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Lavoro Notturno

Questo argomento ha avuto 22 risposte ed è stato letto 11083 volte.

Sonnambulo

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  • Re: Lavoro Notturno
  • (10/03/2016 11:07)

lanfraz il 10/03/2016 12:50 ha scritto:
Sono assolutamente d'accordo con l'ultimo intervento di mantello.

Personalmente ritengo che siano soggetti a sorveglianza sanitaria i lavoratori che svolgono regolarmente lavoro in orario notturno, non necessariamente per più di 80 turni/anno, e valuto i relativi accertamenti non solo in base al numero di turni, ma anche alla tipologia di attività svolta, che può comportare o meno altri rischi lavorativi; il turno notturno può essere "attivo" (es. lavoro su linea produttiva) oppure "passivo" (es. custodi, educatori addetti alla sorveglianza).

Concordo anche sulla perplessità in merito alla definizione di "valore di azione". Peraltro, anche laddove siano previsti dal DLgs 81/08, non sono diktat, considerato che per il rumore (art. 191) esiste la possibilità di controllo sanitario per i lavoratori con esposizioni molto variabili (che poi sono una buona parte), mentre per le vibrazioni meccaniche (art. 201, comma 2) si dice che i lavoratori esposti "sono altresì sottoposti a sorveglianza sanitaria quando, secondo il medico competente, si verificano ecc."

Ritenere che, invece, 81 turni notturni comportino un rischio per la salute, mentre 60 o 70 no, mi pare una posizione un po' "rigida".

Sonnambulo

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  • Re: Lavoro Notturno
  • (10/03/2016 11:11)

Concordo anch'io. Segnalo a riguardo un caso che mi è capitato. Un "tenutario" di un night ha ricevuto la visita dai parte dei N.A.S. (penso per motivi diversi dalla sorveglianza sanitaria). A ragione o a torto gli hanno "intimato" di nominare un Medico Competente per la sorveglianza sanitaria delle "figuranti di sala" in relazione al fattore di rischio "lavoro notturno", anche per quelle che stavano ben sotto le 80 notti/anno. Ovviamente mi sono reso disponibile con sommo dispiacere...

alb

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  • Re: Lavoro Notturno
  • (10/03/2016 16:20)

Mi pare di capire che anche altri condividano il mio ragionamento, anche se dalla risposta data al quesito posto da roscafa55 l'orientamento generale sembrava contrario. Quindi se lavoratore e datore di lavoro non hanno nulla da obiettare conviene visitare anche chi fa o prevede di fare meno di 80 notti/anno. Ma se il lavoratore non vuole essere sottoposto a visita, è esposto solo al rischio da lavoro notturno e magari viene giudicato non idoneo alla mansione che succede? Si potrebbe appellare all'art. 5 dello Statuto dei Lavoratori che vieta al datore di lavoro di eseguire accertamenti sanitari non giustificati. E se vogliamo anche al D.Lgs 81/08, dato che nell'allegato 3b alla voce 42 cita: LAVORO NOTTURNO (D.lgs n.66 del 2003; n. 213/2004) >80gg/anno.
Se è vero che il D.lgs n.66/2003 non definisce chiaramente quando sottoporre a sorveglianza sanitaria, il D.Lgs 81/08, che dovrebbe essere un Testo Unico, di unico non ha niente perché si sono “dimenticati” del lavoro a turni e notturno così come di altri rischi importanti quali le Radiazioni Ionizzanti, per le quali si rimanda alla 230/95 mentre sarebbe stato molto meglio inserirle in un Titolo aggiuntivo.
Purtroppo sempre più spesso siamo chiamati ad avere a che fare con avvocati e sindacati e non avere una normativa unica e chiara di certo non aiuta. Secondo me l'argomento meriterebbe un interpello alla commissione consultiva.

lanfraz

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  • Re: Lavoro Notturno
  • (10/03/2016 17:26)

figliofra il 10/03/2016 06:30 ha scritto:
Stessa rigidità delle 20 ore settimanali per i video terminalisti. Perché 21 si e 19 no ?


Beh, se fai la valutazione cronometro alla mano, la rigidità è pressoché analoga.

Il limite di 20 ore, nella sostanza, distingue gli impiegati full-time, che di ore al VDT ne passano anche una trentina, da quelli part-time a 20 ore settimanali, che invece, deducendo le pause, partono da un impegno di circa 18 ore: per questi ultimi va fatta, a mio parere, anche una valutazione della tipologia di lavoro svolto (si tratta di un'attività impiegatizia "generica", che non prevede l'uso continuativo del VDT oppure è un lavoro di data entry o un call center..?) e delle postazioni di lavoro, fermo restando che tendenzialmente sono al di sotto delle 20 ore settimanali.

