Cercando un po ho trovato la monografia corrispondente ecco il link della monografia IARC
http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol98/mono98.pdf
Vorrei aprire un momento di discussione su i problemi etici che le maggiori conoscenze in ambito fisiopatologico ed eziopatologico pongono e porranno sempre di più all'operato del medico del lavoro: fino a che punto è lecito limitare l'attività lavorativa di una persona.
L'esempio del cancro al seno è molto esemplificativo: noi sappiamo
se un ascendente ha avuto un cancro mammario il rischio di tumore al seno è aumentato
se gli ascendenti sono stati due o più il rischio di sviluppare un cancro al seno aumenta acor di più
esistono poi mutazioni genetiche che si associano al tumore al seno (BRC1 e BRC2)
notizie anamnestiche come pubertà precoce e consumo di alcol sono correlate ad aumento di rischio
quindi in visita preventiva se ho una donna che dichiara come fattore di rischio solo il menarca a 9 anni la faccio idonea o meno ad un lavoro con lavoro notturno?
l'etica mi orienta ad una ricerca genetica su brc1 e brc2 o me lo vieta?
Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare,
non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.
(Jacques-Yves Cousteau)
In questi giorni mi chiedevo come mi sarei comportato nel giudicare idonea al lavoro notturno una donna con uno o più ascendenti che ha avuto cancro mammario
e.....
giancarlo il 31/03/2012 07:23 ha scritto:
In questi giorni mi chiedevo come mi sarei comportato nel giudicare idonea al lavoro notturno una donna con uno o più ascendenti che ha avuto cancro mammario
Riporto dalla monografia IARC la sintesi finale:
"The Working Group concluded that the evidence for an association with breast cancer and shiftwork that involves night work was consistent in the studies that were specifically designed to address this question. The studies of cabin crews provided additional support. "
Pertanto, in presenza di ulteriori fattori di rischio (inclusa la familiarità) sembra ragionevole esprimere un giudizio di inidoneità al lavoro notturno.
arriverebbe alla stessa conclusione se si parlasse di turni notturni (dalle 8 disera alle 8 di mattina) e non di lavoro notturno??
Grazie
robyroby7 il 04/04/2012 03:32 ha scritto:
arriverebbe alla stessa conclusione se si parlasse di turni notturni (dalle 8 disera alle 8 di mattina) e non di lavoro notturno??
Grazie
Quando parlo di lavoro notturno intendo quello definito dalla legge: cioè l'espletamento di attività lavorativa comportante un periodo di tre ore nell'intervallo mezzanotte-cinque, svolto (salvo diverse e piiù favorevoli disposizioni contrattuali) per almeno 80 giorni l'anno. Questo in linea generale. Poi ovviamente possono esserci casi singoli particolari, che devono essere esaminati uno per uno.
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