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  • Re: tariffe
  • (27/01/2004 18:58)

Sono convinto che la corsa al ribasso delle tariffe riguardanti le prestazioni di medicina del lavoro sia una peculiarità unica del nostro settore.
Paradossalmente tutto è andato contro le leggi del mercato. Si era partiti, dopo l 'uscita della 626 da una situazione assai favorevole: "pochi medici del lavoro-altissima richiesta". Normalmente, a fronte di penuria di prestatori d 'opera, il costo della prestazione sale. Nel nostro caso, già prima dell 'apertura a igienisti e medici legali, avevamo assistito, in conseguenza della "discesa in campo" dei vari centri diagnostici che in fretta e furia avevano strutturato al loro interno una sezione di medicina del lavoro, ad una precipitazione delle tariffe.
E ' successo dunque quello che non accade in nessun 'altra specialità medica! Nessun utente abbisogni delle prestazioni, che so, di un cardiologo, di un pediatra, di un ginecologo, sceglie quello che costa meno. In linea di massima sceglie quello che gli dà più garanzie di professionalità, esperienza e capacità. Certo, dà un 'occhiata anche al costo, ma alla fine sceglie il professionista che gli sembra più capace.
Ma, ahimè, siamo nel campo dei problemi individuali, non di quelli collettivi. E gran parte delle aziende - forse perchè noi stessi non siamo riusciti a far ben comprendere loro il significato profondo della qualità della prevenzione e della sorveglianza sanitaria - cerca solamente di adempiere al dettato legislativo spendendo il meno possibile. L 'importante è quel pezzo di carta che garantisce l 'idoneità del dipendente. Se poi questo è frutto di una visita di 5 minuti o di un iter anamnestico e diagnostico accurato che richiede tempo e conoscenze, pare non interessare più a nessuno.
Venendo alle tariffe, rimango sorpreso dalle proposte di alcuni colleghi. Perchè mai una visita specialistica di un medico del lavoro dovrebbe valere 25 Euro, quando anche il più modesto specialista di qualunque altra branca non chiede meno di 75 Euro (almeno a Milano, dove vivo)?
Per quale assurdo ragionamento la nostra attività viene quasi ridotta a quella di un cottimista?
Credo che tutti noi dobbiamo avere uno scatto di dignità. La nostra specialità non vale meno delle altre. Il pezzo di carta non ce l 'hanno regalato: ce lo siamo sudato, nè più nè meno degli altri colleghi di altre specialità.
Non aderiamo a proposte indecorose (stavo per dire da fame)!
L 'unica soluzione rimane l 'unità degli specialisti e il prevalere della qualità della prestazione specialistica

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  • Re: tariffe
  • (27/01/2004 18:58)

Sono convinto che la corsa al ribasso delle tariffe riguardanti le prestazioni di medicina del lavoro sia una peculiarità unica del nostro settore.
Paradossalmente tutto è andato contro le leggi del mercato. Si era partiti, dopo l 'uscita della 626 da una situazione assai favorevole: "pochi medici del lavoro-altissima richiesta". Normalmente, a fronte di penuria di prestatori d 'opera, il costo della prestazione sale. Nel nostro caso, già prima dell 'apertura a igienisti e medici legali, avevamo assistito, in conseguenza della "discesa in campo" dei vari centri diagnostici che in fretta e furia avevano strutturato al loro interno una sezione di medicina del lavoro, ad una precipitazione delle tariffe.
E ' successo dunque quello che non accade in nessun 'altra specialità medica! Nessun utente abbisogni delle prestazioni, che so, di un cardiologo, di un pediatra, di un ginecologo, sceglie quello che costa meno. In linea di massima sceglie quello che gli dà più garanzie di professionalità, esperienza e capacità. Certo, dà un 'occhiata anche al costo, ma alla fine sceglie il professionista che gli sembra più capace.
