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La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria

Questo argomento ha avuto 61 risposte ed è stato letto 2353 volte.

milvio.piras

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  • Re: La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria
  • (20/10/2019 18:32)

Il problema, come abbiamo evidenziato in più occasioni, è che i corsi di formazione (anche quelli che il medico competente potrebbe organizzare e tenere in modo autonomo) sono quasi tutti organizzati e proposti da enti (nati con finalità di tutt'altra natura e/o, comunque, allo scopo solo di sfruttare il business della formazione e gestiti normalmente da chi di sicurezza sul lavoro e medicina del lavoro non ha mai saputo nulla) cui lo Stato concede o riserva l'attività di formazione.
In qualche caso, e con non poche difficoltà (carlpam ne sa qualcosa), ogni tanto qualcuno di noi prova a riprendere quello che dovrebbe essere nostro, per diritto, per dovere e per legge, e cioè il controllo dei contenuti della formazione, almeno per quanto attiene gli aspetti sanitari, ma la maggior parte aspetta che gli sia proposta una qualche particina, pagata una miseria, da chi organizza i corsi (sempre che questi ritenga necessario coinvolgere un medico, almeno per trattare gli argomenti più squisitamente medici)

carlpam

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  • Re: La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria
  • (02/11/2019 10:03)

lorenzogiannantonio il 03/10/2019 12:03 ha scritto:
Sulla necessità di una regolamentazione per le visite di medicina del lavoro.




Egregio Ministro della Salute Roberto Speranza, Egregia Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo,

sono a scrivere per descrivere la situazione italiana in merito alle visite mediche sul lavoro previste dal D.Lgs 81/08.

In Italia sono spesso società intermediarie a gestire, dal punto di vista contrattuale, economico, organizzativo, le visite mediche previste dal D.Lgs 81 del 2008.

Tale atteggiamento, al di là di ogni ragionamento di legittimità contrattuale, è estremamente lesivo per il buon funzionamento del sistema di sicurezza sociale sul quale si incardina il ruolo di medico competente, ben previsto e descritto nelle norme che regolamentano la sua attività.

Infatti il medico si troverà di fronte ad un inevitabile approccio di economia di scala, attuato dalle ditte che “rivendono” le visite di medicina del lavoro, ed è innegabile che in ambito sanitario tale approccio è pericolosamente scollegato da funzioni di Pubblico Ufficiale e primo tutore del diritto alla salute dei lavoratori.

La presenza di società intermediarie, tanto più se di dimensioni tali da permettere la gestione di più medici, consentirà una deformità aberrante nel rapporto tra il datore di lavoro ed il sistema individuato dallo Stato nei meccanismi di tutela e buon andamento del mondo del lavoro.

I danni che ne deriva la Società nel suo insieme sono sia di ordine economico che di Diritto: le ditte intermediarie, nell'ottica del profitto, cercano di vendere “pacchetti di sorveglianza sanitaria”, nei quali, come conseguenza dell'impulso economico e non giuridico, sono presenti spesso indagini non necessarie e, come tali, non legittime, andandosi queste ditte a sostituire al medico competente, unico titolare e responsabile dell'emissione del protocollo sanitario.
Tali indagini vengono effettuate con procedure esclusivamente determinate dal maggior profitto e senza quindi un valore significativo in termini di prevenzione della salute neanche nell'ottica di welfare (si invita a valutare ad es. il numero di spirometrie che hanno portato a diagnosi di patologia in ambito di sorveglianza sanitaria od in seguito alle quali il medico competente ha richiesto l'implementazione di DPI) e sono comunque lesive del diritto del lavoratore a non subire indagini che non derivano dall'analisi e prevenzione dei rischi lavorativi.
La presenza di questa “interferenza” nell'attività del medico competente, che si esplica anche nella affermazione di necessità di sorveglianza sanitaria laddove non necessaria, nella determinazione della periodicità delle visite spesso più frequenti del necessario o meno frequenti per ragioni di natura gestionale/opportunistica (ragionamenti sui costi fatturati dalla società intemediaria relativamente ad altre attività con riscontro economico maggiore per il cliente), alla fine del meccanismo instauratosi determina un aumento dei costi per il datore di lavoro, che si ritroverà un servizio non aderente ai dettami legali, dei dipendenti raggirati circa accertamenti di dubbio o nullo valore diagnostico, e soprattutto un “ospite indesiderato”, la società intemerdiaria, che avrà un potere determinato dalla conoscenza di ogni aspetto della struttura umana del suo cliente.

