serenix il 20/05/2012 09:23 ha scritto:
Quanto detto da Carlpam ci deve far riflettere e riportare in tutti noi un sano senso critico ed il relativo buon senso. Troppo spesso nei protocolli sanitari ed in tutta la gestione della sorveglianza sanitaria (sia ad opera dei medici competenti, che degli organismi di vigilanza) ci si affida ad abitudini stereotipate che non hanno nessun reale fondamento di essere. Le stesse linee guida, per non parlare delle criticità normative esistenti, sono spesso inadeguate ed indietro rispetto alle conoscenze scientifiche e alle evidenze di efficacia disponibili. Se ci impegnassimo tutti ad operare in modo da ridurre tutto ciò che è purtroppo talora solo inutile impegno formale, se passassimo da un'ottica difensiva (con relativo seguito di corollari e tavole rotonde senza fine) ad una più dignitosa e sintetica prospettiva preventiva, non solo avremmo tutti meno dubbi, non solo risparmieremmo energie e tempo prezioso, non solo acquisiremmo più credibilità....ma soprattutto saremmo più contenti e soddisfatti della nostra professione...
grazie Serenix non avrei saputo dire meglio!( Prevenzione basata sull'evidenza EBP)
Cari Colleghi, capisco e rispetto le opinioni diverse. Consideriamo, però, che le schedule vaccinali, contrariamente da quanto a volte accade in ambito medicina del lavoro, vengono emanate da un organo tecnico SANITARIO dello Stato (Ministero della Salute).
Personalmente io mi fido di quanto il NOSTRO Ministero, appunto della Salute (mica dell'Economia o del Lavoro), ci comunica per iscritto con documenti ufficiali. Quelle poche volte che la normativa è chiara e non lasia adito a interpretazioni varie, a mio modesto avviso, dovrebbero essere occasione di uniforme condotta.
Se, d'altra parte, vogliamo sempre andare a trovare il grigio tra il nero e il bianco, facciamolo pure. Però così non si riesce ad avere una condotta chiara ed uniforme.
Poi sarà per mia pigrizia che, quando trovo una norma di appoggio, mi cullo e la applico senza troppe domande, ma a me fa comodo avere un indirizzo univoco ogni tanto.
Saluti
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
Danilo a tutti piace avere certezze, ma non si possono ottenere forzando cose che chiare non sono. Per il discorso vaccinazioni in generale si è passati da un'ottica di "obbligatorietà imposta" ad un "suggerimento vivamente consigliato". Questa mi sembra la strada più giusta. Dal 1996 ad oggi sono passati bel 16 anni con tutti i cambiamenti che un periodo così lungo comporta in tutti gli ambiti. Quanto all'operato del Ministero della Salute non è né immune da errori, né svincolato da logiche politiche ed economiche che hanno il loro peso anche nella formulazione delle indicazioni date. Per cui forse è meglio che qualche domanda ce la poniamo, come pure dovremmo provare a cercare delle risposte adeguate. Il percorso verso le agognate certezze è sempre in divenire e si avvalora col contributo di tutti.
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