da fame
siamo annichliti da adempimenti formali
Basta
Siamo professionisti all'interno di un preciso quadro normatico, dobbiamo ovviamente confrontarci con il "mercato" bene fuori gli attributi....
Il rispetto e la dignità professionale non ce lo daranno per decreto, è in ognuno di noi.

carlpam

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1009
  • Re: censimento
  • (05/06/2016 10:50)

qualche breve considerazione in questa fase del dibattito ( per non fare il solito sfogo fine sé stesso ) come dice (mauriziocomp): “ Il rispetto e la dignità professionale non ce lo daranno per decreto, è in ognuno di noi.” e dunque cerchiamo di essere costruttivi

emergono due posizioni una per la libera professione
MEDICO LIBERO PROFESSIONISTA ( SINGOLO O ASSOCIATO) ma solo con altri medici) tutta la vita... ma senza lo schifo della svendita professionale (apemeticolosa )
è la posizione di che preferisce la propria autonomia e intraprendenza a rapporti difficili con altri soggetti più alti nella linea di comando.
DIFFICOLTÀ : il mercato della sanità e semi-monopolio dei Centri (SdS), mancanza (fu abolito da Bersani) di un tariffario “decente” PROPOSTA CONCRETA (qualcuno voglia redarne uno? Poi ciascuno di noi lo invia al proprio Ordine /e federazione nazionale o tramite una associazione (? )
SORVEGLIANZA SANITARIA PER 5 ANNI ( perché non per contratto privato ? Nel caso di nomina diretta con PMI fino a una decina di dipendenti ciò è facile mentre per la grande azienda abbiamo meno forza contrattuale dunque è necessaria una associazione rappresentativa )
ritengo importante anche la posizione di ASSOPREV ( G.FRIGERI) vs cui abbiamo polemizzato ma che penso possa essere un serio contraltare alle SdS più francamente speculative

l'altra posizione è per la dipendenza da struttura pubblica
MEDICO DIPENDENTE (Unità Operative di Medicina del Lavoro–(c/o ispettorato lavoro? O come SPISAL togliendo le funzioni di UPG ) e con autonomia o ancora .MEDICO CONVENZIONATO con varie possibilità descritte in intervento più sopra ) ruolo del ISPETTORATO del Lavoro? DIFFICOLTÀ queste possibilità necessitano di modifiche legislative

Personalmente preferisco la L.P ma comprendo anche le ragioni della dipendenza pubblica ( comunque articolata) credo però che si possa intervenire ( anche in modo associativo) a definire alcuni punti per migliorare la situazione ove è possibile ( TARIFFARIO E DURATA DEL CONTRATTO PRIVATO )

cliama

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  • Re: censimento
  • (29/06/2016 12:39)

nicox691 il 28/06/2016 03:39 ha scritto:


Carissimo, il tariffario minimo e ripeto minimo era presente ed era in vigore anche con il DPR 303/56 (ti ricordi come funzionava) Bene già allora i marchettari medici di famiglia tra un mutuato ed un altro ci infilavano le loro belle markette di medicina del lavoro trimestrali. Non è cambiato nulla lavoravano a sotto costo e continuano a farlo nei loro belle società visitificio che gli fanno da paravento o parac...
Le tariffe vanno applicate alle aziende e i colleghi gallopini sempre e comunque sottopagati.
Con l'aria che tira (ipocrisia allo stato solido) più che un censimento ci vorrebbe un referendum SocietàdiservizioMMGexit.

Il malcostume nel nostro paese non finirà mai !!
Quelfi e Ghibellini

Caro collega

Quello che mi dici ripone il problema alla radice.
Anzitutto se davvero si arrivasse ad un tariffario minimo si tutelerebbero gli interessi di tutti i medici competenti evitando le tariffe al ribasso e la dequalificazione della professione.
A me sembrerebbe già un primo obbiettivo importante e raggiungibile che obbligherebbe tutti ad una sana competizione (non più sulla tariffa stracciata ma sulla qualità del servizio svolto)ed eviterebbe lo sconcio delle gare al ribasso.
Con questo non risolvi il problema del malcostume ma metteresti un primo paletto alla tutela della nostra professione....

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