Tale esito è evidentemente un'aberrazione del sistema, soprattutto considerando che le società di consulenza sono guidate dal principio del profitto e non sono, come succede in alcuni paesi all'Estero, estensioni dello Stato.

Il corpus di leggi che regolamenta l'attività del medico ed in particolare del medico competente lo pone in una condizione di primo tutelatore dei diritti inerenti la salute e la sua eventuale e risarcibile diminuzione. Egli è inoltre nella sua attività, quando resa indipendente, figura che collabora in modo attivo con gli altri consulenti ai fini della valutazione dei rischi svolgendo quindi inoltre un ruolo di attuazione del principio di collegialità necessario ogni qualvolta interessi economici particolari si debbano conciliare con interessi umani universali.
Nelle strutture di ricovero o cura, ospedaliere e non, la presenza di una Direzione sanitaria accentra le responsabilità nel riguardo di procedure, ambienti, strumenti e pone i dipendenti e i collaboratori della struttura in un ambito lavorativo predeterminato, giuridicamente previsto, nel quale questi sono responsabili solo per quanto riguarda il loro apporto professionale e, ovviamente, civile.
Nel caso del medico competente che lavori sotto l'egida illegittima di una ditta di servizi intermediaria, che avrà, alla luce della sua estensione determinata ingiustamente dai meccanismi esposti precedentemente, rapporti economici e sociali con le strutture pubbliche e private del territorio, egli troverà solo due strade: o sottostare ad assumersi responsabilità che non ha determinato in alcun modo e ridurre l'esercizio della sua funzione di tutelatore sociale, con danno anche al suo professionale tendere al benessere dei cittadini lavoratori, o lavorare per le poche ditte che non sono cadute sotto la sfera d'influenza della società di servizi di turno.

Sarebbe opportuno che ci si esprimesse in modo chiaro circa l'inammissibilità della presenza di un intemediario sia dal punto di vista contrattuale che economico per l'erogazione della sorveglianza sanitaria, lasciando il medico competente libero di esercitare il suo ruolo previsto dalla legge, con i conseguenti diritti e responsabilità connesse e riposizionarlo, anche e soprattutto per le ditte di grandi dimensioni, al fianco del datore di lavoro, confidando nell'assunto della nostra società civile che un ambiente di lavoro sano e tutelato sia alla lunga più produttivo in termini economici e di benessere della Società nel suo insieme.

Dott Lorenzo Giannantonio

VORREI INVIARE QUESTA LETTERA al Ministro tramite al suo indirizzo come deputato al parlamento (il sistema pare funzionare e ha meno "blocchi della struttura Ministeriale " dove il ministro manco lo vede
ALtra possibilità e come lettera aperta e ai giornali ( il fatto quotidiano sembra più accessibile e lo farei insieme alla mia lettera aperta SUL DOCUMENTO DELLE REGIONI ( VEDI) GRAZIE

druba

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  • Re: La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria
  • (03/11/2019 17:10)

