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medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018

Questo argomento ha avuto 23 risposte ed è stato letto 4282 volte.

luca.chiapparini@uslcentro.tos

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  • Re: medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018
  • (31/07/2018 11:45)

allora leggo di tanti colleghi che parlano senza sapere come è fatto un dipartimento di prevenzione di una asl e pensano che nel dipartimento siamo tutti pappa e ciccia tra di noi solo perchè siamo dello stesso dipartimento
ma lo sapete che nella mia asl siamo 12 mila dipendenti e che a mala pena conosco il mio responsabile
cosa centra un igienista che si occupa da sempre di malattie infettive ed acque potabili con la vigilanza nei luoghi di lavoro che fanno i miei colleghi del pissl e che l'81 prevede non possano fare il medico competente su tutto il territrio nazaionale che secondo me è già una grossa penalizzazione perche' ritengo fosse stato piu' giusto solo nel territrio della dove si lavora
ricordo che la libera professione è un diritto e che se esiste un incompatibilità questa sia solo per chi svolge attività di vigilanza ( l'81 prevede questo) ma questa mansione non è di tutto il personale del dipartimento ma solo di un settore ben identificato e comunque ogni asl organizza i propri dipartimenti in modo autonomo e su indicazioni regionali per cui chi fa' vigilanza o meno e ben identificato dalla direzioni
lasciamo quindi che siano le asl che decidano chi fa vigilanza e sia incompatibile
quello che ha scritto la commissioni interpelli è evidente che esprime un giudizio assolutamente non condividsibile e sicuramente illegittimo dal punto di vista dei propri compiti
spero che questo interpello sia annullato presto e possa ricominciare a fare nel mio piccolo il medico competente in attività di libera professione intramoenia perchè ho acquisito a suo tempo l'autorizzaqzione ministriale e perchè sono igienista

Conte_Vlad_III

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  • Re: medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018
  • (31/07/2018 13:05)

[b]
spero che questo interpello sia annullato presto e possa ricominciare a fare nel mio piccolo il medico competente in attività di libera professione intramoenia perchè ho acquisito a suo tempo l'autorizzaqzione ministriale e perchè sono igienista

senza nulla di personale spero che l'interpello non venga annullato mentre confido che -chissà un giorno- vengano annullati gli attuali privilegi che consentono a medici legali e igienisti di svolgere l'attività di medico competente. Per questo occorre fare un'altra specializzazione.

faggiano.danilo

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  • Re: medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018
  • (01/08/2018 08:20)

Conte_Vlad_III il 31/07/2018 01:05 ha scritto:


senza nulla di personale spero che l'interpello non venga annullato mentre confido che -chissà un giorno- vengano annullati gli attuali privilegi che consentono a medici legali e igienisti di svolgere l'attività di medico competente. Per questo occorre fare un'altra specializzazione.

Giacchè partecipo anche io, senza alcuna vena polemica ma con atteggiamento riflessivo, considerando che la questione è ormai annosa e complessa.

Spesso sento dire che la medicina del lavoro è ben altra cosa rispetto all'attività di medico competente, quasi a voler dire che questa funzione rappresenti solo una parte della medicina del lavoro. Tra l'altro, ai tempi dell'università un medico del lavoro universitario (aspirante Prof.) disse a noi studenti/specializzandi che per fare il medico competente non ci voleva granchè, bastava leggersi l'allora 626 e si faceva. Essere medico del lavoro era ben altra cosa.

Quindi, sposando questa teoria, mi viene da pensare che "una parte così riduttiva" di una più ampia specializzazione tutto sommato si possa anche affidare ad altre branche specialistiche riconosciute dal MIUR come affini.

Da "medico del lavoro mancato" e divenuto igienista in extremis per varie vicende universitarie, non mi sembra che nella funzione di medico competente sul territorio abbia avuto molto da imparare dagli specialisti in medicina del lavoro. Le lacune culturali che ognuno può avere (nessuno è perfetto) sono trasversali e possono ritrovarsi in chiunque.
Di recente in un giudizio di un lavoratore di una struttura con funzione impiegatizia, affetto da una non meglio identificata nè documentata claustrofobia, veniva riportata la limitazione "non può prendere l'ascensore" (scritta peraltro sotto la voce "prescrizioni", ma è ininfluente, magari ha giusto sbagliato rigo). In calce c'era la firma di uno specialista in medicina del lavoro, mica di un igienista o di un medico legale.

