salve a tutti, vi contatto perché sono il medico competente di una scuola primaria, e la preside richiede da parte mia un parere su una insegnante di classe prima che ha fatto richiesta all'ispettorato del lavoro per l'interdizione per allattamento a rischio.
L'ispettorato ha richiesto alla preside che io, medico competente, esprima in forma scritta l'idoneità o meno affinché possa o non lavorare in tale periodo.
Vi chiedo se avete esperienza nel campo della scuola e si è mai stato chiesto un parere di questo tipo. non essendo né insegnante di sostegno ne di scuola materna si potrebbe escludere il rischio biologico in quanto non lavora a stretto contatto con i bambini?
grazie in anticipo
Partirei come sempre dalla VdR.
Gli insegnanti della scuola dove sei MC sono stati posti in sorveglianza sanitaria? In caso affermativo, sono stati classificati esposti a rischio biologico significativo? A mio avviso solo in questo caso può essere presa in considerazione la possibilità di esonero dalle attività a rischio fino a sette mesi dopo il parto.
In caso contrario non vedrei controindicazioni all’idoneità. Anche perché considererei il contatto con bambini delle elementari alla stessa stregua di un'esposizione in ambito extralavorativo.
Nelle scuole che seguo gli insegnanti che fanno solo didattica frontale fuori dal contesto di laboratori o altre attività a rischio non sono nemmeno in sorveglianza sanitaria.
Concordo pienamente. L'insegnante è sottoposta a SS e per quali rischi? Il MC che ha collaborato alla redazione del DVR cosa ha scritto relativamente al rischio da agenti biologici? (sperando che abbia scritto lui il capitolo e non il docente RSPP). Personalmente non credo che vivere parecchie ore al giorno in un ambiente chiuso ed a stretto contatto con una comunità infantile (che spero adeguatamente vaccinata) sia una condizione assimilabile a quella della popolazione generale. Ciò non implica automaticamente che il rischio sia tale da avviare la SS (e con quali contenuti?) e da controindicare l'allattamento
La problematica e la soluzione devono essere riportate sul DVR e non affrontate quando si presentano.art.28 comma1...la valutazione deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori ivi compresi quelli.....riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza ,secondo quanto previsto dal decreto 151 del 2001
Grazie per il supporto.
Nel DVR (redatto dal medico precedente)non è riportato nessun rischio biologico per le insegnanti di scuola elementare, tanto che non vengono sottoposte a Sorveglianza Sanitaria. Nonostante la scuola abbia presentato il DVR gestanti all'ispettorato del Lavoro, per loro non è sufficiente, vogliono comunque una dichiarazione scritta da parte del medico competente....E' proprio questa la cosa strana....
Nel DVR cosa è previsto nel periodo di allattamento?Analizzate le liste allegate al 151.
Innanzitutto direi di non fare confusione tra i rischi per i quali è attivata la sorveglianza sanitaria e quelli che comportano un rischio per la gestante. Una lavoratrice può benissimo non essere soggetta obbligatoriamente a visita, ma svolgere un'attività per cui sia prevista l'astensione anticipata, salvo variazioni delle modalità operative o della postazione (un altro esempio può essere quello della commessa in negozio, che lavora in piedi per più di metà dell'orario lavorativo, ma non è esposta ad altri rischi professionali).
Detto che le risposte "dovrebbe essere scritto nel DVR" e "consulta la normativa" vanno bene per la maggior parte delle domande poste sul forum, entrando nel merito, il "problema" è che le insegnanti, e ancor più le educatrici prima infanzia, beneficiano in genere dell'astensione anticipata in ragione di un'esposizione, ovviamente non deliberata, ad agenti biologici (meglio sarebbe parlare di rischio infettivo in comunità), per la quale è prevista la tutela della lavoratrice anche durante l'allattamento. E' evidente, tuttavia, che in questo periodo il rischio non possa essere considerato equiparabile a quello in gravidanza, a meno che non si tratti di una lavoratrice (es. infermiera in malattie infettive, pneumologia, ecc.) effettivamente esposta a rischio di infezioni che costituiscono una controindicazione assoluta all'allattamento. In una scuola la probabilità di ammalarsi di TBC, tifo, ecc. o di una sieroconversione HBV, HCV o HIV - cioè per quei virus trasmissibili con l'allattamento - mi pare abbastanza limitata (poi, tutto può succedere).
In generale, comunque, le linee guida suggeriscono di valutare caso per caso, quindi puoi anche chiedere cosa ne pensa lo specialista di riferimento della lavoratrice - che sicuramente conosce benissimo il suo stato di salute, i rischi correlati alle malattie infettive durante l'allattamento e la malattie infettive più diffuse in comunità - in modo che possa supportare il tuo parere.