Ringrazio il collega che ha così lucidamente riaperto la discussione sul tema; condivido quanto espresso. Questo è un forum di discussione ed è naturale che vengano espresse posizioni diverse, talvolta sincere, talvolta strumentali. Dalla discussione si dovrebbe poi passare all'azione, così come ha fatto il collega. L'azione individuale dovrebbe poi essere sostenuta e rafforzata da azioni collegiali di chi la pensa allo stesso modo. Mi riferisco, ad esempio, a forme sindacali (es. cosips), ad associazioni (es. Ramazzini che a VR prevede la compartecipazione di Università, Spisal, Giuristi, MMCC) e, perché no, attraverso denunce (con relative sentenze).
Le dimensioni del problema mi portano a pensare (e anche a constatare) che, senza un cambio di rotta significativo ed urgente, la tendenza sarà sempre più verso un allineamento "di mercato" anche delle realtà "virtuose". Questo verosimilmente incentivato da un marketing sempre più aggressivo e sempre più spesso fatto proprio e perfino proposto dalle stesse associazioni datoriali;
D'altra parte, gli enti di controllo non dispongono di mezzi tali da svolgere il loro ruolo in modo efficace e capillare e le rappresentanze dei lavoratori non hanno dimostrato una sufficiente capacità (e attenzione?) in tale specifico ambito. Sembra che manchi piuttosto diffusamente la percezione di valore della nostra attività e, lasciando procedere così le cose, essa tenderà a sparire del tutto. Vale quindi la pena di battersi in ogni maniera a salvaguardia delle "isole" in cui si crede (e si pratica) nel valore (anche economico) di una corretta prevenzione.
Sul versante delle azioni urgenti propongo, ancora una volta, che si faccia pressione sull'inserimento della nomina del MC tra gli obblighi non delegabili del DdL. Non sarà la panacea di tutti i problemi che si sono sin qui accumulati, ma sarebbe probabilmente una premessa per ristabilire ordine e significato all'intero sistema.

milvio.piras

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  • Re: La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria
  • (03/11/2019 21:50)

druba il 03/11/2019 05:10 ha scritto:
Ringrazio il collega che ha così lucidamente riaperto la discussione sul tema; condivido quanto espresso. Questo è un forum di discussione ed è naturale che vengano espresse posizioni diverse, talvolta sincere, talvolta strumentali. Dalla discussione si dovrebbe poi passare all'azione, così come ha fatto il collega. L'azione individuale dovrebbe poi essere sostenuta e rafforzata da azioni collegiali di chi la pensa allo stesso modo. Mi riferisco, ad esempio, a forme sindacali (es. cosips), ad associazioni (es. Ramazzini che a VR prevede la compartecipazione di Università, Spisal, Giuristi, MMCC) e, perché no, attraverso denunce (con relative sentenze).
Le dimensioni del problema mi portano a pensare (e anche a constatare) che, senza un cambio di rotta significativo ed urgente, la tendenza sarà sempre più verso un allineamento "di mercato" anche delle realtà "virtuose". Questo verosimilmente incentivato da un marketing sempre più aggressivo e sempre più spesso fatto proprio e perfino proposto dalle stesse associazioni datoriali;
D'altra parte, gli enti di controllo non dispongono di mezzi tali da svolgere il loro ruolo in modo efficace e capillare e le rappresentanze dei lavoratori non hanno dimostrato una sufficiente capacità (e attenzione?) in tale specifico ambito. Sembra che manchi piuttosto diffusamente la percezione di valore della nostra attività e, lasciando procedere così le cose, essa tenderà a sparire del tutto. Vale quindi la pena di battersi in ogni maniera a salvaguardia delle "isole" in cui si crede (e si pratica) nel valore (anche economico) di una corretta prevenzione.
Sul versante delle azioni urgenti propongo, ancora una volta, che si faccia pressione sull'inserimento della nomina del MC tra gli obblighi non delegabili del DdL. Non sarà la panacea di tutti i problemi che si sono sin qui accumulati, ma sarebbe probabilmente una premessa per ristabilire ordine e significato all'intero sistema.