Come si dice in questi frangenti, non bisogna generalizzare. Allora non generalizziamo e pensiamo in positivo: per fare il medico competente ci vuole una certa preparazione professionale assolutamente alla portata anche degli specialisti in igiene e medicina legale che si sappiano dedicare alla materia e si impegnino a studiarla, senza al contrario di altri trincerarsi su competenze acquisite decenni prima e mai rinverdite. A tal proposito mi vengono in mente alcuni specialisti in medicina del lavoro che mai hanno esercitato come tali e che a più di 50 anni, per scelte varie, si vogliono buttare sul mercato brandendo il diploma di specializzazione come maggior titolo di altri colleghi.

Grazie a Dio non apriamo il cuore a nessuno nè intubiamo nessuno, direi che se po' fa' senza grandi danni!

A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!

Conte_Vlad_III

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  • Re: medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018
  • (01/08/2018 09:34)

proprio per non generalizzare ognuno di noi potrebbe raccontarne su medici competenti divenuti tali grazie a leggiucchie varie, infilate magari di straforo in altri testi. Pero' che differenza farebbe raccontare quella che clacistifcamente chiameremmo "topica" di un collega? Capita anche ai cardiologi, agli pneumologi o ai chirurghi.
Il problema è che siccome si è radicata la percezione che fosse un'attività dove (al contrario di altri colleghi) non facevamo danni allora diciamo che ci si sono interessati in tanti, forse troppi. E come in ogni legge di mercato il livello si abbassa e invece i danni sono tutt'altro che rari: se ne fanno eccome. Certo non ammazziamo nessuno pero' sempre di piu' gli avvocati si interessano del nostro operato, meditiamo sul perche'.
Ultima considerazione: difficilmente in un colloquio di lavoro ti chiedono il CV ma è piu' facile sentirsi domandare "dottore mi mandi il preventivo". EH si...la nostra qualità è "percepita" dal preventivo ed è quello che fara' la differenza.
Rimediare è faticoso, non sempre possibile risollevare una disciplina. Di certo non lo si riesce a fare allargando la possibilità di accedervi anche a coloro che hanno seguito percorsi formativi differenti.

mantello

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  • Re: medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018
  • (01/08/2018 15:41)

Concordo pienamente sul fatto che sugli aneddoti non si possono costruire discorsi seri.
Circa il problema dell’attività intramoenia segnalo che essa dovrebbe essere, di norma, espletata nell’ambito della propria disciplina, salvo deroghe da concedere da parte dell’Azienda. Normativa a parte rimango perplesso davanti a chi si occupa a tempo pieno di alimenti od altro e fa il MC come libero professionista (mi lascia ovviamente perplesso anche il caso contrario).
Ben è vero che, come in ogni altra attività, esistono casi di diversa complessità ma rabbrividisco di fronte a chi si approccia ad una professione convinto che tanto non può far danni. E’ più verosimile che non sappia riconoscere i danni che produce.
Credo infine che l’attività di MC richieda conoscenze non settoriali e spesso approfondite di Medicina del Lavoro. In particolare la capacità di approccio clinico al lavoratore, capacità valutative che sono diverse da quelle della valutazione del danno, capacità di mettere in relazione situazioni ambientali con lo stato di salute del singolo individuo e non solo di gruppi o popolazioni. Certo la Medicina del Lavoro accademica è cosa diversa, ma non è detto che un buon Accademico possa essere un buon MC. Credo che anche un igienista od un medico legale possano essere buoni MC se hanno voglia e tempo di studiare e sono culturalmente interessati alla materia.
Chi fa il MC a tempo perso non solo inflaziona il mercato ma soprattutto scredita la figura professionale.

andreaiob

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  • Re: medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018
  • (01/08/2018 16:20)

