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LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA

Questo argomento ha avuto 35 risposte ed è stato letto 4307 volte.

La Redazione

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1662
  • Re: LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA
  • (05/01/2006 15:27)

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota del Prof. Franchini sull'argomento:

Il collega ipernic autore dell’articolo “La Specializzazione che affonda” descrive l’impostazione della nuova normativa e fa riferimento al nuovo Statuto della Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro.
Quale referente nazionale dei Direttori delle Scuole di Specializzazione in Medicina del Lavoro che ha partecipato ai lavori della Commissione istituita presso il MIUR, mi sento in dovere di fare alcune precisazioni.

1. Non entro nel merito di quanto riportato negli articoli del Decreto a modifica della normativa generale, in quanto sulla stesura degli stessi siamo stati solamente informati perché sono ispirati all’adeguamento delle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria Italiane alla normativa dell’Unione Europea.
2. Per le attività professionalizzanti obbligatorie per la formazione dello specialista in Medicina del Lavoro ritenute dall’autore “elevatissime”, preciso che queste sono state indicate da una Commissione composta da Direttori e Docenti delle Scuole di Specializzazione in Medicina del Lavoro e approvate da tutti i Direttori delle Scuole da me coinvolti prima della presentazione al MIUR (anzi, in molti casi sono state ulteriormente ridotte di numero). Ritengo che, se il compito di una Scuola di specializzazione è quello riconosciuto di preparare professionisti che non abbiano solo conoscenze teoriche ma che sappiano espletare tutte le attività previste da una professione certamente complessa e di alta responsabilità, non si possono formare specialisti improvvisati che poi avanzino competenze infondate come si verifica per altre specializzazioni.
3. Per quanto riguarda l’affermazione che nessuna Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro risulterebbe adeguata agli standard per la formazione di un numero minimo di tre specializzandi/anno, consiglierei al collega di ponderare il fatto che, la mia proposta all’Osservatorio Nazionale (peraltro già comunicata a tutti i Direttori delle Scuole di Specializzazione in Medicina del Lavoro) che sancirà i requisiti specifici della rete formativa per le singole scuole, prevede che il numero delle attività riportate in Statuto e garantite dalla rete, possa servire per la formazione fino a cinque specializzandi/anno. La motivazione è riportata in una nota che verrà pubblicata: “essendo possibile la compartecipazione di più specializzandi allo stesso intervento, il minimo degli interventi per la formazione di uno specializzando è fruibile fino a un massimo di cinque specializzandi” . Si segnala peraltro che l’Osservatorio prevede che il volume complessivo delle attività professionalizzanti della struttura e della rete abbia un rapporto di 100/30. Questo significa che gli specializzandi non possono effettuare un’attività globalmente superiore al 30 per cento di quella garantita dalla struttura in modo da non mutuare o sostituire il personale in organico.
4. Non ritengo comunque corretta e sicuramente offensiva l’affermazione che “la maggior parte dei Direttori sono notoriamente impegnati in tutt’altro” per cui le Scuole di Specializzazione potrebbero “affondare”.

Parma, 5 gennaio 2006

Prof. Innocente Franchini
Referente Nazionale dei Direttori
Delle Scuole di Specializzazione in Medicina del Lavoro

La redazione di MedicoCompetente.it

giuseppesenese

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15
  • Re: LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA
  • (05/01/2006 17:33)

Ma fino a quando non si abroga l'allargamento degli igienisti a che servono nuovi medici competenti? Forse i direttori che hanno intenzione di formare nuovi medici competenti e non di sfruttare gli specializzandi, ed a mia conoscenza sono pochissimi quelli che formano, dovrebbero prima impegnarsi nel formare gli igienisti ed i medici legali che vogliono fare i medici competenti. Forse farebbero così qualcosa di utile per la disciplina. Ma a chi interessa? I direttori diranno che così difendono la specificità ma tutti sanno a che servono gli specializzandi. Ed allora cambino il modo di formare i direttori. Che bisogno ci sarebbe di un corso di eccellenza se le specializzazioni formassero davverro e fossero di eccellenza? Si badi bene qualcunodei direttori, pochi in realtà, si salva. Del prof. Franchini non ho referenze quindi non posso giudicare. Ma di molti mi hanno riferito che finora hanno sfruttato senza formare come dovevano.