Sono anni che una parte di noi auspica un cambiamento radicale del rapporto tra medico competente e datore di lavoro, oggi padrone assoluto in casa sua (salvo quando arrivano gli ispettori).
Purtroppo un'altra parte non sente questa necessità, sia perché ha la fortuna di potersi scegliere i "clienti", sia perché (altri) in questa situazione di "deregulation" ci sguazzano e ci si ingrassano alla grande.
Peraltro, qualcuno ha anche avanzato il sospetto che, qualora i medici competenti venissero inseriti nel SSN, la loro disponibilità ed efficienza crollerebbe a livelli tali da garantire ancor meno di oggi un servizio adeguato.
Come se essere dipendenti pubblici sia sinonimo di fannulloni e incompetenti.
Sappiamo tutti che non è così, vero?

mantello

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  • Re: La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria
  • (03/11/2019 22:47)

Credo che il problema da porsi non sia quello dei dipendenti pubblici potenziali fannulloni. Occorre piuttosto chiedersi se, da dipendenti pubblici, i MC siano ancora collaboratori che hanno la fiducia del DdL o se diventino una succursale dell'organo di vigilanza. Tale condizione, oltre ai risvolti giuridici, credo avrebbe anche conseguenze sulla modalità di interazione con la realtà aziendale, sia per quanto riguarda il DdL sia per quanto riguarda i lavoratori.

milvio.piras

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  • Re: La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria
  • (04/11/2019 01:52)

mantello il 03/11/2019 10:47 ha scritto:
Credo che il problema da porsi non sia quello dei dipendenti pubblici potenziali fannulloni. Occorre piuttosto chiedersi se, da dipendenti pubblici, i MC siano ancora collaboratori che hanno la fiducia del DdL o se diventino una succursale dell'organo di vigilanza. Tale condizione, oltre ai risvolti giuridici, credo avrebbe anche conseguenze sulla modalità di interazione con la realtà aziendale, sia per quanto riguarda il DdL sia per quanto riguarda i lavoratori.

Magari!!!

Al di là della possibilità di avere finalmente garantiti un po' di diritti e garanzie (come la malattia, la gravidanza, le ferie retribuite e qualcun'altro di quei "privilegi" che ora paghiamo ai colleghi strutturati tramite le nostre tasse) - buttali via ...-, non vedo perché il ruolo del medico competente "succursale" (?) dell'OdV debba esserne compromesso. I datori di lavoro che intendano fare le cose per bene non avrebbero nulla da temere (neanche, intendo, da parte di un ispettore dalle idee originali); riguardo agli altri, perderebbero finalmente la possibilità di cacciare il medico competente troppo zelante e scomodo, che osa mettere in discussione le conclusioni dei vari responsabili della sicurezza sulla presenza ed entità di determinati rischi e che magari hanno anche già deciso il protocollo sanitario.
Resta comunque un fatto: siamo troppo pochi. Ma questo è un problema comune a tutta la sanità italiana, e non è penalizzando una categoria (la nostra) lasciandola senza tutele di alcun tipo che si può sperare nel miglioramento della qualità ed efficacia del suo operato.

Conte_Vlad_III

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  • Re: La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria
  • (04/11/2019 10:38)

milvio.piras il 04/11/2019 01:52 ha scritto:


Magari!!!

Al di là della possibilità di avere finalmente garantiti un po' di diritti e garanzie (come la malattia, la gravidanza, le ferie retribuite e qualcun'altro di quei "privilegi" che ora paghiamo ai colleghi strutturati tramite le nostre tasse) - buttali via ...-.

Per compensazione ovviamente si adeguerebbe anche lo stipendio a quello dei dipendenti pubblici.

mantello

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  • Re: La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria
  • (04/11/2019 12:42)

"Al di là della possibilità di avere finalmente garantiti un po' di diritti e garanzie (come la malattia, la gravidanza, le ferie retribuite e qualcun'altro di quei "privilegi" che ora paghiamo ai colleghi strutturati tramite le nostre tasse) - buttali via ...-."
Vorrei ricordare che i colleghi strutturati pagano tasse e contributi previdenziali ed assistenziali e che quindi ferie malattie e quant'altro non sono posti a carico del libero professionisti.