E' spiacevole verificare quanto astio venga manifestato contro i medici competenti dipendenti delle Aziende Sanitarie. Mi sembra ingiustificato per molti motivi: innanzitutto il DL 81 prevede espressamente la possibilità che il medico competente di un azienda sia un pubblico dipendente. Inoltre dai tempi in cui esistevano i Servizi di Medicina del lavoro (ante 277) quando si svolgeva anche la sorveglianza sanitaria, il nostro numero si è drasticamente ridotto e quindi non entriamo in concorrenza con i liberi professionisti. Poi con l'entrata in vigore del 626/94, i medici del lavoro che volevano continuare a svolgere la sorveglianza sanitaria hanno cambiato struttura di appartenenza, lasciando la vigilanza ai medici incardinati negli PSAL e occupandosi in ambito pubblico di prevenzione sanitaria (vaccinazioni, medicina sportiva, igiene della nutrizione, ecc). Alcuni di essi hanno continuato a svolgere oltre l'orario di lavoro un pò di libera professione intramuraria come medico competente.
Tale libera professione è autorizzata dalle Aziende Sanitarie e ha sempre tenuto conto dei motivi di incompatibilità, in primis non essere addetti "agli uffici che svolgono attività di vigilanza ai sensi del DL 81/2008".
Inoltre l'attività, essendo istituzionale, è regolamentata da atti aziendali che prevedono anche la tariffazione minima.
Non capisco quindi perchè i colleghi liberi professionisti debbano temere la presenza di pochi medici che svolgono con qualità la professione di medico competente e lottano contro un interpello palesemente illeggittimo.

mantello

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  • Re: medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018
  • (02/08/2018 07:24)

Sono dispiaciuto se l'astio viene riferito al mio post. Personalmente sono stato per anni medico del lavoro dipendente ospedaliero e ho svolto libera professione come medico competente in regime di intramoenia.
Da ospedaliero ho sempre criticati i laboratoristi e gli anestesisti che facevano libera professione come odontoiatri perchè credo che l'eterogeneità degli ambiti professionali comporti uno scadimento della qualità delle prestazioni, indipendentemente dalla autorizzazioni formali dell' ASL. Le considerazioni su inflazionamento del mercato sono, dal mio punto di vista, secondarie ma non inventate. Sotto l'aspetto sindacale ritengo che la libera professione intramoenia sia stata concessa in cambio di mancati aumenti salariali nei vari contratti collettivi succedutisi negli anni. Di questo scambio non hanno potuto beneficiare alcune categorie con specialità poco spendibili nel privato. A distanza di anni non è stato posto rimedio a questa ingiustizia. Ciò detto non condivido la visione per cui chi si occupa di alimenti può benissimo fare il MC, tanto non fa danni

faggiano.danilo

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  • Re: medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018
  • (02/08/2018 08:33)

Vedo che il concetto "tanto non facciamo danni" sta prendendo sempre più piede, ma io questo non l'ho mai detto. Invito ad una più attenta lettura del mio post per evitare fraintendimenti non voluti.

Ribadiso che la materia in cui im medico competente si muove è affine a quanto studiato nella specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, lo stesso MIUR classifica Igiene come materia affine alla Medicina del Lavoro. Detto questo, un igienista che di dedica alla medicina del lavoro a mio avviso ha tutte le potenzialità per far bene, colmando lì dove serve alcune lacune necessarie per esercitare. Ecco il mio "se po' fa'". E' chiaro che sto parlando di un igienista che si dedica a tempo pieno, segue i corsi di aggiornamento previsti, si documenta, ecc. In sostanza un professionista che esercita con la coscienza di chiunque altro serio collega. La specializzazione in medicina del lavoro non è garanzia di altrettanto rigore professionale, rappresenta un titolo necessario a cui deve seguire l'impegno.

Riguardo alla possibilità di fare danni, basta guardare i premi assicuratvi proposti per un RC professionale quale medico competente o quale specialista in altra branca. Direi che la differenza sia eclatante, a riprova del fatto che la rischiosità della funzione medico competente è ben più contenuta rispetto ad altri ambiti. Se poi non vogliamo dirlo e vogliamo romanzare diversamente, ok, ma stiamo andando in altra direzione dalla realtà. Non confondiamo la rischiosità di una professione con la dignità che chi la esercita vuole e deve garantire.