Ma, ahimè, siamo nel campo dei problemi individuali, non di quelli collettivi. E gran parte delle aziende - forse perchè noi stessi non siamo riusciti a far ben comprendere loro il significato profondo della qualità della prevenzione e della sorveglianza sanitaria - cerca solamente di adempiere al dettato legislativo spendendo il meno possibile. L 'importante è quel pezzo di carta che garantisce l 'idoneità del dipendente. Se poi questo è frutto di una visita di 5 minuti o di un iter anamnestico e diagnostico accurato che richiede tempo e conoscenze, pare non interessare più a nessuno.
Venendo alle tariffe, rimango sorpreso dalle proposte di alcuni colleghi. Perchè mai una visita specialistica di un medico del lavoro dovrebbe valere 25 Euro, quando anche il più modesto specialista di qualunque altra branca non chiede meno di 75 Euro (almeno a Milano, dove vivo)?
Per quale assurdo ragionamento la nostra attività viene quasi ridotta a quella di un cottimista?
Credo che tutti noi dobbiamo avere uno scatto di dignità. La nostra specialità non vale meno delle altre. Il pezzo di carta non ce l 'hanno regalato: ce lo siamo sudato, nè più nè meno degli altri colleghi di altre specialità.
Non aderiamo a proposte indecorose (stavo per dire da fame)!
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  • (27/01/2004 18:58)

Sono convinto che la corsa al ribasso delle tariffe riguardanti le prestazioni di medicina del lavoro sia una peculiarità unica del nostro settore.
Paradossalmente tutto è andato contro le leggi del mercato. Si era partiti, dopo l 'uscita della 626 da una situazione assai favorevole: "pochi medici del lavoro-altissima richiesta". Normalmente, a fronte di penuria di prestatori d 'opera, il costo della prestazione sale. Nel nostro caso, già prima dell 'apertura a igienisti e medici legali, avevamo assistito, in conseguenza della "discesa in campo" dei vari centri diagnostici che in fretta e furia avevano strutturato al loro interno una sezione di medicina del lavoro, ad una precipitazione delle tariffe.
E ' successo dunque quello che non accade in nessun 'altra specialità medica! Nessun utente abbisogni delle prestazioni, che so, di un cardiologo, di un pediatra, di un ginecologo, sceglie quello che costa meno. In linea di massima sceglie quello che gli dà più garanzie di professionalità, esperienza e capacità. Certo, dà un 'occhiata anche al costo, ma alla fine sceglie il professionista che gli sembra più capace.
Ma, ahimè, siamo nel campo dei problemi individuali, non di quelli collettivi. E gran parte delle aziende - forse perchè noi stessi non siamo riusciti a far ben comprendere loro il significato profondo della qualità della prevenzione e della sorveglianza sanitaria - cerca solamente di adempiere al dettato legislativo spendendo il meno possibile. L 'importante è quel pezzo di carta che garantisce l 'idoneità del dipendente. Se poi questo è frutto di una visita di 5 minuti o di un iter anamnestico e diagnostico accurato che richiede tempo e conoscenze, pare non interessare più a nessuno.
Venendo alle tariffe, rimango sorpreso dalle proposte di alcuni colleghi. Perchè mai una visita specialistica di un medico del lavoro dovrebbe valere 25 Euro, quando anche il più modesto specialista di qualunque altra branca non chiede meno di 75 Euro (almeno a Milano, dove vivo)?
Per quale assurdo ragionamento la nostra attività viene quasi ridotta a quella di un cottimista?
Credo che tutti noi dobbiamo avere uno scatto di dignità. La nostra specialità non vale meno delle altre. Il pezzo di carta non ce l 'hanno regalato: ce lo siamo sudato, nè più nè meno degli altri colleghi di altre specialità.
