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Che ne sapete del PNE?

Questo argomento ha avuto 9 risposte ed è stato letto 2278 volte.

tcam

tcam
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  • Che ne sapete del PNE?
  • (31/05/2016 00:32)

Il PNE, piano nazionale per l'edilizia, se ben ho capito e non ne sono certo, è un sano sistema di controllo che con l'utilizzo dei dati che noi abbiamo trasmesso con l'allegato 3B all'INAIL, valuta quante aziende del settore siano state censite e quante risultino invece presenti nei dati nazionali ma non siano state segnalate come "aventi un medico del lavoro". I dati Toscani direbbero che sono state segnalate col 3B poco più di 5.000 aziende sulle 13.000 circa che parrebbero in attività.
Cosa ne dedurrebbe un cittadino comune, carico di buon senso pratico?
Dedurrebbe che le altre, non avendo il medico del lavoro, non sono state dichiarate con il 3B, o no?
L'ODV la vede diversamente.
La differenza è attribuibile al fatto che i MC non hanno compilato il 3B.
E vabbè....si sa...insomma non ce lo nascondiamo. I MC sono dei furbacchioni e omettono.....
Fin qui poco ci cale, statistiche, ben vengano se servono a qualcosa e possono in qualche modo stimolare una comunicazione deficitaria trasformando l'inerzia medica in virtuosa partecipazione.
Tuttavia gli stessi ODV ci comunicano che con un campionamento random andranno a verificare la congruità dei protocolli sanitari con i DVR delle aziende edili e con i loro POS.
Se il DVR è inaccettabile...sanzioneranno l'azienda, se è coerente con il rischio di comparto...sanzioneranno il medico che ha redatto il protocollo incoerente.
Ma non entrerò in una analisi più approfondita, ne sono incapace, non ho un livello di intelligenza critica adeguato.
La sensazione, nell'ascoltare le comunicazioni ricevute, è stata tuttavia ancora una volta la stessa, tristemente la stessa: chi parla e progetta e programma è fortemente e gravemente distaccato dalla realtà che vorrebbe provare a conoscere, ma gli sfugge per colpa o per dolo dalle mani.
Cerca dunque e in ogni modo di giustificare se stesso e trova il bersaglio facile che anche un ipovedente centrerebbe.
E cosa di più facile di un manipolo di professionisti individualisti, disaggregati e refrattari ad un tessuto connettivo che ne colleghi le vite professionali tutelandole?
Dai, non vi preoccupate...queste cose capiteranno solo agli altri, mica a voi!
TCam

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alessandrociberti

alessandrociberti
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  • Re: Che ne sapete del PNE?
  • (31/05/2016 11:12)

probabilmente sono stato disattento, però mi è sembrato di cogliere sfumature diverse in quanto detto sul PNE:
1) di 8000 aziende non inserite è stato detto che o non hanno il MC o lo hanno e non sono state inserite
2) la verifica prima del DVR e dei protocolli mi sembra un modo corretto di procedere corretto
3) la verifica della coerenza dei protocolli mi sembra un buon modo di garantire chi tra noi lavora bene (a meno che non riteniate che non vi sia nessuno che lavora male...)
4) è stato detto che la non coerenza porta ad un approfondimento con il medico del protocollo, solo in caso il MC abbia redatto il protocollo con scarso criterio (essendo in sede pubblica dico scarso criterio, ma in effetti penso un altra espressione)

Se la nostra attività entrasse nei LEA forse smetteremo di essere invisibili... è ovvio che questo potrebbe comportare che qualcuno sia visto nudo (cfr. I vestiti nuovi dell'imperatore - H.C. Andersen)

Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare,
non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.
(Jacques-Yves Cousteau)

tcam

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  • Re: Che ne sapete del PNE?
  • (01/06/2016 00:29)

alessandrociberti il 31/05/2016 11:12 ha scritto:
probabilmente sono stato disattento, però mi è sembrato di cogliere sfumature diverse in quanto detto sul PNE:
1) di 8000 aziende non inserite è stato detto che o non hanno il MC o lo hanno e non sono state inserite
2) la verifica prima del DVR e dei protocolli mi sembra un modo corretto di procedere corretto
3) la verifica della coerenza dei protocolli mi sembra un buon modo di garantire chi tra noi lavora bene (a meno che non riteniate che non vi sia nessuno che lavora male...)


