La sorveglianza sanitaria deve proseguire rispettando le misure igieniche
contenute nelle indicazioni del Ministero della Salute (cd. decalogo)
• vanno privilegiate, in questo periodo, le visite preventive, le visite a richiesta e le "visite da rientro da malattia"
questo è scritto sul "Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure
per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli
ambienti di lavoro"
la domanda: tutte le visite da rientro da malattia o solo....(dimenticanza) quelle sup. a 60 gg come da 81/08?
nu spicci mai te mparare (Nonnuma)
angpalm il 15/04/2020 04:45 ha scritto:
La sorveglianza sanitaria deve proseguire rispettando le misure igieniche
contenute nelle indicazioni del Ministero della Salute (cd. decalogo)
• vanno privilegiate, in questo periodo, le visite preventive, le visite a richiesta e le "visite da rientro da malattia"
questo è scritto sul "Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure
per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli
ambienti di lavoro"
la domanda: tutte le visite da rientro da malattia o solo....(dimenticanza) quelle sup. a 60 gg come da 81/08?
La questione non è peregrina: in effetti si potrebbe rispondere facilmente - citando il DL 81/08 - che le uniche visite al rientro dopo periodo prolungato di assenza per motivi di salute sono obbligatorie solo dopo il fatidico intervallo di 60 giorni (continuativi), ma ...
Nei giorni scorsi, per caso, mi sono imbattuto nel sito del Ministero della Salute dedicato alle "FAQ - Covid-19, domande e risposte" ( http://www.salute.gov.it/portale/...avirus.jsp?id=228&lingua=italiano). Ebbene, il punto 4 delle FAQ indica testualmente: "Al termine del periodo di isolamento fiduciario, se non sono comparsi sintomi, la persona può rientrare al lavoro ed il periodo di assenza risulta coperto dal certificato emesso all’inizio del periodo di isolamento. Non sono necessarie certificazioni aggiuntive. Può essere effettuata una valutazione da parte del medico competente qualora il datore di lavoro lo ritenesse opportuno".
Credo risulti evidente una certa superficialità espressa nell'ultima parte del paragrafo: come fa il datore di lavoro a "ritenere opportuno" l'intervento del MC ? e quale dovrebbe essere la "valutazione" del MC ? il MC può prescrivere, al riguardo, esami specifici (tamponi naso-faringei, test sierologici) ? e cosa fare se risultano positivi ? quale, eventualmente, il ruolo del dipartimento di prevenzione e del MMG in questo ultimo caso ? e, infine, essendo un atto del tutto avulso dalla normativa vigente, a che titolo il MC potrebbe eseguirlo legittimamente ? e chi dovrebbe pagarlo ?
Sono solo alcuni degli interrogativi che mi pongo e mi spiace di non poter rispondere compiutamente al Collega.
Ho postato nei contributi degli utenti la nuova direttiva lombarda per il rientro al lavoro dopo tampone positivo (non cambia nulla --> 2 tamponi negativi) e per le quarantene precauzionali senza tampone positivo. Per questi osservazione portata da 14 a 21/28 giorni; i MMG devono indicare nel certificato il tipo di quarantena; anche per loro UN tampone negativo per rientrare al lavoro
Guido
ramiste il 16/04/2020 11:01 ha scritto:
La questione non è peregrina: in effetti si potrebbe rispondere facilmente - citando il DL 81/08 - che le uniche visite al rientro dopo periodo prolungato di assenza per motivi di salute sono obbligatorie solo dopo il fatidico intervallo di 60 giorni (continuativi), ma ...
Nei giorni scorsi, per caso, mi sono imbattuto nel sito del Ministero della Salute dedicato alle "FAQ - Covid-19, domande e risposte" ( http://www.salute.gov.it/portale/...avirus.jsp?id=228&lingua=italiano). Ebbene, il punto 4 delle FAQ indica testualmente: "Al termine del periodo di isolamento fiduciario, se non sono comparsi sintomi, la persona può rientrare al lavoro ed il periodo di assenza risulta coperto dal certificato emesso all’inizio del periodo di isolamento. Non sono necessarie certificazioni aggiuntive. Può essere effettuata una valutazione da parte del medico competente qualora il datore di lavoro lo ritenesse opportuno".
Credo risulti evidente una certa superficialità espressa nell'ultima parte del paragrafo: come fa il datore di lavoro a "ritenere opportuno" l'intervento del MC ? e quale dovrebbe essere la "valutazione" del MC ? il MC può prescrivere, al riguardo, esami specifici (tamponi naso-faringei, test sierologici) ? e cosa fare se risultano positivi ? quale, eventualmente, il ruolo del dipartimento di prevenzione e del MMG in questo ultimo caso ? e, infine, essendo un atto del tutto avulso dalla normativa vigente, a che titolo il MC potrebbe eseguirlo legittimamente ? e chi dovrebbe pagarlo ?
