Buon giorno a tutti, mi chiamo Francesco e sono un medico laureato da poco che sta decidendo a quale branca specialistica dedicarsi e se fare invece il corso MMG o meno. Tra le mie possibili scelte sto pensando seriamente anche alla medicina del lavoro, della quale non ho esperienza diretta, ma ho un ottimo ricordo del corso seguito a medicina che mi aveva colpito molto positivamente. Detto questo mi manca completamente il polso della situazione lavorativa attuale. Di conseguenza vi chiederei gentilmente di condividere con me le vostre esperienze. Allo stato attuale consigliereste la professione del medico del lavoro? e' una scelta che rifareste? c'è buona possibilità di lavoro(sono della lombardia)?. In media, quali sono le retribuzioni di un medico del lavoro? sono in linea con un MMG, superiori o inferiori?
Grazie per il vostro tempo e la vostra pazienza.
Vi auguro un'ottima giornata.
Francesco
Può andarti bene come può andarti male. Molti sembrano più che soddisfatti, altri stanno maledicendo il giorno che hanno fatto questa scelta e, in non rari casi, hanno smesso e cambiato settore. Diciamo che è la tipica situazione in cui, se le cose non vanno come uno si aspetta, si rischia di sentirsi dire: "se non fosse stato per il tuo sciagurato consiglio...". Se proprio ci tieni, metti in conto anche l'eventualità di trasferirti all'estero. Comunque, i miei più sinceri auguri.
Come diceva il mio nonno "Ogni pane ha sette croste" nel senso che ogni lavoro ha i suoi lati non piacevoli, detto questo MMG e Medico del lavoro sono due lavori diversi valuta bene cosa preferisci come studio e come tipologia di ritorno personale la soddisfazione del medico di famiglia e più immediata, nella prevenzione il risultato non lo vedi se non per sottrazione. Circa la retribuzione dipende, circa gli spazi invece sono entrambe due professioni dove si prevede vi siano carenze (e quindi spazi lavorativi) nei prossimi anni. In bocca al lupo.
Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare,
non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.
(Jacques-Yves Cousteau)
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