La Redazione

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1662
  • Re: LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA
  • (05/01/2006 19:07)

Ringraziamo veramente molto il Prof. Franchini per il contributo che ha voluto inviare al dibattito che si è aperto sul forum sulla nostra specializzazione. Per il collega Giuseppe Senese (non risulta alcun medico con questo nome in Italia e l'e-mail che ha inserito nel sito risulta inesistente): questo Sito è nato per far crescere culturalmente tutti noi medici del lavoro e per dare spazio a tutti quelli che hanno argomenti costruttivi. La crescita della disciplina è il nostro obiettivo da cinque anni, ormai. Il nostro impegno, gratutito, comporta un dispendio di energie che vorremmo fosse finalizzato alla tutela della salute dei lavoratori e di tutti gli operatori impegnati su questo versante, a partire da coloro che utilizzano la metodologia della medicina del lavoro. Il disfattismo, le accuse generiche e a volte infamanti verso persone e istituzioni della medicina del lavoro non ci piace e soprattutto non ci piace fare da cassa di risonanza a poche persone, specialmente se anonime.
Sono naturalmente accettate nel forum tutte le critiche possibili a chiccessia ma non accetteremo mai di diventare un torrino da cui cecchini sparano verso i nostri rappresentanti o le strutture di riferimento (le uniche che abbiamo, fra l'altro) senza alcun contributo, anche critico ma costruttivo.
Al di là di questo non possiamo non ringraziare invece chi questo contributo, anche critico, lo da continuamente aiutando la discussione sul forum e cercando di trovare soluzione ai problemi esistenti che vanno affrontati e risolti, non resi diabolici e inaffrontabili.

La redazione di MedicoCompetente.it

acapri

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  • Re: LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA
  • (06/01/2006 08:24)

Ringrazio anche io il Prof. Franchini per le puntualizzazioni circa la attività delle Scuole di Specializzazione, perchè secondo il mio modo di vedere giumge è importante conoscere ciò che è argomento della disciplina in ogni ambito.
Questo sito come giustamente dice il Collega della Redazione serve sì a dibattiti ma soprattutto a chiarimenti in situazioni che appaiono controverse ma che poi non lo sono.

Dott.Andrea Capri
Specialista in Medicina del Lavoro

maxmd

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  • Re: LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA
  • (09/01/2006 12:45)

...una semplice annotazione all'intervento del Professore e una domanda ai colleghi.
Mi è parso di capire che gli specializzandi non potranno fare più del 30% delle attività per non sostituirrsi agli strutturati.
...perfetto...
Inoltre fino a 5 specializzandi potranno compartecipare all'effettuazione di un singolo esame strumentale, poniamo una spirometria.
...perfetto..
la mia domanda: ditemi voi se questa è formazione.
Cordialità

bordini

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  • Re: LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA
  • (09/01/2006 19:37)

mi verrebbe da rispondere che "questa e' parte della formazione". O no?

"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)

Giovy

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  • Re: LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA
  • (10/01/2006 10:44)