Esiste poi un gruppo, più ristretto, di lavoratori, che potrebbero essere ai limiti delle 20 ore è (es. part-time allungato, impiegati tecnici) e per cui è necessario approfondire, sempre senza cronometro alla mano.

Sinceramente, se proprio vogliamo parlare di "valori di azione", ritengo più giustificate, da un punto di vista medico, le 20 ore settimanali al VDT piuttosto che gli 80 turni notturni/anno (senza peraltro alcuna distinzione tra tipologie di lavoro).

Scusate l'off-topic.

Per Alb: ma l'allegato 3B non è mica il DLgs 81/08..Altrimenti non ci sarebbero le "radiazioni ultraviolette naturali", che, pur potendosi configurare come rischio per la salute, non prevedono una sorveglianza sanitaria obbligatoria - salvo richiesta del lavoratore - secondo il DLgs 81/08, a meno che non si vogliano far rientrare nel novero dei famosi "rischi non normati".

Giannini

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  • Re: Lavoro Notturno
  • (10/03/2016 21:38)

Mio modesto contributo: nelle aziende di grandi dimensioni ritrovo solitamente un dvr adeguato che individua la voce "lavoro notturno" e la scheda di rischio personale di ogni lavoratore riporta il rischio tra gli altri.
Nei casi dubbi o in realtà più piccole, interrogo direttamente il datore di lavoro o chi per lui in merito, richiedendo un elenco nominativo esaustivo dei lavoratori addetti a lavoro notturno ai sensi di Legge. A fronte di dubbi nel merito offro collaborazione per individuare i lavoratori che svolgono lavoro notturno ed in questo caso non posso che fare riferimento alla normativa in vigore (quella ampiamente citata nel post).

"Felicius curari a medico popularem gentem quam nobiles et principes viros."

alb

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  • Re: Lavoro Notturno
  • (11/03/2016 14:47)

Per Alb: ma l'allegato 3B non è mica il DLgs 81/08..Altrimenti non ci sarebbero le "radiazioni ultraviolette naturali", che, pur potendosi configurare come rischio per la salute, non prevedono una sorveglianza sanitaria obbligatoria - salvo richiesta del lavoratore - secondo il DLgs 81/08, a meno che non si vogliano far rientrare nel novero dei famosi "rischi non normati".[/cite]Che l’allegato 3B sia un allegato del D.Lgs 81/2008 purtroppo è un dato di fatto, anche se tutti i medici competenti vorrebbero cancellarlo! Sui contenuti dell’allegato e sulla sua (in)utilità bisognerebbe dilungarsi troppo, però la sua compilazione è un obbligo e non si può non tenerne conto, per quanto (per fortuna) l’inesattezza dei dati inseriti non sia sanzionabile. Però, qualora uno voglia compilarlo in maniera corretta, il riferimento “> 80 gg/anno” cosa vuol dire? Che in quella casella inserisci solo quelli che ne fanno almeno 80 e chi ne fa meno lo inserisci nella casella “altri rischi”, o che vanno visitati solo quelli che ne fanno almeno 80? Dal momento che per gli altri rischi non è specificato il “valore d’azione” mentre per il lavoro notturno si, sembra che voglia dire: “Bada, il lavoro notturno non è normato dal presente decreto come gli altri quindi qui non trovi quando sottoporre a sorveglianza sanitaria: è normato invece dal D.Lgs 66/2003 e ti ricordo che i lavoratori da sottoporre a sorveglianza sanitaria sono solo quelli che fanno >80 gg/anno”. Poi siamo d’accordo che nell’elenco scopri rischi non normati come le radiazioni ultraviolette naturali e allo stesso tempo non trovi rischi normati come i campi elettromagnetici, ma quello penso faccia parte dell'idiozia dell’intero allegato e non possiamo farci niente. Se ci fosse stato scritto solo “lavoro notturno” sarebbe stato più pacifico che l’entità del rischio doveva risultare dal DVR.
Comunque, a prescindere dall’allegato 3b e stante solo a quanto disposto dal D.Lgs 66/2003, si evince chiaramente che la sorveglianza sanitaria scatta solo per quelli che fanno almeno 80 notti o no? Siamo sicuri che se consigliamo al Datore di Lavoro che non sono obbligatorie le visite, gli SPRESAL di turno siano d’accordo? A qualcuno è capitato di avere problemi a riguardo (a parte con i N.A.S.!)?

lanfraz

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  • Re: Lavoro Notturno
  • (11/03/2016 20:23)

Facciamo due esempi pratici, Alb (mi rivolgo a te, perché sei stato l'ultimo ad intervenire :-), supponendo di attivare la sorveglianza sanitaria solo per i lavoratori che effettuano più di 80 turni/anno.