4) è stato detto che la non coerenza porta ad un approfondimento con il medico del protocollo, solo in caso il MC abbia redatto il protocollo con scarso criterio (essendo in sede pubblica dico scarso criterio, ma in effetti penso un altra espressione)

Se la nostra attività entrasse nei LEA forse smetteremo di essere invisibili... è ovvio che questo potrebbe comportare che qualcuno sia visto nudo (cfr. I vestiti nuovi dell'imperatore - H.C. Andersen)

Forse sono stato disattento io, ma assieme a me anche tanti altri...quindi disattenzione collettiva.....?
E poi, parlando di cantieri mobili o temporanei, sarei proprio curioso di assistere al confronto tra un ODV e un MC utilizzando come riferimento il protocollo POS-indotto.
Quindi a cosa facciamo riferimento istituendo un protocollo sanitario? Al POS che deriva da una VDR nella quale si trova di tutto e di più o il contrario di tutto?
Visto che sei "in sede pubblica" sapresti declinarmi i criteri che TU utilizzeresti per valutare in prima battuta un DVR di un'impresa edile, microimpresa magari?
E, come derivato necessario, quali criteri useresti, poi, per capire e dunque valutare se quei lavoratori che sono in quel cantiere sono oggetto di tutela efficace ed efficiente o se quel DVR/POS è carta igienicamente confezionata?
Quante volte in un cantiere hai avuto l'occasione di verificare assieme al CSE la congruità dei POS delle aziende cooperanti, con la fase esecutiva in cui hai visto il cantiere?
Quante valutazioni del rischio da agenti chimici pericolosi hai osservato siano coerenti con il livello di esposizione e le modalità operative del cantiere?
Quante volte hai trovato che la valutazione del rischio da vibrazioni MB è stata fatta con riferimento alla strumentazione che hai trovato in cantiere?
Quante volte hai trovato segnalazioni dei tempi massimi ammissibili di esposizione individuale a VMB per gli strumenti elettromeccanici specificamente in uso?
Hai mai provato a chiedere a bruciapelo ad un lavoratore edile che ha fatto 16 ore di formazione in aula con il patrocinio delle Associazioni di Categoria (cito Cassa Edile) quali norme regolamentino il suo diritto alla salute ed alla sicurezza, quali siano i suoi obblighi, quali i diritti, quali le figure che la norma ritiene garanti e dunque persegue,il nome del suo medico del lavoro, quanto dura una visita per la tutela della sua salute, se ha mai visto in faccia il suo RLS-T e se questi ha mai visitato il cantiere.....etc, etc....
Se ti interessa un elenco non esaustivo delle gravi incongruenze che caratterizzano il vostro e il nostro lavoro, mi trovi disponibile.
Per concludere, poi, e la cosa è rilevantissima, molto più di quanto non appaia osservando il territorio dall'alto e da distante, hai idea di cosa comporti per un lavoratore l'essere oggetto di denuncia di MP? E per il medico del lavoro farla?
La domanda non è retorica, tutt'altro, e meriterebbe non solo un dibattito esteso di merito, ma modifiche sostanziali della posizione del medico del lavoro rispetto al DDL, figure così distanti quanto ad interessi ed intenti da apparire quantomeno incompatibili da un punto di vista contrattuale e giuridico.
Se hai sufficiente fantasia, prova a spiegare a me e a chi ci legge il senso etico e sociale di tale evidente e paradossale antinomia: posizione di garanzia verso il lavoratore di un professionista remunerato dal suo datore di lavoro.
Attendo con vivace curiosità ......tue interessanti risposte a qualcosa di quanto sopra.
TCam

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pieroscano

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  • Re: Che ne sapete del PNE?
  • (01/06/2016 06:57)

A proposito di ODV e utilizzo dell'allegato 3B....alcuni spresal stanno richiedendo una relazione che specifichi le prescrizioni/limitazioni segnalate dal MC in relazione alle patologie. Vi è già capitato?

alessandrociberti

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  • Re: Che ne sapete del PNE?
  • (01/06/2016 11:01)