volevo dare un mio contributo e fare una considerazione banale che nasce dal fatto di avere conosciuto specializzandi formantisi in specializzazioni diverse e dal confronto si evince una diversità di formazione e di qualità della formazione.
ho letto le considerazioni di senese e indipendentemente dal fatto che sia un anonimo o no credo che sia sintomo di un disagio, espresso magari in modo duro, che almeno deve far riflettere sulla condizione reale di tutti gli specializzandi. esistono specializzazioni che sono scuole, esistono specializzazioni che poco insegnano e che poco formano. questa opinione è una realtà constatabile. se si offre un servizio, se si vende una prestazione o se si acquista un bene è colui che lo acquista a doverne dare un opinione.
i mali di un sistema sono conosciuti da tutti quelli che ne fanno parte, pero non tutti hanno l'onestà intellettuale di ammetterli. se si vuole migliorare dare un servizio qualificato si deve saper ascoltare. bisogna anche dire che gli specializzandi dovrebbero poi avere il coraggio di parlare e difendere i propri diritti al di la di ogni vantaggio personale di ogni remora dettata da una condizione che comunque risulta transitoria, insomma bisognerebbe non vivere secondo l'adagio ma chi me lo fa fare. c'è chi in forme e in modi diversi questo modo di pensare lo ha messo in atto.

La Redazione

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  • Re: LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA
  • (10/01/2006 11:55)

Apprezziamo molto il contributo del Collega "Giovy". Si può essere critici e al tempo stesso portare un contributo pacato al dibattito. E' indubbio che non tutte le Scuole di Specializzazione siano sullo stesso piano. Tutti noi conosciamo Scuole di caratura internazionale e scuole con, appunto, la "s" minuscola. Questo comunque, probabilmente, è un fatto diffuso in tutte le discipline.
Non crediamo comunque sia corretto per un singolo medico del lavoro dare un giudizio sintetico e "generalizzato" sulle Scuole e sulle nostre Università. Si può dare un giudizio, critico quanto si vuole, per i riflessi che la formazione degli anni passati ha prodotto riguardo a certi fenomeni di malpractice ma per quanto riguarda i programmi proposti per le nuove Scuole è perlomeno azzardato ritenersi in grado di sintetizzare un giudizio in poche righe. E' certo, per esempio, che i Direttori delle nostre Scuole abbiano cercato di fare del loro meglio per proporre programmi all'altezza delle necessità. Probabilmente ci saranno ancora margini di miglioramento. Per esempio, affermiamo noi, legati al possibile riavvicinamento delle Scuole al territorio. Sia i Servizi Pubblici di Prevenzione, le Strutture ospedaliere di medicina del lavoro che molti qualificati medici competenti non possono essere lasciati fuori dal processo formativo dei futuri medici del lavoro. Questa, a nostro avviso, è una tema in discussione che merita di essere approfondito.

La redazione di MedicoCompetente.it

maxmd

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  • Re: LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA
  • (10/01/2006 12:41)

…la posizione della Redazione dopo l’intervento del collega senese è purtroppo cosa ormai già vista: non è, infatti, la prima volta che, a seguito di un intervento di un Cattedratico la Redazione si affretta ad assumere un atteggiamento chiaramente orientato ai voleri del Palazzo e, opinione personale, direi censorio nei confronti di quanti dissentano dalla linea…(qualcuno parlava di bolscevismo???...).
Detto questo, mi permetto di fare una considerazione.
Il professor Franchini, rispondendo a Magnavita, afferma sostanzialmente che è vero che i requisiti richiesti per formare gli specializzandi siano elevati, ma che, chiaramente (d’altronde siamo sempre in Italia…), esiste un modo per ovviarvi: basta semplicemente dividere il numero di visite di idoneità, di piani sanitari, di esami specialistici e di quant’altro richiesto per 5…
Praticamente, non essendo possibile per nessuna scuola garantire i requisiti previsti dal nuovo Decreto “368bis”, cosa hanno pensato i Direttori: inventiamoci che le, poniamo, 30 spirometrie al mese vengano fatte ognuna da 5 specializzandi CONTEMPORANEAMENTE (…spero che Qualcuno ci spiegherà come si faccia a fare 1 spirometria in 5…) in modo che ognuno possa poi INDIVIDUALMENTE segnarsele sul libretto delle esercitazioni…così si salva capra, pardon specializzando e cavoli (…la Scuola) e, cosa da non disdegnare, si fa contento anche il Ministero...
…indubbiamente è ingegnoso…il concetto di”compartecipazione” in una pratica medica ritengo sia degno di approfondimenti e studi appropriati (…magari una sezione apposita al prossimo congresso SIMLII, lo proporrò agli organizzatori…).
Tutto ciò è, a mio giudizio, semplicemente VERGOGNOSO: spero, e lo dico chiaramente, che una tale proposta non trovi poi applicazione. Spero che la federspecializzandi, che qualche anno fa ricordo particolarmente attiva, prenda posizione contro una visione che vuole mantenere lo status quo (leggi numero di specializzandi per anno) anche SENZA che ci siano le condizioni minime previste dalla Normativa. Il voler a tutti i costi formare un numero di specializzandi superiore al consentito non vuol dire certamente puntare all’eccellenza ma semplicemente voler avere SUL MOMENTO più forza lavoro possibile senza minimamente pensare al dopo, a quando, cioè, il Territorio (…ancora una volta…) sarà invaso da colleghi che, loro malgrado, hanno “compartecipato” ad una Specializzazione…mala tempora currunt...
…attendo risposte sdegnate o entusiastici commenti…
Cordialità

