Le esperienze di questi ultimi anni in materia di sorveglianza sanitaria e controlli tossicologici sui lavoratori addetti a particolari rischi per i terzi ha prodotto un importante dibattito fra i colleghi e con le istituzioni sui temi dell'appropriatezza e dell'efficacia di questa attività.
Negli spunti che seguono, in questo articolo sono riassunte alcune delle criticità rilevate e alcune proposte di modifica dell'assetto normativo.
Su questo argomento è stato organizzato un Convegno Nazionale che si terrà a Pisa il 2 dicembre prossimo e che vedrà fra gli altri la presenza di importanti rappresentanti del coordinamento delle regioni, del Ministero della Salute (Dott. Marano), del Dipartimento per le politiche antidroga del Consiglio dei Ministri (Dott. Serpelloni) e delle Procure (Dott. Deidda, Procuratore Generale in Toscana) che affronteranno le prossime modifiche ai decreti e alle liste e agli obblighi del medico competente. http://www.medicocompetente.it/eventi/764/TUTELA-DELLA-SALUTE-DEI-LAVORATORI-E-DEI-TERZI-IN-TEMA.htm
Pubblichiamo, come articolo del mese di luglio 2011, la Relazione Finale del Convegno "Lavorare nel Sistema Rifiuti: salute e sicurezza. Stato del'arte, innovazione, esperienze" che si è svolto a Pisa il 15 e 16 giugno scorsi.
La gestione dei rifiuti ha assunto negli ultimi tempi un interesse sempre maggiore da numerosi punti di vista: ecologico, sanitario, economico e sociale. A seguito della normativa e della accresciuta consapevolezza dei cittadini e delle istituzioni sono sempre più utilizzate strategie per ridurre la quantità di materiale effettivamente smaltito, attraverso la prevenzione, il riuso, il riciclo e l'uso di tecnologie di smaltimento con il riutilizzo di materiali ed energia. Questo comporta la crescita e la diffusione di attività produttive dedicate alla raccolta, al trattamento, al recupero ed allo stoccaggio dei rifiuti, con il conseguente aumento dei lavoratori impiegati nel settore. Vari studi mostrano la pericolosità del "settore rifiuti" per quanto riguarda sia gli infortuni che le malattie professionali, ma il bisogno di ricerca in questo campo è ancora ampio e richiede il coinvolgimento di diverse competenze e professionalità, oltre alla sinergia di istituzioni diverse.
Le varie definizioni di sorveglianza sanitaria presenti nella letteratura scientifica, enfatizzano l'importanza dell'osservazione longitudinale nel singolo lavoratore e nel gruppo omogeneo, finalizzata alla necessità di rilevare quanto più precocemente possibile ogni variazione dello stato di salute. Tali definizioni implicano la necessità di raccogliere in forma organizzata i dati rilevati e di analizzarli nel corso del tempo.
Un atteggiamento ben diverso da quello troppo spesso riscontrato nella pratica del medico competente (dove l'obiettivo finale della sorveglianza sanitaria sembra essere la "formulazione del giudizio di idoneità alla mansione specifica"), basato sull'osservazione di un valore puntuale, rilevato sì anno per anno ma raramente analizzato in sequenza.
Pubblichiamo il programma di mandato 2011-2014 della Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale proposto dal Presidente Prof. Pietro Apostoli e recentemente approvato dal Consiglio Direttivo della Società.
"Per una Società Scientifica che si pone come obbiettivo quello di rappresentare i medici del lavoro e i medici competenti italiani (più di 7000) il punto di partenza non può che essere la presentazione di un programma su cui impegnarsi per il periodo del suo mandato.
Tale programma deve partire da un‟analisi di ciò che viene richiesto ai Medici del Lavoro-Medici Competenti (MC), delle loro aspettative e prospettive specie nel contesto che uscirà dalla attuale grave crisi economica. Il fine principale sarà di individuare il giusto equilibrio tra la competenza richiesta dalle leggi e la competenza professionale frutto delle conoscenze ed abilità professionali e del loro aggiornamento.
E‟ da queste esigenze quindi che nasce la decisione di predisporre un programma su cui impegnare capacità, volontà ed energie del gruppo dirigente della Società e di chi con esso intenderà collaborare."
Ospitiamo questo mese l'intervento del Dott. Beniamino Deidda, Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Firenze, al 73° Congresso Nazionale SIMLII.
Dopo tanti convegni, dopo tante discussioni, dopo un diluvio di commenti e interminabili seminari a margine del nuovo testo unico della sicurezza, ora possiamo dirlo con qualche certezza: non ci
siamo quasi mai occupati a fondo (salvo rare eccezioni) del medico competente. Le occasioni, a dire il vero, non sono mancate; ma abbiamo preferito spaccare il capello in quattro sul presunto
inasprimento delle pene per il datore di lavoro, discutere all'infinito dell'inutile provvedimento di sospensione dell'attività produttiva in caso di lavoro irregolare, ci
siamo interrogati sul nuovo istituto dell'interpello nel tentativo di capire a cosa serva... E intanto passava in silenzio uno degli argomenti chiave della riforma contenuta nel decreto
81/2008, cioè la disciplina dell'attività del medico competente.
Per una serie di ragioni che forse verrebbe la pena di esaminare, il dibattito sul ruolo del medico compente è quasi sempre rimasto ai margini dell'attenzione degli studiosi e degli
operatori, a riprova della sostanziale estraneità del medico all'opera di prevenzione della sicurezza nelle aziende, almeno per quanto si è visto dal decreto 626/94 in
poi.
Eppure si deve riconoscere che tra le novità più salienti del decreto 81, integrato dal decreto 106/09, c'è proprio un diverso disegno della figura del medico
competente.
L'autore - Adriano Ossicini Dirigente Medico di II liv. della SMG Inail - dopo aver visionato la seconda relazione intermedia della "Commissione d'inchiesta del Senato sul
fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette 'morti bianche' " recentemente resa disponibile online, torna ancora una volta sul tema caldo
dell'Allegato 3 b.
Ricorda come entro il 31.12.2009 dovevano essere definiti con D.M i contenuti di detto allegato, e si augura, ma è solo un auspicio, che questo ritardo sia dovuto a qualche ripensamento
sulla vera validità di come è stato "costruito" questo strumento.
Suggerisce un percorso diverso per un vero coinvolgimento dei medici competenti con un salto di qualità; abbandonare detto allegato e, invece, rendere disponibile anche per il SSN la
relazione sanitaria annuale di cui all'art.25, 1 c. lett.i, studiando un "format condiviso" con la Conferenza Stato Regioni che aiuti a rendere fruibili questa gran massa di
dati.
In questa maniera il contributo del MC non sarà un mero obbligo aggiuntivo, ma fondamentale per un auspicato cambiamento positivo.
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