Quindi a cosa facciamo riferimento istituendo un protocollo sanitario? Al POS che deriva da una VDR nella quale si trova di tutto e di più o il contrario di tutto?
Nella mia attività io faccio riferimento al DVR per il protocollo ed al POS per eventuali integrazioni su esposizioni specifiche (ad esempio contaminanti presenti solo in un cantiee), ovviamente parlo di realtà abbastanza grandi dove esiste una struttura che lo consente; nelle realtà piccole prevalentemente sul DVR (se ben fatto) ovviamente con criterio estensivo.
Visto che sei "in sede pubblica" sapresti declinarmi i criteri che TU utilizzeresti per valutare in prima battuta un DVR di un'impresa edile, microimpresa magari?
Non sono in sede pubblica, la risposta comunque è 3 righe sopra.
E, come derivato necessario, quali criteri useresti, poi, per capire e dunque valutare se quei lavoratori che sono in quel cantiere sono oggetto di tutela efficace ed efficiente o se quel DVR/POS è carta igienicamente confezionata?
Come criterio per capire se un DVR è ben fatto
Quante volte in un cantiere hai avuto l'occasione di verificare assieme al CSE la congruità dei POS delle aziende cooperanti, con la fase esecutiva in cui hai visto il cantiere?
Mi è capitato oviiamente su opere grosse.
Quante valutazioni del rischio da agenti chimici pericolosi hai osservato siano coerenti con il livello di esposizione e le modalità operative del cantiere?
Poche
Quante volte hai trovato che la valutazione del rischio da vibrazioni MB è stata fatta con riferimento alla strumentazione che hai trovato in cantiere?
Non molte
Quante volte hai trovato segnalazioni dei tempi massimi ammissibili di esposizione individuale a VMB per gli strumenti elettromeccanici specificamente in uso?
Questo già più spesso, anche in realtà medio piccole.
Hai mai provato a chiedere a bruciapelo ad un lavoratore edile che ha fatto 16 ore di formazione in aula con il patrocinio delle Associazioni di Categoria (cito Cassa Edile) quali norme regolamentino il suo diritto alla salute ed alla sicurezza, quali siano i suoi obblighi, quali i diritti, quali le figure che la norma ritiene garanti e dunque persegue,il nome del suo medico del lavoro, quanto dura una visita per la tutela della sua salute, se ha mai visto in faccia il suo RLS-T e se questi ha mai visitato il cantiere.....etc, etc....
RLS-T ne ho conosciuti di scrupolosi e di meno scrupolosi, ma questo vale per ogni ruolo professionale;
Se ti interessa un elenco non esaustivo delle gravi incongruenze che caratterizzano il vostro e il nostro lavoro, mi trovi disponibile.
Le conosco molto bene perché le vivo tutti i giorni, quello che non capisco è la reazione di irritazione ogni volta che parte un iniziativa che potrebbe realizzare un pochino di setaccio tra chi lavora con scrupolo e chi con meno scrupolo: tu lavori bene di che hai paura?!
E’ chi lavora male e abbassa qualità e prezzi della nostra attività il mio primo nemico; e siccome ne io ne te abbiamo armi per cambiare questa situazione credo che forse dovremmo essere contenti di un piano nazionale che mira ad inserire nei LEA la sorveglianza sanitaria.
P.S. non amo la polemica e tanto meno i flare sui social, questo per dire che proseguirò una pacata conversazione , ma non proseguirò la difesa ad oltranza di quanto ho scritto.

Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare,
non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.
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tcam

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  • Re: Che ne sapete del PNE?
  • (01/06/2016 11:19)

Non cito, ma rispondo concisamente.
Non ho l'abitudine di usare il motto "Cicero pro domo sua", quindi se dico o scrivo qualcosa di apparentemente polemico, non lo faccio ad autotutela o per inquietudini personali.
Rimango convinto che il target MC della vigilanza, sia impropria espressione di una semplificazione politica del bersaglio (fianco debole) e uno shunt rispetto alla reale criticità della (mancata) tutela della salute e della sicurezza.
Il tuo "Re nudo" è altrove ma tutti continuano a fingere di vederne i fastosi abiti.Ma pur nudo è re......
TCam

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Dcorti

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  • Re: Che ne sapete del PNE?
  • (01/06/2016 16:29)

In Regione Piemonte , in alcune province, pare ( e dico pare) che cose analoghe si prospettino nell'ambito del PNA ( Piano Nazionale Agricoltura). Resta il fatto che i dati dell'allegato 3b, inseriti dai MC sotto pesante minaccia, ma con la rassicurazione che il fine dell'operazione sarebbe stato ad uso ESCLUSIVAMENTE epidemiologico, sono invece utilizzati a scopo di vigilanza ( da qualcuno definita " a tavolino").
E il MC resta sempre a fare il vaso di coccio tra DDL ( da cui è pagato), la schizofrenia della normativa e l'organo di vigilanza .
Che poi questa situazione apporti efficacia alla tutela della salute dei lavoratori è alquanto dubbio.