Concordo con l'esigenza di non fare confusione e terrei quindi distinti i problemi della gestante da quelli dell'allattamento di cui si sta parlando, quindi tralascerei il problema della commessa che sta in piedi. Ovvio che non tutti rischi individuati e valutati comportino attivazione della SS
Credo che il problema posto debba essere affrontato in due step:
1 qual'è il rischio, per una insegnante di QUELLA scuola, di contrarre malattia infettiva contagiosa per via aerogena? (trascurerei la via orofecale e quella ematogena: quindi non mi soffermerei su tifo ed epatiti)
Per rispondere cercherei di definire: a) situazione epidemiologica del bacino di utenza; b) tasso di copertura vaccinale degli alunni c) incidenza storica di malattia tra le insegnanti. Ovviamente se nessuna insegnante è mai stata contagiata (o comunque se i tassi sono comparabili a quelli della popolazione generale) credo che il problema dell'allattamento non si ponga. Queste informazioni dovrebbero essere contenute nel DVR se il DVR affronta il problema del rischio da agenti biologici per i docenti. La loro raccolta e valutazione sono, credo, di competenza del MC. Se si delega allo specialista la valutazione del rischio lavorativo si autocertifica la propria inutilità.
2) Se si evidenzia un rischio professionale di contagio: quali rischi comportano per l'allattamento le malattie contagiose di cui sopra? Qui deve aiutare lo specialista, fatta salva una valutazione critica del suo parere.
In sintesi il riferimento al DVR non è pura liturgia ma l'unico modo di sottrarsi al soggettivismo del "mi pare che.." ed alla genericità delle LG
Se poi l'insegnate in questione ha problemi particolari (evidenziati e certificati dallo specialista) se ne dovrà tenere conto.
Passando al piano della norma l'insegnamento non è incluso tra le attività per cui è prevista l'astensione sino al settimo mese dopo il parto. Nessuno si stupisca però se sul modello di domanda predisposto del Ministero (su carta con tanto di logo) è incluso il "lavoro con bambini"
Perdonami, Mantello, senza voler cadere nel soggettivismo, ma per parlare di aspetti concreti, quali sono le malattie infettive che tu ritieni pericolose durante l'allattamento e che faresti oggetto di questa ricerca epidemiologica ai fini della valutazione del rischio..? E' una semplice curiosità, visto che "malattia infettiva contagiosa per via aerogena" è un concetto abbastanza generico. .
mantello il 30/03/2018 09:33 ha scritto:
Concordo con l'esigenza di non fare confusione e terrei quindi distinti i problemi della gestante da quelli dell'allattamento di cui si sta parlando, quindi tralascerei il problema della commessa che sta in piedi. Ovvio che non tutti rischi individuati e valutati comportino attivazione della SS
Credo che il problema posto debba essere affrontato in due step:
1 qual'è il rischio, per una insegnante di QUELLA scuola, di contrarre malattia infettiva contagiosa per via aerogena? (trascurerei la via orofecale e quella ematogena: quindi non mi soffermerei su tifo ed epatiti)
Per rispondere cercherei di definire: a) situazione epidemiologica del bacino di utenza; b) tasso di copertura vaccinale degli alunni c) incidenza storica di malattia tra le insegnanti. Ovviamente se nessuna insegnante è mai stata contagiata (o comunque se i tassi sono comparabili a quelli della popolazione generale) credo che il problema dell'allattamento non si ponga. Queste informazioni dovrebbero essere contenute nel DVR se il DVR affronta il problema del rischio da agenti biologici per i docenti. La loro raccolta e valutazione sono, credo, di competenza del MC. Se si delega allo specialista la valutazione del rischio lavorativo si autocertifica la propria inutilità.
2) Se si evidenzia un rischio professionale di contagio: quali rischi comportano per l'allattamento le malattie contagiose di cui sopra? Qui deve aiutare lo specialista, fatta salva una valutazione critica del suo parere.
In sintesi il riferimento al DVR non è pura liturgia ma l'unico modo di sottrarsi al soggettivismo del "mi pare che.." ed alla genericità delle LG
Se poi l'insegnate in questione ha problemi particolari (evidenziati e certificati dallo specialista) se ne dovrà tenere conto.
Passando al piano della norma l'insegnamento non è incluso tra le attività per cui è prevista l'astensione sino al settimo mese dopo il parto. Nessuno si stupisca però se sul modello di domanda predisposto del Ministero (su carta con tanto di logo) è incluso il "lavoro con bambini"
Ecco.....tutto ciò',come da art.28 sopra citato,doveva essere gia'riportato sul DVR e non affrontarono al momento dell'inizio della gravidanza e tenendo a mente gli allegati del 151.comunque nel 151il parere del MC e ' richiesto ,oltre chiaramente per collaborare al DVR,solo nel caso di attestare che non ci sono controindicazioni a lavorare anche nell'ottavo mese di gravidanza e pertanto credo che la richiesta del ministero del lavoro sia fuori luogo.
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