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Conferenza stampa per la presentazione del Congresso Internazionale di Medicina del Lavoro (23 Mag 2006)

Conferenza stampa per la presentazione del Congresso Internazionale di Medicina del Lavoro
Le patologie professionali esistono ancora e non solo in modo massiccio nei paesi in via di sviluppo ma anche alle nostre latitudini. Si tratta spesso di nuove forme di disturbi e di malattie correlati o causati dal lavoro che necessitano di studi e di confronti specialistici.
Sostanze potenzialmente cancerogene o irritanti per i polmoni ma anche fonti di rumore eccessive e possibilità di contrarre infezioni: il luogo di lavoro può essere più pericoloso di quanto si pensi. Non è un caso se, come hanno ricordato gli esperti nella conferenza stampa che ha presentato il Congresso Mondiale di Medicina del Lavoro che si tiene a Milano dall'11 al 16 giugno, gli ambiti professionali sono causa di quasi il 40% delle epatiti B e C, del 37% dei mal di schiena, del 16% delle perdite d'udito e dell'11% delle malattie asmatiche. E chi crede di lavorare in un ambiente salubre dovrà forse ricredersi: secondo lo studio multicentrico internazionale Hope, che ha sottoposto un questionario al personale di 51 edifici ad uso ufficio presenti in diversi Paesi europei, il 30% di queste strutture presenta condizioni dei lavoratori non ottimali. Lo studio parla chiaro: "Il 40% del personale ha un'allergia, il 33% è stanco, il 25% lamenta disturbi di secchezza agli occhi, il 22% alla gola e il 20% avverte problemi di emicrania o testa pesante". I paesi con il livello di benessere più basso per i dipendenti risultano Gran Bretagna e Portogallo, mentre quelli con il livello più alto sono la Danimarca e l'Olanda. L'Italia si trova leggermente sopra la media internazionale. I dati sono però indicativi: il campione non è rappresentativo, in quando la ricerca serviva semplicemente per mettere a punto un modello da cui trarre criteri di classificazione. Gli esperti hanno inoltre identificato quali sono i fattori che possono seriamente compromettere lo stato di salute sul luogo di lavoro. La parte del leone la gioca lo stress, che da solo rappresenta la seconda causa di malattie occupazionali. Secondo Maria Grazia Cassitto, psicologa della Medicina del Lavoro al Policlinico di Milano, lo stress sarebbe soprattutto legato all'orario intenso e alle responsabilità di cui ci si fa carico in ufficio, ma oggi anche "alla precarietà del lavoro e alla condizione di continua indeterminatezza che i precari provano ogni giorno". Fattori che, commentano gli esperti, considerando solo gli over 40, portano a sviluppare ipertensione, cardiopatie, ossessioni e depressioni. Il più importante fattore di rischio ambientale sul luogo di lavoro rimane però l'eccessiva presenza di radon, un gas pericoloso che rappresenta la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo. La sua eccessiva presenza è dovuta, spiegano gli esperti, "all'assenza di accorgimenti per controllarne l'ingresso o le infiltrazioni negli edifici". Tra i fattori di rischio meno gravi, ma comunque preoccupanti perché legati all'insorgere di patologie respiratorie, ci sono l'ozono (sostanza fortemente irritante liberata da alcune stampanti laser), i batteri che crescono negli impianti di climatizzazione, le sostanze chimiche presenti nei detergenti per la pulizia e la manutenzione non ottimale dell'impianto di ventilazione (che può dare luogo alla presenza di funghi). (Da La Nuova Ecologia di Legambiente) 22 maggio 2006

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