Donatella Corti

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PREVEMP

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  • Re: Che ne sapete del PNE?
  • (03/06/2016 15:24)

Una sintesi del PNE si trova qui (atti di un convegno dell'ottobre 2015 a Bologna):
http://www.ausl.mo.it/dsp/flex/cm...erveBLOB.php/L/IT/IDPagina/10544.

Come si può vedere, si tratta di un piano nazionale (=ministeriale), e non deciso da organi di vigilanza locali più o meno cattivi, che non comprende solo la sorveglianza sanitaria.
Il PNE è poi ripreso dal Piano Nazionale della Prevenzione e, a cascata, dai Piani Regionali della Prevenzione - ma azioni e obiettivi sono in sintesi quelli.
A questo punto il Ministero della Salute considera l'attività tra quelle LEA, e quindi da svolgere obbligatoriamente da parte delle Regioni (pena una decurtazione dei fondi), che a loro volta assegnano questi obiettivi alle Aziende USL tramite il PRP (nel quale viene anche indicata la modalità e la tempistica di attuazione: su questo le singole Regioni hanno qualche ristretto margine di manovra).
I fatti sul PNE sono questi, il resto afferisce al dominio delle legittime opinioni, che vanno rispettate, e l'allegato 3B, quindi, c'entra relativamente.
Spero di aver contribuito a chiarire almeno un po' la questione.

PREVEMP

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  • Re: Che ne sapete del PNE?
  • (03/06/2016 15:25)

Una sintesi del PNE si trova qui (atti di un convegno dell'ottobre 2015 a Bologna):
http://www.ausl.mo.it/dsp/flex/cm...erveBLOB.php/L/IT/IDPagina/10544.

Come si può vedere, si tratta di un piano nazionale (=ministeriale), e non deciso da organi di vigilanza locali più o meno cattivi, che non comprende solo la sorveglianza sanitaria.
Il PNE è poi ripreso dal Piano Nazionale della Prevenzione e, a cascata, dai Piani Regionali della Prevenzione - ma azioni e obiettivi sono in sintesi quelli.
A questo punto il Ministero della Salute considera l'attività tra quelle LEA, e quindi da svolgere obbligatoriamente da parte delle Regioni (pena una decurtazione dei fondi), che a loro volta assegnano questi obiettivi alle Aziende USL tramite il PRP (nel quale viene anche indicata la modalità e la tempistica di attuazione: su questo le singole Regioni hanno qualche ristretto margine di manovra).
I fatti sul PNE sono questi, il resto afferisce al dominio delle legittime opinioni, che vanno rispettate, e l'allegato 3B, quindi, c'entra relativamente.
Spero di aver contribuito a chiarire almeno un po' la questione.

milvio.piras

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  • Re: Che ne sapete del PNE?
  • (03/06/2016 23:58)

Si dovrebbe dire: ben vengano i controlli seri; era ora!
Tuttavia, c’è da temere che si scateni una inaccettabile caccia alle streghe, ove il medico competente finirà per essere ritenuto il principale responsabile per non aver adottato un protocollo sanitario adeguato. Ma secondo quali parametri? visto che fino ad oggi nessuno ha voluto saperne di definirne, almeno in linea di massima, uno valido per tutti e in certe zone le stesse casse edili gestiscono anche la sorveglianza sanitaria all’insegna del più bieco utilitarismo, sottoponendo i lavoratori a protocolli assolutamente inadeguati, col benestare di tutti gli Organi di Vigilanza.
Fino ad oggi, nella maggioranza dei casi, le alternative erano (sono) due: o ti poni dei limiti per poter essere concorrenziale, o lasci perdere e ti occupi d’altro.
Facile dirlo quando si hanno altre risorse; un po’ meno quando, dopo anni di studi, ti ritrovi con famiglia e mutuo a carico e una specializzazione che non serve a nient’altro se non a fare marchette. E il tuo ambito professionale è ridotto ad un mercato rionale in cui la roba contraffatta e di dubbia provenienza è quella che vende di più in assoluto, soprattutto grazie alla totale assenza dello Stato a causa dell’insipienza dei suoi ministri.

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