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Le doppie verità (23 Dic 2001)

Le conclusioni della Commissione Lavoro del Senato nella scorsa legislatura portarono a negare la necessità di atti legislativi atti a modificare qualitativamente e quantitativamente il numero dei medici competenti: \"La Commissione ha convenuto sul fatto che ogni intervento appare inopportuno. Infatti, eventuali sanatorie, come accaduto in passato, avrebbero quale unico effetto, un abbassamento del livello qualitativo dei medici competenti\". Proviamo, con rabbia, a rileggere un commento sulle conclusioni di quella Commissione, conclusioni negate e contraddette incredibilmente, senza alcuna indagine conoscitiva, dall\'attuale maggioranza di governo.
Medici competenti: la parola alla Commissione Lavoro del Senato Si è conclusa il 22 aprile, con l\'approvazione del documento conclusivo, l\'indagine conoscitiva sull\'adeguatezza qualitativa e quantitativa dei medici competenti, ai fini della piena attuazione del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626. L\'indagine, che ha preso l\'avvio il 9 febbraio scorso, aveva lo scopo di rispondere ad alcuni interrogativi relativi alla \"congruità del numero dei medici competenti, in relazione ai compiti loro assegnati dal Dlgs 626, all\'equilibrio nella distribuzione territoriale e al tempo dedicato allo svolgimento delle attività professionali, nonché sotto il profilo della qualità dei servizi erogati\". La Commissione ha evidenziato il fatto che per quanto concerne \"i numeri\" si è in presenza di un\'oscillazione non trascurabile tra il numero dei medici competenti che risultavano disponibili prima delle audizioni (8.000), e il dati indicati dagli esperti che sono stati ascoltati e che risultano anche dalla documentazione acquisita (circa 11.000). Vi è stata, pertanto, una sostanziale intesa sull\'esigenza di creare albi regionali, che registrino tutti coloro che sono in possesso dei requisiti richiesti dalla legge per svolgere la funzione di medico competente. Come rileva il documento conclusivo, \"tutti i soggetti sentiti dalla Commissione hanno concordato, senza esitazioni, sulla piena adeguatezza quantitativa dei medici competenti attualmente disponibili in Italia ... anche se molti non lavorano a tempo pieno\". Un altro punto di discussione riguardava la loro distribuzione a livello territoriale. Non sono tuttavia emersi divari geografici rilevanti: eventuali discrasie sono sembrate marginali rispetto al quadro complessivo. Inoltre, anche per quanto riguarda il problema della maggiore assegnazione di nuovi posti alle scuole di specializzazione in medicina del lavoro, è stato confermato che la distribuzione è equa e nessuna Regione può considerarsi sacrificata, comprese Puglia, Campania e Sicilia. Per quanto riguarda invece il fenomeno della mobilità da Sud a Nord, si legge nel documento conclusivo che \"sono state fornite spiegazioni convincenti sia per la incontrastabile spinta verso aree in cui si prospettano possibilità di lavoro più interessanti e magari più remunerative, sia per il fatto che talora può accadere che la domanda non sia particolarmente intensa in aree in cui permane una certa tendenza all\'inosservanza della normativa in tema di sicurezza. Correttivi a queste disfunzioni - viene rilevato - potranno derivare, da un lato dalla maggior conoscenza delle disponibilità effettive di medici competenti e dall\'altro dalla maggior diffusione della cultura della prevenzione\". La Commissione ha convenuto sul fatto che ogni intervento appare inopportuno. Infatti, eventuali sanatorie, come accaduto in passato, avrebbero quale unico effetto, un abbassamento del livello qualitativo dei medici competenti. \"Appare del tutto sufficiente ed idoneo, invece, che si continui sulla strada intrapresa, dell\'incremento dei posti di specializzazione in medicina del lavoro, anche con la collaborazione delle Regioni e delle stesse Aziende sanitarie locali\". \"Il medico competente\" si legge sempre sul documento \"non è soltanto colui che esercita la sorveglianza sanitaria sui singoli, ma è una delle figure principali del nuovo sistema di prevenzione: a lui competono la sorveglianza sanitaria in senso ampio, la collaborazione - nei casi previsti - alla valutazione del rischio, lo svolgimento di compiti di informazione, valutazione e accertamento, la partecipazione ad un processo di collaborazione e interazione con tutti i soggetti del sistema di sicurezza. Compiti chiaramente non scindibili, in quanto collegati ad una complessiva valutazione del rapporto di salute e di prevenzione fra lavoratori e ambienti di lavoro\". Tutti gli esperti ascoltati dalla Commissione hanno concordato sull\'esigenza di fare del medico competente una figura centrale del sistema di prevenzione. Da qui l\'esigenza di una formazione che solo a livello universitario è possibile ottenere, collegata ad esperienze concrete e sottoposta ad aggiornamento continuo. Pertanto, meritevole di attenzione, appare la creazione di \"sistemi di accreditamento\" della qualità di servizi di sorveglianza sanitaria e delle prestazioni. Un altro aspetto che ha ricevuto l\'opinione favorevole dei senatori riguarda un diverso raccordo tra la sorveglianza sanitaria prevista dal decreto legislativo 626 ed il rigido sistema di visite periodiche previsto dal Regolamento di igiene del 1956. \"Il Regolamento ... si basava sul sistema di periodicità rigida di visite ormai superato; e non solo perché il previsto sistema di deroghe ha funzionato poco ma anche perché una volta che tutto il sistema di prevenzione trova il suo perno fondamentale sulla valutazione del rischio, appare giusto commisurare a quel momento la scelta da compiere in ordine alle modalità della sorveglianza sanitaria, alla periodicità delle visite, ecc. ... E\' indubbio\" prosegue il documento, \"... che una misura di questo tipo ... sarà utile per liberare i medici competenti da compiti ripetitivi, formali ed inutili per concentrare la loro attività sui compiti fondamentali, su un più stretto collegamento della sorveglianza alla valutazione del rischio e soprattutto alle specificità delle situazioni e delle lavorazioni\". Secondo i senatori della Commissione Lavoro i medici competenti, in tal modo, assumeranno più rilevanti responsabilità perché la maggiore discrezionalità ed un più stretto rapporto con la valutazione del rischio, imporranno l\'acquisizione di una professionalità sempre più completa e aggiornata. Infine, la Commissione ha ritenuto opportuno non trascurare un\'ulteriore proposta emersa nel corso del dibattito generale e che riguarda la valorizzazione delle esperienze maturate sul campo in medicina del lavoro, attraverso canali privilegiati per l\'accesso alle scuole di specializzazione.

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