1. Lavoratore soggetto, durante la cui visita emergono controindicazioni all'esposizione al rischio, supportate da documentazione specialistica.

Come ti comporti..?Limiti le notti a meno di 80..?Lo escludi dalla regolare turnazione notturna, ammettendo che possa svolgere occasionalmente lavoro in orario notturno (es. sostituzioni)..?Controindichi il lavoro notturno in modo assoluto..?

Personalmente, escluderei la prima opzione e, in genere, propenderei per la seconda (che però può non essere facilmente gestibile dal punto di vista del rapporto tra ddl e lavoratore e dell'organizzazione del lavoro), ma mi sembra che, anche in questo forum, si parli più spesso di "esonero" dal lavoro notturno. Però, allora, ci dobbiamo mettere d'accordo, perché tra 0 turni e 80 (il presunto "valore di azione") c'è una bella differenza..

2. Lavoratore non soggetto (50 turni/anno, diciamo) che richiede visita per recente riscontro di patologia che potrebbe controindicare il lavoro notturno.

Come ti comporti..?Non ritieni di doverlo visitare o lo fai comunque idoneo al lavoro notturno perché il rischio non sussiste..?Prendi in considerazione le limitazioni di cui sopra (ammettendo quindi che il rischio comunque esista)..?

Sono assolutamente d'accordo che la sorveglianza sanitaria debba essere attivata "nei casi previsti", ma poi dobbiamo anche stare attenti che il nostro giudizio di idoneità non contrasti con i presupposti iniziali (come detto, perché devo esonerare completamente un lavoratore dal turno notturno, se sono convinto che la sorveglianza sanitaria sia obbligatoria o necessaria solo sopra gli 80/anno..?), considerare che esistono soggetti ipersuscettibili o esposizioni variabili (per cui i valori di azione hanno un peso relativo) e, nello specifico, che il lavoro notturno è un rischio complesso.

Usciamo soprattutto dalla "logica" dell'allegato 3B.

Se vuoi il parere di uno SPISAL sul tema, qui trovi quello dell'ULSS Vicenza:

http://www.ulssvicenza.it/nodo.php/193

alb

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  • Re: Lavoro Notturno
  • (12/03/2016 13:40)

Sono perfettamente d’accordo con te, lanfraz!
Se rileggi il mio primo intervento, riportando altri articoli del d.Lgs 66/2003, ho messo in dubbio il fatto che la sorveglianza sanitaria debba scattare obbligatoriamente solo per i lavoratori che fanno almeno 80 notti/anno. Allo stesso tempo però la legge è contradditoria, per cui mi son chiesto perché molti colleghi ritengono, magari a ragione, di dover visitare solo quelli che fanno almeno 80 notti. Il nodo del problema secondo me sta nell’art. 14 comma 1 perché dice che “la valutazione dello stato di salute dei lavoratori notturni deve avvenire….” e se uno va a rivedere la definizione di “lavoratore notturno” all’art.1 comma 2 è colui che fa almeno 80 notti. Se fosse rimasta la precedente versione del comma 1 art.14, abrogata, dove si parlava di “lavoratori adibiti al lavoro notturno”, il problema non si sarebbe posto e nessuno si sarebbe sognato di dire che la sorveglianza sanitaria deve scattare con le 80 notti. A creare ulteriore confusione l’art. 11 dice che l'inidoneità al lavoro notturno può essere accertata attraverso le competenti strutture sanitarie pubbliche per cui in teoria se il datore di lavoro vuole accertarsi che un lavoratore possa fare anche un solo turno notturno lo invia al collegio medico ASL; anche se poi è un controsenso se ha già nominato un medico competente o, peggio, se il lavoratore è già sottoposto a sorveglianza per altri rischi. Quindi mi rivolgerei soprattutto ai colleghi che sono convinti di dover visitare solo quelli che fanno almeno 80 notti e gli chiederei (pacificamente!) sulla base di cosa, legge alla mano, sono arrivati a tale conclusione. Lasciamo da parte per un momento quello che faremmo da medici nei casi specifici e vediamo solo come ognuno di noi interpreta la legge, perché per quanto mi riguarda potrebbero essere giuste entrambe le posizioni.

lanfraz il 11/03/2016 08:23 ha scritto:
Facciamo due esempi pratici, Alb (mi rivolgo a te, perché sei stato l'ultimo ad intervenire :-), supponendo di attivare la sorveglianza sanitaria solo per i lavoratori che effettuano più di 80 turni/anno.