La dignità viene calpestata anche, e forse soprattutto (non foss'altro perchè sono più numerosi), dagli specialisti in medicina del lavoro che vedo operare a 20-30 euro e che per guadagnarli fanno le transumanze tra una provincia e l'altra con camper/bancarelle/roulotte (non ho ancora visto un cardiologo/anestesista/chirurgo che faccia lo stesso), da quelli che visitano loro ma firma un altro (non ho ancora visto altri specialisti che lo fanno), da quelli che fanno fare tutto al laboratorio analisi e che poi firmano di tutto senza capire cosa fanno (non ho ancora visto altri specialisti che lo fanno), da quelli che visitano oggi e mandano i giudizi di idoneità dopo mesi, da quelli che fanno fare esami del sangue ed ECG anche alla commessa di una boutique e al giornalaio, ecc. ecc.

Poi dipende tutto dalla realtà in cui uno vive, mi rendo conto. Io di igienisti che smarchettano non ne trovo, i marchettari hanno altra specializzazione. Può essere che, come dice qualche altro collega che mi ha preceduto, in altre regioni/province gli igienisti stiano facendo terra bruciata. Però credo sia opportuno tenere distinti i due temi: uno è quello della preparazione professionale (aspetto culturale e qualitativo) e l'altro è quello del girare tutto a marchetta (aspetto di mercato).
Il tipo di specializzazione non credo sia influente sull'aspetto di mercato, poi si può discutere sul quello culturale.

Saluti

A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!

Conte_Vlad_III

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  • Re: medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018
  • (02/08/2018 10:48)

Non metto in dubbio che uno possa appassionarsi ad una materia, diverso è studiarla partendo da un percorso formativo universitario ben definito. Ma ovviamente è una considerazione sbagliata la mia perche' poi il Bravo Legislatore ci ha messo lo zampino.
Un domanda: come mai agli Igienisti interessa molto di piu' l'attività di medico competente di quanto interessi ai medici legali? E' la passione o il "se po' fa'"?
Sul fatto di "chi calpesti cosa" evidentemente le esperienze ci conducono ad un capolinea differente.

faggiano.danilo

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  • Re: medico competente dipendente asl nel dipartimento di prevenzione e interpello del ministero del lavoro 02/2018
  • (02/08/2018 11:15)

Conte_Vlad_III il 02/08/2018 10:48 ha scritto:
Non metto in dubbio che uno possa appassionarsi ad una materia, diverso è studiarla partendo da un percorso formativo universitario ben definito. Ma ovviamente è una considerazione sbagliata la mia perche' poi il Bravo Legislatore ci ha messo lo zampino.
Un domanda: come mai agli Igienisti interessa molto di piu' l'attività di medico competente di quanto interessi ai medici legali? E' la passione o il "se po' fa'"?
Sul fatto di "chi calpesti cosa" evidentemente le esperienze ci conducono ad un capolinea differente.

Beh è lo stesso dubbio e perplessità rappresentato dai medici legali che sottolineano come, a loro giudizio impropriamente e con scarsa professionalità, molti medici (igienisti, medici del lavoro, ortopedici, ecc.) si cimentino in perizie/consulenze medico-legali per la valutazione del danno biologico in diversi ambiti che non sono squisitamente di loro competenza. I soldi fanno gola a tutti.

Solo che per fare il medico competente il legislatore ha imposto percorsi aggiuntivi, compreso il 70% degli ECM attinenti alla medicina del lavoro; mentre per fare la perizia medico-legale basta essere abilitati alla professione. Anche i medici legali hanno da lamentarsi un bel po'.

Dati i vincoli di cui sopra, la vedo difficile che uno, igienista o medico legale, si metta a fare il medico competente senza studiare un po' e senza intendere il "occuparsi" con il "tenersi aggiornato". Altri hanno forse studiato in passato ed ora vorrebbero campare di rendita ex lege.

Il mercato vuole professionisti seri ed in continuo aggiornamento, un datore di lavoro privato all'inizio può anche cedere al miglior offerente ma alla lunga sceglierà (e lo vedo spesso) chi gli offre più affidabilità.

Per fortuna il mio rapporto con i miei amici e colleghi specialisti in medicina del lavoro è di assoluto rispetto e stima reciproca. Ci confrontiamo, ci chiediamo pareri, collaboriamo, andiamo insieme ai corsi di aggiornamento. Forse perchè ci si guarda negli occhi e si constata da vicino il modo di lavorare e la professionalità ed impegno.
Questa tensione/conflittualità tra i diversi specialisti lo percepisco solo in questo forum o in discorsi più generalizzati in cui le qualità del singolo si perdono nella massa anonima.

A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!

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