Sono solo alcuni degli interrogativi che mi pongo e mi spiace di non poter rispondere compiutamente al Collega.
Assolutamente d'accordo, dato che l'unico che attualmente ha (o avrebbe) gli strumenti necessari per valutare è il MMG.
Proprio ieri ho ricevuto richiesta di un parere (o meglio, di una visita...) in merito al rientro di un'impiegata, assente a marzo per "sospetto COVID-19" (non ne avevo avuto notizia), ma mai sottoposta a tampone, e poi messa in ferie al termine della malattia. Personalmente ho inoltrato le indicazioni della nota di Regione Lombardia citata da Guido, raccomandando alla lavoratrice di contattare comunque il MMG per conferma che non fossero necessari ulteriori step, e consigliato eventualmente smart working fino al 03/05, come previsto dal DPCM.
Personalmente non adotterei criteri diversi in fase di riammissione: 2 tamponi negativi a distanza di 24h. Indipendentemente dal Tempo ZERO o da come è iniziata la "vicenda". Il tampone non è proprio test "infallibile" per questo fino ad oggi se ne fanno 2.
Buongiorno, vorrei porre un quesito.
Lavoratrice dal 9 di marzo comincia a presentare febbricola e mialgie diffuse , dal medico di medicina generale viene inviata in ospedale dove non le effettuano tampone ma le danno da effettuare terapia con idrossiclorochina per "sospetta covid", dopo 2 giorni di terapia a casa la signora si reca in PS perchè non trae giovamento dalla terapia, li' le fanno il tampone che risulta negativo e la rimandano a casa in isolamento fiduciario per 14 gg. Al termine dei 14 gg effettua IgG ed IgM ed entrambe risultano negative. Al 21 di maggio me la ritrovo a visita per rientro dopo 60 giorni di malattia. Aggiungo che la signora mi riferisce che fino al giorno prima aveva ancora febbricola. Ho emesso un giudizio di non idoneità temporanea (con la possibilità di lavorare in smart-working) dicendole che l'avrei rivalutata dopo un periodo di almeno 14 giorni di totale benessere e assenza di febbre. Vi chiedo, voi al mio posto come vi sareste comportati?
Gestione strana. Io l'avrei rinviata al MMG con lettera di accompagnamento. L'hanno trattata come un COVID+ ma nessuno gli ha mai fatto un tampone. Grave. La sierologia serve a poco/nulla
Conte_Vlad_III il 26/05/2020 06:19 ha scritto:
Gestione strana. Io l'avrei rinviata al MMG con lettera di accompagnamento. L'hanno trattata come un COVID+ ma nessuno gli ha mai fatto un tampone. Grave. La sierologia serve a poco/nulla
Ma infatti ciò che mi sconcerta è il modo in cui hanno trattato il caso, cioè a fine isolamento fiduciario invece di farle un tampone le fanno i sierologici, ma che senso ha visto il valore dubbio e comunque controverso al momento delle stesse? Il problema è che non fanno i tamponi e quindi si crea un giro infinito per i lavoratori e noi medici competenti ci ritroviamo di mezzo e davvero diventa molto complicato gestire queste situazioni
antoniocc il 26/05/2020 08:17 ha scritto:
Non so dove si trovi l'azienda, ma il sierologico al termine dell'isolamento fiduciario è quello che viene "offerto" in Lombardia da ATS per i casi sospetti in fase di lockdown, che non abbiano effettuato il tampone (anche se in questo caso è stato fatto), dopo 14 giorni di assenza di sintomi. La cosa grave è che, a quanto pare, la lavoratrice era ancora sìntomatica. Anch'io l'avrei rimandata al MMG.
Ma infatti ciò che mi sconcerta è il modo in cui hanno trattato il caso, cioè a fine isolamento fiduciario invece di farle un tampone le fanno i sierologici, ma che senso ha visto il valore dubbio e comunque controverso al momento delle stesse? Il problema è che non fanno i tamponi e quindi si crea un giro infinito per i lavoratori e noi medici competenti ci ritroviamo di mezzo e davvero diventa molto complicato gestire queste situazioni
La risposta è stata inglobata nella citazione, quindi la posto nuovamente.
Non so dove si trovi l'azienda, ma il sierologico al termine dell'isolamento fiduciario è quello che viene "offerto" in Lombardia da ATS per i casi sospetti in fase di lockdown, che non abbiano effettuato il tampone (anche se in questo caso è stato fatto), dopo 14 giorni di assenza di sintomi. La cosa grave è che, a quanto pare, la lavoratrice era ancora sìntomatica. Anch'io l'avrei rimandata al MMG.
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