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Paradossalmente tutto è andato contro le leggi del mercato. Si era partiti, dopo l 'uscita della 626 da una situazione assai favorevole: "pochi medici del lavoro-altissima richiesta". Normalmente, a fronte di penuria di prestatori d 'opera, il costo della prestazione sale. Nel nostro caso, già prima dell 'apertura a igienisti e medici legali, avevamo assistito, in conseguenza della "discesa in campo" dei vari centri diagnostici che in fretta e furia avevano strutturato al loro interno una sezione di medicina del lavoro, ad una precipitazione delle tariffe.
E ' successo dunque quello che non accade in nessun 'altra specialità medica! Nessun utente abbisogni delle prestazioni, che so, di un cardiologo, di un pediatra, di un ginecologo, sceglie quello che costa meno. In linea di massima sceglie quello che gli dà più garanzie di professionalità, esperienza e capacità. Certo, dà un 'occhiata anche al costo, ma alla fine sceglie il professionista che gli sembra più capace.
Ma, ahimè, siamo nel campo dei problemi individuali, non di quelli collettivi. E gran parte delle aziende - forse perchè noi stessi non siamo riusciti a far ben comprendere loro il significato profondo della qualità della prevenzione e della sorveglianza sanitaria - cerca solamente di adempiere al dettato legislativo spendendo il meno possibile. L 'importante è quel pezzo di carta che garantisce l 'idoneità del dipendente. Se poi questo è frutto di una visita di 5 minuti o di un iter anamnestico e diagnostico accurato che richiede tempo e conoscenze, pare non interessare più a nessuno.
Venendo alle tariffe, rimango sorpreso dalle proposte di alcuni colleghi. Perchè mai una visita specialistica di un medico del lavoro dovrebbe valere 25 Euro, quando anche il più modesto specialista di qualunque altra branca non chiede meno di 75 Euro (almeno a Milano, dove vivo)?
Per quale assurdo ragionamento la nostra attività viene quasi ridotta a quella di un cottimista?
Credo che tutti noi dobbiamo avere uno scatto di dignità. La nostra specialità non vale meno delle altre. Il pezzo di carta non ce l 'hanno regalato: ce lo siamo sudato, nè più nè meno degli altri colleghi di altre specialità.
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Paradossalmente tutto è andato contro le leggi del mercato. Si era partiti, dopo l 'uscita della 626 da una situazione assai favorevole: "pochi medici del lavoro-altissima richiesta". Normalmente, a fronte di penuria di prestatori d 'opera, il costo della prestazione sale. Nel nostro caso, già prima dell 'apertura a igienisti e medici legali, avevamo assistito, in conseguenza della "discesa in campo" dei vari centri diagnostici che in fretta e furia avevano strutturato al loro interno una sezione di medicina del lavoro, ad una precipitazione delle tariffe.
E ' successo dunque quello che non accade in nessun 'altra specialità medica! Nessun utente abbisogni delle prestazioni, che so, di un cardiologo, di un pediatra, di un ginecologo, sceglie quello che costa meno. In linea di massima sceglie quello che gli dà più garanzie di professionalità, esperienza e capacità. Certo, dà un 'occhiata anche al costo, ma alla fine sceglie il professionista che gli sembra più capace.
Ma, ahimè, siamo nel campo dei problemi individuali, non di quelli collettivi. E gran parte delle aziende - forse perchè noi stessi non siamo riusciti a far ben comprendere loro il significato profondo della qualità della prevenzione e della sorveglianza sanitaria - cerca solamente di adempiere al dettato legislativo spendendo il meno possibile. L 'importante è quel pezzo di carta che garantisce l 'idoneità del dipendente. Se poi questo è frutto di una visita di 5 minuti o di un iter anamnestico e diagnostico accurato che richiede tempo e conoscenze, pare non interessare più a nessuno.
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Paradossalmente tutto è andato contro le leggi del mercato. Si era partiti, dopo l 'uscita della 626 da una situazione assai favorevole: "pochi medici del lavoro-altissima richiesta". Normalmente, a fronte di penuria di prestatori d 'opera, il costo della prestazione sale. Nel nostro caso, già prima dell 'apertura a igienisti e medici legali, avevamo assistito, in conseguenza della "discesa in campo" dei vari centri diagnostici che in fretta e furia avevano strutturato al loro interno una sezione di medicina del lavoro, ad una precipitazione delle tariffe.