La Redazione

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1662
  • Re: LA SPECIALIZZAZIONE CHE AFFONDA
  • (10/01/2006 14:26)

Non intendiamo certo metterci a duellare con Maxmd o con pochi altri che ci accusano di essere censori, “bolscevichi” o orientati fortemente verso il Palazzo. Quello che siamo lo dimostriamo con questo sito. Noi siamo questo. Da cinque anni, tutti i giorni e più spesso le notti (comprese le trasferte con tanto di striscioni a Montecitorio......). Una piazza virtuale, dove ognuno può dire la propria sui temi della medicina del lavoro. Dove ci si può trovare contributi del Coordinatore dei Direttori delle Scuole di Specializzazione, del Presidente della Simlii o di ciascuno dei medici del lavoro italiani o di altri esperti in materia. Però noi non siamo super-partes. Abbiamo anche noi un progetto, che non è finanziato da nessuno. Ne scriviamo da tempo su questo sito e altrove: contribuire a costruire o, se preferite, a ricostruire la casa comune dei medici del lavoro, basata sulla cultura e la dignità di una specializzazione fortemente orientata alla prevenzione. Casa che, secondo noi, non può non essere che la SIMLII. Perchè la medicina del lavoro è in crisi ed è necessario lo sforzo di tutti per uscirne. Per questo che spereremmo che il forum rimanesse teatro di dibattito civile, pur nel rispetto delle diverse posizioni, anche critiche. Che si evitassero le risse o le accuse generalizzate o qualunquistiche che ci espongono, davanti a migliaia di fruitori del sito, a figure non proprio brillanti. Noi stessi siamo stati, siamo e saremo critici sulle questioni che riteniamo importante affrontare. Ma cerchiamo anche di trovare la strada concreta per cercare di risolvere i problemi. E' questo che chiediamo ai nostri utenti: un contributo di idee, di esperienze, di conoscenze diffuse che possa diventare patrimonio di tutti ed utilizzato per costruire momenti di tutela della salute dei lavoratori, che dovrebbe essere l'obiettivo principale della nostra disciplina.
Sappiamo anche che nel Palazzo siamo o a mala pena tollerati o visti addirittura come un flagello.
Siamo un ago permanentemente infilato nel fianco e ripreso in modo trasparente da 30.000 persone al mese. In quale altra specializzazione, branca della medicina, settore professionale esiste la possibilità di dialogare fra esperti, scambiarsi le idee, cercare soluzioni ai problemi in modo, diciamo così, collettivo?
Se il forum non avesse più questa finalità, se diventasse solo un corner in cui ognuno può sputare sentenze, condanne definitive, ingiurie, stimolare risse senza alcuna finalità propositiva.... bhè vorrebbe dire che abbiamo sbagliato tutto (come qualcuno ci dice in verità da tempo): dovremmo riprenderci i nostri quattro cenci e chiudere baracca e burattini. Qualcun altro farà un sito o un forum migliore.......

La redazione di MedicoCompetente.it

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