Non tutti i valori di riferimento sono anche "limiti decisionali". Chiarito questo passaggio il resto fila via liscio.
Conte_Vlad_III il 13/12/2024 11:37 ha scritto:
Non tutti i valori di riferimento sono anche "limiti decisionali".
Posso chiederLe di elaborare?
Corretto il refuso, di cui faccio ammenda, la contraddizione è lungi dall’essere chiarita. Risulterebbe anzi, sulla base dei valori soglia riportati, che a 0.49 sia necessario fare un rischiamo di cui non si è in grado di prevedere l’efficacia tanto da richiedere una ulteriore titolazione a 4/6 settimane. Superata la fatidica soglia sarebbe garantita invece la copertura per almeno due anni, ma forse anche di più poiché viene prescritta non una dose ma una ulteriore titolazione Il problema qui, ovviamente, non è chi ha scritto quei numeri ma chi li abusa e li interpreta e come se fossero contabilità bancaria
mantello il 20/12/2024 11:32 ha scritto:
Corretto il refuso, di cui faccio ammenda, la contraddizione è lungi dall’essere chiarita. Risulterebbe anzi, sulla base dei valori soglia riportati, che a 0.49 sia necessario fare un rischiamo di cui non si è in grado di prevedere l’efficacia tanto da richiedere una ulteriore titolazione a 4/6 settimane. Superata la fatidica soglia sarebbe garantita invece la copertura per almeno due anni, ma forse anche di più poiché viene prescritta non una dose ma una ulteriore titolazione Il problema qui, ovviamente, non è chi ha scritto quei numeri ma chi li abusa e li interpreta e come se fossero contabilità bancaria
Azzardo un'ipotesi ed alcune considerazioni: la "schematicità" dei valori di riferimento è da imputare al principio di precauzione.
Per esempio: se da una ipotetica fascia 0.34-0.88 riscontrata dagli studi si risultasse coperti per almeno 2 anni, chi ha steso le linee guida ha opportunamente arrotondato queste soglie a 0.5-0.99 per una maggiore sicurezza.
E proprio per questo motivo, una persona al limite minimo della soglia (diciamo 0.51) dovrebbe poter star serena di avere i suoi 2 anni di copertura; è già stato messo in conto un margine ulteriore.
La titolazione anticorpale dopo il richiamo è esplicitamente solo raccomandata, probabilmente sempre per precauzione.
Già alla fascia superiore (0.5-0.99) si sconsiglia in modo implicito il richiamo, a 0.1-0.49 ci troviamo quindi nella prima fascia "matura" per un richiamo.
Infine, che io sappia di prassi non si effettua il test per una persona che fa i richiami secondo il calendario vaccinale; perché in questo caso dovrebbe essere diverso?
Si consideri poi che tale dicitura è assente nei test di altri laboratori o linee guida.
Sarei quindi decisamente propenso a non considerare quella dicitura indicativa di un'efficacia dubbia del richiamo.
Riguardo i numeri: ritengo che siano utili ma la mancanza di tempistica nella fascia 0.1-0.49 è fonte di grattacapi per i MC stessi.
Se diamo un'occhiata a questa discussione al riguardo ( https://medicocompetente.it/forum/thread/1642/Antitetanica.htm) possiamo notare:
-MC che concludono che un valore di soli 0.01UI/ml risulta protettivo, secondo il testo fondamentale di Igiene "Vaccini e immunoglobuline" di Michele Pontecorvo e Marcello Piazza, Edizioni Minerva Medica, VIII Ed. (punto che escluderei nella mia "disputa" con il mio MC siccome dalle fonti istituzionali il titolo minimo è 0.1)
-MC che addirittura si ritengono passibili di sanzioni in caso di reazioni avverse, se il lavoratore effettua il richiamo in fascia 0.1-0.49 sotto loro prescrizione
-MC che propendono per non effettuare il richiamo a lavoratori che risultano in fascia 0.1-0.49
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