E ' successo dunque quello che non accade in nessun 'altra specialità medica! Nessun utente abbisogni delle prestazioni, che so, di un cardiologo, di un pediatra, di un ginecologo, sceglie quello che costa meno. In linea di massima sceglie quello che gli dà più garanzie di professionalità, esperienza e capacità. Certo, dà un 'occhiata anche al costo, ma alla fine sceglie il professionista che gli sembra più capace.
Ma, ahimè, siamo nel campo dei problemi individuali, non di quelli collettivi. E gran parte delle aziende - forse perchè noi stessi non siamo riusciti a far ben comprendere loro il significato profondo della qualità della prevenzione e della sorveglianza sanitaria - cerca solamente di adempiere al dettato legislativo spendendo il meno possibile. L 'importante è quel pezzo di carta che garantisce l 'idoneità del dipendente. Se poi questo è frutto di una visita di 5 minuti o di un iter anamnestico e diagnostico accurato che richiede tempo e conoscenze, pare non interessare più a nessuno.
Venendo alle tariffe, rimango sorpreso dalle proposte di alcuni colleghi. Perchè mai una visita specialistica di un medico del lavoro dovrebbe valere 25 Euro, quando anche il più modesto specialista di qualunque altra branca non chiede meno di 75 Euro (almeno a Milano, dove vivo)?
Per quale assurdo ragionamento la nostra attività viene quasi ridotta a quella di un cottimista?
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Paradossalmente tutto è andato contro le leggi del mercato. Si era partiti, dopo l 'uscita della 626 da una situazione assai favorevole: "pochi medici del lavoro-altissima richiesta". Normalmente, a fronte di penuria di prestatori d 'opera, il costo della prestazione sale. Nel nostro caso, già prima dell 'apertura a igienisti e medici legali, avevamo assistito, in conseguenza della "discesa in campo" dei vari centri diagnostici che in fretta e furia avevano strutturato al loro interno una sezione di medicina del lavoro, ad una precipitazione delle tariffe.
E ' successo dunque quello che non accade in nessun 'altra specialità medica! Nessun utente abbisogni delle prestazioni, che so, di un cardiologo, di un pediatra, di un ginecologo, sceglie quello che costa meno. In linea di massima sceglie quello che gli dà più garanzie di professionalità, esperienza e capacità. Certo, dà un 'occhiata anche al costo, ma alla fine sceglie il professionista che gli sembra più capace.
Ma, ahimè, siamo nel campo dei problemi individuali, non di quelli collettivi. E gran parte delle aziende - forse perchè noi stessi non siamo riusciti a far ben comprendere loro il significato profondo della qualità della prevenzione e della sorveglianza sanitaria - cerca solamente di adempiere al dettato legislativo spendendo il meno possibile. L 'importante è quel pezzo di carta che garantisce l 'idoneità del dipendente. Se poi questo è frutto di una visita di 5 minuti o di un iter anamnestico e diagnostico accurato che richiede tempo e conoscenze, pare non interessare più a nessuno.
Venendo alle tariffe, rimango sorpreso dalle proposte di alcuni colleghi. Perchè mai una visita specialistica di un medico del lavoro dovrebbe valere 25 Euro, quando anche il più modesto specialista di qualunque altra branca non chiede meno di 75 Euro (almeno a Milano, dove vivo)?
Per quale assurdo ragionamento la nostra attività viene quasi ridotta a quella di un cottimista?
Credo che tutti noi dobbiamo avere uno scatto di dignità. La nostra specialità non vale meno delle altre. Il pezzo di carta non ce l 'hanno regalato: ce lo siamo sudato, nè più nè meno degli altri colleghi di altre specialità.