1. Lavoratore soggetto, durante la cui visita emergono controindicazioni all'esposizione al rischio, supportate da documentazione specialistica.

Come ti comporti..?Limiti le notti a meno di 80..?Lo escludi dalla regolare turnazione notturna, ammettendo che possa svolgere occasionalmente lavoro in orario notturno (es. sostituzioni)..?Controindichi il lavoro notturno in modo assoluto..?

Personalmente, escluderei la prima opzione e, in genere, propenderei per la seconda (che però può non essere facilmente gestibile dal punto di vista del rapporto tra ddl e lavoratore e dell'organizzazione del lavoro), ma mi sembra che, anche in questo forum, si parli più spesso di "esonero" dal lavoro notturno. Però, allora, ci dobbiamo mettere d'accordo, perché tra 0 turni e 80 (il presunto "valore di azione") c'è una bella differenza..

2. Lavoratore non soggetto (50 turni/anno, diciamo) che richiede visita per recente riscontro di patologia che potrebbe controindicare il lavoro notturno.

Come ti comporti..?Non ritieni di doverlo visitare o lo fai comunque idoneo al lavoro notturno perché il rischio non sussiste..?Prendi in considerazione le limitazioni di cui sopra (ammettendo quindi che il rischio comunque esista)..?

Sono assolutamente d'accordo che la sorveglianza sanitaria debba essere attivata "nei casi previsti", ma poi dobbiamo anche stare attenti che il nostro giudizio di idoneità non contrasti con i presupposti iniziali (come detto, perché devo esonerare completamente un lavoratore dal turno notturno, se sono convinto che la sorveglianza sanitaria sia obbligatoria o necessaria solo sopra gli 80/anno..?), considerare che esistono soggetti ipersuscettibili o esposizioni variabili (per cui i valori di azione hanno un peso relativo) e, nello specifico, che il lavoro notturno è un rischio complesso.

Usciamo soprattutto dalla "logica" dell'allegato 3B.

Se vuoi il parere di uno SPISAL sul tema, qui trovi quello dell'ULSS Vicenza:

http://www.ulssvicenza.it/nodo.php/193

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  • Re: Lavoro Notturno
  • (18/03/2016 20:53)

roscafa55 il 03/03/2016 04:55 ha scritto:
Un dipendente che nell'arco dell'anno fa 40 turni notturni può essere considerato Lavoratore notturno? ed eventualmente senza superare i famosi 80 turni si può configurare il rischio notturno?

Non solo la legge, ma anche i contratti collettivi di settore, hanno specificato la definizione di lavoratore notturno e hanno introdotto nel tempo una serie di previsioni di tutela, oltre che specifiche regole dal punto di vista retributivo.
Per periodo notturno si intende l’intervallo di sette ore consecutive che comprendono l’arco di tempo che intercorre tra le ore 24 e le 5 del mattino. A sua volta il lavoratore notturno si distingue in orizzontale e verticale, il primo svolge l'attività per almeno tre ore al giorno in modo abituale e continuativo, mentre quello verticale svolge il lavoro per almeno tre ore per almeno 80 giorni lavorativi nell’arco di un anno.
Se il tuo datore di lavoro si avvale per la prima volta di prestazioni di lavoro notturno è imposto l'obbligo di consultare le rappresentanze sindacali dell'azienda o, in mancanza di queste, a consultare le organizzazioni territoriali dei lavoratori.
Io per un anno ho svolto lavoro notturno e mi sono informato raccogliendo diverse informazioni che ho conservato in cartelle portadocumenti che ho creato online su http://print24.com/it/

ilmatt555

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  • Re: Lavoro Notturno
  • (23/02/2018 00:24)

Quindi chi fa meno di 80 turni /anno non può essere sottoposto a SS, ma se durante la visita (per altri rischi) scopro che ha patologie che contrindichino la notte (anche solo 5 turni) devo far finta di nulla? Oppure se imposto un protocollo che prevede "turnazione notturna" (e non lavoro notturno) devo temere l'intervento degli organi di vigilanza?

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