Precisazione a parte credo che qualcuno ricordi che, all'origine, il D.Lgs 277/91 prevedeva che il MC fosse, ove possibile un dipendente del SSN. Se tale ipotesi è stata successivamente soppressa ci sarà pure una ragione.
Credo che un DdL che avesse un MC nominato dal SSN e (perchè no?) un RSPP nominato dall'INAIL ed un Direttore del Personale nominato dall' INPS, anche qualora intendesse "fare le cose per bene" non sarebbe del tutto felice. Ci si potrebbe anche chiedere se un simile assetto organizzativo sia adeguato all'attuale assetto economico e sociale o se per renderlo praticabile si debbano resuscitare modelli di altri e fortunatamente passati tempi.
Da un altro punto di vista crediamo veramente che la rivalutazione del ruolo del MC passi attraverso il cappelluccio con distintivo?

carlpam

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  • Re: La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria
  • (04/11/2019 16:29)

mantello il 04/11/2019 12:42 ha scritto:
"Al di là della possibilità di avere finalmente garantiti un po' di diritti e garanzie (come la malattia, la gravidanza, le ferie retribuite e qualcun'altro di quei "privilegi" che ora paghiamo ai colleghi strutturati tramite le nostre tasse) - buttali via ...-."
Vorrei ricordare che i colleghi strutturati pagano tasse e contributi previdenziali ed assistenziali e che quindi ferie malattie e quant'altro non sono posti a carico del libero professionisti.

Precisazione a parte credo che qualcuno ricordi che, all'origine, il D.Lgs 277/91 prevedeva che il MC fosse, ove possibile un dipendente del SSN. Se tale ipotesi è stata successivamente soppressa ci sarà pure una ragione.
Credo che un DdL che avesse un MC nominato dal SSN e (perchè no?) un RSPP nominato dall'INAIL ed un Direttore del Personale nominato dall' INPS, anche qualora intendesse "fare le cose per bene" non sarebbe del tutto felice. Ci si potrebbe anche chiedere se un simile assetto organizzativo sia adeguato all'attuale assetto economico e sociale o se per renderlo praticabile si debbano resuscitare modelli di altri e fortunatamente passati tempi.
Da un altro punto di vista crediamo veramente che la rivalutazione del ruolo del MC passi attraverso il cappelluccio con distintivo?

Ci sono due anime nel Medico Competente
1) chi crede sia possibile un rapporto ( DIPENDENTE ASL o meglio CONVENVENZIONATO )
2) chi invece preferisce un percorso da LIBERO PROFESSIONISTA

entrambe le posizioni vedono il mercato della "cosidetta sicurezza" che è PROPRIAMENTE IGIENE INDUSTRIALE E PREVENZIONE (MEDICA of course)

al di la delle propensione personale non credete che sia invece auspicabile una ORGANIZZAZIONE della Medicina del Lavoro ( tornando alle origini (!) : perchè diamo per scontato che i servizi debbano fare vigilanza (UPG)?

uso un paradosso VI PARE LOGICO CHE UN COLLEGA EPATOLOGO FACCIA VIGILANZA(come UPG) NEI BAR per controllare gli alcolisti? e perchè un medico del lavoro debba fare vigilanza nelle aziende? Chi è quel demente che pensò una tale abberrazione ? (Giuliano Amato ?) che bloccò l'attività medica delle ASL e li trasformò in poliziotti e così lasciò campo libero alle Società.

togliendo la vigilanza (UPG)con un semplice fatto amministrativo ( e potenziando l'ispettorato del lavoro INL) e magari con la Polizia Municipale e i C.C nuclei del Lavoro( e coordinando meglio le forze disponibili : si può fare, tanto più che non c'è Salvini) si otterebbe senza modificare la legge che i servizi di ML(asl) farebbero da calmiere e studiando i comparti presenti sul territorio con una serie di "convenzionati" e di "liberi professionisti" Il fenomeno delle società farlocche comincierebbe a ridimensionarsi

druba

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  • Re: La presenza di società intermediarie per l'erogazione della sorveglianza sanitaria
  • (04/11/2019 19:31)

Modestamente, non riesco a capire perchè, invece di addentrarci nel vespaio degli enti e dei contratti (OdV, Inps, Inail, etc.), non si possa più semplicemente chiedere che la nomina del MC diventi un obbligo non delegabile del DdL (visto che, in caso di problemi seri, il suo coinvolgimento di responsabilità rimane)?

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