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Paradossalmente tutto è andato contro le leggi del mercato. Si era partiti, dopo l 'uscita della 626 da una situazione assai favorevole: "pochi medici del lavoro-altissima richiesta". Normalmente, a fronte di penuria di prestatori d 'opera, il costo della prestazione sale. Nel nostro caso, già prima dell 'apertura a igienisti e medici legali, avevamo assistito, in conseguenza della "discesa in campo" dei vari centri diagnostici che in fretta e furia avevano strutturato al loro interno una sezione di medicina del lavoro, ad una precipitazione delle tariffe.
E ' successo dunque quello che non accade in nessun 'altra specialità medica! Nessun utente abbisogni delle prestazioni, che so, di un cardiologo, di un pediatra, di un ginecologo, sceglie quello che costa meno. In linea di massima sceglie quello che gli dà più garanzie di professionalità, esperienza e capacità. Certo, dà un 'occhiata anche al costo, ma alla fine sceglie il professionista che gli sembra più capace.
Ma, ahimè, siamo nel campo dei problemi individuali, non di quelli collettivi. E gran parte delle aziende - forse perchè noi stessi non siamo riusciti a far ben comprendere loro il significato profondo della qualità della prevenzione e della sorveglianza sanitaria - cerca solamente di adempiere al dettato legislativo spendendo il meno possibile. L 'importante è quel pezzo di carta che garantisce l 'idoneità del dipendente. Se poi questo è frutto di una visita di 5 minuti o di un iter anamnestico e diagnostico accurato che richiede tempo e conoscenze, pare non interessare più a nessuno.
Venendo alle tariffe, rimango sorpreso dalle proposte di alcuni colleghi. Perchè mai una visita specialistica di un medico del lavoro dovrebbe valere 25 Euro, quando anche il più modesto specialista di qualunque altra branca non chiede meno di 75 Euro (almeno a Milano, dove vivo)?
Per quale assurdo ragionamento la nostra attività viene quasi ridotta a quella di un cottimista?
Credo che tutti noi dobbiamo avere uno scatto di dignità. La nostra specialità non vale meno delle altre. Il pezzo di carta non ce l 'hanno regalato: ce lo siamo sudato, nè più nè meno degli altri colleghi di altre specialità.
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Paradossalmente tutto è andato contro le leggi del mercato. Si era partiti, dopo l 'uscita della 626 da una situazione assai favorevole: "pochi medici del lavoro-altissima richiesta". Normalmente, a fronte di penuria di prestatori d 'opera, il costo della prestazione sale. Nel nostro caso, già prima dell 'apertura a igienisti e medici legali, avevamo assistito, in conseguenza della "discesa in campo" dei vari centri diagnostici che in fretta e furia avevano strutturato al loro interno una sezione di medicina del lavoro, ad una precipitazione delle tariffe.
E ' successo dunque quello che non accade in nessun 'altra specialità medica! Nessun utente abbisogni delle prestazioni, che so, di un cardiologo, di un pediatra, di un ginecologo, sceglie quello che costa meno. In linea di massima sceglie quello che gli dà più garanzie di professionalità, esperienza e capacità. Certo, dà un 'occhiata anche al costo, ma alla fine sceglie il professionista che gli sembra più capace.
Ma, ahimè, siamo nel campo dei problemi individuali, non di quelli collettivi. E gran parte delle aziende - forse perchè noi stessi non siamo riusciti a far ben comprendere loro il significato profondo della qualità della prevenzione e della sorveglianza sanitaria - cerca solamente di adempiere al dettato legislativo spendendo il meno possibile. L 'importante è quel pezzo di carta che garantisce l 'idoneità del dipendente. Se poi questo è frutto di una visita di 5 minuti o di un iter anamnestico e diagnostico accurato che richiede tempo e conoscenze, pare non interessare più a nessuno.
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Per quale assurdo ragionamento la nostra attività viene quasi ridotta a quella di un cottimista?
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